martedì 20 ottobre 2020

Il contenuto è tutt’altro che minuscolo

Renzo Montagnoli in Arteinsieme

su Poesie minuscole di Colomba Di Pasquale




Occorre riconoscere che il titolo della raccolta è veramente azzeccato, perché si tratta di poesie notevolmente corte, quasi delle impressioni impresse sul foglio nel timore che fuggano dal magazzino della mente. Un altro poeta probabilmente ne avrebbe approfittato per considerarle degli spunti su cui costruire un discorso più ampio e invece Colomba Di Pasquale non è improbabile che le abbia acconciate per farle diventare in via definitiva dei componimenti. Non siamo al livello della celebre Mattina di Ungaretti, brevissima e folgorante, né si sarebbe preteso così tanto, eppure non mancano guizzi di particolare rilievo in grado di tenere a mente quanto si è letto (“Basterà il tempo da vivere / per essere felici?, oppure Scrivere serve a poco / in un paese che non legge”). Si tratta solo di due esempi, due riflessioni che tuttavia sottendono una risposta, tali da farle classiificare quasi come aforisma e la ragione è presto detta, perché nel primo caso è la dimostrazione di come la felicità, inseguita giorno per giorno, sembri una chimera, mentre nel secondo è un’amara constatazione di un qualcosa che è peculiare del nostro paese. Ce ne sono forse anche di più indovinate come questa: “i poeti seminano parole / a raccogliere frutti di stagione”. Come è possibile comprendere si tratta quasi di istantanee, brevissime e facilmente comprensibili, un caso non infrequente, e non poche volte finiscono con l’essere dei consigli spassionati come “ti togli un sasso dal cuore / e ti liberi un po’”. Altre volte invece emergono ricordi, immagini che si materializzano e che tradotte in parole si fissano sulla carta, come “i fenicotteri disegnarono una f reccia / di sopra le nostre teste zeppe di stupore”, oppure sono manifestazioni amorose, espressioni di sentimento autentiche, per quanto ponderate “sei tu il mio volo / tu che mi doni un piccolo tempo / quando puoi / ogni giorno o due”.

Sono sincero nel dire che è una lettura agevole, ma insolita, un contatto con la poesia che si esaurisce, come si suol dire in “un amen”, uno sfioramento più che altro, ma che tuttavia lascia il suo segno perché impone continue riflessioni, comparazioni che ci toccano direttamente e che quei pochi e scarni versi fanno affiorare.

Da leggere, quindi, a casa come in treno, al parco come in spiaggia, poiché questi versi si rivelano anche un piacevole passatempo, tuttavia non fine a sé stesso, visto che implementano meditazioni personali, fenomeno non consueto nel caos della vita moderna.



Colomba Di Pasquale vive e lavora a Recanati. Tra le sue opere in versi: Viaggio tra le parole (Del Monte 2006); Una vita altrove (Nicola Calabria 2007); Il resto a voce (Fara 2008); Dulcamara (prefazione di Vivian Lamarque, Genesi 2010); Il mio Delta ed dintorni (prefazione di Vivian Lamarque, Fara 2014); Circostanze certe (Fara 2017); Poesie minuscole (ebook, Nomos 2017).


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