domenica 6 marzo 2022

Tre poesie inedite di Giuseppe Vetromile

 




Ho fatto di tutto

 

Ho fatto di tutto per ritrovarmi nel seme del giorno

quando anchilosava anche la minima fiamma

nello stravolgersi dell'anima

ho fatto di tutto

ma forse la direzione non era esatta

e neanche il modo

 

Prendere a prestito la geometria della nostra carne

è forse un senso errato

per cercare briciole di Dio

nella tempesta di questa polvere

che ormai mi pervade

ineluttabilmente

 

E così anche il maligno sulla tua faccia moribonda

sembra degradare verso una serenità composta

ora che a nulla più serve la preghiera

e il gioco è ormai risolto

la resa imminente

tu lascerai questa prigione

staccandoti l'ultimo dito succhiato dalle labbra

per fermare un silenzio che ci inviluppa tutti

e ci sgomenta

qui

anche la tua morte è sibillina

non ha che pochi grammi di rovine

e cade dalle tue braccia inerti

come una condanna perenne

sul nostro capo derelitto

 

inconsolabilmente

ci trafigge

 

La notte mi guarda

 

 

La notte mi guarda con l'occhio vuoto del distacco

è dunque vero l'abisso che si proietta sulla mia

scrivania

dettando le mani automatiche sul piano marrone

 

ne scrivo illusioni su fogli bianchi di stelle

intermediarie

del mio approccio notturno

 

Fuori il nulla s'adagia sulle foglie di alberi vecchi

scorticati dall'incuria

indifferenti al soffio del vento

che nel silenzio nero si ritrae

fin dietro le porte dei garages

 

ed io rimango prigioniero dell'unica luce

accesa accanto alla finestra:

vi si concentra tutta la poesia

di una eternità infinita e statica

 

che ancora va nutrendo l'inutile e dolce

sogno della vita

 

 

Io scrivo

 

 

Io scrivo nel cielo nero di tempesta le parole per convincermi

io scrivo fra le nubi frastagliature e lampi di parole

io scrivo negli anfratti pietre di parole

per fissarmi l'idea della vita lungo il ciglio dell'andare

io scrivo sabbia e tempo sul quaderno virtuale

io scrivo di me che sono un transitante

un qualsiasi vettore senza numeri e senza forze

alla rinfusa

io scrivo

 

 

Giuseppe Vetromile è nato a Napoli nel 1949. Svolge la sua attività letteraria a Sant'Anastasia (Na). Ha ricevuto riconoscimenti sia per la poesia che per la narrativa in importanti concorsi letterari nazionali. Numerosissimi sono stati i primi premi.

Ha pubblicato più di venti di libri di poesie, gli ultimi dei quali sono Cantico del possibile approdo (Scuderi, 2005), Inventari apocrifi (Bastogi, 2009), Ritratti in lavorazione (Edizioni del Calatino, 2011), Percorsi alternativi (Marcus Edizioni, 2013), Congiunzioni e rimarginature (Scuderi, 2015), Il lato basso del quadrato (La Vita Felice, 2017), Proprietà dell'attesa (RPlibri, 2020), Esercizio all’esistenza (Puntoacapo, 2022) ed il libro di narrativa Il signor Attilio Cìndramo e altri perdenti (Kairos, 2010).

Ha ideato e gestisce il sito “Transiti Poetici”, sul quale pubblica recensioni e note di lettura di libri di poesia e di narrativa.

Ha curato diverse antologie, tra le quali, recentemente, Percezioni dell'invisibile, L'Arca Felice Edizioni di Mario Fresa, Salerno, 2013; Ifigenia siamo noi (2015) e Mare nostro quotidiano (2018) per la Scuderi Editrice di Avellino. Attualmente sta curando l’Antologia Poetica Virtuale Transiti Poetici in più volumi. È il fondatore e il responsabile del Circolo Letterario Anastasiano. Fa parte di giurie in importanti concorsi letterari nazionali. Organizza incontri ed eventi letterari. È l’ideatore e il coordinatore del Premio Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia" (giunto alla XIX Edizione). È presente in rete con diversi blog letterari (Circolo Letterario Anastasiano, Transiti Poetici, Taccuino Anastasiano, Selezione di Concorsi Letterari), ed inoltre collabora attivamente con altre associazioni e operatori culturali del territorio nella realizzazione di eventi letterari di rilievo, prodigandosi anche nella ricerca di nuovi “talenti” poetici.

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