sabato 29 marzo 2008

La grazia del tuono (Leela Marampudi)

v. anche le poesie precedentemente postate e commentate qui
Notevole la forza a tratti sapientemente sospesa (ad es. nel riaffiorare dell'infanzia), l'energia ritmica dei versi (intelligentemente squilibranti ed emotivamente veri) e la pregnanza delle immagini (icastiche e paraboliche).

Nel silenzio che ascolta l'attenzione

Incontro non ricerca
baricentro sorriso

quando il tempo permette
mi spoglio

**

Strisciando nuovo zucchero filato
la parete del cielo
nidi ricorda

L'altra giostra era nera
l'hai vista anche tu

L'altra giostra era nausea
d'invidia giovinezza

**

Ho giocato silenzi
di un eros impostato
plagio nel

Fine

Il silenzio per me è sacro, altrimenti dico tutto

**

Dal salice incolore

L'inizio è fine
intuendo gravità
dal frutto rosso

Svelto sibilo
torce la testa
verso la coda

cerchio la fede
nel tronco
stanco e rami

**

L'ombra dietro

I rami assomiglianti
vibrano
foglie a ventaglio

Ancora

quando per sbaglio
ti trovo contro viso
giro l'angolo
della mia strada
scontornandoti
solo il vuoto

**

L'aquila danza
con un fantasma
tra colpi di tuono

il suono di nebbia
piange perdono

cerca la rosa
che tiene nel becco

le han dato una missione
ma non la direzione

**

I nostri venti
s'incontrano a mezz'aria
Spostando ciocche
culliamo un'altra vita

**

Amico
apre rilegati
nella parola
Strumento
chiude tra dita
la porta
Libro

**

Io
ti guardo in un cartone
animato essere
cuore imbottito
gridi "potere
ai piccoli", che picchi
pugni per terra
bimbo senz'ali
cieco cerchi negli occhi
per le tue ombre

Sono piedi l'unione

**

In tempo perso

Sbucciavi il tuo fiore in acqua di vaso
Nella stanza colava
un profumo scomparso
Il petalo cadeva
a palmo aperto

Bastava la sua pioggia
a farlo nascere e morire, e ancora

**

Dirige, l'ombra stregata da luce
quegli occhi stanchi

Nel più piccolo fiore
vive l'acqua mai vista

Il vento che disperde
il polline pudore
di fronte alla ricerca
mostra una foglia che esce da terra

dita radici
la sua famiglia

**

Silenzioso vivi nell'oscurità
dallo sguardo più grande

Inchinata ti aspetto

Ciglia s'assottigliano nella curva
toccando diramano raggi
nell'anima flessibile che
dirige rughe

quando il corpo gioisce
Amore

**

Stupore

Da piccola, a volte
confondevo l'acqua con l'inchiostro

**

Il porfido è diviso da righe
vuote d’indipendenza

Dei corpi mutilati
per strada vedo
giovani amori andati
accettati per semplice ingenuità
si accettano nella separazione

Non concede stasi il filo tirato
Il suo passato presente al mio fianco
svelta alzo il bavero della giacca
(Spaventa il vento creato dall'anima
che non ascolta
Spaventa il vento che picchia
se ascolto)
Davanti a noi due estranei e una bambina
la piccola spinge il suo passeggino
vuoto

le nubi condensate
si sciolgono nel calore
il sole si appresta
a darmi il sigillo
lo guardo con occhi brucianti
diventa più nero
girando nella sua impronta di luce

in un lungo campo
sfoca il mio cuore

**

Si spezza la china
dell'albero maestro
nell'approdo assoluto
senza navigare

Io seguo le tue impronte
Fedeltà che mi uccide
Dipendo dall'attesa
dei tuoi passi
perché esista un confessionale
spontaneo

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