Stefano Sanchini e Loris Ferri hanno realizzato con degli amici un video poetico per partecipare ad un festival di poesia a Siviglia organizzato dalla rivista «Chilango Andaluz», al quale sono stati invitati.
Il video è supportato dalle fotografie di Alberto Giuliani, incisioni di Paolo Fraternali musiche di Mario Mariani.
Reading Venerdi 30 ottobre, in italiano per il ritmo e le amusica del verso nella lingua originale, nel video didascalie dei versi tradotti in spagnolo.
Qui sotto allegato l'articolo uscito oggi sul «Messaggero».
giovedì 29 ottobre 2009
2 poeti marchigiani a Siviglia
Rossani presenta Cavalli a Milano 12 nov
un aliscafo
su un mare di righe scosse.
Un capretto legato a un nocciolo.
Un maccherone al dente
e la sua trafila di bronzo.
la tentazione del commediante.
Il rito zingaro della capanna
una pelle conciata
l’arsura di una bottiglia.
Dritta come i pali della luce
verde come l’onda dei semafori
secchio nel pozzo, spilla da balia,
ogni parola risponde a un’altra parola.
Sguscia fagioli e motti,
fa strage di orchi, di abbagli.
Alza la voce in quartieri e quaderni,
patto segreto per non passare alle mani.
Ennio Cavalli
Vincitori del Premio Gozzano 2009
La cerimonia di premiazione il 7 novembre
NOTIZIARIO DI PENNA D'AUTORE 2009 - Numero 21
TROFEO PENNA D'AUTORE
SCADENZA: 30-11-2009
Il concorso, giunto alla sua sedicesima edizione, sta già riscuotendo ampi consensi sia in Italia che all'estero, non solo per il suo ricco montepremi, ma anche per le molteplici attività collegate. In primis spicca l'opera benefica che da sempre ci contraddistingue dagli altri premi letterari e che ci porta a dare una mano a chi sta peggio di noi. Grazie al vostro prezioso aiuto riusciamo a fornire alcuni piccoli ma importanti AIUTI UMANITARI a quelle Associazioni che si adoperano in favore delle classi più deboli e che investono il loro tempo per i poveri, per i malati, per gli anziani. In relazione a questa iniziativa abbiamo deciso di modificare l'art. 11 del regolamento con la clausola di donare, a fine concorso, una copia dei libri partecipanti alla Conferenza della San Vincenzo de' Paoli di Torino che li farà girare nelle case degli ammalati e negli ospedali. Restando in tema di libri regaleremo ai finalisti delle cinque sezioni le migliori copie dei volumi che hanno concorso a questa edizione. I titoli dei libri verranno pubblicati come sempre nella Biblioteca di Penna d'Autore. Un'altra importante iniziativa sarà quella di creare un'edizione antologica del concorso contenente le prime 10 opere classificate delle sezioni C - D - E; in questa stessa pubblicazione verrà dato ampio risalto ai migliori volumi che hanno concorso nelle sezioni libri. Sarà una vera e propria Rivista/Libro e la sua veste grafica godrà di una dimensione più ampia per contenere al meglio le tante novità letterarie di largo interesse.
Per partecipare al nostro concorso, ricordiamo che gli autori di poesia, narrativa e saggistica possono inviare le loro opere entro e non oltre il 30-11-2009. Per maggiori informazioni siete invitati a prendere visione del REGOLAMENTO.
La Voce del Poeta
OFFERTA EDITORIALE VALIDA FINO AL 31-12-2009
Come da precedente comunicato l'A.L.I. Penna d'Autore propone l'ascolto di alcune poesie tratte da questa nuova collana, recitate dall'équipe dei nostri dicitori. Abbiamo già collocato nell'ARCHIVIO le composizioni di Giuseppina Ranalli, Enzo Di Ganci, Claudia Notargiacomo, Giorgio Milanese e Ivonne Maestroni, e ora proponiamo all'ascolto degli amici che fanno parte di questa mailing list due belle liriche tratte dagli album personali di Angela Aprile e Lucillo Dolcetto, recitate rispettivamente da Laura Rossi e Giorgio Perno. Nei prossimi Notiziari continueremo a dare spazio alle sillogi di quei poeti che hanno creato il loro Album di Poesie personale, anche perché ci sembra giusto divulgare le opere dei nostri poeti ad un pubblico che ha già dimostrato grande interesse per questa iniziativa.
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Il Poeta che desidera confezionare un proprio «Album di Poesie» deve inviare una raccolta di 20 liriche all'indirizzo di posta elettronica ali@pennadautore.it, o per posta in forma cartacea all'A.L.I. Penna d'Autore - Casella Postale, 2242 - 10151 Torino.
Le poesie verranno recitate dall'équipe di dicitori di Penna d'Autore. Su esplicita richiesta le poesie possono essere recitate dallo stesso Autore.
