It's friday! è una rubrica a cura di Annalisa Ciampalini
Pensieri
jazz
A volte
vorrei che i miei pensieri
risuonassero come una jazz band,
tra le note di caldo cuoio e del rum.
È invece più stridulo il loro passare:
vanno e vengono
entrano ed escono,
lasciando spesso la porta aperta,
senza nemmeno bussare
Un giorno li spegnerò,
ne sono certo,
magari
ascoltando un pezzo di Duke Ellington.
Intrappolato
sotto terra
La luce che vedo
mi distrae
mi tempera
Il buio
all’assenza di quel bagliore
era finzione
una mera utopia
Non mi resta che scavare
migliaia di metri
con le mie mani
sole e stanche e arrese
impegnate già
ad asciugare il viso
Non mi resta che scavare
per godere della luce vera
quella del Sole
che dà vita
che dà speranza
che guarisce
Preghiera d’addio
Leggerai di te
fra queste righe
leggerai dell’amore che sei stata,
faro nel buio pesto
leggerai del rifugio offerto,
senza condizioni, limpido e puro
come acqua di sorgente
leggerai dei tuoi capelli scuri,
della tua pelle bianca, innocente
leggerai della tua semplicità
mai banale, racchiusa nei gesti
una carezza, un bacio
o la dolcezza di un saluto
leggerai delle tue parole di legno
che come un camino d’inverno
mi hanno riscaldato,
leggerai allora la mappa del mio cuore
dove sempre rimarrai custodita
così che tutti
possano leggere di te.
Tre
fotografie
Passo dopo passo
la tua figura
si fa sempre più sbiadita
stai tornando
dove la vita ti aspetta.
Hai lasciato da parte
il coraggio di voltarti
nonostante il cuore
voglia riprendersi il frammento
lasciato qui, in sospeso.
Avrei voluto sfogliare con te
un intero album,
posso invece rifugiarmi
in sole tre fotografie:
una per rimpiangerti
l'altra per salvarti
e l'ultima per amarti.
*
Marlene Dietrich
Da questa stanza,
dove Parigi sembra così amica,
la guardo contemplare
il film della sua vita
chiusa in un raggio di sole,
che scaltro, ha eluso il divieto della tenda
Riesco a vedere Lola
come fosse qui, davanti a me
con le sue gambe di ceramica
e la voce calda d’autunno,
la sento cantare
e come allora valica la soglia
del bianco e del nero
colorando di un rosso, goffo,
le guance di milioni di uomini,
caduti ai suoi piedi
Berlino bussa alla porta
come un ariete carico di gelosia
le sue vie, gli alberi ordinati ed i teatri...
hai dovuto tradirli, Marlene,
hai affidato la tua sorte all’America
e voltato le spalle
all’uomo che più di tutti
pretendeva il mondo ai suoi ordini.
Tutta Hollywood
bramava un attimo di quello sguardo
ma tra la tregua dei riflettori
il tuo cuore e la mente, distratti
correvano verso di lei, Maria
dolce e bambina bionda,
figlia di madre dal nome ingombrante
tanto da lasciarti crescere
nella luce dell’ombra.
Adesso che la Luna
sembra suonare le ultime note
di questa colonna sonora,
appoggi piano la testa al cuscino
sei arrivata fin qui
dopo l’essenza del corpo e della mimica
hai dato tanto
ora vi prego...
non chiedetele perché va.
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