lunedì 31 marzo 2008
Su Raccolta di Alberto Mori
via Sala 29 - frazione S. Felice
83025 Montoro Inferiore (AV)
precedenti recensioni qui e nei link ivi indicati
Nel percorso poetico tracciato nella collana «Sia cosa che» della casa editrice Fara, compare la Raccolta di Alberto Mori: per nulla facile da leggere, concepita per sottoporre il lettore ad una “selezione”, ad una disamina del composto chimico definito immondizia.
A vederlo da questa angolazione, il Sud della nostra penisola, il termine raccolta, differenziata o meno, suona proprio come una dura condanna pertrent’anni di ritardi dovuti ad una classe politica che si è avvicendata alla guidadel Mezzogiorno d’Italia. Se invece la guardiamo nei versi di Mori, l’immondizia diviene l’involuzione di una filosofia di accadimenti propri dell’esistere.
La scelta della società “ultramoderna” di servirsi dell’immondizia per segnare il surplus del proprio vivere affligge l’intero pianeta: da chi la smaltisce quotidianamente a chi vi cerca la propria sopravvivenza rovistandola minutamente: i Mongo.
Ma questi “strani” esseri umani – «cappotto bianco per coperta. / I guanti mozzi delle dita / fasce per cavigliere» (p. 44) – sono i nuovi cavalieri/sciamani dell’era che le società civili hanno generato.
«Nel rifiuto la parola annusa due volte l’aria» (p. 37): questa è la scelta poetica dell’Autore. Metafora di molti rifiuti, la parola poetica continua a denunciare una socialità al limite del parassismo, vittima delle lobby che affossano la morale in fondo al bidone della Caritas.
Eppure siamo stati avvisati tante volte dai poeti che stavamo superando i limiti della “civiltà” per sfociare nella “vanitas” della fine: l’uomo non è il colonizzatore del pianeta Terra.
Lo sapevano bene gli antichi di appena cinquant’anni fa: i contadini che al pianeta Terra dedicavano forza delle braccia e della mente, sacrifici inenarrabili che affondavano in verità nascote oggi per paura della Storia.
Siamo diventati “incivili” perché «Tra breve tutto scomparirà» (p. 24).
Leggendo la raccolta di Mori, le parole scritte trasmettono il disagio mentale per la letale forzatura “della spazzatura”. Ma noi, qui, vicino alle ecoballe, all’immondizia accumulata dovunque, alla puzza acre che ci ammala, alle sotterranee discariche ricoperte alla meglio, veramente attendiamo «Ultimo disimpegno per la carità in transito» (p. 25).
Risultati del Premio Fiur'lini 2008
Ai partecipanti al premio Fiur'lini 2008 Den Haag, 28 Marzo 2008
A conclusione dei lavori, quest'anno particolarmente impegnativi e complessi dato l'elevato numero degli elaborati esaminati, la giuria ha dichiarato vincitori del premio:
Elisabetta Baleani di Recanati (MC) per la poesia,
Maricla Di Dio Morgano di Calascibetta (EN) per la prosa,
Livia Rocchi di Pianiga (VE) per la sezione "Il Piccolo Principe"
ed ha conferito una menzione speciale a
Ginevra Milani, Rosalba Perrotta e Arcangelo Tangorra
Sono risultati finalisti:
Sez.A: Bruno Bianco, Luigi Brasili, Silvia Casti, Roberta Colombini, Gianfelice D’Accolti, Francesca Faramondi, Piero Iannello, Marcello La Rocca, Silvia Pierangelini, Roberto Pallocca
Sez.B: Mauro Barbetti, Giovanni Caso, Giulia D’Amico, Vera Lucia De Oliveira, Marco Di Pasquale, Lara Lucaccioni, Alessio Magnolfi, Silvio Perego, Daniela Raimondi, Donatella Righi
Sez. Il Piccolo Principe: Maria Arca, Anna Bruno, Elide Ceragioli, Alberto Rossi, Laura Tarchetti
Il Premio Valentina D’Arrigo è stato vinto da Alfonso Maria Petrosino.
A loro ed anche a tutti gli altri, meritevoli se pur non scelti, vanno i nostri complimenti ed auguri.
La premiazione avrà luogo la sera di domenica 18 maggio al Literair Theater Branoul (Maliestraat 12, Den Haag).
Nell'ambito della manifestazione, il giorno precedente, sabato 17 maggio, avrà luogo un pomeriggio letterario durante il quale ogni partecipante a questa edizione del premio Fiur'lini (e non solo i premiati) avrà l'occasione di presentare le proprie opere edite.
Per rendere nota la vostra partecipazione siete pregati di contattare la segreteria di Forum (tel. + 31 651557075) oppure Lucia Chini (Tel.+31 70 3960592, Fax +31 70 3960574, E-mail: luciachini@orange.nl).
Sperando di potervi incontrare e conoscere tutti, vi salutiamo con un cordiale “a presto”.
Lucia Chini Maurizio Nati
Responsabile del Premio Fiur’lini Presidente, per il C.D. di Forum
Imago Veritatis a Varallo 13-15 giu 08
www.imagoveritatis.it
Venerdì - 13 giugno 2008
ore 16 - evento inaugurativo al Teatro Civico - Varallo:
* introduzione e saluti (Rosangela Canuto, presidente dell’evento e del Centro libri, Gianluca Buonanno, sindaco del Comune di Varallo, autorità presenti)
* significato dell’iniziativa e presentazione della pubblicazione sulle origini del Sacro Monte di Damiano Pomi (Lucetta Scaraffia)
* conclusioni (mons. Renato Corti, vescovo della Diocesi di Novara).
ore 17,45 - inaugurazione mostre:
* mostra di documenti, libri antichi, immagini legati al Sacro Monte e all’epoca (biblioteca civica “Farinone Centa”) alla presenza di mons. Renato Corti
* mostra “Le stimmate di Francesco: Gaudenzio, Tanzio e Guercino a confronto” (Pinacoteca) alla presenza di mons. Timothy Verdon
* mostra “Tradizione e devozione in Valsesia” (Palazzo D’Adda) alla presenza del sindaco di Varallo.
Evento serale
ore 21,15
concerto di pianoforte al Teatro Civico: esibizione di Bruno Canino e Massimo Bianchi
Sabato - 14 giugno 2008
Lectio Magistralis
Ore 15,30-16,30
“Pellegrinaggio e Rito” di Mons. Timothy Verdon,
davanti alla Parete Gaudenziana, nella Chiesa di
Santa Maria delle Grazie-Varallo.
Conferenze
Dalle ore 10,30
al Centro Congressi di Palazzo d’Adda-Varallo:
Filippo Rossi, “Arte contemporanea e senso religioso”
Maria Antonietta Crippa, “Gli spazi del mistero”
Roberto Mussapi, “Viaggio e pellegrinaggio”
Oddone Camerana, “Processo a Gesù: morire disperati”.
Pellegrinaggi
al Complesso Monumentale del Sacro Monte
con partenza dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie
ore 10,00 - 12,30 “Maria nella vita di Cristo: da Nazaret al Sepolcro”
di mons. Franco Giulio Brambilla,
davanti alla Parete Gaudenziana,Madonna delle Grazie.
A seguire, pellegrinaggio e visita al Sacro Monte.
Durante la visita riflessioni presso le cappelle di Nazaret, Betlemme, Sepolcro.
ore 16,30-18,00: “Sui passi di Cristo: la salita al monte” di mons. Timothy Verdon.
Visite guidate
al Complesso Monumentale del Sacro Monte
Nei seguenti orari, con ritrovo alla Porta Maggiore:
mattino: ore 10,00-11,00-12,00
pomeriggio: ore 15,00-16,00-17,00
Al termine di ogni pellegrinaggio e visita momenti musicali in Basilica, Sacro Monte.
Visita guidata d’autore
Ore 18,00 Vittorio Sgarbi racconta il Sacro Monte.
Evento serale
Ore 20,30
Sacra rappresentazione: “Ecco l’Uomo”,
Chiesa di Santa Maria delle Grazie-Varallo.
Domenica - 15 giugno 2008
Durante la Giornata sarà presente
Sua Eminenza Reverendissima Cardinale Tarcisio Bertone,
Segretario di Stato di Sua Santità.
