domenica 31 marzo 2024

La collaborazione poetica che avvicina e rivela “ciò che non può essere detto / in nessun altro modo”

Max Mazzoli, Quel che ricorda l’oblio (What oblivion may recall), Edizioni Diabasis, 2024

recensione di Giancarlo Baroni





La poesia di Max Mazzoli contiene una componente filosofica che non viene mai esibita, che è connaturata al testo poetico e con esso si amalgama senza sovrapporsi. La tendenza meditativa costituisce una caratteristica che ricorre frequentemente nei suoi versi e li identifica; caratteristica presente anche nella recente raccolta Quel che ricorda l’oblio (What oblivion may recall) stampata nel 2024 dalle Edizioni Diabasis. Un’altra qualità che anima e contraddistingue il corposo lavoro poetico di Mazzoli (questa è  la nona raccolta pubblicata) sta nel rigetto di una concezione dualistica del mondo, delle cose, del pensiero, dei sentimenti… I suoi versi rifuggono da ogni tentazione manichea che laceri in due la realtà; all’opposizione e  all’antitesi  l’autore preferisce la collaborazione, la compresenza riducendo al minimo steccati, confini, limiti, barriere e cercando piuttosto i punti di contatto e non di separazione, di incontro e non di conflitto «[…]Quel che era, e non sarà più. / Quel che è e non sarà. / Quel che avrebbe potuto essere. / Quel che è stato […]». Il suo sguardo è concentrato sul fluire, su quelle zone dove una cosa entra in contatto con qualcosa di diverso da sé  senza sopraffarla e anzi cedendole  una parte della propria identità. Nel divenire si possono scorgere a volte tracce sfuggenti dell’eternità, della permanenza: «Poi anche quello che credevamo perso / Avrà forse un suo luogo e un suo tempo / Nell’eternità e nell’oblio». 

Il libro, in cui l’aspetto metafisico e autobiografico si compenetrano, è composto da quattro sezioni formate ciascuna da dieci poesie in versione bilingue, italiano e inglese (più una sezione finale intitolata Mosaico del ritorno «significativamente composta dal riutilizzo di alcuni versi delle poesie precedenti» spiega Silvia Manzi nella Prefazione). Nato a Parma nel 1963 l’autore ha vissuto lungamente a Londra e Cambridge dove ha insegnato in scuole secondarie superiori e all’università. La versione bilingue non sottintende (questa la mia impressione) una divisione, di qua l’inglese e di là l’italiano e viceversa, ma si presenta come un prolungamento di una lingua nell’altra e di un completamento reciproco. Più che di traduzione si dovrebbe parlare di doppia e paritaria composizione e creazione.

Nella sua colta, raffinata e coinvolgente Prefazione Silvia Manzi sottolinea che «si fa strada fra i versi un’intensa meditazione sul significato dell’esistenza», si tratta di «martellanti quesiti sul vivere e sul morire, su quali siano le “cose che si possono cancellare, su quali “rimangono per sempre; interrogandosi su dove finisca ciò che si credeva perso». La Prefazione termina così: «Tremante, ma coraggioso inno alla vita in bilico tra sofferenza e rinascita, “tra ciò che sai e ciò che cerchi”». 

«Cosa ricorderà l’universo / della pena, del dolore, dell’amore?», scrive l’autore. A questa   inquietante domanda replicano questi suoi tenaci versi: «E anche se la morte ci attende, /  ora è tempo di scegliere la vita». Coraggio e sgomento, due facce inseparabili dell’identica medaglia.

La poesia, sostiene Mazzoli, ha la capacità e la possibilità di aprire orizzonti e scenari nuovi, di tracciare percorsi inediti, di formulare e porre domande senza risposta «che iniziano a rivelare ciò che non può essere detto / in nessun altro modo».



sabato 30 marzo 2024

“risuonano i suoi ronf / nell’universo”

Giancarlo Baroni, I nostri gatti esenti da difetti, Grafiche Step editrice 2024

nota di lettura di AR



Godibile e radiosa plaquette stampata in 100 copie numerate (mi è stata donata la n. 65), questa pubblicazione impreziosita dalle illustrazioni di Vania Bellosi, Elena Bertoncini e Alberto Zannoni (sua la copertina con Il gatto sui tetti) piacerà molto a chi ama i felini ronfanti: “Intensamente / mi fissa questo gatto / lui sa chi sono.” (Lui, p. 27). Come osserva nella gustosa  Prefazione Fabrizio Azzali (p. 9): “Il Gatto è imprevedibile e misterioso, affine alle cose inconoscibili, e ci insegna così la variegata imprevedibilità della vita e il mistero che ci avvolge.”

