Polaroid: istantanee di poesia è una rubrica a cura di Luca Pizzolitto
Foto in copertina di Luca Pizzolitto
Con la pioggia / sentiamo nostra / la misura di ciò che non guarisce
Da Resistenza e sparizione (Avagliano, 2023)
(...) Resistenza e sparizione sembra approfondire proprio il tema della sete, portando all'estremo un'idea di poesia che si muove tra ribellione e disciplina, ma esercitando la propria resistenza dentro un paesaggio e una lingua coerenti e definiti. E il paesaggio che qui si profila è quello delle origini, che già avevamo esperito nella raccolta precedente, ma non con la stessa selvatica virulenza di ora, la stessa "fame di radici" e di arcano che agisce in queste pagine, dove il ricorso - per un'intera sezione - al dialetto reggino svela tutta la carica delle scelte, e la forza dell'inabissamento.
(Giancarlo Pontiggia)
Non osa avvicinarsi
a tanta notte
un fiore,
qualcosa di omesso dai cieli:
mi riporta solo ciò
che è già scomparso,
ridotto alla sua cellula felice.
*
Vero è libero, ci credo,
ma tremenda la riva che sospetto
fissi nel punto l'ombra breve,
preistoria di una bocca e del linguaggio
finché vivo
spalancata la distanza, né prima
né dopo,
io sento che dovrò sacrificarmi gli occhi
perché uno sguardo mi salvi
e dica nulla mi succede;
conosco il bimbo nella foto,
la fiducia che ho riposto
- le obbedisco.
*
Con quale nome ti presenti
all'oro ruggente ai vertici
del giorno? Fa di nebbia anche la torre
se è tua la privazione che trattiene,
l'ovale senza un grido, sorridente,
l'ovale senza un grido, sorridente,
il blu di Rilke ravvivato nella sete.
Scoprire all'improvviso
gli occhi il pane che ti aspetti, perché arrivino
le dalie a consolarti un'ansia nuova,
bella di brezze e di pontili,
è il più fondo degli affetti,
la più lunga delle corse.
*
Ecco,
perché l'ombra
di un pensiero la afferri e non finisca
questa notte, questa voglia, gelando
il primo grido,
farei di lei la foglia che frinisce,
nessun mistero oltre la pelle.
*
Piace alle mie mani,
nella mezza luce croccante,
dov'è il bell'inverno che predice
di serti più floridi e rossi...
Piace perché
sa destinarle ad altro
(oh la palafitta le verticali
dell'onda
"non tremare").
Ma nottetempo, per fingersi fuoco
c'è fiato abbastanza.
Dragone o basilisco, con la pioggia
sentiamo nostra
la misura di ciò che non guarisce.
Sergio Bertolino (Reggio Calabria, 1984) insegna Lettere a Torino e condirige la rivista di poesia "Avamposto". Resistenza e sparizione è la sua terza raccolta di versi.
Nessun commento:
Posta un commento