Conferenze
Dalle ore 10,30
al Centro Congressi di Palazzo d’Adda-Varallo:
Mariella Carlotti, “L’uomo che lavora. Il ciclo delle formelle del campanile di Giotto a Firenze”.
Elena Pontiggia, “Arturo Marchini. La scultura e l'anima".
Visita guidata d’autore
Ore 11,00 Vittorio Sgarbi racconta la Pinacoteca.
Pellegrinaggi
al Complesso Monumentale del Sacro Monte con partenza
dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie
ore 10,00-12,30: “Confronto tra la parola di Isaia
e le immagini della Parete Gaudenziana, Madonna delle Grazie:
dalla Vergine che concepisce il figlio al sacrificio di Gesù”
di padre Giorgio Vigna, Commissario di Terra Santa.
A seguire, pellegrinaggio e visita al Sacro Monte.
Durante la visita riflessioni presso le cappelle di Nazaret, Betlemme, Sepolcro.
ore 14,30-17,00: “Francesco e Cristo. Riflessione alla luce
della presenza francescana in Terra Santa” di padre Eugenio Alliata,
preside dello Studio biblico francescano di Gerusalemme.
A seguire, pellegrinaggio e visita al Sacro Monte.
Durante la visita riflessioni presso le cappelle di Nazaret, Betlemme, Sepolcro.
Visite guidate
al Complesso Monumentale del Sacro Monte Nei seguenti orari,
con ritrovo alla Porta Maggiore:
mattino: ore 10,00-11,00-12,00
pomeriggio: ore 14,00-15,00-16,00
Al termine di ogni pellegrinaggio e visita momenti musicali in Basilica, Sacro Monte.
Evento serale
Ore 21,00
Prima Rappresentazione Mondiale
dell’Oratorio Musicale “Haec Nova Jerusalem”,
con la partecipazione di Claudia Koll, Pippo Lo Russo, Angelo Colombo,
della Cappella Vocale e Strumentale del Duomo di Novara
diretta da Paolo Monticelli e di alcuni cori presenti sul territorio.
Musiche di Alberto Sala. Piazza della Basilica, Sacro Monte.
2 nuove di Alessandro Salvi
esisteiltempo a Macerata 7-4-08
Teatro Lauro Rossi
Macerata
testi e voce Alessandro Seri
musiche Paolo F. Bragaglia
voce fuoricampo Matteo Ripari
www.licenzepoetiche.it
Aprile poetico a Sogliano al Rubicone (FC)
Con versi diVERSI e musica
Ore 16
6 aprile
13 aprile
20 aprile
27 aprile
Al palazzo della cultura di Sogliano al R.ne
la dott.ssa Lara Cucchiarelli presenterà i poeti
Bruno Bartoletti – Narda Fattori
Maria Lenti – Fabio Orrico
Roberta Bertozzi – Gianfranco Laureano
M. Grazia Medri – Franca Fabbri
sabato 29 marzo 2008
La grazia del tuono (Leela Marampudi)
Notevole la forza a tratti sapientemente sospesa (ad es. nel riaffiorare dell'infanzia), l'energia ritmica dei versi (intelligentemente squilibranti ed emotivamente veri) e la pregnanza delle immagini (icastiche e paraboliche).
Nel silenzio che ascolta l'attenzione
Incontro non ricerca
baricentro sorriso
quando il tempo permette
mi spoglio
**
Strisciando nuovo zucchero filato
la parete del cielo
nidi ricorda
L'altra giostra era nera
l'hai vista anche tu
L'altra giostra era nausea
d'invidia giovinezza
**
Ho giocato silenzi
di un eros impostato
plagio nel
Fine
Il silenzio per me è sacro, altrimenti dico tutto
**
Dal salice incolore
L'inizio è fine
intuendo gravità
dal frutto rosso
Svelto sibilo
torce la testa
verso la coda
cerchio la fede
nel tronco
stanco e rami
**
L'ombra dietro
I rami assomiglianti
vibrano
foglie a ventaglio
Ancora
quando per sbaglio
ti trovo contro viso
giro l'angolo
della mia strada
scontornandoti
solo il vuoto
**
L'aquila danza
con un fantasma
tra colpi di tuono
il suono di nebbia
piange perdono
cerca la rosa
che tiene nel becco
le han dato una missione
ma non la direzione
**
I nostri venti
s'incontrano a mezz'aria
Spostando ciocche
culliamo un'altra vita
**
Amico
apre rilegati
nella parola
Strumento
chiude tra dita
la porta
Libro
**
Io
ti guardo in un cartone
animato essere
cuore imbottito
gridi "potere
ai piccoli", che picchi
pugni per terra
bimbo senz'ali
cieco cerchi negli occhi
per le tue ombre
Sono piedi l'unione
**
In tempo perso
Sbucciavi il tuo fiore in acqua di vaso
Nella stanza colava
un profumo scomparso
Il petalo cadeva
a palmo aperto
Bastava la sua pioggia
a farlo nascere e morire, e ancora
**
Dirige, l'ombra stregata da luce
quegli occhi stanchi
Nel più piccolo fiore
vive l'acqua mai vista
Il vento che disperde
il polline pudore
di fronte alla ricerca
mostra una foglia che esce da terra
dita radici
la sua famiglia
**
Silenzioso vivi nell'oscurità
dallo sguardo più grande
Inchinata ti aspetto
Ciglia s'assottigliano nella curva
toccando diramano raggi
nell'anima flessibile che
dirige rughe
quando il corpo gioisce
Amore
**
Stupore
Da piccola, a volte
confondevo l'acqua con l'inchiostro
**
Il porfido è diviso da righe
vuote d’indipendenza
Dei corpi mutilati
per strada vedo
giovani amori andati
accettati per semplice ingenuità
si accettano nella separazione
Non concede stasi il filo tirato
Il suo passato presente al mio fianco
svelta alzo il bavero della giacca
(Spaventa il vento creato dall'anima
che non ascolta
Spaventa il vento che picchia
se ascolto)
Davanti a noi due estranei e una bambina
la piccola spinge il suo passeggino
vuoto
le nubi condensate
si sciolgono nel calore
il sole si appresta
a darmi il sigillo
lo guardo con occhi brucianti
diventa più nero
girando nella sua impronta di luce
in un lungo campo
sfoca il mio cuore
**
Si spezza la china
dell'albero maestro
nell'approdo assoluto
senza navigare
Io seguo le tue impronte
Fedeltà che mi uccide
Dipendo dall'attesa
dei tuoi passi
perché esista un confessionale
spontaneo
Artincanti. Iniziative a Lugo e Forlì
venerdì 28 marzo 2008
Le voci, la città a Firenze 2-4-08 e altrove
Le voci, la città. La scrittura per ripensare spazi e accessi, a cura di Gianmaria Nerli e Luigi Nacci, Firenze, Edizioni Cadmo, con CD audio.
Il volume, diviso in due sezioni, una dedicata ai racconti e l’altra alla poesia, raccoglie i risultati dei lavori di un meeting dedicato alla scrittura e ai giovani autori svoltosi a Fiesole dal 7 al 10 giugno 2007. A impreziosire la pubblicazione un CD contenente la registrazione live del poetry slam – sotto la conduzione del poeta e scrittore Lello Voce – che ha chiuso il laboratorio poetico, e l’intervento tenuto dal critico Andrea Cortellessa nella tavola rotonda.
***
Prossime presentazioni:
Firenze
Mercoledì 2 aprile
ore 21
Libreria Edison
Piazza della Repubblica 27/r, tel: 055/213110
Presenta Rosaria Lo Russo (poetessa, saggista, traduttrice e poetrice)
Saranno presenti i curatori e i seguenti autori inseriti nel volume: David Bargiacchi, Fosco D’Amelio, Beatrice Furini, Paolo Grassi, Adriano Padua, Mikica Pindzo, Marco Simonelli, Catalina Villa.
*
Macerata
Giovedì 3 aprile
ore 17.00
Accademia di Belle Arti, Istituto di Storia e Fenomenologia delle arti
Spazio Mirionima
Piazza della Libertà 2
Presenta Enrico Pulsoni (artista e docente di scenografia all’Accademia di Belle arti di Macerata)
Saranno presenti i curatori, Lello Voce e i seguenti autori inseriti nel volume: Lara Lucaccioni, Adriano Padua.