Il poeta di Parma ci trasmette con leggerezza e un sorriso sornione la sua umoristica e nostalgica sintonia con il “sentire” gattesco: “Passa il fantasma di un gatto / nella mia casa vuota / miagola e fa le fusa / l’anima riposa.” (Anima, p. 23). Gliene siamo grati.

martedì 26 marzo 2024

LA MILIONESIMA NOTTE Raccolta profonda e simbolica di Carla Malerba

recensione di Vincenzo Capodiferro  pubblicata su Insubria Critica

La milionesima notte è una raccolta di poesie di Carla Malerba, pubblicata da Fara editore, Rimini 2023. Scrive Francesca Ribacchi, giurata del concorso Faraexcelsior 2022: «La profondità spirituale delle immagini, potenziata dalle parafrasi e metafore, concorre a raffigurare le storie dell’esistenza interiore, le emotività e le affinità delle passioni, gli attimi di riflessività come traccia indelebile del vissuto che si sublima nella poesia».
È una poesia lineare ed attenta, che reca tracce di vissuto, riportando, come mare tra le crespe delle onde, i sentimenti sotterranei che ribollono nel fondo di un altro mare, quello di un’anima persa, abbandonata.

Quante volte non ci siamo parlati,
eppure, ci udivamo
nelle notti lunghe
in cui i ruoli si erano capovolti.


È il tema dell’incomunicabilità tra gli Esseri: ogni uomo è come monade, senza finestre né porte. Tutto vede da sé. Eppure, questa odierna incomunicabilità si trasfigura in ascolto. Il silenzio è ascolto.

Sul cuore ho tracce
di millenni di tenerezze
madre compagna
sorella sposa
respiro parole…


È il tema della femminilità, che riprende in Vita di una donna (2015), paredro dell’ungarettiano Vita di un uomo. Bella questa immagine della donna madre, sorella e sposa, che ci fa ricordare un antico inno a Maria: «O gran figlia, madre e sposa, del tuo stesso creatore…». E il dantesco “Vergine madre…”.
La poesia di Carla si erge come ciuffi di erba fresca nella distesa del deserto. Sono gocce d’amore e di dolore. Ed ella viene dal deserto, dall’antica Libia.

Carla Malerba è nata a Tripoli, in Libia, ma risiede in Italia dal 1970. Si laurea presso l’università di Siena. Insegna materie letterarie ad Arezzo. Pubblicazioni: Luci ed ombre (1999); Creatura d’acqua e di foglie (2001); Di terre straniere (2010); Vita di una donna (2015); Poesie future (2020).

lunedì 25 marzo 2024

sabato 23 marzo 2024

Anteprima Luigi Cannillo da "Dal Lazzaretto" (La Vita Felice)

 





POESIE DA “DAL LAZZARETTO”

La Vita Felice, Milano, 2024

 

 

Tra istinto e bisogno si spinge

il primo passo oltre il porticato     

tra i campi dove la natura regola

la pausa fra semina e raccolto                

Per strada il sipario si apre lento             

sulle figure della nebbia                                           

dal parabrezza si avvicina pulsando                      

una basilica o la sagoma              

squadrata di una fabbrica                                   

C’è una perla nascosta nell’argine                     

del fosso da interrogare alla nostra

prima volta in questa ovatta

Come si riconosce una città?                                          

Da una marea di voci o dalle merci

sui carri, una galassia di lingue?

