recensione di Stefano Bianchi a di Adalgisa Zanotto (Prefazione di Pierangela Rossi, Introduzione di Massimiliano Bardotti, Fara 2020)
tornando ti ho detto
ho da dirti in segreto
(…)
vicino la voce mi hai detto
ho da dirti in segreto
(…)
Questi bei versi chiudono la raccolta di Adalgisa Zanotto Ho da dirti in segreto. Versi che avrei visto molto bene all’inizio della raccolta anziché alla fine per guidare e accompagnare il lettore fra queste pagine così appassionate di amore per il suo uomo e per la vita.
Quando rileggi un libro per la seconda volta e lo trovi ancora più bello della prima, allora ti accorgi di avere scelto un buon libro. E questo è il caso di questo delizioso libricino bianco di Adalgisa Zanotto.
Ho da dirti in segreto è una dolce e allo stesso tempo appassionata dichiarazione d’amore e di gratitudine all’uomo che le sta accanto e non solo. È un lungo ringraziamento alla vita e a Dio per tutta la meraviglia che si trova nascosta, nascosta certo sì, ma proprio per questo ancora più bella da riscoprire, nell’amore e nelle tante piccole cose quotidiane che fanno ogni nostra giornata e la rendono unica e bella, cose di cui spesso nemmeno ci accorgiamo e diamo per scontate. Adalgisa ci riporta al piacere di riscoprire e benedire queste piccole cose, a dire “grazie”.
Procedo un po’ qua e là alla rinfusa e disordinatamente tra questi versi, lasciandomi ispirare da queste parole:
alziamoci ora che la notte è giorno
(…)
scende l’aria pulita del bosco
fino alla riva dei nostri pensieri
a suo piacimento porta via il dolore
di sicuro lo seminerà altrove,
oh noi accoglienti di quest’aria
fragile e condivisa, mortale come noi.
Un inno di gratitudine all’aria della mattina che sa spazzare via i nostri dolori se la lasciamo fare, quest’aria che come noi è solo mortale, e proprio per questo ci fa innamorare ancora di più della vita e della promessa nascosta in ogni nuovo giorno.
Poi Adalgisa parla al suo compagno:
diversamente non ti amerei
(…)
non conoscerei la sera
e la gioia – la gioia veramente
non incontrerei il sapore di primavera
perché era di quel profumo
il giorno che ci incontrammo
(…)
E ancora:
sulle labbra fu una specie di morso
un gioco d’anticipo senza rumore
è venuto da sé quell’amore
una specie di promessa
(…)
nel vuoto una pienezza inaudita
(…) è venuto da sé
(…)
un silenzio versato in coppe
come tra vasi comunicanti.
Bellissima poi la poesia non voglio conoscere tutte le carte, così preziosa in tempi così incerti come quelli che viviamo, “facciamo solo ognuno la nostra parte” sembra dire Adalgisa, che basterà, con addosso solo una parola fiorita da portare in giro come una preghiera, una poesia stupenda secondo me.
non voglio conoscere tutte le carte
solo fare la mia parte
in questa salita di attimi infilati
metto in testa una parola fiorita
non temere
perla preziosa la tengo al collo
se esco la nascondo sotto il mantello
conterà da sé come preghiera
per poi tornare a cantare l’amore per il suo uomo
non tessi la ragnatela più volte
allo stesso modo
tutto è prova fragile e selvatica
respiri a lungo prima di parlare
soffri ma esci in volo
rispondi a questa vita breve
la porti più in alto che puoi
riduci le parole dell’amore
nelle mani un flusso a spirale
lascia cadere quanto non merita
rimette in mani alte ogni cosa.
E infine citerei
un tabernacolo a volte
il tuo corpo scavato
sui dolori sai così nevicare
tra i fiori
da farli addormentare
pochi rovi
sotto una fede fresca
libera e bianca di speranza
la tua
ha la voce della neve
parole importanti da vero poeta qual è Adalgisa Zanotto.
Se volete addormentarvi bene anche voi, e svegliarvi piacevolmente e con parole buone non perdetevi questo libro.
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