*
Roma
Sabato 5 aprile
Ore 18
Tuma’s Book Bar
Via dei Sabelli, 17, tel. 06-44704059 / 334-5752012
Presenta Brunella Antomarini (docente di estetica e filosofia contemporanea alla John Cabot University di Roma)
Saranno presenti i curatori e i seguenti autori inseriti nel volume: Paolo Grassi, Lucio Pacifico, Furio Pillan, Catalina Villa.
***
Introduzione
Le voci la città è il titolo che abbiamo scelto di dare al primo Meeting delle scritture e dei giovani scrittori che ha avuto luogo a Fiesole dal 7 al 10 giugno 2007. Titolo che è nato dal desiderio di costruire un appuntamento dove la scrittura si misurasse non solo con il territorio convenzionale della letteratura, i suoi protocolli e i suoi fantasmi, ma che fosse soprattutto esercizio di intelligenza privato e pubblico per ripensare e reimmaginare spazi di vita, di azione e interazione quotidiana: che fosse cioè un’occasione per riflettere sul mondo, sui modi di abitarlo e di accederci a partire dagli immaginari e dalle aspettative che crea e modella la scrittura. Per questo abbiamo puntato la nostra attenzione sulle voci e sulla città, esperienza insieme di molteplicità e unicità le prime, luogo della progettazione e dell’incontro la seconda.
Il meeting (nato all’interno della campagna nazionale Giovani Libri e promosso da Comune di Fiesole) si è articolato in momenti didattici, con laboratori di scrittura in versi e in prosa; in spettacoli pubblici, con un poetry slam e un reading di racconti; e in una tavola rotonda. Le voci la città è infatti lo stimolo tematico intorno al quale abbiamo invitato a esercitarsi sette giovani narratori e sette giovani poeti, a cui si sono aggiunti i migliori allievi dei laboratori, altri tre poeti e tre narratori. I dieci poeti (Vincenzo Bagnoli, Dome Bulfaro, Luigi Nacci, Adriano Padua, Furio Pillan, Marco Simonelli, Sara Ventroni, più i migliori allievi Lara Lucaccioni, Lucio Pacifico, Mikica Pindzo) si sono poi sfidati, sotto la guida di Lello Voce, nel poetry slam che viene riprodotto integralmente nel cd allegato a questo volume: si tratta del primo poetry slam integrale edito in Italia. I dieci narratori (David Bargiacchi, Marco Candida, Gianmaria Nerli, Luciano Pagano, Laura Pugno, Alessandro Scotti, Catalina Villa, più i migliori allievi Fosco d’Amelio, Beatrice Furini, Paolo Grassi) il giorno dopo si sono esibiti in una lettura di racconti brevi, che ha dato seguito a una tavola rotonda a cui hanno partecipato studiosi di diverse discipline – tenendo fede appunto all’intenzione di collocare la scrittura nel mondo e non solo in ambito letterario: il critico letterario Andrea Cortellessa, l’architetto e artista Gianni Pettena, l’antropologo Marcello Archetti, l’architetto (fondatore del gruppo Stalker) Lorenzo Romito.
La scommessa di una scrittura capace di incrociare e di riconoscere quei grovigli di problemi che ci gravitano attorno, e che spesso stentano a trovare una forma o un nome, ci è parsa in qualche modo vinta. Per questo abbiamo deciso insieme a Cadmo di pubblicare in questo volume antologico i racconti e le poesie nati a Fiesole, in aggiunta all’intervento che Andrea Cortellessa ha pronunciato alla tavola rotonda. Ma quello che più ci conforta al di là di ogni pretesto è che questa antologia di racconti e poesie si rivela in definitiva un’occasione per scoprire quali modelli di città, spazio, accesso fecondano gli immaginari della nuova generazione di scrittori, e soprattutto per ascoltare i ritmi e le modulazioni di queste voci che ci parlano da vicino del nostro presente e del nostro futuro.
Gianmaria Nerli e Luigi Nacci
da Parola/parole (Gianpaolo Anderlini)
Endecasillabi pregnanti e intensi di un poeta davvero immerso nei luoghi (in senso spaziale, teologico, narrativo, simbolico…) della Bibbia.
I. La breccia
Nel muro che separa il cielo dalla
terra, l’uomo da Dio (necessario
per trattenere Dio in alto, l’uomo
in basso) si aprono brecce per opera
di uomini che si sentono immortali.
Luce di libertà: generazione
dopo generazione, pietre tolte
con le mani voraci del peccato
e il cielo cade sull’umanità.
Sogni, parole, visioni, silenzi
sottili nel deserto dei pensieri:
voce che sale dalla breccia aperta,
il profeta trattiene la pesante
mano di Dio e salva il mondo e l’uomo,
che corrono sull’orlo dell’abisso
inconsapevoli. Il profeta solo
(per amore degli uomini e di Dio)
chiude la falla con mani operose,
con voce di preghiera che interrompe,
salendo al cielo, il precipizio della
Giustizia onnivora. Tace il profeta
della precaria condizione umana,
solo, attende – ora – parole dal cielo.
Il sole splende (etsi Deus non daretur).
II. Parole e mani
Mi disse: “Vedi”, ed io vidi; “Ascolta”,
ed ascoltai; “Scrivi”, ed io scrissi.
Mi disse: “Mangia questo libro”, ed io
mangiai, parola per parola, tutto.
Mi disse: “Va’, minaccia, maledici”;
mi disse: “Torna, accogli, benedici”,
e le parole mie e le mie mani
si fecero parole e mani sante,
dono dal cielo, sale della terra.
Mi rivelò misteri che teneva
celati nel segreto del suo trono,
parole che si calano, di cielo
in cielo, nei miei occhi fatti lago
per contenere il volto della vera
redenzione (nel tempo della vita,
nel tempo oltre la vita). Poi mi aprì
le labbra ed io parlai senza timore
a sordi che non vogliono ascoltare,
a ciechi che non vogliono vedere,
a muti che non sanno più pregare,
a morti che non vogliono risorgere.
E fui di nuovo solo, abbandonato
ad essere parola per nessuno.
Fui solo specchio che riflette in alto
lo scendere di Dio nella mia
voce. Fui solo un vaso che raccoglie
le lacrime del cielo e della terra.
Fu la luce negli occhi degli oppressi
a mantenermi vivo e non più solo.
Beato il mondo che non ha profeti.
III. Quanti profeti
Di quanti profeti ha bisogno il mondo
per riconoscere l’orma di Dio
che passa ancora? Di’ loro: Di quanti
furono e sono del seme d’Adamo,
inconsapevoli profeti - tutti.
La vita è alito divino, luce
che illumina le tenebre del nulla,
nel volto di ogni uomo che calca il mondo,
profeta consapevole del Dio
che parla nella bocca di chi crede,
di chi non crede, di chi ama od odia.
Parla, uomo, creato ad immagine
di Dio, parla, non tacere, annuncia
al mondo affascinato dalla voce
del Male, annuncia dai tetti dei templi
il nuovo patto fra terra e cielo:
per tutto il tempo in cui risplenderà
il sole sulle fredde albe del mondo,
Dio sarà nelle lacrime amare
delle stelle stregate dall’amore;
l’uomo sarà giudice giusto aperto
al pianto della terra ed al lamento
di quanto ha vita ed è senza diritti.
Senza profeti il mondo non ha volto.
X. Solo parole (Giona)
Prima parola: Va’, annuncia, chiama
al pentimento un popolo straniero,
un popolo diverso che non sa
tornare a un Dio che non conosce ancora.
Va’ lontano dai tuoi cari, nel cuore
pulsante dell’impero universale,
nel luogo dove tutto si fa merce,
luogo dell’amorale mercadante.
Va’ e porta con te solo parole.
Prima risposta del profeta. Mentre
l’occhio di Dio scruta assorto
la città, fuggirò lontano, verso
luoghi remoti che nemmeno Lui
conosce e là mi cercherò un idolo
che non dica parole e che non voglia
salvare il mondo intero. Cerco un Dio
che si occupi di me e del mio popolo,
che non mandi profeti a zonzo invano.
La nave, la tempesta, il grande pesce
che lo tenne tre giorni nel suo ventre:
di nuovo al punto di partenza. Dio
parlò per la seconda volta. Va’,
annuncia, chiama al pentimento gli uomini,
gli animali e le cose; il tempo è breve
per te e per loro: per loro la morte,
la solitudine silenziosa
nel fondo dell’abisso; per te il peso
di non avere aperto il cuore al mondo.
