Franca Oberti, Terzo tempo. Poesie dell’imbrunire, stampato in proprio, 2023
recensione di AR
Una raccolta di versi e considerazioni che ci invita a vivere con apertura mentale, passione e fiducia il nostro cammino. Gli altri, come tutti noi, possono avere limiti, insufficienze; possono persino ostacolarci e ferirci, anche all’interno dei legami affettivi più intimi, ma è sempre possibile trovare del bene, e non di rado ci sono di aiuto persone che mai avremmo pensato potessero esserci vicine. La vita è ricca di sorprendenti contraddizioni. Tragedia e commedia si intrecciano. Noi stessi o popoli interi possiamo essere prostrati da situazioni di insostenibile dolore, schiacciati da un male che sembra illimitato, crudele, insensato. L’intero pianenta è sconvolto e violato: Franca non fornisce risposte tetragone, ma ci offre la sua esperienza, la sua empatia, e ci spinge a ad aprirci a quanto sta oltre (il nostro io, il nostro gruppo), al di là (dell’esperibile, del misurabile). Ad esempio, inizia la poesia Ora della Messa (p. 29) con queste parole di speranza: “Entro alla lettura del Vangelo, / mi basta, / mi lascio penetrare / dallo Spirito e dalla Parola.”Leggiamo ora integralmente Puntare gli occhi al cielo (p. 25):
“Quando si aprono
le porte del bene
si deve scavalcare
l’abisso del male.
Servono preghiere,
un ponte levatoio,
da oltrepassare
puntando gli occhi
al Cielo.”
O facciamo nostro l’incipit di Anime (p. 23): “Siamo anime in transito / tra cielo e terra e facciamo attenzione / a non farci risucchiare dalla materia.”
Consideriamo questo passaggio della riflessione intitolata La differenza (p. 22): “Per me questa è la Spiritualità: essere coscienti che ci sarà sempre un prima e un dopo che non dipende dagli esseri umani e che le nostre anime hanno un compito per completare la Creazione.”
Come suggeriva Baden Powell, ogni persona può fare quotidianamente dei piccoli gesti per lasciare il mondo migliore di come l’ha trovato. Franca ci ricorda che: “Non sappiamo / essere grati / per ciò che siamo, / per ciò che abbiamo.” (Incompletezza, p. 20).
Per concludere, desidero calarmi con lei (e con te) nei versi di Pretese (p. 9, anche questa poesia la cito interamente):
“Navigo nell’ambiguità
vivere o lasciarmi vivere,
oppure rincorrere la vita?
Mi manca un equilibrio,
chi sono io per pretendere ancora?
E quelle volte,
quando sento meno le certezze,
provo a fermarmi, rifletto
e dopo un po’ sento salire un’Ave.”
PS Il distico posto come titolo di questa recensione è tratto da Tramonto, p. 7.
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