Ho
fatto di tutto
Ho fatto
di tutto per ritrovarmi nel seme del giorno
quando
anchilosava anche la minima fiamma
nello
stravolgersi dell'anima
ho fatto
di tutto
ma forse
la direzione non era esatta
e
neanche il modo
Prendere
a prestito la geometria della nostra carne
è forse
un senso errato
per
cercare briciole di Dio
nella
tempesta di questa polvere
che
ormai mi pervade
ineluttabilmente
E così
anche il maligno sulla tua faccia moribonda
sembra
degradare verso una serenità composta
ora che
a nulla più serve la preghiera
e il
gioco è ormai risolto
la resa
imminente
tu
lascerai questa prigione
staccandoti
l'ultimo dito succhiato dalle labbra
per
fermare un silenzio che ci inviluppa tutti
e ci
sgomenta
qui
anche la
tua morte è sibillina
non ha
che pochi grammi di rovine
e cade
dalle tue braccia inerti
come una
condanna perenne
sul
nostro capo derelitto
inconsolabilmente
ci trafigge
La notte mi guarda
La notte
mi guarda con l'occhio vuoto del distacco
è dunque
vero l'abisso che si proietta sulla mia
scrivania
dettando
le mani automatiche sul piano marrone
ne
scrivo illusioni su fogli bianchi di stelle
intermediarie
del mio
approccio notturno
Fuori il
nulla s'adagia sulle foglie di alberi vecchi
scorticati
dall'incuria
indifferenti
al soffio del vento
che nel
silenzio nero si ritrae
fin
dietro le porte dei garages
ed io
rimango prigioniero dell'unica luce
accesa
accanto alla finestra:
vi si
concentra tutta la poesia
di una
eternità infinita e statica
che
ancora va nutrendo l'inutile e dolce
sogno
della vita
Io scrivo
Io
scrivo nel cielo nero di tempesta le parole per convincermi
io
scrivo fra le nubi frastagliature e lampi di parole
io
scrivo negli anfratti pietre di parole
per
fissarmi l'idea della vita lungo il ciglio dell'andare
io
scrivo sabbia e tempo sul quaderno virtuale
io
scrivo di me che sono un transitante
un
qualsiasi vettore senza numeri e senza forze
alla
rinfusa
io
scrivo
Giuseppe Vetromile è nato a Napoli nel 1949. Svolge la sua attività letteraria a Sant'Anastasia (Na). Ha ricevuto riconoscimenti sia per la poesia che per la narrativa in importanti concorsi letterari nazionali. Numerosissimi sono stati i primi premi.
Ha pubblicato più di venti di libri di poesie, gli ultimi dei quali sono Cantico del possibile approdo (Scuderi, 2005), Inventari apocrifi (Bastogi, 2009), Ritratti in lavorazione (Edizioni del Calatino, 2011), Percorsi alternativi (Marcus Edizioni, 2013), Congiunzioni e rimarginature (Scuderi, 2015), Il lato basso del quadrato (La Vita Felice, 2017), Proprietà dell'attesa (RPlibri, 2020), Esercizio all’esistenza (Puntoacapo, 2022) ed il libro di narrativa Il signor Attilio Cìndramo e altri perdenti (Kairos, 2010).
Ha ideato e gestisce il sito “Transiti Poetici”, sul quale pubblica recensioni e note di lettura di libri di poesia e di narrativa.
Ha curato diverse antologie, tra le quali, recentemente, Percezioni dell'invisibile, L'Arca Felice Edizioni di Mario Fresa, Salerno, 2013; Ifigenia siamo noi (2015) e Mare nostro quotidiano (2018) per la Scuderi Editrice di Avellino. Attualmente sta curando l’Antologia Poetica Virtuale Transiti Poetici in più volumi. È il fondatore e il responsabile del Circolo Letterario Anastasiano. Fa parte di giurie in importanti concorsi letterari nazionali. Organizza incontri ed eventi letterari. È l’ideatore e il coordinatore del Premio Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia" (giunto alla XIX Edizione). È presente in rete con diversi blog letterari (Circolo Letterario Anastasiano, Transiti Poetici, Taccuino Anastasiano, Selezione di Concorsi Letterari), ed inoltre collabora attivamente con altre associazioni e operatori culturali del territorio nella realizzazione di eventi letterari di rilievo, prodigandosi anche nella ricerca di nuovi “talenti” poetici.
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