Sembra distendersi la nostra geografia

ondeggiare bandiere sulle torri

ma l’occhio non distingue ancora

il piombo che nel fumo si avvicina                

 

 

 

 

 

La città nelle sue vene                                                

la esplori slogandone le ossa

un corpo che si estende

anche restando fermo                                                

Sembra immobile di notte                                       

però tutto continua a pulsare                                

la solleva e dilata il respiro                                       

Al buio crescono le unghie

Il sonno confinerà i sognatori

nel sottosuolo con le loro storie

Noi invece non dormiamo ancora                             

corriamo lanciando le mani nel vento

sulle vetrine spente del corso,

vogliamo vivere tutte le nostre vite

Finché a una curva della notte

appare l'aureola della periferia

- da lì si chiama il mondo

finalmente si entra in una frase


Luigi Cannillo, poeta, saggista, traduttore e organizzatore culturale, è nato e vive a Milano. Tra le sue raccolte di poesia più recenti: Cielo Privato, Joker Ed., 2005, Galleria del Vento, La Vita Felice, 2014, e l’ antologia in inglese e italiano Between windows and Skies – Selected Poems 1985-2020, Gradiva Publications, 2022 e Dal Lazzaretto, La Vita Felice, 2024 Ha curato con Gabriela Fantato La biblioteca delle voci – Interviste a 25 poeti italiani ,Joker Ed., 2006. Ha curato inoltre l'Antologia Il corpo segreto – Corpo ed Eros nella poesia maschile, LietoColle, 2008, e, con Sebastiano Aglieco e Nino Iacovella, Passione Poesia – Letture di poesia contemporanea, Ed. Cfr, 2016. Singole poesie, scelte antologiche e interventi critici sono stati pubblicati su numerose riviste, raccolte di saggi, siti e blog letterari. Ha partecipato a performance e spettacoli teatrali e collabora con musicisti e artisti visivi.

“Tutto il resto mi sfugge” primo classificato al Concorso Internazionale Universum Basilicata 2024: complimenti!


«Tutto il resto mi sfugge mi ha regalato una nuova soddisfazione: è stato il primo classificato per la sezione Libro edito del Concorso Universum Basilicata.
La premiazione si è svolta a Potenza il 21 marzo, Giornata mondiale della Poesia e anniversario della nascita dell'immensa poetessa Alda Merini.
Un ringraziamento di cuore a Novella Capoluongo, presidentessa del Premio, a tutti i membri dell'organizzazione e della giuria, e sempre al mio editore Alessandro Ramberti di Fara Editore

E un ringraziamento alla poesia, a questa meravigliosa forma di linguaggio e insieme di visione del mondo, e a tutti i poeti che la onorano.» (Jagna Camilla Ugolini Mecca)



venerdì 22 marzo 2024

“I volti dell’amore” a Perugia 4 aprile 2024


 Giovedì 4 aprile 2024 alle ore 17:30

via del Carmine 1 – Perugia

Galdys Basagoitia Dazza

presenta la sua nuova raccolta bilingue





momenti musicali di

ingresso libero

It's friday! poesie inedite di Diego Pulzoni

 





















It's friday! è una rubrica a cura di Annalisa Ciampalini


Pensieri jazz

 

A volte

vorrei che i miei pensieri

risuonassero come una jazz band,

tra le note di caldo cuoio e del rum.

È invece più stridulo il loro passare:

vanno e vengono

entrano ed escono,

lasciando spesso la porta aperta,

senza nemmeno bussare

 

Un giorno li spegnerò,

ne sono certo,

magari

ascoltando un pezzo di Duke Ellington.

 *

 

Intrappolato

sotto terra

La luce che vedo

mi distrae

mi tempera

Il buio

all’assenza di quel bagliore

era finzione

una mera utopia

Non mi resta che scavare

migliaia di metri

con le mie mani

 

sole e stanche e arrese

impegnate già

ad asciugare il viso

Non mi resta che scavare

per godere della luce vera

quella del Sole

che dà vita

che dà speranza

che guarisce

 *

 

Preghiera d’addio

 

Leggerai di te

fra queste righe

leggerai dell’amore che sei stata,

faro nel buio pesto

leggerai del rifugio offerto,

senza condizioni, limpido e puro

come acqua di sorgente

leggerai dei tuoi capelli scuri,

della tua pelle bianca, innocente

leggerai della tua semplicità

mai banale, racchiusa nei gesti

una carezza, un bacio

o la dolcezza di un saluto

leggerai delle tue parole di legno

che come un camino d’inverno

mi hanno riscaldato,

leggerai allora la mappa del mio cuore

dove sempre rimarrai custodita

così che tutti

possano leggere di te.

 *


Tre fotografie

 

Passo dopo passo

la tua figura

si fa sempre più sbiadita

stai tornando

dove la vita ti aspetta.

