QUANDO L’AMORE CI GUIDA di Gino Leineweber, nella traduzione di Claudia Piccinno, Edizioni Il Cuscino di Stelle.
Gino Leineweber è nato, sotto ai bombardamenti, nell’Amburgo del 1944. Poeta, traduttore, scrittore tedesco di racconti, biografie, poesie e romanzi di viaggio, nei suoi saggi tratta principalmente i temi della fuga, dell'esilio e dell'immigrazione. Proviene da una famiglia di commercianti e dal 1972 ha lavorato, inizialmente, come consulente fiscale. Ha abbandonato detta attività nel 1998 per operare, da allora, unicamente quale letterato. Dal 2003 al 2008 ha lavorato come redattore per la rivista trimestrale “Buddhistisches Monatsblatt”, pubblicata dalla Buddhist Society Hamburg. Ha editato i suoi primi libri nel 2002. Dal 2003 al 2008 è stato Presidente dell'Associazione degli Autori di Amburgo (HAV). Dal 2013 è Presidente dell'Associazione Internazionale “Three Seas Writers and Translators Council” (TSWTC) con sede a Rodi, in Grecia. È membro dell'Associazione degli Scrittori Tedeschi e del PEN Center for German-Speaking Authors Abroad (Exil-PEN). Dal 2005 è vicepresidente della Fondazione Irmgard Heilmann di Amburgo. È anche presidente della giuria dell'Hannelore Greve Literature Prize. Nel 2009 è diventato il primo presidente del Maha Viahara e. V. che gestisce a Schneverdingen, nei pressi di Amburgo, un tempio buddista nella tradizione Theravada. Leggendo quest’opera di Leineweber, tradotta con cura, in questo caso dall'inglese, dall’amica Claudia Piccinno, mi sono venute alla mente tali considerazioni… la natura a-temporale dell’anima e dello spirito da sempre, secondo molte tradizioni, compenetra la mente, che vive nella finitezza spazio-temporale, e la fanno partecipe di una coscienza eterna. L’equilibrio fra le parti dell’essere, mente, anima e Sé spirituale, si raggiunge attraverso la vita, con il suo percorso fatto di esperienze, quando l’amore ha potuto sempre informare e uniformare tutto l’essere. Perciò l’uomo diviene cosciente quando è consapevole creatore d’amore, fonte di bene, principio volontario di corrente compassionevole. Inoltre è l’amore stesso che cerca se stesso. Infatti l’amore è l’esperienza primaria senza la quale non ci sono altre esperienze. Anche le esperienze (e perduro con questo termine) definite “parlare” e “scrivere” sono manifestazioni dell’amore, modi attraverso i quali l’amore si esprime, ma anche cerca se stesso, soprattutto quando la parola indirizza all’amore. È quindi sempre l’amore a dirsi; infatti diversa è la qualità del manifestarsi, la qualità delle esperienze che produciamo, ma alla fonte delle stesse esiste, comunque, l’amore. Con tale visione Gino Leineweber affronta da sempre la parola, usa il linguaggio, a mio avviso riuscendoci egregiamente.
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