recensione di Vincenzo D'Alessio
Claudio Lamberti, vincitore del Concorso Faraexcelsior 2016
La raccolta di poesie, Le cose piccole non si vedono in autostrada, Fara 2016, di Claudio Lamberti pone al lettore la percezione degli eventi vissuti dall’Autore e mediati dalla poesia nella quotidianità del viaggio esistenziale.
Le quattro sezioni della raccolta si aprono con un Prologo: La creazione; seguono: L’assordante beat della speranza; Elementi; Umani e l’Epilogo.
La poetica dell’Autore è in formazione. Egli nell’attimo della sua “creazione” richiama il lupo, totem di antiche paure notturne, animale solitario e predatore ostinato, là dove il nulla scatena i suoi elementi primordiali: “(…) Siamo nulla / perciò esistiamo” (pag. 15) è la chiusa della poesia che dà voce al Prologo.
L’intero viaggio dell’Autore si snoda lungo l’autostrada, che è metafora esistenziale interna ed esterna, aratro per aprire solchi nella musica, negli elementi che compongono i codici dell’inconscio, negli umani ai quali è rivolto l’invito a guardare bene i particolari del viaggio, nell’epilogo arricchito dall’unica medicina che accarezza l’anima degli uomini: i Miti! Come sostiene Paolo Caruso nel suo bel testo Vivere senza dio (Newton Compton 2011) la ricerca del divino è l’energia sostanziale che accompagna il genere umano, nel vivere con o senza la presenza di dio.
La scrittura poetica del Nostro si avvale di alterne figure retoriche, in primo luogo l’enjambement realizzato nelle chiuse per legare il verso all’intero racconto poetico; poi gli ossimori: “l’allegra noia” , “rotolare fermo”, ecc.; ancora il richiamo a poeti del Novecento: “(…) E sangue siamo noi / sul cuore della terra a tre colori” (pag. 53, si veda Salvatore Quasimodo).
Più di ogni altra virtù poetica raccolta, l’accostamento dei versi dell’Autore è alle tematiche del Manifesto del Surrealismo (legate alle figure di André BRETON e per l’Italia a Massimo BONTEMPELLI) dove il comporre era quasi automatico, spinto tra veglia e sonno, nel credere fermamente all’illimitato mondo dell’inconscio.
Ho avvertito in questo modo la prova poetica di Claudio Lamberti.
L’autostrada che attraversa la città vissuta realmente, e quella immaginata dalla forza del desiderio di un altrove che rechi serenità e allontani dai “rottami” si legge in questi versi: “(…) Ho sentito rumore di passi / e non so nemmeno / se è notte o giorno” (pag. 46).
Il richiamo al sogno è presente in quasi tutti i componimenti. Si leggano le poesie Gocce a pag. 31 e la poesia Il me più grande sogna a pag.56.
L’Autore sta costruendo sé stesso attraverso il beat dell’esistenza, accentuando i movimenti deboli, le cadute, le interferenze esistenziali. Temi ricorrenti sono: il sentimento dell’Amore; il desiderio di purificazione, le energie e i profumi naturali; figure ricorrenti sono il sole, il mare, la luna, le terre emerse, i Miti e le leggende del mondo greco, musica e pensiero filosofico.
Resto della convinzione che nascere al SUD di questa penisola resti una condanna e al tempo stesso un’infinita gioia, poiché il pensiero filosofico greco ci pervade da millenni. Si pensi alla città di Elea e alla filosofia eleatica (oggi Casal Velino in provincia di Salerno), ai miti costieri di Palinuro e di Leucosia. Alle bellissime lastre tombali greche della città di Paestum, tra le quali primeggia quella detta “del Tuffatore”.
L’Autore avverte e utilizza il senso ludico del verso per vincere l’infelicità quotidiana. Lo dice nella prefazione il poeta e giurato Luca Cenacchi: “L’autore sembra ricercare nella forza di esperienze forti e traumatiche un intimo stimolo alla vita (vedi: Sogno di gravità, Tsunami) che, per inciso, è composto da due tanka. Vero è che si può notare una tendenza di “mutaforma”: l’autore avverte la necessità di scomporsi in altro da sé, sovente in elementi della natura, per cercare di pervenire a una quiete armonica in cui riposare (vedi: Immortale, Armonie di silicio, Gocce, Selvatico, Clorofilla, Liquefarsi, ecc.)” (pp. 8-9).
Il cammino sull’autostrada iniziato dall’Autore a suon di musica e con gli occhi dell’indagatore, deve: “Creare la condizione ideale / per godere di qualcosa / prima della fine” (pag. 72).
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