 

Hai lasciato da parte

il coraggio di voltarti

nonostante il cuore

voglia riprendersi il frammento

lasciato qui, in sospeso.

 

Avrei voluto sfogliare con te

un intero album,

posso invece rifugiarmi

in sole tre fotografie:

una per rimpiangerti

l'altra per salvarti

e l'ultima per amarti.

*

 

Marlene Dietrich


Da questa stanza,

dove Parigi sembra così amica,

la guardo contemplare

il film della sua vita

chiusa in un raggio di sole,

che scaltro, ha eluso il divieto della tenda

Riesco a vedere Lola

come fosse qui, davanti a me

con le sue gambe di ceramica

e la voce calda d’autunno,

la sento cantare

e come allora valica la soglia

del bianco e del nero

colorando di un rosso, goffo,

le guance di milioni di uomini,

caduti ai suoi piedi

Berlino bussa alla porta

come un ariete carico di gelosia

le sue vie, gli alberi ordinati ed i teatri...

hai dovuto tradirli, Marlene,

hai affidato la tua sorte all’America

e voltato le spalle

all’uomo che più di tutti

pretendeva il mondo ai suoi ordini.

Tutta Hollywood

bramava un attimo di quello sguardo

ma tra la tregua dei riflettori

il tuo cuore e la mente, distratti

correvano verso di lei, Maria

dolce e bambina bionda,

figlia di madre dal nome ingombrante

tanto da lasciarti crescere

nella luce dell’ombra.

Adesso che la Luna

sembra suonare le ultime note

di questa colonna sonora,

appoggi piano la testa al cuscino

sei arrivata fin qui

dopo l’essenza del corpo e della mimica

hai dato tanto

ora vi prego...

non chiedetele perché va.

 


 Diego Pulzoni nasce a Pesaro il 9 agosto 2004. Frequenta il primo anno del corso di Lingue e Culture Moderne presso la facoltà di Urbino dopo essersi diplomato all’Istituto tecnico Bramante Genga di Pesaro. Ha vinto il primo premio del concorso “Poesia onesta 2023” curato dall’Associazione Versante nella sezione studenti di secondo grado. Si è classificato terzo al concorso nazionale “La cura dell’essere” organizzato dall’Associazione Piazza dei Mestieri di Torino.  La sua prima raccolta è in fase di creazione.

 

 


(Polaroid XXI): Sergio Bertolino


Polaroid: istantanee di poesia è una rubrica a cura di Luca Pizzolitto
Foto in copertina di Luca Pizzolitto


Con la pioggia / sentiamo nostra / la misura di ciò che non guarisce

Da Resistenza e sparizione (Avagliano, 2023)


(...) Resistenza e sparizione sembra approfondire proprio il tema della sete, portando all'estremo un'idea di poesia che si muove tra ribellione e disciplina, ma esercitando la propria resistenza dentro un paesaggio e una lingua coerenti e definiti. E il paesaggio che qui si profila è quello delle origini, che già avevamo esperito nella raccolta precedente, ma non con la stessa selvatica virulenza di ora, la stessa "fame di radici" e di arcano che agisce in queste pagine, dove il ricorso - per un'intera sezione - al dialetto reggino svela tutta la carica delle scelte, e la forza dell'inabissamento.

(Giancarlo Pontiggia)




Non osa avvicinarsi
a tanta notte
un fiore,

qualcosa di omesso dai cieli:

mi riporta solo ciò
che è già scomparso,
ridotto alla sua cellula felice.

*

Vero è libero, ci credo,
ma tremenda la riva che sospetto
fissi nel punto l'ombra breve,
preistoria di una bocca e del linguaggio
finché vivo
spalancata la distanza, né prima
né dopo,
io sento che dovrò sacrificarmi gli occhi
perché uno sguardo mi salvi
e dica nulla mi succede;
conosco il bimbo nella foto,
la fiducia che ho riposto
- le obbedisco.

*

Con quale nome ti presenti
all'oro ruggente ai vertici
del giorno? Fa di nebbia anche la torre
se è tua la privazione che trattiene,
l'ovale senza un grido, sorridente,
il blu di Rilke ravvivato nella sete.
Scoprire all'improvviso
gli occhi il pane che ti aspetti, perché arrivino
le dalie a consolarti un'ansia nuova,
bella di brezze e di pontili,
è il più fondo degli affetti,
la più lunga delle corse.

