mercoledì 9 ottobre 2024

Generare universi inimmaginabili

Tutto il resto mi sfugge, la nuova, introspettiva silloge poetica di Camilla Ugolini Mecca.

copertina UGOLINI

Tutto il resto mi sfugge di Camilla Ugolini Mecca è una raccolta poetica caratterizzata da liriche profonde e a volte oniriche, frutto della penna di un’autrice interessata a restituire i significati intimi che si celano dietro l’incontro con l’altro da sé. Il lettore è guidato in un viaggio che si dirama in due direzioni, corrispondenti alle due sezioni dell’opera: da una parte, nella sezione intitolata “Corpo Celeste”, si approfondiscono le emozioni che prova la poetessa nei confronti del sentimento dell’amore, e dall’altra, nella sezione intitolata “I Sogni di Clara Kutznetsova”, si affronta un percorso introspettivo attraverso i ventidue arcani maggiori dei tarocchi, che accompagnano il cammino dell’essere umano in territori sospesi tra sogno e realtà. Anche in questa seconda sezione è l’amore il fil rouge che lega le esperienze dell’autrice e del genere umano, in quanto forza potente che può creare e distruggere, che può elevare verso il cielo o far sprofondare nelle tenebre. In queste liriche, tuttavia, anche il buio acquista dignità ed è cantato nel suo essere indispensabile, a volte fonte di verità, di contatto con la nostra parte più autentica – «Pur di incontrarti mi sono fatta pesce o anemone di mare. Ho camminato sui fondali a piedi nudi, nel buio più buio. Non mi hai riconosciuta, tanto ero cambiata. Mi sono fatta argentea, guizzante, senza peso. Se voglio vederti io scendo laggiù. Nel buio mi accendo e poi ti trovo». L’incontro con l’altro viene sviscerato ponendo attenzione alle tante sfumature del sentire umano, e concentrandosi sull’idea che entrare in contatto con qualcuno sia come un attraversamento, una contaminazione di essenze che non può non trasformare: il legame tra due persone può generare universi inimmaginabili, gli stessi che Camilla Ugolini Mecca descrive nelle poesie dedicate alle sue visioni oniriche – «Basta che chiuda gli occhi e tu arrivi. Sei vestito di bianco, la tua pelle azzurra con la luce d’agosto che gioca a colorarci. Io dormo esausta, da tanti anni di viaggi senza meta e di domande contorte come radici. Io dormo e sogno che tu possa vegliarmi, che tu almeno questo mi offra in dono: una presenza gentile, una carezza ruvida e braccia forti per sollevarmi dalla Terra». Tutto il resto mi sfugge è un’intensa meditazione su ciò che abbiamo di più prezioso e che spesso diamo per scontato; una lucida e delicata riflessione sull’essere consapevoli di essere vivi nel momento presente, dell’essere in grado di creare connessioni e di amare senza limiti.

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