Il costo per ricevere 10 Album di Poesie è di 190,00 euro.
I Poeti interessati sono invitati a leggere le MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE.
Offerta editoriale per Poeti e Scrittori Emergenti
Al fine di andare incontro alle numerose richieste di pubblicazione da parte di Poeti e Scrittori Emergenti, Penna d'Autore mantiene valida questa offerta con lo scopo di realizzare eleganti edizioni con prezzi contenuti. Le caratteristiche sono descritte nell'apposita pagina del nostro sito, con la possibilità di scegliere tra la versione con la rilegatura a punti e quella con la rilegatura in brossura. Le opere pubblicate nella Collana di Penna d'Autore sono presentate nella Vetrina dei Libri, che dà la possibilità a tutti coloro che navigano in Internet di poter leggere le prime pagine e, se interessati all'acquisto, richiedere una o più copie del libro senza che noi dell'organizzazione ci prendiamo alcun utile. Il nostro catalogo si è ultimamente arricchito con le seguenti opere: «La luce sulla strada» (poesie di M.C. Irene Boldrini), «Occhi di cielo» (poesie di Lucia Bucci), «Zenit» (poesie di Antonio Basile), «Il viaggio del brutto anatroccolo» (racconti di Maria Letizia Filomeno), «Il Padre» (romanzo breve di Sonia Faggian).
WEEK END LETTERARIO A TORINO
Informiamo che nel mese di maggio 2010 Penna d'Autore organizzerà il suo quarto week end letterario in concomitanza con l'appuntamento internazionale della Fiera del Libro. In quegli stessi giorni la Città di Torino ospiterà un altro grande evento: l'Ostensione della Sacra Sindone. Trattandosi di un evento eccezionale prevediamo che gli alberghi del capoluogo piemontese saranno letteralmente presi d'assalto, per cui invitiamo tutti coloro che fossero interessati a prendere parte all'iniziativa di prenotarsi quanto prima. L'evento sarà inserito nel pacchetto riservato ai turisti di Penna d'Autore. I costi varieranno dai 300 ai 350 euro.
Il cerchio di pietre di Burgazzi a Milano 4 nov
Su Il paradiso degli esuli di Gabriella Bianchi
recensione di Narda Fattori
“Il cielo è altrove / perso in lontananze abissali / disperse negli atlanti. / Cerco parole inutili / per misurare l’assurdo.”: così si chiude la prima poesia di questa raccolta della Bianchi e, immediatamente siamo proiettati in un mondo che ha perduto un suo originario significato e un suo chiaro percorso; si sta casualmente a ferirsi gli occhi, l’intelligenza e il cuore, su questa crosta che è il solo nostro destino e respiriamo caligini. Dio è lontano, forse è una fiaba, neppure più i bambini Lo pensano Padre amoroso. Ma pur con questa consapevolezza, la poetessa non cessa di invocarLo perché il cielo non si stanchi di piangere sulle malefatte dell’uomo che hanno trasformato i sogni di una bambina in putredini tossiche.
Non esistono luoghi di salvezza, l’Eden è definitivamente perduto, eppure a volte si è toccati dalla Grazia: un’erba luccicante di rugiada, una stella che nella notte sembra splenda solo per te, schegge di felicità trattenute come il più prezioso dei tesori e che di fa implorare: “Ricordati di me, dio dell’amore”. Ma il raziocinio ci ruba i sogni e la poesia che ci visita, rendendo più chiara la visione, trasforma la felicità in angoscia. La poesia è male e medicina, o forse né l’una né l’altra, è un bisogno che ulcera l’anima ma la disseta. Attraverso la poesia si compie un atto sacrale, una liturgia creativa, come afferma Gabriella; è un atto umile in grado di sollevare dalle piaghe di un’esistenza che alberga in terreni di nefandezze; ma non basta a volte “non c’è ventre di balena / per chi cammina nella cenere. / … / A volte la speranza / è solo una piuma insanguinata.”
Credo che questi frammenti rendano ragione del titolo della raccolta: il paradiso è esattamente il suo contrario, e gli uomini da esso sono allontanati, dal paradiso vero, e come esuli, portano come trafitture il desiderio di tornare che rende spesso insopportabile lo stare in un qui ed ora feroce, povero di pietà, dimentico della fratellanza. La poesia della Bianchi posa spesso il suo sguardo sulle fatiche ma anche sulle felicità di ogni giorno; dice di luoghi eternandoli, di vie, di città, di persone.
Pochi dimentica in questo suo percorso poetico e ne rende immagini vivide e trasognate, a volte proiettate in lontananze e citazioni bibliche. La sua consapevolezza dell’imperfezione è brutale, ma altrettanto ferma è la sua condizione di poeta, tanto da chiamarli a cospetto, a regalare il dono della profezia a coloro che, specie ibrida con le qualità dei bambini e dei folli, hanno scoperto il linguaggio universale, il gemito della Terra.