*

Ecco,
perché l'ombra
di un pensiero la afferri e non finisca
questa notte, questa voglia, gelando
il primo grido,

farei di lei la foglia che frinisce,
nessun mistero oltre la pelle.

*

Piace alle mie mani,
nella mezza luce croccante,
dov'è il bell'inverno che predice
di serti più floridi e rossi...

Piace perché
sa destinarle ad altro
(oh la palafitta le verticali
dell'onda
"non tremare").

Ma nottetempo, per fingersi fuoco
c'è fiato abbastanza.

Dragone o basilisco, con la pioggia
sentiamo nostra
la misura di ciò che non guarisce.






Sergio Bertolino (Reggio Calabria, 1984) insegna Lettere a Torino e condirige la rivista di poesia "Avamposto". Resistenza e sparizione è la sua terza raccolta di versi.


giovedì 21 marzo 2024

"Poesie sospese", silloge terza

 


Torneranno i duelli all’alba


Torneranno i duelli all’alba

i racconti per fuochi che scottano
le cortine, sì, ma di plastica
le fredde guerre da riscaldare
le crociate per liberare Hollywood dall’A.I.
i selgiuchidi alle porte di Vienna,
[solo per fotografarla.

Torneranno gli imperi e le spie
i sicari da stiletto e i sigari cubani
le crisi dei missili sulla Luna indiana
il Generale Inverno, quello percepito
i dagherrotipi su lastre di rame rubato dai rumeni
i D’Annunzio a declamar poesie nei sexy shop
gli Anni Venti ma senza ruggire
le campagne elettorali porta a porta
la moda delle epidemie e delle epifanie.

Torneremo noi, morti di lavoro e sul lavoro
di Domenica in pasticceria dopo la messa
sotto mentite sfoglie surgelate
a rivangare gli anni ottanta
Rocky, Rambo e Reagan a recitare accordi di pace
e la mummia di Ho Chi Minh sul treno di Kim Jong-un
[per un tour tra le dittature più in voga,

tornerete voi, camminando distratti
seguendo bianche luci di smartphone
come lucciole povere del petrolio
come tortore sull’antenna tivvú
a disturbare derby e film osé,

si rifaranno vivi i ducetti e le patrie
la space opera e le ricette di Tognazzi,
ritorneremo sul nostro satellite in diretta social
e lasceremo lì a morire di scienza un negazionista
per rappresaglia contro la cancel culture.

Dalle foto nel sacrario gli estinti
ci guardano attoniti, ma in bianco e nero.
Saremo come voi, siamo già voi, a colori
fotocopie testarde, affezionate al ciclo degli errori
preghiamo stanchi dèi del crepuscolo
sull’orlo del solito dirupo.

...

da "Poesie sospese", silloge terza


Michele Nigro, nato nel 1971 in provincia di Napoli, vive a Battipaglia (Sa) dal 1978. Si diletta nella scrittura di racconti, poesie, brevi saggi, articoli e recensioni per giornali e riviste. Ha diretto la rivista letteraria “Nugae - scritti autografi” fino al 2009. Ha partecipato in passato a numerosi concorsi letterari ed è presente con suoi scritti in antologie e periodici. Nel 2016 è uscita la sua prima raccolta poetica - che ama definire “raccolta di formazione” - intitolata “Nessuno nasce pulito” (edizioni nugae 2.0). Ha pubblicato “Esperimenti”, raccolta di racconti; il mini-saggio “La bistecca di Matrix”; nel 2013 la prima edizione del racconto lungo “Call Center”, nel 2018 la seconda edizione "Call Center - reloaded" e la raccolta “Poesie minori. Pensieri minimi – materiali di risulta”. Nel 2019, per i tipi delle Edizioni Kolibris, viene pubblicata la raccolta di poesie intitolata “Pomeriggi perduti” (collana di poesia italiana contemporanea “Chiara”), che è anche il nome del suo blog. È del 2020 il volume 2 della raccolta “Poesie minori. Pensieri minimi"; nel 2021 la terza e ultima silloge dei materiali di risulta, diventati nel frattempo, in linea con il precedente prodotto, "Poesie sospese" distribuite gratuitamente sull'home page del blog "Pomeriggi perduti". Alcune sue poesie sono state tradotte in portoghese, inglese e spagnolo.

