Le seguenti poesie sono tratte dalla raccolta inedita "Vora" di Mara Venuto.
Dare le spalle al passato, agli inceneritori,
allo sporco dei marciapiedi che soffoca i rumori.
Mi fermo alla voce delle chiese,
un vuoto in cui accogliere la verità
e non tradire.
In mezzo alla nuda bellezza dei gesti,
la mano che tocca
non ha ribrezzo delle spoglie animali.
Mi inchino al lutto, alla perdita
di ogni visibile orpello, pure così necessario.
Dimentico le cose diluite nel naufragio,
il conosciuto in mezzo al vuoto,
di statua intangibile.
**
Queste vicende da meditare
quando siamo soli,
la durezza che ci vide subito arresi
sulla linea di un fronte elementare.
I palmi alzati verso il nemico
se ci avesse sorpresi,
il posto della bocca è a terra
a leggere con le labbra
il codice Morse dei passi.
Nessuna resistenza,
nessuna rivolta da noi.
Un lungo autunno.
**
Dove siamo nati non è dove morremo,
in fondo è una parentesi questa inclinazione,
la grandezza e la miseria avvinte in una cellula piccola,
un’idea del vero nel quadro.
Ѐ ingombrante la tua presenza, la tua ambizione
violenta la nostra affezione alla fragilità,
alle picche sui cuori, alla danza prima di crescere in strada
dove il nostro palcoscenico erano solo gli altri.
Mara Venuto è nata a Taranto, vive a Ostuni. Tra le sue pubblicazioni: i monologhi teatrali Leggimie ni pensieri (2008), The Monster (2015); le raccolte poetiche Gli impermeabili (2016), Questa polvere la sparge il vento (2019), La lingua della città (2021). Ha curato numerose antologie, tra cui un ciclo di volumi al femminile; è inoltre presente in molteplici opere collettive di poesia, prosa e teatro. Suoi testi e corti teatrali su tematiche sociali sono stati rappresentati con buon riscontro di pubblico e critica. È stata ospite di Festival internazionali di Poesia, tra cui il IX Festival di Poesia Slava a Varsavia nel 2016 e il XV Festival Trirema e poezisë Joniane a Saranda (Albania) nel 2021. Sue poesie sono state tradotte e pubblicate in sei lingue.
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