sabato 25 gennaio 2020

“La memoria / non è dentro di noi / è nel soffio del tempo”


Luisa Puttini Hall, Alberi maestri. Poesie e racconti, La Vita Felice 2019, prefazione di Maria Letizia Grossi



recensione di AR


https://www.lavitafelice.it/scheda-libro/luisa-puttini-hall/alberi-maestri-9788893463881-618149.html



“Lascia che ti culli / come ramo di quercia / almeno una volta” (L’Arringatore, p. 88)

In questi versi dedicati al fratello, troviamo in nuce la poetica “francescana” di Luisa Puttini Hall: attenta, empatica, rispettosa. Il valore delle relazioni umane, la bellezza del creato da accogliere e custodire, lo sguardo che si proietta in alto e si insinua nel profondo, trovano nella natura correlativi oggettivi palpitanti e partecipi, a volte più dei nostri simili: “Non suona ostile / l’oscurità del bosco / solo eco d’accoglienza / nella volta della mente / Tendono le braccia i rami / dove la valle degli uomini t’ignora” (Monte Senario, p. 86); “Fa caldo / sulla spianata delle baracche / i sussurri delle foglie / turbano come richiami / All’ombra dei pioppi / la guida si terge il sudore / Gli internati piantarono / gli alberi / per donare sollievo / e mai li videro crescere” (I pioppi, p. 54).
Sì, troviamo in quest’opera poesie e racconti che ci invitano a una maggiore consapevolezza. Siamo immersi in un mondo dove tutto si tiene: anima e corpo, io e tu, uomo e natura, spirito e vita… Se non ci curiamo di tenere in armoniosa tensione queste polarità, se, in sintesi, non diamo energia all’amore, perderemo noi stessi e la nostra arroganza ci sepellirà: “Un albero abbattuto / perde la voce e l’anima / così come si fa concime / la carcassa di un uomo / ucciso per la strada” (Re albero, p. 45); “A consolare / quel tronco tagliato / mi sdraio sopra i cerchi / e sono solo lancetta / che segna le ore” (Il testimone, p. 43). La natura insegna, noi ne facciamo parte e Luisa ci dona immagini ed emozioni che restano e, come il profumo de L’osmanto (p. 31), “Si confonde con la vita / la fragranza del ricordo”.

PS I versi scelti come titolo di questa recensione costituiscono l’incipit de Il bonsai (p. 40).
  

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