La seconda risposta del profeta.
Andò, parlò, disse solo parole.
Quaranta giorni ancora e la città
sarà distrutta. E la città rispose,
inaspettatamente, senza indugio.
Disse solo parole e se ne andò.
Fuori dalla città siede il profeta,
steso dal sole caldo del meriggio,
prostrato dall’attesa della mano
punitrice del Dio della giustizia.
Forza della parola, debolezza
del profeta incapace di vedere
la porta della salvezza negli occhi
di uomini senza Dio e senza fede.
Chi risponde è profeta, non chi parla.
Gianpaolo Anderlini, nato a Ravarino (Mo) il 27 agosto 1954, docente di Materie letterarie al Liceo Scientifico Formìggini di Sassuolo, è redattore della rivista «QOL», che si occupa del dialogo ebraico-cristiano. Si è dedicato, nell’arco di un trentennio, allo studio di tematiche relative alla lettura ebraica della scrittura ed in particolare del midrash. Ha pubblicato articoli e contributi su «QOL», «Bibbia e Oriente», «Rivista Biblica Italiana», «Orientamenti», «Parola Spirito e Vita» e in diverse opere collettive. Segue e coordina le attività della Scuola di lingua e cultura ebraica di Salvarano (RE).
Si inaugura la “Primavera dei Poeti” nelle Marche
Due artiste eclettiche, impegnate da diversi anni in attività concertistiche, che proporranno un viaggio attraverso la cultura musicale latino-americana, dal tradizionale ai magnifici tanghi argentini di Astor Piazzola.
Ingresso libero. Per info: www.lappartenenza.it oppure cell. 340 7930364 (Pictor*)
giovedì 27 marzo 2008
Premio Porto Recanati 30-4-08
«Città di Porto Recanati» XX edizione 2008
Il Comune di Porto Recanati, il CASISMA (Centro Attività Informazione sulla Sordità Marche) e l’associazione “Coro a più voci” organizzano il Concorso Internazionale di Poesia «Città di Porto Recanati», XX edizione 2008.
Art. 1 - Il poeta invierà una poesia a tema libero, edita o inedita. La poesia non superi i 50 versi e sia inviata una sola copia (la segreteria del Premio eseguirà le copie per i componenti della Giuria), riporti indirizzo, l’indicazione dell’email e la dizione: «La poesia inviata, di cui sono autore, non ha vinto il primo premio in altri concorsi.»
Art. 2 - La Giuria stilerà la graduatoria di 10 finalisti, dai quali saranno scelti i tre vincitori dei premi in denaro, mentre per i restanti concorrenti, sino al 10° classificato – se presenti alla cerimonia di premiazione – avranno il rimborso delle spese una tantum di 50 euro, pergamena riportante nome e cognome del concorrente, l’ordine di classificazione e il dono di una targa o coppa.
La Giuria assegnerà Premi, offerti da privati o enti, a quei poeti la cui opera testimonierà il riscatto sociale da una condizione di svantaggio o sia d’insegnamento per i valori in essa trattati.
L’Associazione culturale «Coro a più voci» offrirà un’artistica targa al concorrente la cui poesia sarà ispirata al tema L’Infinito o ad un canto degli Idilli del grande poeta di Recanati.
Art. 3 - I premi in denaro sono:
1° classificato 1000 euro, targa e pergamena
2° classificato 600 euro, targa e pergamena
3° classificato 400 euro, targa e pergamena
Art. 4 - Le poesie dovranno essere spedite entro il 30 aprile 2008 (farà fede il timbro postale di partenza) per posta prioritaria (non spedire per raccomandata) al seguente indirizzo: Concorso Internazionale di Poesia «Città di Porto Recanati», XX edizione 2008, Casella Postale n° 61 62017 PORTO RECANATI (MC). Le poesie potranno essere inviate anche per e-mail (le copie per i membri della Giuria saranno riprodotte dall’organizzazione) all'indirizzo di posta elettronica pigliacampo@cheapnet.it purché il concorrente dimostri di aver versato la tassa d'iscrizione di 20 euro sul conto corrente postale 29687621 intestato a Renato Pigliacampo c/o il Casisma, Via del Sole 18 62017 PORTO RECANATI (MC), o con altro mezzo a scelta del concorrente.
Indicazioni
Per informazioni pigliacampo@cheapnet.it
Fax: 0733 881162 Cellulare (messaggi) 335 723 69 26
www.renatopigliacampo.it
La premiazione è prevista nel mese di maggio o la prima decade di giugno. I 10 Finalisti saranno avvisati per posta cartacea del luogo, della data e dell'ora della cerimonia di premiazione. L'organizzazione farà pervenire il Verbale della Giuria, contenente i nominativi dei Vincitori, esclusivamente per e-mail o per fax ai concorrenti che lo richiederanno verso la fine del mese di giugno. E' gradita la diffusione del Premio tra i poeti amici col passaparola o con i mezzi d'informazione: TV, radio, riviste, giornali, Internet, ecc. Si consiglia di non attendere l'ultima settimana per l'invio delle opere. Grazie!
mercoledì 26 marzo 2008
Su La convalescenza di Augusto Amabili
via Sala 29 - frazione S. Felice
83025 Montoro Inferiore (AV)
«hanno visto quel bimbo / perdere il suo primo vagito» (p. 17).
La raccolta di Augusto Amabili, La convalescenza, si apre su una realtà futura, infatti il verbo che indica l’esasperazione corrisponde a “sarà”, mentre il verbo essere, nella sua terza persona “è”, compare lungo tutto il percorso ad indicare l’attualità, il percorso ad indicare l’attualità, il presente dell’esistenza.
«– quello di cui sono incatenato / tu ci sei dentro vita» (p. 22). Il Nostro poeta è ancora alla formazione del suo vero racconto poetico. C’è una intensità vibrante come le corde di una chitarra Fender di prima produzione nelle mani di un chitarrista attuale. L’originalità dello strumento permette molti virtuosismi, ma sono le mani del musicista che rendono al meglio gli effetti sonori. «qui il silenzio è un parto mancato / e il suono del pianto è l’attrito statico» (p. 27).
Rispetto ai Canti orfici di Dino Campana, o La mia alba di Allen Ginsberg, le meraviglie notturne di Amabili sono percepibili in una idealità famigliare, di città, luoghi, spazi umani, riconoscibili. Il sesso non è una introversione diabolica, né le donne una condanna inevitabile.
I versi di Augusto sono sinceri e significativi, vorrebbero eludere la contaminazione, la violenza, l’incomunicabilità tra persone: «meglio morire di fame e di lenzuola / che nutrire di veleni l’anima» (p. 51).
Ancora tutta in cuna la poetica del Nostro. Ancora tutta da scoprire e ritrovarsi, come in un “amplesso mancato”.
Il giovane poeta è rintracciabile nella espressione «che bella l’alba» (p. 51), che fa luce chiara sulle scelte della nuova beat generation di questo ventunesimo secolo.
Silenzio di Accattoli su NI
A presto
F.
www.nazioneindiana.com/2008/03/26/il-silenzio-della-poesia/
Su Il denso delle cose di Vera Lúcia de Oliveira
sperando di fare cosa gradita, vi inoltro questa bella recensione di Alessio Brandolini, sul libro Il denso delle cose.
Un caro saluto,
Vera.
ilibrintesta.splinder.com
Teologia e Liturgia nella poetica di Cristina Campo
Giovedì 27 e Venerdì 28 marzo alle ore 20,45 sul tema
Teologia e Liturgia nella poetica di Cristina Campo
Relatrice dei seminari: Prof.ssa MARIA PERTILE
Maria Pertile
Ricercatrice alla Facoltà di Lettere dell’Università di Venezia, tra le più acute interpreti in Italia dell’opera poetica e saggistica di Cristina Campo.
Il seminario, aperto al pubblico, avrà luogo presso l’Aula Magna dell’ISSR “A. Marvelli”, via Covignano 265, 47900 Rimini – Per informazioni: 0541-751367; segreteria@isrmarvelli.it.
Luca Ariano intervista Chiara Daino
1) A che età hai cominciato a scrivere poesie?
