mercoledì 25 novembre 2009

La poesia, il sacro, il sublime a Milano sabato 28 nov

Incontro poetico a cura di Adele Desideri e Alessandro Ramberti


dalle ore 9.30 alle ore 17.00 con pausa pranzo condiviso
presso l’Oratorio del Corpus Domini

(di fronte al numero civico 12 di via Piermarini; mezzi 61-1-29/30 oppure dalla stazione della metro Cadorna prendere il tram numero 1 e scendere davanti alla Basilica del Corpus Domini in via Pagano)


Adele Desideri «Sacro e sublime: i canoni traditi»

Adele Desideri – poeta, saggista e critica letteraria, studiosa di fenomenologia delle religioni – vive e lavora a Milano. Ha pubblicato due libri di poesie: Salomè (Il Filo, 2003) con nota critica di Vito Riviello e Non tocco gli ippogrifi (Campanotto, 2006), con postfazione di Ottavio Rossani; e le plaquettes Aforismi (Pulcinoelefante, 2005); Hommage à Piero Manzoni (Pulcinoelefante, 2005); La terra delle croci, con sette opere di Angela Bucco (La collana dei numeri, n. 184, Signum Edizioni d’Arte, 2008); Cementi surreali (Isaia 53,2), immagine di copertina: E. Barber, Balcone fiorito 1950 ca. (Copertine di M.me Webb, giugno 2009). È inserita in varie antologie, tra cui Milano in versi, una città e i suoi poeti, a c. di A. Gaccione (Viennepierre, 2006); Il silenzio della poesia e Lo spirito della poesia, a c. di Alessandro Ramberti (Fara, 2008); Le avventure della Bellezza (1988-2008), a c. di Tomaso Kemeny (Arcipelago Edizioni, 2009). È stata finalista al Festival di Poesia San Pellegrino Terme, 2006, più volte menzionata al Premio Lorenzo Montano e vincitrice del premio Giuseppe Longhi, Romano di Lombardia, 2007. La poesia Inganno (da Non tocco gli ippogrifi) è citata nella tesi di laurea di Carla di Quinzio, Dopo il figlicidio come dare spazio alla speranza, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Milano, 2006. È stata tradotta in inglese, francese, spagnolo e arabo. Scrive per diversi siti e riviste culturali. Sue poesie o note critiche sulle sue liriche sono apparse su Corriere della Sera, poesia.corriere.it (blog di poesia a cura di Ottavio Rossani), l’Unità, Il Giorno, La Nazione, CalabriaOra, Poesia, La Mosca di Milano, La Clessidra, Leggere donna. Collabora con il Quotidiano della Calabria e con Il Tempo, rubrica “L’Orlando curioso”, a cura di Davide Rondoni.


Tomaso Kemeny «Spuntano le luci delle parole»

La scrittura del sublime non è traducibile, essendo custodita nella stesura linguistica originale. Come si evince dallo Pseudo Longino “il pathos e il sublime del linguaggio per la loro lucentezza prevalgono sempre sulle figure, ne adombrano l’artificio, badano a tenerle celate”. Di fatti il sublime, inteso come effetto esaltante della pratica poetico-artistica e del confronto con le forze della natura e/o con le figure ineffabili della trascendenza mitico-religiosa, non può venire felicemente ridotto a oggetto di conoscenza rigorosa, può invece essere tenuto in massimo conto nell’elaborazione di uno o più modelli esistenziali atti a mutare la nostra vita individuale o a definire tipologie soggettive tendenti verso il sublime.

Tomaso Kemeny, ha pubblicato otto libri di poesia, tra i quali Il libro dell’angelo (Guanda, 1991). Con cesare Viviani ha organizzato i seminari sul “Movimento della poesia negli anni ‘70” (1978-79) presso il Club Turati di Milano. E co-fondatore del “Movimento Internazionale Mitomodernista” e della “Casa della Poesia” di Milano.


Guido Passini «Preghiere»

Lettura di poesie salmiche.

Guido Passini è nato a Bologna nel novembre del 1978. Ammalato di fibrosi cistica scopre qualche anno fa una grande passione per la poesia, condividendola con tante altre persone. Nei suoi versi (cfr. Senza Fiato, Fara 2008) Guido libera l’anima: la poesia diviene così respiro di vita. Diventa socio dell’Associazione Culturale Poliedrica di Forlì nel 2008. Le poesie La Vita tra le mani e Feriscimi compaiono nell’antologia Sentieri edita da Lulù.com per il blog di poesia ParolArte nel gennaio 2009. La poesia Ti mostrerò compare sull’Antologia I poeti romagnoli d’oggi e Federico Fellini (Il Ponte Vecchio, 2009). La poesia Italia son cresciuto compare nell’Antologia Il segreto delle fragole 2010 (LietoColle).


