giovedì 3 settembre 2009

Su Figli di Vincenzo D'Alessio

Figli ( Poesie) di Vincenzo D’Alessio,
Edizione G. C. F. Guarini – Montoro Inferiore (AV), 2009,
pag. 70 Euro 5
ISBN 978-88-904234-0-6

recensione di Michele Luongo in BluArte


È possibile raccontare l’amore per i figli? Sembrerebbe una domanda facile, ma quando questo amore assume l’essenza della propria vita , paradossalmente, nel momento del dolore non si trovano più le parole, la forza per l’espressione.
Lo scrittore poeta Vincenzo D’Alessio ci ha regalato “Figli”, il suo ultimo lavoro. Poesie che ci raccontano il dialogo silenzioso dell’immenso amore del padre per il proprio figlio. Emilia Dente ha curato l’introduzione del libro, evidenziando la Poesia, il canto, il dolore.
Padre, figlio, ma soprattutto esseri della Nostra Terra del Sud, ed è immancabile quel percorso: “colmo di troppi oltraggi” – “ Sud che mi urli dentro” e quella inesorabile speranza: “Lascia che la terra dove dormono anime sincere nella notte apra le porte dell’amore al futuro che nascerà”. E poi la dignitosa amarezza: “Troppi tormenti oscurano i giorni – Siamo impotenti contro la sorte anche se la fede consola i morti”.
“Assetato di carezze”, l’Uomo, umilmente, chiede: “Un sorso d’acqua” – anima di pace”, “ insegnami a volare innanzi al giorno”, vive la speranza di un mondo migliore.
D’Alessio con il suo canto, intriso dall’intimo dolore, riesce a trovare la linfa per un dialogo, si silenzioso, ma di voce pressante, ininterrotta che i figli del Sud, purtroppo, da troppo tempo ne chiedono soluzione.
La poesia di D’Alessio è una poesia senza confini, le sue parole accarezzano il tempo ci accompagnano in quel comunicare ora paterno, ora amichevole, ora saggista, ora storico del tempo, ma è sempre un rapporto limpido di chi ama, l’amore anche nella morte sa sbocciare la vita. Ecco forse questo è il pensiero, l’insegnamento del poeta D’Alessio, amare come solo si può amare un figlio.

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