mercoledì 20 marzo 2024

Prima stesura | Sul caldo finire della notte di Emilio Capaccio

 


Fotografia di Rita Bernstein


PRIMA STESURA

Rubrica di inediti a cura di Silvia Rosa

"Sul caldo finire della notte" di Emilio Capaccio



SONNO 

Quando l’occhio si stanca di dirmi che ti sta guardando

è allora che mi addormento

perché tutto il tuo corpo è dettagliato

in un punto confuso

e solo nel sonno mi vieni vicino


L’aria ti trattiene nel suo immobile respiro

nell’incessante rumore del non dir nulla

e ti soffoca riempendoti la bocca

del sangue che ti ho offerto

 

Nel sonno la linea del mio viso si distende

e cade tutta la carne

cade il mio aggrapparmi sempre

al profumo che porta ai polsi la tua trasparenza

cade la voce dalle labbra che si sfogliano

e diventano pietra per i giorni senza di noi

 

È il primo tentativo della morte

che promette ancora di restare solo per il sonno



CONVINZIONE 

Se dovessi morire prima di svegliarmi

il giorno salirà per le scale

con la solita inappetenza ai lutti umani

senza strapparsi i capelli

per quell’aria di sgombro di chi mi soppianta

 

Non per il tradimento al suo invito

sul caldo finire della notte

si ritorcerà contro i sogni dei bambini

gettando un buio più lungo

di quello dovuto a covare l’alba

 

Sa che per essermi mancato il corpo

c’è chi prende a cucire le ore

da dove ho lasciato crescere il sonno



PERCHÉ CI SENTIVAMO VUOTI 

Perché ci sentivamo vuoti

ma non sapevamo che cosa fosse

abbiamo creato il vuoto

 

lo abbiamo portato con un’idea di rivoluzione

e tenuto nascosto

da tutte le insensibili cose

presuntuose di vita

 

Ora sappiamo cos’è il vuoto

sappiamo dove andare quando il caffè è finito

e nessuno viene più a trovarci

 

là ci sono quelli che mancano

con la tazzina in mano a farci compagnia


Emilio Capaccio è nato il 16 maggio del 1976. Ha vissuto in provincia di Salerno. Vive a Milano. Nel 2014, per LaRecherche.it, ha pubblicato in formato e-book: Malinconico Oscuro, traduzioni di poeti sudamericani inediti, con prefazione di Giorgio Mancinelli. Successivamente ha collaborato con la rivista internazionale di poesia: “Iris News”. Attualmente collabora con vari blog di poesia. Sue traduzioni e poesie sono presenti in varie antologie, blog e nella rivista “Il Foglio Clandestino, Aperiodico Ad Apparizione Aleatoria”. Ha pubblicato la raccolta poetica: Voce del Paesaggio, edita da Kolibris Edizioni 2016, con prefazione di Massimo Sannelli, e la raccolta poetica: Canzoniere della Biondezza, edita da L’Arciere del Dissenso 2019, con prefazione di Emilio Paolo Taormina. Come curatore e traduttore ha pubblicato la raccolta: Radice, del poeta spagnolo José Luis Hidalgo, Giuliano Ladolfi Editore 2017; la raccolta Princesse Amande, della poetessa francese Lucie Delarue-Mardrus, LietoColle 2017. Nel 2023, ha pubblicato per Neobar eBooks Via Lattea, traduzioni in rima della raccolta di sonetti inedita del poeta brasiliano, Olavo Bilac.

lunedì 18 marzo 2024

“e la noia è la mia coperta”

STARE


di Sandro Serreri



Mi annoio a morte

perché ho già contato tutte le stelle.

E son tutte belle, anzi bellissime.

E ora, che fare?

Sono andate via, oltre il mare.

E io non ho nessuna voglia

di andarle a cercare.

Le lascerò andare.

Andate pure, perché sono stanco

e la noia è la mia coperta

nella quale preferisco stare.

E la morte non è che sonno serale.

Non mi fa paura.

Il mio coraggio sa contare

e intascare monete d’oro.

Mentre la luna, ah la luna!

sorride beata, beatissima.

E io con lei ci so stare

perché, entrambi, sappiamo rubare

e, nel nascondimento, ridiamo

della vita che non sa stare

al suo posto nel mare.