Dome Bulfaro «Milano Ictus»

Reading/performance: Ictus come colpo. Ictus come accento ritmico di un verso, di un passo che segna un cammino. Ictus come accidente cerebrovascolare che nasce e muore nel cuore di Milano: il Duomo. Ictus come crollo del Duomo di Milano. Ictus come pesce, acrostico cristologico (Ichtus-pesce) che significa “Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore”. Milano Ictus, attraverso progressivi crolli poetici, celebra un rito di passaggio dalla condizione di ictus a quella di Icthus. Nel crollo l’uomo risveglia la sua Poesia ricostruendo il dentro e fuori di sé.

Dome Bulfaro (Bordighera 197, di Marco Zanirato) è poeta, performer, artista. Ha pubblicato Ossa. 16 reperti (Marcos y Marcos 2001), Prove di contatto (Coen Tanugi 2006), Carne. 16 contatti (D’IF 2007) vincitore del Premio di Letteratura “Giancarlo Mazzacurati e Vittorio Russo”, Versi a Morsi (Mille Gru 2008). Tre testi di Milano Ictus sono inseriti in Pro/Testo, a cura di Luca Ariano e Luca Paci (Fara, 2009). Sue poesie sono state pubblicate in America (Interim, 2006) e in Scozia (Luath Press/Torino Poesia 2009) tradotte dal poeta americano Christopher Arigo.  È direttore artistico di PoesiaPresente, stagione poetica in Brianza e a Monza, città in cui vive.


Paolo Rabissi «Poesia tra dicibile e non dicibile»

Alla poesia, alla mia e a quella degli altri, mi avvicino sempre in punta di piedi, mi sento sempre troppo pesante. Dovrei farmi sfoglia di luce o di vento per accedere a quell’area, ma sono francamente troppo grande e grosso. Ci vuole allora un po’ di faccia tosta per farlo, fingere un po’ l’allegria del folle o lo sguardo del rapace. Quell’area sottile collocata tra visibile e invisibile, tra dicibile e non dicibile ha la sua sacralità situata com’è aldilà, oltre il reale quotidiano. In un territorio di conoscenza: per me la poesia è soprattutto conoscenza di me e del mondo. Parlando del mio essere figlio e del mio essere padre, come succede in questa breve raccolta, ho attraversato questo territorio di conoscenza.

Paolo Rabissi è nato a Trieste (1940), dal 1958 vive a Milano dove ha insegnato fino al congedo. Poeta e saggista, suoi interventi critici e testi poetici compaiono su riviste e siti. È attualmente codirettore della rivista di poesia e ricerca «Il Monte Analogo». Ha pubblicato nel 2001 la raccolta Città alta (DIALOGO libri), nel 2006 La ruggine, il sale (Lieto Colle), nel 2009 la plaquette Maschile plurale (DIALOGO libri). Di imminente pubblicazione la nuova raccolta I contorni delle cose.


Eros Olivotto «Un Dio dimenticato»

L’intervento consiste in un breve monologo che vedrà la lettura di versi, alternata a riflessioni, aventi come oggetto la ricerca di Dio.

Eros Olivotto nasce ad Ala (TN) nel 1950. Nel marzo del 2003 pubblica nella collana “Paradigmi” dell’editore Perosini Sipari, raccolta poetica d’esordio. Nel settembre del 2007, sempre per i “Paradigmi” di Perosini, esce Ogni istante, sua seconda raccolta poetica.



Isabella Vincentini «Dove il sacro splende da sempre: la poesia di Odysseas Elitis»

La sacralità della vita dentro l’intero alfabeto delle emozioni nella sublime poesia di Elitis. Il sacro non come l’assoluto e l’infinito dei monoteismi, ma come pienezza greca dei valori dell’esistenza, come il divino nel mondo e il mondano nelle divinità. Un ordine naturale e collettivo che consacra e integra universo fisico, sociale e morale.