Lo sguardo attento e visionario della poetessa scruta nell’ “area di sosta” e sospetta che proprio lì si collochi la porta per l’oltrevita (pag. 68), tante sono le piaghe che la infestano mentre i poeti vanno, vanno, senza stancarsi. Somigliano molto agli Apostoli questi poeti che hanno capacità visionarie, che non si lasciano fermare, che rifiutano ogni sorta di lusinga. E vanno… vanno: “leggevo Emily / e volavo al nord / fino alla casa / del reverendo Brontë /… /… / oltre i quali si stendevano brughiere/ folte di poesia/ di silenzio/ e libertà.”
Penso che questo ricordo sia una sorta di testamento spirituale che si percepisce nei versi e nei compagni di versi, una confraternita di veggenti un po’ misera, ma intatta su piedi leggeri pur nel lungo percorso.
http://www.faraeditore.it/html/siacosache/esuli.html
mercoledì 28 ottobre 2009
Alla fine si muore (di Enrica Musio)
ALLA FINE SI MUORE
È nel suo letto arrabbiata,
la senti che impreca
(“Maria!!!, Rachele!!!);
con la sua voce flebilissima
non sopporta più il male
e
non sopporta più il dolore
solo vedo un lungo brivido
nelle sue mani
poi mi dice
“Cara Enrica alla fine si muore”.
(a Ilaria)
***
Una regina bacia innamorata,
e tanto rapita
un bel rospo
che poi si trasforma
in un bel re.
I contadini alla mattina,
vanno a seminare
il grano.
Rapiti da una notte,
magica di stelle.
***
Digiuno bianco,
pallida astinenza
bianco funerale
bianco lenzuolo
funebre
lasciando fuori i piedi
di un cadavere.
(a Ilaria)
***
DOLCEZZE
Domeniche azzurre della primavera,
le passeggiate galanti di amanti
lungo il canale
il pane alla mattina alla domenica
le campane del sabato
i ceri accesi alle reliquie
i fiori rossi sopra una tovaglia
suonare il pianoforte
un giorno di festa
i gatti sopra ai davanzali
i mendicanti mangiano alle soglie delle chiese
le bambine si pettinano al sole
le donne cantano alla finestra.
(altre poesie di Enrica qui)
martedì 27 ottobre 2009
Su Cocci d'ombra di Vincenzo Celli
Fara Editore 2009, € 12, scheda del libro qui
recensione di Narda Fattori
La poesia conduce il suo autore ad un’osservazione dei moti d’animo e delle pulsioni, ma anche dei minimi eventi nel tempo e nello spazio, levigandoli da qualunque scoria, di ogni alone sentimentale o rancoroso, depurando il vissuto fino alla trasparenza del cristallo. Mi pare che a questa meta sia giunta la poesia di Celli, così poco compiaciuta, così dettata sottovoce, così malinconica e refrattaria ad ogni illusione. Già il titolo contiene una tragedia insieme ad una grigia melanconia: cocci sono frantumi di un intero che più non esiste e l’ombra è il luogo dove non giunge la piena luce, traluce appena, non è oscurità neppure bagliore.
Così gli eventi della vita, lo scorrere del tempo e dei giorni con il loro bagaglio di minuzie sofferte o gioite, infine comunque perdute o abbandonate perché l’uomo ha sempre aspirazioni più alte del quotidiano farsi degli eventi.
“dell’infanzia ricordo l’assenza / e quelle scarpe passare / sporche di tempo e di terra/ quel mondo di vetro / così fragile così distante / dalle mie dita addormentate”: un’età fabulosa come l’infanzia è qui rivista come un scialbo transitare da scarpe sporche a dita addormentate, senza presa, quasi che i sogni, un tempo concreti e apparentemente a portata di mano, fossero sfumati o comunque le mani fossero diventate incapaci-impotenti a perseguirli, a saldi trattenerli.
E ancor più significativa l’ultima strofa della poesia successiva che dà ragione del titolo ma anche dello stare esistenziale di Celli: “almeno tu ci credi / a questi cocci d’ombra / che piano piano s’affogano nel sole / così fedeli ai silenzi dopo gli spari?”; dunque i cocci sono stati frammenti di luce che il dolore che attraversa il mondo manda ad annientarsi dentro la loro origine.
La luce ritorna spesso come tema e come veicolo di discorso nelle poesie; è una luce che non rimane, che con la sua fuga lascia in una stato oscuro e confuso, in una melanconia dolce perché da essa visitata.
Anche l’amore, incontrato si è trasformato in dolore: “sono morto al tuo fianco / come una spina.”
