Torneranno i duelli all’alba
Torneranno i duelli all’alba
i racconti per fuochi che scottano
le cortine, sì, ma di plastica
le fredde guerre da riscaldare
le crociate per liberare Hollywood dall’A.I.
i selgiuchidi alle porte di Vienna,
[solo per fotografarla.
Torneranno gli imperi e le spie
i sicari da stiletto e i sigari cubani
le crisi dei missili sulla Luna indiana
il Generale Inverno, quello percepito
i dagherrotipi su lastre di rame rubato dai rumeni
i D’Annunzio a declamar poesie nei sexy shop
gli Anni Venti ma senza ruggire
le campagne elettorali porta a porta
la moda delle epidemie e delle epifanie.
Torneremo noi, morti di lavoro e sul lavoro
di Domenica in pasticceria dopo la messa
sotto mentite sfoglie surgelate
a rivangare gli anni ottanta
Rocky, Rambo e Reagan a recitare accordi di pace
e la mummia di Ho Chi Minh sul treno di Kim Jong-un
[per un tour tra le dittature più in voga,
tornerete voi, camminando distratti
seguendo bianche luci di smartphone
come lucciole povere del petrolio
come tortore sull’antenna tivvú
a disturbare derby e film osé,
si rifaranno vivi i ducetti e le patrie
la space opera e le ricette di Tognazzi,
ritorneremo sul nostro satellite in diretta social
e lasceremo lì a morire di scienza un negazionista
per rappresaglia contro la cancel culture.
Dalle foto nel sacrario gli estinti
ci guardano attoniti, ma in bianco e nero.
Saremo come voi, siamo già voi, a colori
fotocopie testarde, affezionate al ciclo degli errori
preghiamo stanchi dèi del crepuscolo
sull’orlo del solito dirupo.
...
da "Poesie sospese", silloge terza
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