Isabella Vincentini (1954), saggista e critico letterario è consulente e redattrice della rivista di estetica «Agalma» e autrice di programmi culturali della RAI. Ha pubblicato: Atene. Tra i muscoli dei Ciclopi, Unicopli, Milano, 2002; Varianti da un naufragio. Il viaggio marino dai simbolisti ai post-ermetici, Mursia, Milano, 1994; Colloqui sulla poesia: Le ultime tendenze, Nuova ERI Edizioni RAI, Torino, 1991 e La pratica del desiderio. I giovani poeti negli anni Ottanta, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta, 1986. In poesia: Le ore e i giorni, La Vita Felice, Milano, 2008; Diario di bordo, I Quaderni del Battello Ebbro, Porretta Terme (Bologna) 1998. Ha curato la raccolta di interviste di Milo De Angelis Colloqui sulla  poesia, La Vita Felice, Milano, 2008. Sempre per i tipi de La Vita Felice è appena uscito il romanzo Lettere a un guaritore non ferito (settembre 2009).


Riccardo Burgazzi «Un cerchio di pietre»

Letture da Un cerchio di pietre (in Legenda, Fara 2009) con accenno al tema del “viaggio/rapimento/ispirazione in poesia”, che fa da filo conduttore alla raccolta stessa. Accompagnamento live (arpa).

Riccardo Burgazzi, nato a Milano il 13/02/88, frequenta la facoltà di Lettere Moderne all’Università Statale di Milano. Alcuni suoi lavori si trovano ne Il silenzio della poesia, Fara, 2008, e nelle antologie dei premi letterari “Via delle belle donne” (2008) e “Filari in versi” (2008) (www.culturaglobale.it). Ultimamente, sempre più convinto che la poesia stia giungendo a un binario morto, sta cercando di avvicinarla al teatro, con uno spettacolo ispirato a una raccolta, che sia in grado di coinvolgere il lettore/spettatore.


Alberto Mari «La montagna sacra»

Un viaggio tra realtà e fantasia, con riferimenti storici e vari elementi di cultura popolare. Si svolge verso Monte S. Angelo sul Gargano, dove c'è una cripta e la grotta di S. Michele Arcangelo, meta di pellegrinaggi con varie implicazioni sulla ricerca di  Dio. Con vari segni e analogie sul tema della Montagna sacra, con vari simboli e significati tra cinema e letteratura. Lettura di alcune poesia sugli “Angeli”.  

Alberto Mari (la foto è di Dario Raimondi, book-fashion.com) è poeta milanese, fiabista e artista visivo.Vive a Cologno Monzese e lavora in ambito giornalistico e pubblicitario. Ha pubblicato diverse raccolte di poesia, antologie di cultura popolare e testi di fiabe e filastrocche, tra questi: Il mondo d'un fiato (1996), Pensieri, orologi (2005), Alberto e il pulcino. La Milano dei ricordi, Fiabe popolari italiane e Il posto delle favole (2001).



Maria Carla Baroni «L’energia che permea il tutto»

Lettura di poesie.
 
Maria Carla Baroni, economista ambientalista da decenni impegnata in politica e nel movimento delle donne, è nata nel 1940 a Milano, ove vive e opera. Scrive poesie fin dall’adolescenza, ma solo recentemente ha iniziato a pubblicarle e a leggerle pubblicamente: Canti del divenire (L’Autore Libri, Firenze 2002); Canti di amore e di lotta (Ibiskos, Empoli 2003); Millenni di minuti (Il Filo, Roma 2005); Canti d’amore e di lotta (LietoColle, Faloppio 2008) in edizione ampiamente riveduta e rinnovata. Ha ottenuto tre primi premi di poesia e vari altri riconoscimenti.


Rosa Elisa Giangoia «La santità della rosa»

Letture da Agiografie floreali.

Rosa Elisa Giangoia è insegnante, scrittrice e saggista. Collabora a riviste letterarie e di didattica anche on line. Ha ideato e cura (dal 2001) la newsletter Lettera in Versi. Ha pubblicato manuali scolastici, tre romanzi (In compagnia del pensiero, 1994, Fiori di seta, 1989, Il miraggio di Paganini, 2005), un prosimetron (Agiografie floreali, 2004), un saggio di gastronomia letteraria A convito con Dante (2006) e ha curato un’edizione delle Bucoliche di Virgilio con annotazioni in latino (Accademia Vivarium Novum, 2008).  Ha realizzato, insieme a Laura Guglielmi, la collana (10 voll.) Liguria terra di Poesia (1996-2001) e, insieme a Margherita Faustini, i volumi Sguardi su Genova (2005) e Notte di Natale (2005). Fa parte di diverse giurie di Premi letterari. Sue poesie sono presenti in numerose antologie. Ha vinto vari premi letterari. È impegnata nella diffusione in Italia dell’insegnamento del Latino con il “metodo-natura” proposto dal linguista danese H.H. Oerberg.