E tutti noi siamo “gocce di cenere al parabrezza di un sorriso – io e te – esagoni d’arte povera…”; eppure tanta tristezza succede per avere visto/immaginato un eden struggente di giochi e innocenze infantili; a viversi come questo tempo richiede si resta immobili, come su una giostra che per quanto giri vorticosa, mai si allontana dal suo centro, così il poeta resta appeso prima della partenza. Quale partenza? Quella senza ritorno?
Non c’è denuncia nella poesia di Celli, non è neanche un’elencazione poetica di disagio; la sua poesia mi pare come quello che è diventato chiaro-veggente: vede e sente sé stesso e il mondo, senza attese e batticuori, censisce con il linguaggio del poeta piccole storie che non saranno in grado di rendere grande nessuno perché la vita è un susseguirsi di stati d’animo, di incontri, di attese dal fiato breve; solo l’amore è in grado di smuovere questa apparente tregua di mali eventi, ma “se noi ci incontrassimo /… / e d’improvviso ci innamorassimo / così senza parlare / … / allora forse / potremmo pensare / di essere stati vivi / senza una ragione.”
La terra abitata da Celli è incrostata dai sogni ma apparecchia povere mense e l’uomo chi è in una questa ridda caotica senza senso? Un accidente del caso? Potrebbe essere questa la conclusione della riflessione del poeta, se non avesse scritto versi, alcuni dei quali molti belli, se non avesse linguisticamente spezzato la logica della sintassi e creato altro. Come un poeta sa fare, appunto.
Altra mensa, altro cielo, altro dolore.
http://www.faraeditore.it/html/siacosache/cocci.html
lunedì 26 ottobre 2009
La GRU SBARCA A SIVIGLIA
FESTIVAL CHILANGO ANDALUZ
(RECITAL INTERNACIONAL DE POESìA)
paesi invitati: Spagna, Messico: per l'Italia
parteciperanno Loris Ferri e Stefano Sanchini
(redattori del quadrimestrale "La Gru")
link: www.chilangoandaluz.com
presso: "El Perro Andaluz" h.22.00
si terrà la prima del cortometraggio:
"CORRESPONDENCIAS"
(testi tratti dall'opera: Corrispondenze ai margini dell'Occidente scritto a quattro mani da Loris Ferri e Stefano Sanchini, al momento in stampa per Grafiche Effigie, con prefazione di Roberto Roversi)
Direzione artistica: Stefano Sanchini
Voci recitanti: Stefano Sanchini-Loris Ferri
Fotografía: Alberto Giuliani
Incisioni e materiale pittorico: Paolo Fraternali
Immagini Video: Claudio Tacchi
Web-designer: Marco Livi
Montaggio: Marco Livi-Claudio Tacchi
Musica: Mario Mariani
Traduzioni, sottotitoli: Luca Clementi e Javier Villasenor
Brevi note biografiche sui collaboratori:
ALBERTO GIULIANI: fotografo, fotoreporter
già premi: Canon e Agfa.
2008: con Filippo Romano pubblica il libro per Amnesty International: "Cina Tibet" collana: un fotografo per i diritti umani.
dal 2007 lavora su tematiche legate alle mafie. ha pubblicato il libro: "Married to the Mob" e ROBERTO SAVIANO ha scelto
sue foto per parlare, appunto di Mafia.
MARIO MARIANI: pianista.
2005: ha composto la sigla d'apertura per il Festival del cinema di Venezia,
2009: ha composto la sigla per il Festival del cinema di Pesaro
2007: composto musiche per il film: "Sotto il mio giardino"
di Andrea Ludovichetti, film che ha vinto il "Babelgum Online
festival, presieduto da SPIKE LEE, evento collaterale
al festival di Cannes.
PAOLO FRATERNALI: incisore.
2009 esposizione Galleria Il Paradiso, Giardini della Biennale
di Venezia
LORIS FERRI: poeta.
redattore de "La Gru", ha esordito con
l'opera poetica: "borderlinea" Thauma edizioni 2008
STEFANO SANCHINI: poeta.
redattore de: "La Gru"
ha all'attivo l'opera: "Interrail" Fara Editore 2007
CLAUDIO TACCHI: regista, sceneggiatore.
all'attivo tra i suoi cortometraggi: "L'estate fredda",
"Colpo gobbo", "Un borgo sostenibile"
regia per numerosi videoclip musicali
MARCO LIVI: web designer.
LUCA CLEMENTI: traduttore.
docente di lingua spagnola,
ha già collaborato come traduttore
per il "Chilango Andaluz"
JAVIER VILLASENOR: poeta, di Città del Messico.
ora vive a Chicago e lavora nell'Istituto di Cultura
presso il Consolato generale del Messico
venerdì 23 ottobre 2009
Collana Passi a Milano 29 ott
Giovedì 29 ottobre ore 17,30
Mauro Ferrari
presenta i nuovi titoli della Collana Passi poesia:
Marina Agostinacchio, Azzurro, il melograno
Luca Benassi, L’onore della polvere
Camillo Sangiovanni, Ricamo infinito
Arnold de Vos, Ode o La bassa corte dell’amore
Alessandra Paganardi, Frontiere apparenti. Silloge vincitrice dell’Edizione 2009 del Premio “Astrolabio”.
