martedì 25 febbraio 2025

Recensioni sulla poesia "La danza de I Santoro in un Kalispera" di Emanuela Rizzo

 


Commento critico sul poema "La danza de 'I Santoro' in un 'Kalispera'" di Emanuela Rizzo 

 

Il poema di Emanuela Rizzo, "La danza di 'I Santoro' in un 'Kalispera'", evoca un senso di nostalgia e di eternità attraverso immagini delicate e un linguaggio poetico raffinato. Il tema principale è la memoria e il ricordo dei nonni che danzano leggeri, senza tempo, come se fossero parte di una dimensione eterna e sospesa.

La struttura del poema è fluida, simile a una danza, con versi liberi e parole che sembrano muoversi dolcemente. La poetessa utilizza metafore potenti e immagini suggestive: i passi dei nonni sono descritti come "note fluttuanti", e i marmi su cui danzano raccontano storie antiche. L’uso di simboli come "il vento" e "la primavera" rappresenta la ciclicità della vita e la connessione profonda con la natura e le tradizioni.

Particolarmente significative sono le mani dei nonni, descritte come "piene di grazia, se pur tremanti", un’immagine che trasmette un senso di vulnerabilità ma anche di bellezza eterna. L'idea di intrecciare sogni di "eterni istanti" sottolinea la volontà di immortalare momenti fugaci nella memoria collettiva.

L’eco della musica, che si riflette tra le "pareti infinite del loro tempo", rappresenta un legame intramontabile tra passato e presente. L’ambientazione crepuscolare, con "la luce calante della sera", richiama un’atmosfera malinconica e intima.

L’ultimo verso, che celebra "I Santoro" come i greci che cantano la "goia vera" di un "Kalispera", crea un ponte tra la cultura familiare e quella classica, sottolineando l'importanza delle radici e della continuità della tradizione.

In sintesi, il poema di Emanuela Rizzo è un'opera profondamente evocativa e suggestiva, che riesce a trasmettere un senso di dolcezza, malinconia e sacralità della memoria familiare. Con uno stile elegante e poetico, l’autrice ci invita a riflettere sul valore della tradizione e sull'importanza di mantenere vivi i ricordi che ci legano alle nostre origini. 

 

Sofia Skleida, insegnante e scrittice

 

 

Recensione di Salvino Sagone scrittore

 

Scende a sera il sogno e racconta di suoni e di voli ancestrali nati tra veli di pensieri smarriti e ritrovati in nicchie a ricordo di amori e cuori d'amanti ove le mani accarezzano la vita più dolce e il tempo senza tempo dell'essere stati in un voler bene senza pigione e contratti.  Siamo qui come riflessi dell'allora vissuto in questo indimenticabile suono di tamburi di cuore che ci accompagna a noi stessi. M'accosto ai tuoi pensieri e li mi fermo a riposare. Kalispera. 

 

 

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