Davide Rondoni «Dio non è interessante (come argomento)»

La poesia come messa a fuoco della vita induce alla lettura del vivente come luogo del segno. La poesia come esperienza di conoscenza: il mondo come scena. Nel gesto della poesia razionalità e senso religioso si incontrano. Nella messa a fuoco della scena del mondo l’inevitabile messa a fuoco della presenza o della assenza di Dio. Dio non è interessante “come argomento”. Essere post-baudelairiani, post-pasoliniani, post-luziani.

Davide Rondoni è nato nel 1964, a Forlì. Laurea in Letteratura italiana Università di Bologna, relatore Prof. Ezio Raimondi (110 lode). Ha fondato e dirige il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna. Ha tenuto e tiene corsi di poesia e letteratura nelle Università di Bologna, Milano Cattolica, Genova, Iulm e in diversi Istituti specializzati nonché all’estero a Yale University e Columbia University (Usa). È direttore artistico del festival DANTE09 a Ravenna. Ha partecipato ai più importanti festival di poesia in Italia e all’estero. Ha pubblicato alcuni volumi di poesia, tra cui Il bar del tempo (Guanda, gennaio 1999) e Avrebbe amato chiunque, con i quali ha vinto, tra gli altri, i premi più importanti in Italia (tra cui Montale, Carducci, Gatto, Ovidio, Camaiore, Metauro); Apocalisse amore (Mondadori, Giugno 2008); un libretto edito nel 2001, Non sei morto, amore (ripubblicato nel 2006) è letto in performance dall'autore insieme ad un pianista di blues, oltre che messo in scena da Sandro Lombardi e David Riondino. Mentre con una compagnia di tango vengono lette le poesie di Ballo lentamente con le tue ombre (Tracce 2009). È presente nelle più importanti antologie di poesia italiana del secondo Novecento edite da Mondatori (a c. Cucchi e Giovanardi) e da Rizzoli (a c. Piccini) e in numerose altre. Sue poesie sono edite in volume o in rivista in Francia, Usa, Venezuela, Russia, Inghilterra, Croazia, Cina e altri paesi. Il romanzo breve I santi scemi (Guaraldi 1995) è stato finalista al premio Berto 1995 per l’opera prima. Ha pubblicato il romanzo per ragazzi I bambini nascono come le poesie (Fabbri 2006). Con Franco Loi ha edito nel 2001 per Garzanti un’antologia della poesia italiana dagli anni ’70 a oggi, Il pensiero dominante. Poesia italiana 1970-2000. Cura le collane di poesia de Il saggiatore e di Marietti. Dirige la rivista di poesia e arte «clanDestino».



Maria Pia Quintavalla «Sulla relazione tra la poesia, il sacro e il sublime»

La Poesia, nella sua genesi e poiein, opera con le parole per eccellenza,ed ha sempre a che vedere con il mettersi in sintonia con qualcosa che precede il testo. La Poesia si incarna e vive in qualcosa e di qualcosa d’ Altro. Ha a che vedere con l’alterità del reale, ma al tempo stesso non può più essere riportato all’indietro, alla sua “occasione”: diviene un messaggio, diventa governato da leggi sue. Dante lo spiega dicendo questo input iniziale “com’ei mi ditta dentro… vo significando”, cioè nella maniera in cui (Essa) la Musa,  inspira insuffla nel cuore e nella mano il soffio vitale, precisamente in quella forma straniera che procede a dettatura, ecco che Lì, noi –il poeta – possiamo farci strumento. (…) Anche nella dottrina del Kamasutra, in certe trattazioni del Corano, per non parlare del Cantico dei cantici, l’unione sessuale tra corpi è vista come campo mistico del dialogo col divino. Di questo principalmente ci è dato sapere. Da Plotino a Santa Teresa D’Avila, da Blake a Hölderlin alla scrittura esplicitamente religiosa, sempre il tramite della ispirazione è dunque  tramite con Dio, origine e modalità del dettato poetico. (…) La poesia dialettizzando la relazione con l’altro,  trasportandola in un alfabeto nuovo, e non reversibile, trasporta anche, lo reinventa, un codice del sacro del bello e del sublime nel testo, tessitura  orale sonora e di pensiero, finalmente inedita e sacralizza quel non detto e non dicibile che non aveva trovato parole, quel “silenzio frontale dove eravamo già stati” (De Angelis). Strumento siano, come studierà Maria Zambrano e Ortega y Gasset prima di lei, quel pensiero- passione, medium dell’abitare e passeggiare entro il “bosco sacro” del cosmo.