Intervengono gli Autori, Alessandro Canzian e Adele Desideri
Su L'onore della polvere di Luca Benassi
nota di lettura di AR
«a te, poeta, si condede l'onore della polvere» (p. 36)
La scrittura di questa raccolta è caratterizzata da uno stile diaristico tendenzialmente lirico costellato da versi di intensità aforistica e da immagini e accostamenti che ci “rivelano” la quotidiana sorpresa della vita (di questa polvere umana che “sa” di esserci): «La pioggia che batte sul giorno / non riesce a sbiadire gli screzi / le righe bianche e nere / che segnano il cono dell'ecografo» (p. 7); «Il monitor oggi è un paradiso muto / un verde pigro di foresta» (p. 15); «C'è un posto nell'ordine spezzato dei parcheggi / dove la strada meridiana uccide l'ombra» (p. 17); «non rimane che guardarsi intorno / a formare gli oggetti con i gesti noti / l'urto dell'impatto della vista» (p. 40); «Sappiamo bene che il tempo è dato / una dimensione finita / senza vento, o mare, o cielo / dove il corpo si disfa ad ogni tramonto» (p. 57).
Ho particolamente aprezzato la poesia Il lago ispirata al passo di Gv 21-3-4 in cui si parla della notturna pesca infruttuosa di Pietro: la narrazione del fatto, che Simone fa in prima persona, ci propone una immedesimazione di Benassi nella “scena” particolarmente riuscita, sostenuta da un ritmo ondoso di versi lunghi e brevi che danno spessore alla memoria e la ravvivano: «Certo, non nego la seduzione del tramonto / né le barche abbandonate all'eccomi / (…) / Di certo, mio Signore, dubitati / alla vista dell'acqua schiumante di miele / del tramonto, dubitai come la vertigine del tuffo / verso il nuovo arrivo. E tu eri sulla spiaggia ad attendere / con il fuoco acceso, di brace, il pesce già cotto / e il pane pronto / per essere spezzato» (p. 35).
Concorso “Città di Sant'Anastasia” 28-2-10
– L’Associazione “IncontrArci” di Sant’Anastasia (Napoli), indice l’ottava Edizione del Concorso Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia”, al quale potranno partecipare tutti i cittadini residenti in Italia o all’estero, purché l’elaborato sia in lingua italiana.
- Sez. A – Elaborati in lingua italiana a tema libero di massimo 50 versi ciascuno.
- Sez. B – Elaborati in lingua italiana o vernacolo napoletano, ispirati al tema: “L’ambiente e il territorio vesuviano”, di massimo 50 versi ciascuno.
- Per la Sez. A: 1° premio Euro 600; 2° premio Euro 350; 3° premio Euro 250.
- Per la Sez. B: Targhe ai primi due classificati.
- Eventuali premi speciali, in denaro.
giovedì 22 ottobre 2009
Su Io, Lei e la Romagna di Guido Passini
La raccolta Io, lei e la Romagna l’ho trovata scritta molto bene, non pesante e non noiosa; l’autore si è molto evoluto nel linguaggio, rispetto al precedente Senza fiato; ha migliorato anche nella tecnica poetica, molto più sciolta e discorsiva.
Mi ha colpito la durezza con cui descrive il suo stato di salute e la sua fragilità dovuta alla malattia che lo assilla da quando è nato: la forza nella vita che l’autore ci dimostra, il grande coraggio e la speranza indomita fanno di lui un piccolo Davide che vuole sconfiggere con tutte le sue piccole forze il grande Golia della malattia.
Sono rimasta colpita da una bella affermazione che ha scritto il poeta Viroli “la bestia che toglie il respiro”, forte e dura.
Mi sono entusiasmata per le belle poesie romantiche e di amore che l’autore ha dedicato alla sua cara moglie Cristina.
Ho gradito l'osservazione di Viroli che la poesia “salva dall’oblio”: sarebbe bello che la poesia ci salvasse davvero dall'oblio, anche da quello esistenziale.
Guido ci fa capire anche l’amore per la sua bella terra d'adozione (la Romagna).
È un bellissimo libro, Guido, bravo! Non devi mai mollare!
Padre Bernardo agli universitari di Firenze ottobre 2009
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il "Dio-con-loro".
4E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate.»
Fratelli e sorelle è questa città celeste, per La Pira, il modello della nostra città di pietra, di sangue e di lacrime. Egli scrive: «Se Cristo è risorto – come è risorto – e se gli uomini, perciò, e le cose risorgeranno, allora la realtà presente (temporale) è veramente un abbozzo della realtà futura (eterna). La realtà futura – cioè la persona umana risorta, la società umana risorta (la Gerusalemme celeste) il cosmo risorto (nuovi cieli e nuove terre) – è il modello sul quale va modellata la realtà presente».
