Recensione di
Francesca Luzzio
Pareidolia (The Writer Edizioni, Morano P., 2018) è il titolo
della nuova silloge di Lorenzo Spurio ed allude all’atteggiamento assunto dal
poeta nel leggere dentro il suo animo e nell’osservare il contesto
storico-sociale che vige oggi. Egli infatti partendo dall’hic et nunc, va oltre, dilata il pensiero e la parola che li
esprimono e, pertanto, se da un lato propone la sua visione, nello stesso tempo
nel percepire il reale, esprime valori di un mondo quale dovrebbe essere, quale
la sua pareidolia immagina e vede e
li trasmette al lettore.
Lo scorgere oltre, il vedere
l’invisibile nel visibile , il bene oltre il male, fa sì che soprattutto la
prima e la seconda sezione della silloge
diventino denuncia dei mali del nostro
tempo, quali l’emigrazione, a cui tanti poveri infelici vanno incontro nel
desiderio di raggiungere la prosperosa Europa e nel cui cuore invece “pullula sangue-bitume di denaro liquido”
(in “Sacchi neri”, pag.17) o ancora la
strage di Bruxelles, dove “Per un
dio sultano/ si è fatto buio/ strappando con lame/ la luce ordinaria” (in “Stelle
nere”, pag.48).
Con
un atteggiamento da veggente, quale Rimbaud teorizzava e a cui è assimilabile
quello “pareidolico”, Lorenzo Spurio denuncia anche il lento progressivo morire del nostro pianeta, il terribile
inquinamento di terra e mare, ma esprime anche il suo angosciato palpitare,
senza risposta, di fronte all’imprevedibilità del terremoto: “Un santo dal braccio mozzo/ dietro una
coltre di polvere/ mi parla, ma non afferro (in “Parestesia della terra”,
pag.37). Il procedere anaforico delle strofe esprime bene questa incapacità di
dare senso, questa impotenza, di fronte alla quale anche l’intuizione
immaginifica cede. Ma è un’eccezione, infatti l’atteggiamento descrittivo,
tipico del realismo, cede in genere il passo a un atteggiamento visionario che
va oltre le cose e come in Dino Campana, dà luogo ad accostamenti imprevisti, capaci di evocare immagini e mettere in
luce, con ardite analogie e sinestesie, imprevedibili rapporti che umanizzano la natura e le danno voce,
la rendono partecipe dell’agire umano e dei problemi che esso genera, perché,
come sosteneva Mario Luzi, la poesia è nelle cose e il poeta pareidolico, da
abile mediatore la sa cogliere e la esprime.
Tali
caratteristiche sono ravvisabili anche nella sezione “Dedicatio”, nella quale
la pareidolia riesce ad esplicarsi
appieno perché, al di là di ogni riferimento fisico e reale, l’incalzare
immaginifico del sentire del poeta fa emergere appieno la profonda essenza dell’indole dei personaggi, cari a Lorenzo Spurio
e celebrati nei versi; non solo, l’ultima sezione che ripropone il titolo della
silloge, vede questa capacità visionaria
rivolta non all’altro da sé, ma al sé, all’io del poeta, così emergono
pensieri, percezioni, comportamenti in un contesto naturale e domestico, perché
il poeta “Solidifica il vacuo/ e
materializza l’aeriforme/ in caleidoscopiche esplorazioni di vita.” (in “Sembianze
del poeta”, pag.88).
L'autore del libro, Lorenzo Spurio |
I
versi liberi, il lessico ricco e ricercato, ulteriormente impreziosito dall’uso
frequente di tropi rendono originale e suggestivo lo stile, grazie al quale la
valenza semantica dei testi viene ulteriormente amplificata e approfondita.
Francesca Luzzio
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