POESIE DA “DAL LAZZARETTO”
La Vita Felice, Milano, 2024
Tra istinto e bisogno si spinge
il primo passo oltre il porticato
tra i campi dove la natura regola
la pausa fra semina e raccolto
Per strada il sipario si apre lento
sulle figure della nebbia
dal parabrezza si avvicina pulsando
una basilica o la sagoma
squadrata di una fabbrica
C’è una perla nascosta nell’argine
del fosso da interrogare alla nostra
prima volta in questa ovatta
Come si riconosce una città?
Da una marea di voci o dalle merci
sui carri, una galassia di lingue?
Sembra distendersi la nostra geografia
ondeggiare bandiere sulle torri
ma l’occhio non distingue ancora
il piombo che nel fumo si avvicina
La città nelle sue vene
la esplori slogandone le ossa
un corpo che si estende
anche restando fermo
Sembra immobile di notte
però tutto continua a
pulsare
la solleva e dilata il respiro
Al buio crescono le unghie
Il sonno confinerà i sognatori
nel sottosuolo con le loro storie
Noi invece non dormiamo ancora
corriamo lanciando le mani nel vento
sulle vetrine spente del corso,
vogliamo vivere tutte le nostre vite
Finché a una curva della notte
appare l'aureola della periferia
- da lì si chiama il mondo
finalmente si entra in una frase
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