Il verso che è: mio – è *precipitato*. Dall’alto/altro. L’unica data che ricordo/riporto è quella di nascita. Il resto – TUTTO il resto – è un continuo: *inizio*.
2) A che età invece a leggere poesie e se la lettura è andata di pari passo con la scrittura?
Prima di imparare a leggere – ho imparato: ascoltare. E – santa pazienza di – mia nonna mi leggeva poesie [odiavo e odio le favole], quando *iu [era già] bibiatissima* [petèl: io era, è, sarà, arrabbiatissima]. E poi: musica. E si legge [e si ama] poesia: per il suono. E si scrive: versi – animali. Urlo di carne. E ancora: Carmelo e William. Tradizione e Teatro, Pagina e Palco. E [mi/si] contamina.
leggi tutto qui http://scrittureinattesa.wordpress.com/2008/03/25/chiara-daino/
«Atelier» n. 50
Cari amici e compagni di ventura,
in settimana spediremo il nuovo numero della rivista Atelier. È il nostro tredicesimo anno e per questo 2008 abbiamo progettato quattro uscite molto differenti. A giugno infatti festeggeremo il numero 50, dedicato in particolare al tema “Poesia e conoscenza”, con vari contributi di poeti e studiosi, curato da Giovanni Tuzet; a settembre, un numero interamente monografico di cui ancora non vi dico nulla; a dicembre si avvieranno importanti novità, soprattutto per quel che riguarda le “voci” ospitate. (Nel frattempo, partiremo anche con la nuova collana di poesia con due nuovi libri, di Giovanna Rosadini e di Simone Cattaneo, ma ce n’è già un terzo, di Fabio Franzin, che scalpita).
Intanto, questo numero 49 è intitolato Per una letteratura sostenibile e contiene, in particolare, uno splendido intervento critico del collettivo Tabard che prende le misure ai “narratori Minimum” (con questo intervento inauguriamo una collaborazione che dà corpo all’
intento della rivista di scandagliare in lungo e in largo la narrativa contemporanea); le puntuali e memorabili risposte di Lagazzi e Pontiggia alla mia provocazione del numero precedente; un servizio completo (saggio e intervista) a Umberto Fiori e tanto altro ancora. Da parte mia, mi sono dedicato alla totale intercettazione di Giuseppe Genna, nella traiettoria privilegiata e simpatetica di miserabile lettore: giudicherete voi chi dei due sarà colpito definitivamente,
magari in seguito all’eventuale risposta del Genna.
Eccovi il sommario completo:
Editoriale: Per una letteratura sostenibile di Marco Merlin
– In questo numero di Giuliano Ladolfi
– Saggi: Molteplicità discontinua. La narrativa Nichel di Minimum Fax di Tabard (gruppo di scrittura critica); Il marmo e l’abisso: riflessioni su Cosimo Ortesta di Alessandro Baldacci; La musica al servizio della “voce” di Daniele Soriani
– L’incontro: Intervista a Umberto Fiori di Daniele Soriani
– Interventi: Risposta alla Lettera aperta del n. 48 di Paolo Lagazzi; Risposta alla Lettera aperta del n. 48 di Giancarlo Pontiggia
– Lettera aperta: Congedo di un lettore devastato e vile di Marco Merlin
– Voci: Basta che io non ci sia [poesie] di Andrea De Alberti; L’opera racchiusa [poesie] di Federico Federici; Egloghe [poesie] di Salvatore Ritrovato; Un miracolo al contrario [poesie] di Francesco Tomada; Città divisibili [racconto] di Gherardo Bortolotti
– Letture: POESIA: Maria Grazia Calandrone: “La macchina responsabile” di Roberta Bertozzi; Gianni D’Elia: “Trovatori” di Andrea Masetti; Luciano Erba: “The Greener Meadow. Slected Poems” di Paola Loreto; Franca Mancinelli: “Mala kruna” di Matteo Fantuzzi; Elio Pecora: “Simmetrie” di Giuliano Ladolfi; Elena Salibra: “sulla via di Genoard” di Niva Lorenzini;
NARRATIVA: Chiara Cretella: “Annunciazione in metropolitana” di Angelo Petrella; SAGGISTICA: Luciano Bianciardi: “Il fuorigioco mi sta antipatico” di Gennaro Di Biase; Giovanni Tuzet: “A regola d’arte” di Giuliano Ladolfi
– Biblio – Le pubblicazioni di Atelier
Per ricevere la rivista, basta scrivermi indicando il recapito a cui inoltrarla. Vi ricordo che la nostra attività si mantiene soltanto grazie agli abbonamenti e che si può acquistare un solo numero (7,50 Euro) oppure le 4 uscite dell’anno (25 Euro) oppure sottoscrivere la formula di sostenitore (50 Euro) che, oltre alla rivista, prevede l’invio di alcuni libri in omaggio editi nelle nostre collezioni.
Se ritenete di conoscere persone interessate alla pubblicazione, girate loro questo messaggio. Ve ne sarò grato. Un caro saluto a tutti,
martedì 25 marzo 2008
Onora il Padre
Bertozzi, Fantuzzi e Monti a Vignola 28-3-08
Venerdì 28 marzo, ore 21, LAVABO, via Zenzano c/o ex lavatoio comunale,
Vignola (MO)
CANTIERE ITALIANO
Incontro con nuovi autori della poesia italiana
ROBERTA BERTOZZI
presenta “Gli enervati di Jumièges”, PeQuod, 2007
MATTEO FANTUZZI
presenta “Kobarid”, Raffaelli editore, 2008
GUIDO MONTI
presenta “Millenario inverno”, Book editore, 2007
Le nuove generazioni poetiche che si stanno affacciando sulla scena contemporanea si contraddistinguono per una pluralità di voci irriducibile a un canone dominante. Questo è segno di grande fermento e di innovazione letteraria per il nostro Paese e la nostra lingua, ma c'è bisogno di occasioni in cui a questo fermento venga dato sfogo. Poesie in corso, per il suo collegamento con Poesiafestival, è un'ottima vetrina per mettere in mostra alcuni dei frutti di
questa stagione ancora all'inizio.
La serata al Lavabo proporrà tre nomi di area emiliano-romagnola fra i più spiccanti delle nuove tendenze, tutti al loro debutto editoriale e tutti già segnalati come interessanti novità. Un momento per ascoltare voci nuove, senza orpelli, con letture dalle loro opere prime e discussione aperta con il pubblico.
Narda Fattori e l'antico stupore della parola
Una esponente di assoluto rilievo della grande fioritura di “poesia femminile” (ammesso che simili classificazioni abbiano un senso e un valore) cui si è assistito in Romagna negli ultimi anni (basti pensare a Rosita Copioli o a Fiorangela Arfelli) è certo Narda Fattori, il cui libro più maturo, equilibrato e compiuto (quasi sintesi e vertice del suo ricco e sfaccettato percorso creativo) è forse Verso Occidente, edito nella minuta e preziosa collana Terremerse dell'editore Fara (Santarcagelo 2004); una categoria, questa della poesia femminile, che – per inciso – andrà intesa, oggi, al di fuori di qualsiasi unilaterale colorazione ideologica e polemica, e indicherà più che altro un'intima, raccolta e intensamente vissuta dimensione esistenziale, culturale, espressiva – uno sguardo, gettato sul linguaggio e sul mondo, obliquo, defilato, lievemente straniante, “altro” rispetto al logocentrismo, al razionalismo ostinato e severo in cui rischia di chiudersi, proiettato sui campi del pensiero, il “principio maschile”.
Ma se la poesia femminile tende, in alcune sue espressioni – basti pensare a Jolanda Insana – a ripiegarsi su di una carnalità e una corporeità esasperate, accentuate in modo quasi espressionistico, rivendicate in maniera quasi irosa come prerogativa, emblema, dominio, quella di autrici come Carolina Carlone, la già citata Copioli, Maria Luisa Vezzali o, appunto, Narda Fattori è incline, invece, a muoversi nella sfera più serena e tersa di un equilibrio fra modernità e classicità, fra i richiami che salgono dagli abissi indistinti del preconscio, dalle profondità dell'origine e la lucidità della coscienza critica, della consapevolezza e della ricerca linguistiche ed espressive.
