martedì 24 gennaio 2012

Su Appunti di poesia: vademecum per chi la ama

di Giovanni Dino
 
Rosa Elisa Giangoia è insegnante, esperta di letteratura italiana, latina e greca, scrittrice e saggista. Ha pubblicato manuali scolastici, romanzi e poesie. Di recente ha anche pubblicato un librettino molto minuto che può  stare dentro la tasca di un jeans, dal titolo  Appunti di poesia. Ho pensato a lungo al motivo per il quale la nostra Rosa Elisa Giangoia  sia stata spinta a  mettere su carta questo grazioso saggio stampato nel 2011 per i tipi di Fara Editore: una raccolta di meditate riflessioni sia sulla poesia e sia sull’essere poeta oggi.  Credo che ogni scrittore dopo un  cammino culturale intenso e non indifferente in campo Nazionale, come la nostra Giangoia,  prima o poi debba giungere a simili conclusioni: cioè fare ‘mente locale’  sul proprio viaggio esistenziale e culturale e sui motivi fondamentali dei perché della scrittura, del suo  esistere nel fare arte e letteratura e del suo fallito  potere di educatrice.   Appunti di poesia risulta essere una sorta di diario nel quale vengono annotate  varie e svariate osservazioni su poesia e scrittura, venute fuori sia indagando sé stessa che  impelagandosi  nella  scrittura degli altri… È attraverso questo irrequieto punto di osservazione che sono nate fin dall’antichità molte opere ancora attuali scritte da grandi geni dell’anima umana quali Platone, Aristotele o da poeti e pensatori più vicini a noi: Giovanni Pascoli e il suo Fanciullino, sempre attuale… Come attuale e di recentissima uscita Scrivere poesia. Essere poeti di Daniele Giancane: anche qui lo scrivente è un poeta attento alle tematiche della poesia e agli eventi umani e culturali che lo coinvolgono. Nel 2000 è uscito per i tipi della Bastogi editrice  La dinamica del comprendere Dall’ispirazione al testo, coautori  Maria Grazia Lenisa e Francesca Alunni, un saggio che mette in luce motivi e meccanismi che spingono  l’uomo ad avvicinarsi e trovare nido nella poesia. D’obbligo va ricordato Luciano Anceschi il quale  ha dedicato una vita intera alla poesia come studioso-critico e come poeta che in uno dei  suo saggi forse  più noto tenta  di spiegare  “Che cos’è la poesia”. Poeti come Nicola Gardini che si cimentano nell’ardua impresa di illustrare Come è fatta una poesia? o come si riconsce
Osserva Giangoia: “Il limite invalidante della poesia è la descrizione fine a sé stessa: il poeta deve guardare le cose, ma non può limitarsi descriverle, perché deve andare con il suo occhio oltre la loro parvenza, in quanto il compito della poesia è attraversare le cose  per dare il senso delle cose stesse e quindi della vita ” (pag. 57). Molti sono i saggi che  vanno letti e riletti e mai portati  in cantina. Rosa Elisa Giangoia mette in evidenza nella sua bibliografia un lungo elenco di opere importanti apparse negli ultimi 40 anni di notevole influenza per lo studio e per la riflessione sulla poesia.  Sulla poesia non si finirà mai di tentare di spiegare, decifrare, codificare che cos’è, da dove viene e perché avviene. In ogni secolo della storia non c’è stato filosofo, critico, psicologo o poeta o altri ancora che non si sia cimentato a ‘spiegare’ il fenomeno poesia,  Il quale pare precedere l’esordio della scrittura. I primi trattati di scienza e di filosofia  e di religione pare  siano stati scritti in poesia o in  linguaggio poetico. Anche nelle vicende storiche,  politiche e militari gli scrittori del passato hanno usato la poesia  o la carezza del suo linguaggio. Cosa che tutt’ora fanno la pubblicità, il cinema, la televisione,  le canzoni… “La poesia ha tanti voci: è duttile, malleabile, accoglie e regala, viene da lontano e si apre con disponibilità alle voci del dire, secondo desideri, gli orientamenti, le aspettative e le urgenze esistenziali dell’uomo nel tempo del suo vivere” (pag. 43).   
Per il fatto che ogni tanto qualche autore prenda coscienza e metta per iscritto la sua dichiarazione d’amore verso la poesia o  i perché della poesia è sempre un fatto nobile e importante perché c’è sempre bisogno  di apportare ossigeno o angolature nuove e di ricerca verso questo sconfinato e misterioso mondo: antico e sempre nuovo e ricco di novità.   “La novità della poesia è dire in modo nuovo l’eterno e più profondo sentire dell’uomo” (pag. 19). Ogni autore si è espresso secondo una sua  analisi: c’è chi si sofferma troppo su gli strumenti tecnici retorici, chi sull’aspetto filosofico, chi  sul valore spirituale e metafisico, chi esprime le sue esperienze il suo rapporto e il suo trasporto, chi tenta disperatamente  di condensarla teorizzandola. 
RosaElisa Giangoia in Appunti di poesia ha espresso le sue visioni, le sue esperienze  dei suoi viaggi sul fare e sentire la poesia, poiché fra quelle pagine vi è il sangue dell’anima della nostra Rosa Elisa Giangoia. Si tratta di un libro scritto non per aspiranti poeti o poeti affermati, ma per chi ama la poesia e ama  percorrere i suoi viali di illuminante attrazione. È un libretto che è stato scritto per tutti: per chi si è appena innamorato della poesia,  divino contenitore di tutte le arti, e chi invece ci lavora da tanti anni. “La poesia è quindi un lavorare sulla lingua per esprimere emozioni. Su questo c’è sostanzialmente accordo, mentre più problematica è la questione del lavorare sulla lingua” (pag. 64).

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