It's friday! è una rubrica a cura di Annalisa Ciampalini
Ridevano come principesse
Ridevano come principesse
le orecchie a sventola
chi fumava credendosi già grande
nei mugugni rinnovati e malinconici.
Ridevano come pensatori
nei sapienti paradossi
tra le albe innamorate
nelle piccole esistenze
tra i sordi e gli impotenti.
Era gente di qua
sopravvissuti
chi ti accoglieva, chi ti ammirava.
Le solitudini di un tempo
senza riserva
cosi giovane
a riprenderci
le occasioni
le lezioni di una vita
quel che ci siamo perduti
quel che fa ancora male
e chi piange
nei ricami nascosti
tra le feste
come stelle nobili e rifiorite.
*
Lo scorrere pigro del tempo
Lo scorrere pigro del tempo
dipinto in una forma
illuminata
che accompagna
lo stesso cielo
riconoscente, delicato, insonne.
Ci si domanda dei margini
dei vincoli
perfettibili
di questa gradevole brezza
delle svolte
dei frammenti
indistinti
di chi ancora ricorda
le paure
che mi stringono
che non disturbano
che non si piegano
di quel domani
che vidi nascere ora.
*
Stazioni adolescenti e quiete
Stazioni adolescenti e quiete
chioschi di confine
che cambiano colore
nei labirinti
di selvagge vie
nei pensieri
affollati e contagiosi
dove ci perdiamo nuovamente.
Proteggimi da queste note storte
raccattate e dismesse.
Proteggimi dalle bruciature
a mia insaputa
dalle scuse sempre pronte
da questi incroci necessari
per trovare riparo
in unico corpo
che ci sorprende
nelle trame infinite
sul set di un film di Fellini
nei malintesi
nei valori ai più sconosciuti.
Che la parola ci porti
lontano
negli intervalli della vita
nel tuo conforto
il più perfetto
il più amato.
*
Quel lasciar tracce
Quel lasciar tracce
nelle curvature deboli
delle strade
nelle vite segrete
tra i corpi sereni
nei labirinti
dove ti perdi
dentro i secoli
popolari e terreni.
Quel lasciar tracce in una stanza
a nascondere i deboli umori
i passi immutati
quel posto illuminato
quelle licenze poetiche a noi consentite.
Le ingenuità e il dispiacersi
gli scaffali vuoti e gli abiti leggeri
e quei falò
di fine estate
al tramonto
nei paesaggi pessoiani
e le storie segrete
in decadenza
come fili ordinati
legittimi e scoloriti.
*
Di questa stonata storia d’amore
La tua voce ai bordi
a centrocampo
tra le piaghe
malinconiche e imperfette
maldestre e spettinate.
Occhi e orari
adolescenti
popoli privati e zerbini
quel ritrovarci per separarci.
La tua voce ai bordi
che si fa necessaria
avvincente
primordiale
che mi hai donato
favolosa
a ricordare
per scale spente
le battute finali
le rare stelle
di questa stonata storia d’amore.
Roberto Chiodo è nato ad Acqui
Terme nel 1975. Diplomato al Liceo Linguistico Quintino Sella di Acqui Terme
nel 1994 si è laureato in Scienze dell’Educazione all’Università di Genova con
una tesi sulla prevenzione del suicidio tra gli adolescenti nel 2000. Ha
lavorato come bibliotecario e catalogatore in diverse biblioteche. Nel 2015 ha
aperto la biblioteca di poesia italiana contemporanea “Guido Gozzano” che
conserva oltre 9500 libri ed è il primo esempio in Piemonte di biblioteca
dedicata esclusivamente alla poesia.
È l’ideatore e il
responsabile della Segreteria del Concorso nazionale di poesia e narrativa
“Guido Gozzano”.
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