Come nel discorso filosofico di Maria Zambrano o di Simone Weil, così anche nella poesia di queste autrici la parola si sottrae alla “violenza della verità”, ai dettami di un logos autoritario, totalitario, rigidamente razionalistico – ma non per questo si abbandona ad un cieco irrazionalismo, anzi persegue una propria “logica poetica”, un proprio coerente e coeso discorso culturale, pur sottratto ai condizionamenti e ai gioghi del gergo ideologico, dell'opacità quotidiana e della chiacchiera mediatica.
Anche nelle sue più consapevoli espressioni poetiche, come in quelle filosofiche, la coscienza femminile (non necessariamente femminista) conferma di poter offrire uno sguardo conoscitivo ed esistenziale “altro”, innovativo, spesso imprevedibile, sempre aperto all'ascolto e alla ricezione del nuovo, del desueto, dl segreto.
«Uccidi il padre e la madre / e che il sacrificio si compia senz'ara / alla fiamma che arde fatua / di sordo rancore immemore». Così la Fattori evoca, in versi di grande, direi archetipica potenza, i fantasmi dell'immaginario tragico, il tabù freudiano e nietzscheano dell'uccisione del padre, della recisione dei legami, dell'allontanamento traumatico, eppure così strenuamente desiderato e perpetrato, dalle radici e dalle origini. «Cassandra grida / l'ingorda ferocia / che corre sui binari di morte / con la memoria abrasa». La parola-profezia del discorso poetico, pur essenziale e rivelatrice, si vota ad un silenzio criptico ed iroso; la memoria è “abrasa”, sembra dissolversi in oblio e cancellazione, nel momento stesso in cui anela ad essere per sempre fermata nel monumentum della parola scritta.
E la figura di Cassandra pare rinviare al mondo delle Troiane di Euripide – alla eremia, all' “orrido deserto” che discende sulle rovine riarse, sugli altari desolati, sui templi rasi al suolo, alla notte ardente in cui danzano insieme Imeneo ed Ecate, l'amore e la morte, lo splendore e le tenebre, il piacere e la maledizione, gli spettri del desiderio furente e della gioia amara.
E una bellezza antica e sempre nuova, confortata dalla voce dei classici, è il solo balsamo, il solo lenimento che possa arginare e ricomporre le ferite e gli strappi della perdita (in particolare quella, assoluta ed emblematica, della Madre, la cui figura ieratica, ma insieme umanissima, è rievocata nel fine e struggente Canto a Maria, che chiude Verso Occidente).
Il male si attenua e si stempera, forse illusoriamente, in omerici ed eschilei «tremiti leggeri / come l'onde del ceruleo mare». Sulle memorie perdute discende, quasi come nell'Ade virgiliano, «una nivea fiorita»; la «terra materia» che richiama inesorabilmente a sé tutti gli esseri pretendendo l'ultimo pegno dell'esistere è sovrastata e rischiarata dalle saffiche e virgiliane «silenti stelle», da un leopardiano «silenzio immenso».
Ma, infine, baciare «dentro il palmo» vecchie mani amate, consumate dagli anni, è – sulla scia di Orazio e di Foscolo – «come morire dentro un'urna». La parola poetica si muove e vibra, ancora, sul limite ombroso e chiaroscurale di vita e morte, memoria ed oblio, identità e cancellazione.
NOTA
Queste pagine integrano il mio saggio sulla poesia secondonovecentesca in Romagna apparso sul «Lettore di Provincia» (a. XXXVIII, fasc. 128, gennaio/giugno 2007, pp. 61-88). Un saggio, quest'ultimo, che del resto non può né vuole in nessun caso porsi come un panorama completo ed onnicomprensivo di uno scenario così vasto e sfaccettato, ma solo offrire uno spaccato ed una visione particolari, intonati alla ricerca di un equilibrio e di una vitale dialettica fra il richiamo agli archetipi storici e culturali e la coscienza vigile e problematica del moderno (o del postmoderno).
Premio Altri Segni 31-5-08
La Art Farm Gaia di Papiano – Marsciano (Perugia), la casa editrice “Fonéma” indicono la 3ª Edizione del Premio di Poesia "Altri Segni".
Art. 1) Il Premio è diviso in due sezioni:
a) Tre poesie inedite in lingua italiana (ogni poesia non potrà superare i 30 versi).
b) Silloge di 16 poesie inedite in lingua italiana (ogni poesia non potrà superare i 30 versi)
Art. 2) La Giuria, il cui giudizio è inappellabile, sarà composta da poeti, critici i cui nominativi saranno resi noti attraverso il verbale di assegnazione dei premi.
Art. 3) Premi
Sez. a)
1° Premio: una settimana di vacanza (per due persone) c/o la Art Farm Gaia + un’opera grafica di autore contemporaneo.
2° Premio: un weekend di vacanza (per due persone) c/o la Art Farm Gaia + un’opera grafica di autore contemporaneo.
3° Premio: un weekend di vacanza (per due persone) c/o la Art Farm Gaia.
Sez. b)
1° Premio: n° 100 copie della silloge pubblicata dalla casa editrice “Fonéma” + weekend di vacanza (per due persone) c/o la Art Farm Gaia.
2° Premio: un weekend di vacanza (per due persone) c/o la Art Farm Gaia + un’opera d’arte di autore contemporaneo.
3° Premio: un weekend di vacanza (per due persone) c/o la Art Farm Gaia.
La Giuria si riserva la possibilità di assegnare per ogni sezione un numero massimo di cinque segnalazioni e di attribuire eventuali premi di rappresentanza.
Art. 4) Modalità di partecipazione
Gli elaborati, corredati di firma, generalità ed indirizzo, vanno inviati in unica copia con plico raccomandato a: Premio di Poesia “Altri Segni” c/o Art Farm Gaia , Voc. Le Logge, 125 – 06055 Papiano-Marsciano (PG). Oppure inviati via e-mail a: info@artfarmgaia.it
L’organizzazione del Premio provvederà alla preparazione delle copie anonime da consegnare ai giurati.
Art. 5) Il contributo di partecipazione, da versare con vaglia postale o in contanti, intestato a: Giuseppe Bonanno – Premio “Altri Segni” (c/o Art Farm Gaia , Voc. Le Logge, 125 – 06055 Papiano-Marsciano (PG), è di Euro 20,00 per ognuna delle due sezioni.
È ammessa la partecipazione ad entrambi le sezioni.
Art. 6) Scadenza: 31 Maggio 2008 (farà fede il timbro postale o la data dell’invio della e-mail).
Art. 7) Premiazione
I premiati, tempestivamente avvertiti, saranno tenuti a presenziare alla cerimonia di premiazione, Sabato 19 Luglio 2008 ore 19, a Papiano-Marsciano (Pg), c/o Art Farm Gaia – Voc. Le Logge, 125
I premi non ritirati durante la cerimonia di premiazione, resteranno a disposizione dell’organizzazione.
L’esito del concorso ed il relativo verbale della Giuria saranno comunicati alle riviste specializzate, alla rosa dei premiati e via internet verrà inserito in permanenza nell'Annuario dei Vincitori dei Premi Letterari nel sito dei "Premi letterari" www.literary.it/premi.
Art. 8) La partecipazione al Premio implica l’accettazione del presente regolamento.
Art.9) Le opere inviate non saranno restituite; I lavori non premiati saranno distrutti.
Art.10) I partecipanti, aderendo al regolamento, ne accettano incondizionatamente il contenuto.
L’Organizzazione
ART FARM GAIA
Voc. Le Logge, 125
06055 Papiano-Marsciano (PG)
http://www.artfarmgaia.it
info@artfarmgaia.it
Fantuzzi a Terra del sole 30-3-08
al Bigmamy di Terra del Sole (FC)
nella cornice artistico-letteraria del ciclo
Domenica tra le parole tra le parole
sarà ospite Matteo Fantuzzi che presenterà il suo ultimo libro Kobarid (Raffaelli, 20o8)
a condurre l'incontro sarà il poeta Cristian Pretolani il quale è anche l'ideatore degli eventi.
Per il mese di aprile ci saranno delle piacevoli sorprese per quanto riguarda i poeti ospiti.
ingresso libero
Per info. 347.4672412.
