ASIMOV: UN VOLTO INEDITO di Claudia Piccinno, Edizioni Il Cuscino di Stelle.
Claudia Piccinno, poeta, traduttrice, organizzatrice di eventi culturali, bravissima in tutto ciò che fa, e “ne fa tante”, e sempre con capacità e passione (e questo lo dico con estrema sincerità), è nata a Lecce nel 1970, ma si è trasferita, giovanissima, in Lombardia e poi in Emilia Romagna, dove attualmente vive. Presente in oltre sessanta raccolte antologiche, già membro di giuria in vari premi letterari a carattere nazionale e internazionale, insegnante, è laureata in Lingue e Letterature Straniere. Di lei, in poesia, ricordiamo: “La sfinge e il pierrot”, 2011; “Il soffitto, cortometraggi d’altrove”, 2013; “Ragnatele cremisi”, 2015; “Ipotetico Approdo”, 2017; quindi, come saggi: “Karaya Cikma Hayali”, Istanbul 2018; “Pourpre toile d’araignée”, Parigi 2018; “Magie in Staunen”, Amburgo 2018; “МОГУЋА ЛУКА”, Belgrado 2018 etc.; inoltre è co-curatrice di molti volumi antologici inerenti autori albanesi, turchi e di lingua spagnola, nonché, ovviamente, italiani. La Piccino, con questo suo libro, ha scelto di indagare un’opera fantasy di Asimov, certamente fra quelle meno conosciute: “Azazel” (del 1982), raccolta di racconti brevi i cui protagonisti sono George, alter ego ironico dell’autore, e appunto Azazel, demone o entità aliena extra-terrestre, alto solo due centimetri, invocato da George e suo collaboratore nella realizzazione di varie imprese, a metà tra il magico e il fantastico, che costituiscono, appunto, l’intreccio nelle e fra le varie narrazioni. Si è scritto di questo saggio inerente il sommo (almeno per me, considerato che i suoi libri, in particolare il ciclo della “Fondazione”, hanno molto segnato il mio essere) Isaac Asimov: “L’elemento originale nei racconti di ‘Azazel’, rilevato dalla Piccinno, è l’uso di uno stile fortemente ironico che è veicolo per mettere in evidenza una serie di problematiche di assoluta attualità che riguardano il rapporto fra uomo e scienza, individuo e collettività, uomo e natura, incluse tematiche sociali e politiche (come la critica al Reaganismo, ad esempio); ne nasce una lingua ibridata, nuova e originale per Asimov, di cui la Piccinno dà ampia scelta con una ricca selezione di brani in lingua originale, accompagnati dalla sua riuscita e vivace traduzione”. L’autrice invece ha detto di questa opera di Asimov, e ciò con innegabile acume: “Azazel non è mera letteratura d’evasione, ma è un piccolo trattato pedagogico in chiave umoristica che ci aiuta a cogliere il risvolto positivo in ogni situazione, a derogare dai programmi prestabiliti, a spogliarci di ogni pregiudizio, nonché a scoprire nel ‘diverso’ le similitudini che lo rendono umano proprio come George, in tutta la sua imperfezione”. La prefazione al saggio è di Bruna Cicala la quale, con precisione, coglie l’animo della Piccinno che, attraverso l’analisi di “Azazel”, riesce a farci comprendere che l’originalità del grande autore ebreo-russo, poi naturalizzato americano, è stata quella di saper coniugare l’umorismo con l’amore per il surreale, unito a quel tanto di “oscuro” che non guasta, e sempre per tenere desta l’attenzione. Del resto Asimov si è sbizzarrito a declinare la scienza e “il futuro possibile” in infiniti modi diversi, sempre in accezione istruttiva e affascinante, basandosi da un lato sulla tradizione filosofica-storica-psicologica-sapienziale tipicamente nostra, occidentale, mentre, dall’altro, affrontando la pagina con la capacità, tipica, della sua etnia di origine, la stessa che fu e che è di Dostoevskij, Tolstòj, Babel’, Gogol’.
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