recensione pubblicata in Arteinsieme
di Francesco Filia
Copertina di Elvira Pagliuca (Studio Kaleidon)
Fara Editore
Poesia
Collana Sia cosa che
Pagg. 56
ISBN 978 88 97441 175
Prezzo €
11,00
opera vincitrice
del concorso Faraexcelsior 2012
La precarietà
La neve,
quella vera, non l’abbiamo mai vista / se non nella bocca di un vulcano / nei pochi
giorni di cristallo dell’inverno come una minaccia / che ricorda quel che non
abbiamo tentato abbastanza / ma il gelo, quello sì, è dentro di noi fino alle
ossa / e lo
sentiamo che morde le giunture e crepa le ossa / fino al midollo. /…. (da I frammento, Napoli 2007)
Correvamo con la neve in tasca per paura che svanisse / come un sogno appena sognato nel soprassalto ghiacciato / di un risveglio. … (da XXII frammento, Napoli 2007)
Correvamo con la neve in tasca per paura che svanisse / come un sogno appena sognato nel soprassalto ghiacciato / di un risveglio. … (da XXII frammento, Napoli 2007)
Mi pare opportuno premettere che
leggendo le prime poesie di questa breve silloge avevo ritratto un’impressione
non certo favorevole, rilevando un andamento prosastico che ben poco ha a che
fare con la poesia. Però, proseguendo nell’esame dell’opera e, soprattutto a
una seconda rilettura più attenta e approfondita, mi sono reso conto che, se
pur esiste in modo inequivocabile una tendenza alla prosa, tuttavia i versi,
per come sono stati congegnati, riescono a costruire
una struttura equilibrata, dotata di un certo ritmo e anche di armonia, tutti
elementi che sono senz’altro tipici di una liricità, sia pure in chiave
moderna, quindi più leggibile, anche per l’assenza di una metrica convenzionale
e per una chiarezza di esposizione che ha il dono della quasi immediatezza.
E fra l’altro Filia,
nel fornirci un’immagine di Napoli, la sua città, riesce anche, partendo quindi
da un microcosmo, a pervenire a una visione più generale, più globale, con una
nota pessimistica, velata comunque da una provvidenziale ironia.
Già il titolo, La neve, un fenomeno
atmosferico del tutto inusuale per la città
partenopea, assume un simbolismo fra l’assenza e il desiderio di una presenza,
l’assenza vista come elemento fortemente negativo, quasi come una morte
figurata, in contrapposizione a una presenza che è vitale, mobile, percettibile
solo come auspicio. E del resto è presente il contrasto fra il candore della
neve e il nero delle vie sporche, in un quadro di esistenze che si trascinano e
cercano di restare attaccate alla vita, nonostante tutto.
Ne esce un ritratto di Napoli non conformista,
una visione non certo da cartolina, né comunque di città fatiscente; c’è invece
un dialogo muto inconsueto con i suoi abitanti, negli incontri per le strade,
negli angoli delle piazze, con una descrizione di un’umanità che, benché il
solo esistere sia una fatica, comunque vive,
aggrappata forse a un’illusione, a una speranza di cambiamento che, anche se
non ci sarà, è sempre meglio di una dirompente rassegnazione.
Filia sembra quasi ribaltare il famoso detto
“vedi Napoli e poi muori” con un “vedi Napoli e poi vivi”, perché quel
senso di provvisorietà proprio della neve lì è precarietà quotidiana, ma, a ben
guardare, tutti siamo precari su questa terra, oggi ci siamo, domani no, e solo
che comprendiamo che questa temporaneità non è una condanna, ma una risorsa,
solo allora potremo capire come si possa vivere oltre ogni aspettativa.
Del resto, la morte non è altro che il
prezzo che paghiamo per vivere e quando qualche cosa si paga, questa deve
sfruttata il più possibile, soprattutto quando si tratta della vita, che è una
sola e pertanto non deve essere sprecata.
Da leggere, senz’altro.
Francesco
Filia, vive e insegna a Napoli, dov’è nato nel 1973. È stato vincitore della sezione inediti del premio
Dario Bellezza (edizione 2001) e finalista di altri premi, tra cui il Città di
Tortona, per l’opera prima, 2008. Sue poesie sono apparse su varie riviste blog
e riviste on-line (La Clessidra, Capoverso, La Mosca di Milano, Poesia, Nazioneindiana,
VDBD, Poiein,
Poetrydream, Poetry Wave,
Sagarana, Sinestesie, ecc.) e, tra le altre, nelle antologie Subway. Poeti italiani Underground (a cura di Davide Rondoni
e con introduzione di Milo De Angelis, Net, 2006) e Il miele del silenzio (a cura di Giancarlo Pontiggia,
Interlinea, 2009). Ha pubblicato il poema in frammenti Il margine di una città, con prefazione di Raffaele
Piazza e dieci tavole di Pasquale Coppola (Il Laboratorio, 2008). Collabora con nellocchiodelpavone.blogspot.it
Renzo
Montagnoli
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