BIGMAMY concept store
Via Mameli 12 - Terra del Sole (FC)
www.bigmamy.it
Tel. 0543.767763
Soul Cities a Genova 3-4-08
LA STANZA DELLA POESIA
PALAZZO DUCALE
Piazza Matteotti, 78 r
GENOVA
CIRCOLO POETICO CORRENTI
presenta
Soul Cities. L’anima delle città
Rassegna di Videopoesia
Circolo Poetico Correnti
339 44 39848
www.correnti.org
poesie@correnti.org
Stanza della Poesia Genova
tel: 010 541942
www.pozzani.org
www.casapoesia.org
stanzapoesia@hotmail.com
La Gru - Portale di poesia e realtà
Marzo 2008
Provvisori appunti sul barbarico [di Davide Nota]
Quale orientamento? Che cosa non s'insegna nelle università [di Serse Cardellini]
Miseria del niccianesimo di sinistra. Da Georges Bataille a Michel Onfray [di Aymeric Monville]
Istantanea su Scipione [di Mauro Leone]
Su Raccolta di Alberto Mori
di Franco Gallo
Il tema ha oggi una rilevanza civica e una indiscutibile pertinenza economica ed ecologica, ma alla questione del rifiuto, del riciclo e delle implicazioni del consumo Alberto Mori è arrivato da solo, con un percorso specifico e poetologicamente coerente che si impernia, da molti anni, intorno alla natura di simulacro della nostra realtà quotidiana.
Mentre il sembiante ha l’apparenza di essere qualcos’altro, fingendosi dunque ciò che non è e presupponendolo per potersi dare come sosia o emulazione ingannevole, il simulacro semplicemente recide il rapporto con un reale a sé esterno inteso come termine di imitazione, copia o duplicazione purchessia.
Il simulacro si dà puramente come apparenza, veicolo della circolazione instabile del significante che trasmette contagiosamente la propria liquidità (per dirla con Zygmunt Bauman) allo psichismo dei fruitori, dei consumatori e degli acquirenti.
Non è più essenziale consumare oggetti, fruire carnosamente del mondo, del denaro, delle donne; nemmeno conta più affettare di essere altri, indurre il prossimo a pensarci diversi da quali realmente siamo. Oggi il consumo ci invita semplicemente a mostrarci come forme, ad attivarci come luoghi di catalizzazione di segnali, ritmi, immagini, da ricombinare in strutture sempre diverse non tanto per il piacere tutto intellettuale della loro riarticolazione quanto per esibire l’improbabile sintassi barocca e contaminata di una vita che è tutta superficie ma anche solo superficie, tutta immediatezza della forma perché non vi è più nessun contenuto.
A questo messaggio spaventoso da molti anni Mori presta orecchio, nella convinzione che da un lato vi sia profonda e non sottovalutabile potenzialità estetica in questa ricombinazione diffusa e quotidiana del significante, ma anche che vi sia una residualità del corpo negato da questo proliferare delle forme che deve essere testimoniata in forme sane, dirette e vive dall’arte – dato che le forme che questa testimonianza prende nella vita sono sempre più quelle della perversione, della pulsione di morte, della s-terminazione (per ripetere Baudrillard) delle sue autentiche potenzialità erotiche e vitali.
Alla riscoperta del corpo è dedicato allora il messaggio profondo della poetica dello scarto e del rifiuto, che è scoperta della misteriosa ulteriorità dell’eiezione della civiltà: merda, certo, ma non narcisticamente vissuta alla Sade, bensì sanamene e ironicamente colta come esito di una digestione della natura e della materia così gracile e così fragile da meritare uno sguardo severo ma anche pieno di speranza. Se lo sguardo di Mori infatti è severo perché la nutrizione che comanda quelle eiezioni è lontanissima da una vera e onnivora vitalità alimentare, da una dieta della civiltà equilibrata, curiosa e varia, è anche vero che gli stronzi artificiali, i rifiuti, rivelano tutte quelle debolezze dei loro produttori che vanamente i simulacri coprono.
Il messaggio di Mori mette in guardia la perversione narcisistica dalle sue possibili involuzioni coprofagiche, e insieme riesce a dimostrare che le acrobazie mentali e psicologiche della modernità, pur nella loro malintesa finalizzazione, nascondono tesori di vitalità da rimodellare per un impiego autenticamente erotico, vitale, gioioso, al quale ogni poesia, per quanto luttuosa o funebre nell’occasione, sempre strutturalmente fa cenno e appello.
venerdì 21 marzo 2008
Serata di Pasqua Venafro
“Serata Poesia”
La compagnia teatrale “Dietro le Quinte” interpreta una selezione
– curata da Amerigo Iannacone – di testi degli autori venafrani
Angelo Bucci, Paolo Gazerro, Amerigo Iannacone,
Assunta Prezioso, Rita Sinagoga
Saranno inoltre presentati testi dedicati a Venafro
del noto poeta francese
Frédéric Jacques Temple
nella traduzione di Gerardo Vacana
tratti dal volume Poesie di Guerra
Venafro, Palazzo De Utris (Centro storico)
Domenica 23 marzo 2008, ore 18
Siete tutti cordialmente invitati a partecipare
Visitate il blog / Vizitu la blogon: amerigoiannacone.wordpress.com
Pasquetta poetica
lunedì 24 marzo 2005
Festa della Primavera dalle 10.00 fino a mezzanotte.
a San Savino di Frontone (PU)
alle ore 17.00 reading poetico
Loris Ferri legge inediti da Borderline
Stefano Sanchini legge dal suo libro di esordio Interrail
accompagnamento musicale di Alessandro Buccioletti (chitarra acustica)
giovedì 20 marzo 2008
Su è luce il tarassaco
recensione di di Vincenzo D'Alessio (G.C.F. Guarini)
via Sala 29 - frazione S. Felice
83025 Montoro Inferiore (AV)
L’apologia che si coglie nel titolo dell’ultima raccolta inedita di Emilia Dente «è luce il taràssaco / sul ciglio del vento» restituisce nell’analogia della pianta, amara e lucente nel suo colore giallo, il cognome della poetessa. Il taràssaco è conosciuto con il nome di Dente di leone: una pianta forte e ostinata; l’emulazione di forza e verità.
L’incontro, di queste energie centripete, genera nella presente raccolta una sorta di erbario poetico: fresco nel ritmo, forte nella ricerca filologica. La poetica di Dente parte da una cittadina Svizzera dov’è nata e raggiunge il luogo eremitico, traboccante di storia dove vive attualmente. La luce che trapassa il gialloverde del fiore bocca sul ciglio di una forza costante ma imprevedibile che è il vento del comporre. L’esistenza condotta fin qui è la ricerca di una fuga immaginaria dai luoghi del vissuto quotidiano e la passione irrazionale che la trattiene, attraverso gli affetti, nelle terra avara e matrigna dove l’Autrice vive.
I versi di questa raccolta denunciano il dolore che promana dalla terra devastata, dai giovani invecchiati anzitempo, dalle forze sane che hanno molto da dare e che invece vengono paralizzate alla frontiera del fare, la forza costruttiva degli occhi del poeta unica spiaggia nel mare del disinteresse.
Le cicale politiche che affondano il loro canto-inganno da troppo tempo nelle nostre regioni meridionali percuotono l’aria e imprimono al cuore del poeta un ritmo di sofferenza: la mancanza del lavoro e l’incertezza dell’avvenire.
«Segno con gli occhi / i confini del mare», scrive Emilia, confini che non riescono a contenere i desideri del «sogno parallelo» e la ricerca della «via cerchiata d’argento». L’amore che si innalza da questi versi è dirompente.
Quello che l’Autrice vive, insieme a noi, è un tempo privo di lealtà, di potenza costruttiva. L’attesa di un «pupazzo leale» che cambi il ritmo «dei giorni che ingoiano le ore» è l’attesa che vivono i molti giovani universitari, laureati, ingannati ed esautorati della dignità di un meritato posto di lavoro. Questo è solo uno dei mali del «sud della vita», come recita l’esergo all’inizio della raccolta.
«Sono stanca / da secoli / attendo / un calice di stelle / e mezza verità». Come non ascoltare questa voce che è voce di madre, voce di migliaia di donne del Sud di ogni parte del mondo.
Oltre alla figura di Peppino Impastato, vittima-eroe del nostro Sud, il richiamo degli affetti famigliari pervade tutta la raccolta.