Per La Pira la città celeste che san giovanni vide è «l’approdo finale dell’uomo», la città dalle mura di oro e di pietre preziose.
Egli tuttavia si domanda: «Ma è forse una città solo celeste, solo ideale, senza radici e senza trascrizioni e senza rifrazioni e senza riflessi nella città terrena? No, madre reverendissima (pag. 72) perché su quel modello di luce, opera dello Spirito santo, sono state edificate e saranno edificate, nel corso dei secoli, due città tra di loro vitalmente collegate: la città contemplativa (la città monastica) e la città cristiana)».
Quella modello, lievito, attrazione, speranza per quest’ultima, perché, dice La Pira «i nostri cittadini sono creature destinate a costruire già in terra i muri della città eterna». Per questo siete stamani a san Miniato, la sua bellezza vuole evocare per Firenze la bellezza della città futura, la Gerusalemme celeste, la città che scende dal cielo e cos’ anceh san miniato sembra scendere dal cielo di Firenze per per essere un costante memoriale del futuro, una memoria del futuro, sulla cui bellezza modellare la città di Firenze.
Fratellli e sorelle anche il vostro studio, il vostro impegno universitario, significa iniziare a costruire già in terra i muri della città eterna e d’altro canto nel vostro studio, che è il vostro lavoro, voi condividete il lavoro di Dio nella storia. So di sconcertarvi ma questa poderosa immagine per cui nel lavoro si intreccia da un lato l’uomo che prepara i muri della città eterna e dall’altro Dio che in mezzo a noi continua ad operare la creazione del mondo è immagine che appaia la riflessione di la pira a quanto papa benedetto pronunciò a parigi in un antico monastero cisterciense riflettendo, su cosa abbia comportato per la cultura crisitana l’ora et labora benedettino.
E a proposito del labora così il papa a Parigi nel settembre 2008:
«Il mondo greco-romano non conosceva alcun Dio Creatore; la divinità suprema, secondo la loro visione, non poteva, per così dire, sporcarsi le mani con la creazione della materia. Il “costruire” il mondo era riservato al demiurgo, una deità subordinata. Ben diverso il Dio cristiano: Egli, l’Uno, il vero e unico Dio, è anche il Creatore. Dio lavora; continua a lavorare nella e sulla storia degli uomini. In Cristo Egli entra come Persona nel lavoro faticoso della storia. “Il Padre mio opera sempre e anch’io opero”. Dio stesso è il Creatore del mondo, e la creazione non è ancora finita. Dio lavora, ergázetai. Così il lavorare degli uomini doveva apparire come un’espressione particolare della loro somiglianza con Dio e l’uomo, in questo modo, ha facoltà e può partecipare all’operare di Dio nella creazione del mondo. Del monachesimo fa parte, insieme con la cultura della parola, una cultura del lavoro, senza la quale lo sviluppo dell’Europa, il suo ethos e la sua formazione del mondo sono impensabili. Questo ethos dovrebbe però includere la volontà di far sì che il lavoro e la determinazione della storia da parte dell’uomo siano un collaborare con il Creatore, prendendo da Lui la misura. Dove questa misura viene a mancare e l’uomo eleva se stesso a creatore deiforme, la formazione del mondo può facilmente trasformarsi nella sua distruzione.»
Il papa, come del resto La Pira, come del resto il brano di don Giussani prima ci ricorda che la La crisi del nostro tempo è una crisi di sproporzione e di dismisura rispetto a ciò che è veramente umano.
Che verfamente umano è ricordarsi di essere voluti da qualcuno più grande di noi, che veramnte umano è custodire quell’infanzia del cuore che deve restare l’atteggiamento di fondo del nostro cuore anche in mezzo ai problem e alle soluzioni più ardue del vostro studio universitario.
E l’ionfanzai, cioè la capacità di permanere rivolti verso l’alto, verso il Padrem per ricevere costantemente da Lui il respiro che dà vita, sarà la disposizione interiore della vostra preghiera: urlare al Signore il nostro bisogno, la nostra fragilità, la nostra indigenza. La vera preghiera nasce da questa permanente, umile consapevolezza che come figli abbiamo bisogno che il Padre alimenti la nostra memoria e la nostra speranza. Di tale consapevolezza è scuola la preghiera, una preghiera vissuta come esperienza di attenzione, dono quest’ultima, per Simone Weil, anche di tante ore di studio scolastio e universitario, l’attenzione, come forma mentale e cordiale sempre più minacciata da interruzioni medianiche le + varie, dagli sms a internet, ma che resta la modalità con cui l’uomo concentra il suo cuore su di sé, sugli altri, sul tempo, su di un obbiettivo e lo attende e lo prepara con amore, con responsabilità, con, appunto, attenzione.
