lunedì 2 aprile 2018

Dalla Slovenia la poesia di Barbara POGAČNIK


Gru infuocate

Quando  tornai a casa, il mio appartamento sospirò,
come un cavallo da tiro sotto sforzo.
La stanza che avevo abbandonato era rimasta socchiusa
come una camicia sbottonata,
un respiro leggermente aperto,
una respiro a lungo represso.
Il balcone incombeva su di noi come un mattino
dalle gambe lunghe pieno di gru di ferro girevoli.
Ho provato a mordere il nodo di lana grigia in gola.
Il palmo appena lavato cadde per un momento.

Le gru possono demolire il mondo o edificarlo:
costruiscono come migliaia di cavalli.
La demolizione dell'amore è un processo duraturo.
A volte sembra di strapparsi le sopracciglia,
come in un'operazione senza anestetico.
Il respiro affannoso del frigorifero, l'installazione del gas
che lancia lampi di luce e il tempo che si incupisce.
Una goccia continua a fuoriuscire dal bordo dei piatti sporchi.
Sembra che qualcuno si sia trasferito nell'appartamento
su così tante delle mie propaggini mentre viaggiavo e
che aspettasse pazientemente il mio ritorno.

Ora c'è una casetta per gli uccelli e il fuoco che la divora:
una fiamma buona, forti battiti d’ali che si separano dall'acqua,
gru infuocate, gru fiammeggianti.



Barbara POGAČNIK

Poetessa, traduttrice e critica letteraria, si è laureata in Belgio in letterature e lingue romanza, si è specializzata alla Sorbona a Parigi. Ha pubblicato 4 libri di poesia, ma le sue poesie sono state tradotte in 26 lingue. Ha partecipato a circa 40 festival letterari in 20 nazioni diverse. Membro di parecchie giurie e del Pen Sloveno. Ha diretto un festival di poeti traduttori ed è nel comitato editoriale di una rivista letteraria slovena.

Traduzione dall’inglese in italiano
A cura di Claudia Piccinno


 

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