Non sono tante le poetesse che ho letto, ma Ruth Feldman della raccolta Perdere la strada nel tempo (1989) molto si avvicina, per tematiche, alla raccolta della Dente. Cito alcuni versi: «Cose accadute / continuano ad accadere» (p. 71); e ancora «Poesia non nate ancora / sfonderanno il grembo della mente» (p. 74).
Scrive Emilia. «amo il pensiero nudo / … / amo il lemma / con la tunica di lino grezzo / attendo l’incontro / sulla seggiola di paglia».
Siamo di fronte ad una raccolta che segna la maturità poetica della nostra Autrice, la quale ci indica la via dell’esistere: «assaggeremo il teòsinte / alla mensa dei padri / mastichermo / con denti metallici / vergogna e verità». Versi che indicano un «assolo di luce e poesia» nella ricerca continua per uscire «dalla fila» alla quale il potere occulto dell’ignoranza politica destina il futuro di troppi giovani.
CON…VERSANDO il Mercoledì Letterario 26-3-08
Gli incontri di Con…Versando accompagnano l’autore in un magico momento di confronto con il pubblico, tra poesia ,teatro, musica e ottimo cibo. L’appuntamento fissato per mercoledì 26 marzo presso la Locanda Borgo de Paladino, prevede la presenza di Domenico Cipriano, poeta nato a Guardia dei Lombardi che si occupa da sempre di poesia, sia scrivendola che divulgandola, creando occasioni d’incontro tra i poeti della provincia sin dal 1997. Domenico Cipriano, già vincitore del Premio Lerici Pea nel 1999 e segnalato al premio Eugenio Montale 2000, sarà introdotto dal critico napoletano Enzo Rega. I versi saranno declamati, come sempre, dagli attori Enzo Marangelo e Piera de Piano dello studio Teatro Hypokrites di Solofra, nell’atmosfera suggestiva delle note d’arpa di Verdiana Leone.
L’iniziativa ben riuscita, ha il pregevole intento di divulgare la poesia campana, ma anche di creare uno speciale connubio tra più arti nell’ambito della promozione enogastronomica e turistica dell’irpinia. Infatti, ci saranno altre forme di arte presenti agli appuntamenti di Con…Versando. Mercoledì 26 esporrà le sue opere lo scultore irpino Carlo Petruzziello, e degusteremo l’ottimo vino della cantina DE Palma.
La sperimentazione prosegue di volta in volta, e l’auspicio da parte del sindaco Eugenio Abate e dei curatori della rassegna, Elisa Bartoli, Marina Bevilacqua, Isabella Colella, Lucrezia Di Benedetto, Pasquale Colantuoni, Angela Petrillo, e la scrittrice e poetessa Antonietta Gnerre è di una maggiore attenzione verso tutte le forme di arte.
Con…Versando, attraverso la poesia per unire conoscenze, esperienze, nuovi orizzonti, superamento dei pregiudizi.
Con…Versando per recuperare quella dignità del confronto che rende ogni uomo libero.
mercoledì 19 marzo 2008
La matita dell’architetto a Crema 27-3-08
Biblioteca comunale
Giovedì 27 marzo 2008 ore 21
presso la Biblioteca comunale-Via Civerchi 9
Presentazione di
La matita dell’architetto
Poesie 2005/2007
Di Giovanni Uggeri
Introduzione
Alberto Mori
Letture: Giovanni Uggeri
Giovanni Uggeri è nato a Cremona il 21 marzo 1959 e scrive poesie. Ha pubblicato diversi volumi “Altri Frammenti” – autoprodotto – 1989; “Uomini e Terra” – autoprodotto – 1989; “Navi” – autoprodotto – 1990; “Torri d’Agosto” – autoprodotto – 1992; “Il Pesce con le Ali” – autoprodotto – 1993; “Finestre” - I.E.A. – Iniziativa Editoriale Autogestita – 1995; “Pietra di Carta” – I.E.A. – 1996; “Poesie” – autoprodotto – 1997; “L’ Azzurro e il Cielo” – I.E.A. – 1998; “L’Origine dell’Esercizio – I.E.A. – 2001; “Poems” poesie tradotte in inglese da Annalisa Casali – 2001; “La Bicicletta dei Sogni” – antologia 1978 – 2002 – Convegno Edizioni, collana poetica, – 2002; “Manè” – I.E.A. – 2004 ( finalista Premio Internazionale J. Prevert”; “Ha Ragione Mario” – I.E.A. – 2005.
La matita dell’architetto è la sua ultima fatica letteraria. Il libro è un’antologia delle poesie che Uggeri ha composto fra il 2005 ed il 2007 e rappresenta una summa tanto artistica quanto umana delle esperienze dell’autore. Di questo volume colpisce soprattutto la speranza di cui le pagine sono permeate. I tempi non sono dei più sereni, lo si legge tra le righe legate al vissuto più intimo ma anche alle aperture che guardano lontano. Qualcosa però non muore mai, e un battito di vita nei versi di Uggeri pare, da solo, capace di far girare il mondo. (…) La raggiera dei temi toccati non è mai stata così ampia (…) il poeta ricorda la tragedia degli annegati di Portopalo (1996) e traccia una linea narrativa che unisce le foto spuntate dalle borse di immigrati (…) a quelle dei nostri bisnonni sullo sfondo di una terra promessa allora chiamata America. (da «La Provincia» 02.01.2008)
So distruggere il mio Dio a Gorizia
Cari amici vicini e lontani,
con la primavera in arrivo si risveglia anche Sottomondo Editore.
Ed è un risveglio di cui siamo particolarmente felici, perchè vede la luce un lavoro in cui crediamo molto: So distruggere il mio Dio di Maurizio Benedetti.
Maurizio è uno di quei personaggi incredibili e strani e sinceri, in cui la vita è la poesia, e dunque la poesia è vita. Leggerlo, ascoltarlo, conoscerlo sono esperienze che lasciano il segno.
Da So distruggere il mio dio
di MAURIZIO BENEDETTI
Carcerato tra i campi
miniature di cicli notte-giorno
respiro la falce del Dio.
MAURIZIO BENEDETTI, è nato a Berna il 17 settembre 1968. Nel 2007 ha pubblicato la sua prima raccolta, Lontano da chi ascolta edita da Sottomondo Gorizia. Ha fatto parte della redazione della rivista «Corrispondenze & lingue poetiche» edita dalla KV di Udine. Con continuità partecipa a numerose letture pubbliche dei suoi testi. Fa parte del gruppo poetico «I disuniti” di Udine. Vive a Tricesimo (Ud).
Per chi avesse voglia di conoscerlo, Maurizio sarà coinvolto nella serie di incontri di cui vi allego di seguito il calendario, curati dall'Associazione Culturale Equilibri di Gorizia.
Vi aspettiamo. Ciao
Sottomondo
FARE VOCI, fare muovere sensibilità, scritture e espressioni. Alimentare la fiducia, farla diventare canzone e poesia. Segnare direzioni di ascolto con gli autori, uomini e donne.
Fare luogo e occasione di condivisione.
Sono le coordinate di questa tournée in quattro atti.
Con il desiderio di costruire possibilità e attenzioni.
Prove di resistenza umana.
Con Mauro Punteri, Maurizio Benedetti, Marilisa Trevisan, Stefano Schiraldi e una serie di ospiti che, in alternata presenza, impreziosiranno ulteriormente ogni singola serata.
GIOVEDI’ 20 marzo 2008 - ore 21.00
osteria L’ALCHIMISTA via Garibaldi 16/3 Gorizia (info: tel. 0481 30787)
con
MAURO PUNTERI (canzoni/ Gorizia)
MARILISA TREVISAN (poesie/ San Canzian)
MAURIZIO BENEDETTI (poesie/ Tricesimo)
STEFANO SCHIRALDI (canzoni/ Trieste)
ospiti:
Marina Moretti (poesia/ Trieste), Paolo Gregorig (sax/ Gorizia), Roberto Marino Masini (poesia/ Gorizia), Gabriella Gabrielli (canzoni/ Gorizia)
PROSSIME DATE:
-MARZO
venerdì 28 jazz bar TARTINI (Trieste) h. 21.30
-APRILE
venerdì 18 sede Amici della Galleria Spazzapan (Gradisca d’Isonzo) h. 21.00
-MAGGIO
venerdì 9 TANA DEI GHIRI monte Quarin (Cormòns) h. 20.30