L’attenzione, che vi auguro per i vostri studi e esami fruttuosi per l’anno accademico che verrà vivetela come mirabile esperienza che interpella la vostra responsabilità operativa, ma anche il vostro confidente abbandono all’amore di Dio, che attende la vostra attesa\attenzione perché scopriate che è Lui solo Lui a dare compimento – ce lo ricorda il Salmo – a ciò che abbiamo iniziato.
Il vostro studio, il più possibilmemnte attento, diventerà così scuola di vita cristiana, non solo scuola di lavoro, del lavoro che farete, ma anche scuola di preghiera, perché solo l’attesa, e i tempi lnghi della vita monastica ce lo insegnano, è la forma di un cuore che, forte della memoria di Dio, sa confidare totalmente nel futuro che Dio prepara certamente per noi:
Confidare (di Antonia Pozzi)
Ho tanta fede in te. Mi sembra
che saprei aspettare la tua voce
in silenzio, per secoli
di oscurità.
Tu sai tutti i segreti,
come il sole:
potresti far fiorire
i gerani e la zàgara selvaggia
sul fondo delle cave
di pietra, delle prigioni
leggendarie.
Ho tanta fede in te. Son quieta
come l'arabo avvolto
nel barracano bianco,
che ascolta Dio maturargli
l'orzo intorno alla casa.
III Biennale Anterem di Poesia Musica e Filosofia
Sul sito www.anteremedizioni.it <http://www.anteremedizioni.it> è pubblicato il programma della “III Biennale Anterem di Poesia Musica Filosofia”, con il dettaglio dei primi appuntamenti di sabato 24 ottobre pv.
Tutti gli eventi si svolgeranno presso la Biblioteca Civica di Verona situata in via Cappello.
In particolare segnaliamo, a partire dalle 14.00 di sabato 24 ottobre, un pomeriggio che comincia con la proiezione di un raro video di Jabès e prosegue ricco di filosofi, poeti internazionali, musicisti.
Ranieri Teti
mercoledì 21 ottobre 2009
Vincitori premio nazionale di poesia “Renato Giorgi” 2009
Sabato 31 ottobre 2009, alle ore 16.00, presso la Sala “Renato Giorgi” di Sasso Marconi (BO), in via del mercato 13, si svolgerà la cerimonia di premiazione della XV edizione del premio letterario nazionale “Renato Giorgi”.
Organizzato dal Circolo culturale “Le voci della luna” e dalla Città di Sasso Marconi, con il patrocinio della Provincia di Bologna e la collaborazione di Arci Bologna, il Premio festeggia le sue quindici edizioni e conferma la sua longevità e la sua importanza in campo locale e nazionale per l’attenzione verso la poesia italiana contemporanea e le sue nuove espressioni.
Il Premio è articolato su due sezioni: “Raccolta inedita di poesie” e “Cantiere”. Entrambe si richiamano direttamente alla sensibilità letteraria di Renato Giorgi, apprezzato autore di poesie, romanzi e racconti, oltre che uomo politico e partigiano.
La prima sezione è dedicata esclusivamente a sillogi inedite, mentre Cantiere si rivolge a tutti coloro che stanno sviluppando una raccolta e che ne vogliono offrire al giudizio della giuria un estratto breve quanto significativo.
Quest’anno la palma per la migliore “silloge inedita di poesia” è andata a L’imperfezione dei cardini, opera di un esordiente assoluto: Antonio Bassano, trentatreenne di Guidonia Montecelio in provincia di Roma. Selezionata da una giuria di esperti tra le numerose opere in concorso, la sua raccolta viene come di consueto pubblicata dalle Edizioni Le Voci della Luna, casa editrice nata nel 2006 da una costola dell’omonimo Circolo culturale di Sasso Marconi, storico organizzatore del premio “Renato Giorgi”. In questa sezione il secondo e il terzo premio sono in denaro, rispettivamente di 200 e 100 € e sono andati rispettivamente a Eugenio Nastasi di Rossano (Cs) e a Sebastiano Adernò di Noto (Sr).
Per quanto riguarda la sezione Cantiere, quest’anno è stata assegnata al vicentino Giovanni Turra Zan. Come per le precedenti edizioni il vincitore riceverà durante la cerimonia di premiazione un assegno di 300 €. Il secondo premio di 200 € è andato a Silvia Comoglio di Verrua Savoia (TO), mentre il terzo premio (100 €) se lo è aggiudicato Roberto Ceccarini di Latina.
In questa edizione sembrano essersi imposte alcune generazioni di poeti. La Sezione A risulta infatti dominata dai trentenni, con il vincitore ed il terzo premio, mentre la Sezione B dai quarantenni, che si aggiudicano tutti e tre i premi.
