Mariella Smiroldo, Il bianco della neve mi confonde, illustrazioni di Mauro Peri, Edizioni Cenere 2022
recensione di AR
Lieve come “un refolo di vento, / (…) che ora danza senza pensieri ,” (La burocrazia sa essere gentile, p. 14) questa plaquette arricchita dalle eleganti illustrazioni floreali di Mauro Peri, lievita come una nuvola di versi: “vorrei delegare la mia vita di primavera-estate / a quelle nuvole bianche e grasse / che da giorni volteggiano lassù.” (ivi, p. 13). La voce ironica e suadente di Mirella ci fa spaziare in luoghi mitici e meridiani: “Sulle rive dello Xanto / avrei cantato / accompagnata dal suono dello zufolo. / Un fanciullo pastore / di certo avrei avuto al fianco.” (Non lo nego, p. 18); “… io conosco una vite / che nessuno sa, / avviticchiata all’imposta di una finestra / – si apre ormai solo nel sogno – / di acini agri di luna crescente” (Vite – Vitis vinifera, p. 25). Un piccolo/grande viaggio che solo che parte da La conta del tempo (p. 9), tre versi che restano subito impressi come il ritornello di una spiazzante canzone: “Il tempo misuro in calicanti, / poi in giunchiglie e tulipani. / Il bianco della neve mi confonde.”
PS I due versi che intitolano questa recensione sono tratti da Amata Virginia (p. 10).
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