Alla cerimonia di premiazione saranno presenti Adriano Dallea (Assessore alla Cultura del Comune di Sasso Marconi), Cristiana Branchini (Presidente Circolo culturale “Le voci della luna”), i componenti il Comitato d’onore, le Giurie, rappresentanze del premio “Giorgi scuole”, Il vincitore della scorsa edizione Francesco Marotta, la redazione della rivista “Le voci della luna” e della casa editrice omonima. La cerimonia di premiazione del “Renato Giorgi” quest’anno si avvale di un ospite d’eccezione: la poetessa e linguista statunitense Ambar Past.
Una scelta di testi poetici dei vincitori per le due sezioni, verrà letta da Chiara Cretella. Intermezzi musicali di Antonio Masella.
Al gruppo di lettura “Marjia Gimbutas” di Sasso Marconi sarà affidata la lettura di alcune poesie di Ambar Past tratte dal volume Incantesimi.
Al termine della cerimonia verrà servito un piccolo buffet.
Per ulteriori informazioni, tell.: 347 5124366/349 4295503.
È possibile trovare notizie sul Circolo culturale “Le voci della luna” sul sito www.levocidellaluna.it
Premio nazionale di poesia “Renato Giorgi”
Albo d’oro
È diventata ormai una tradizione quella di veder premiati al “Renato Giorgi” autori provenienti da fuori i confini dell’Emilia-Romagna. Se nel 2000 è stato premiato Ivan Fedeli di Ornago (MI) – ora stabile presenza nella giuria del “Giorgi” – con Abiti comuni, a succedergli sono arrivati Paolo Arzuffi di Zanica (BG – 2001) con Solitudini possibili e Paola F. Febbraro di Roma (2002) con La rivoluzione è solo della terra, ora ripubblicato in un libro che raccoglie il meglio di questa poetessa prematuramente scomparsa.
Il testimone è poi passato nel 2003 a un altro romano, Marco Giovenale, con Il segno meno, mentre successivamente il premio è andato al teramano Raymond André con Le vetrate di Saint Denis (2004) e alla catanese Maria Gabriella Canfarelli (2005) con Zona di ascolto. Solo nel 2006 il Premio arriva nel capoluogo emiliano con Elio Talon, poeta veneto da anni residente a Bologna, e la raccolta Sideralia. Ma già l’anno successivo torna in Sicilia. Ad aggiudicarselo è la ragusana Antonella Pizzo con In stasi irregolare, mentre nel 2008 il premio si sposta in provincia di Milano con Impronte sull’acqua, raccolta poetica di Francesco Marotta. Quest’anno il “Renato Giorgi” torna nel Lazio, con Antonio Bassano e la silloge L’imperfezione dei cardini.
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Sebastiano Adernò
نفس الدم
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EMILY DICKINSON
1470
Che il Furto ha più Dolcezze, non lo sa
Nessuno, solo il Ladro –
La sua Pietà per la Virtù corretta
La sua Angoscia più divina è questa –
1472
Vedere il Cielo Estivo
È la Poesia, ma in nessun Libro c’è –
Le Poesie vere volano –
1477
Come è povero chi
Ha una Ricchezza certa
E ogni volta ritrova
La vecchia Cifra avara –
Quando all’Amore basta
Un soldo per mostrare
Come si sfida l’India
1774
Troppo Tempo felice si dissolve
E non lascia un’impronta –
L’Angoscia non ha Piuma
O pesa troppo per volare più –
Su Figli di Vincenzo D'alessio
Nel libro Figli la poetica di Vincenzo D’Alessio è struggente, appassionata nell’estremo tentativo di sconfiggere il destino. La fatica del quotidiano esplode [in questo testo] e si insinua nei nostri pensieri: i versi si fanno spazio nel nucleo profondo delle nostre domande: “C’è un Dio/oltre i cieli,/ guida l’aquila al nido/ il giorno alla notte/ Noi, figli adottivi,/ affidiamo alla terra/ l’errore dell’odio.”
Da questi versi sgorga la luminosità originaria che possiede solo il vero poeta. “Un uomo è ciò che ama” ha scritto Josif Brodskij e Vincenzo D’Alessio, padre toccato da un evento tra i più drammatici, ci dona parole vibranti, inquadrature delicate e coinvolgenti: “La neve tornerà ed io/ con lei a baciare il marmo/ candido delle forme/ figlio scomparso al sorgere…/ Ci sarò io a darti/ l’alito di fuoco che il freddo/ ti ha tolto dalla fronte/ …”
È uomo, amante appassionato della sua terra, D'Alessio. Terra del Sud generosa pronta ad accogliere, ma depredata costantemente: “Merito di politici assassini/ Carichi di denaro e di potere/ dopo ogni frontiera di voto/…”
Questo libro ci fa incontrare un poeta vero.
Carla De Angelis
Roma ottobre ’09