Maria Pia Quintavalla, nata a Parma, vive a Milano. Suoi libri: Cantare semplice 1984, Lettere giovani 1990, Il Cantare 1991, Le Moradas 1996, Estranea (canzone), 2000, Corpus solum, 2002, Album feriale 2005, Selected poems 2008. L’antologia dall’omonimo festival Donne in poesia, 1985 e 1987. Tradotta in più lingue, cura seminari sul testo poetico e sull’italiano scritto (Un. Statale Milano).


Ottavio Rossani «Il diapason della poesia tra passioni e mitofanie»

L’uomo insegue il trascendente. Ha bisogno di credere. Il poeta tenta di approdare a sponde di luce profetica, partendo dal corpo e navigando tra mente e follia. La poesia può proporre ogni ipotesi, attraverso l’invenzione linguistica, e le modificazioni semantiche e formali. La soglia dell’impossibile segna sacralità e misticismo, il limite dell’invisibile può aprire la porta dell’estasi. L’itinerario spirituale non esclude il tormento. Il disagio, l’inadeguatezza, l’estraniazione sono sintomi di una diminuzione nella propria concezione del mondo e della vita, che il poeta sa, vuole, vivere nella tensione del superamento per raggiungere vette mentali di riscatto e di esaltazione nella scala degli estremi. (Ognuna di tale situazione letteraria sarà illuminata da versi degli autori che l’hanno interpretata).

Ottavio Rossani (Sellia Marina, 1944) è giornalista, scrittore, poeta, pittore. Si occupa anche di teatro. Come giornalista (inviato del Corriere della Sera per 30 anni) ha scritto di politica, economia, cultura, cronaca. Ha intervistato molti personaggi in Italia e all’estero. Ha viaggiato nei diversi continenti, in particolare in lungo e in largo per l’America Latina. Ha pubblicato diversi libri. Le raccolte di poesia: Le deformazioni (1976); Falsi confini (1989); Teatrino delle scomparse (1992); Hogueras (1998); L’ignota battaglia (2005). I saggi: L’industria dei sequestri (1978); Leonardo Sciascia (1990); Le parole dei pentiti (2000), Stato società e briganti nel Risorgimento italiano (2002). Il romanzo: Servitore vostro humilissimo et devotissimo (1995). Il suo libro più recente è L’ignota battaglia (2005), romanzo in versi. Per il teatro ha curato alcune regie e ha scritto diversi testi. Ha esposto i suoi quadri in molte mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Sue opere figurano in molte collezioni private. Dal dicembre 2007 tiene un blog dedicato alla Poesia sul Corriere della Sera on-line (http://poesia.corriere.it). Scrive articoli e recensioni di narrativa, poesia, saggi, sulle pagine culturali del Corriere della Sera e su altri quotidiani, riviste e siti internet.


Pausa pranzo condiviso dalle ore 13.00 alle 14.00


Giuseppe Curonici «Linguaggio spaziale e linguaggio verbale. Di fronte al sacro e al sublime»

La difficoltà nell’esprimere le idee di Sacro e di Sublime è data dal fatto che queste nozioni riguardano le dimensioni massime dell’esperienza umana, e il linguaggio sia verbale sia spaziale  è forzato a esaurire le sue capacità muovendosi  verso gli ultimi aspetti di ciò che è percepibile e dicibile. Riconosciuto il confine tra profano (o laico) e sacro, varcare il confine è possibile soltanto con un linguaggio autocritico, ossia disposto a riconoscere i propri limiti, usando definizioni non esaustive, parzialmente indeterminate, e comunque aperte.

Giuseppe Curonici è nato nel 1934. Laureato in filosofia teoretica a Milano, Università Cattolica. Ulteriori studi di semiotica e storia dell'arte. Articoli per riviste e mostre d’arte contemporanea in sedi private e musei pubblici soprattutto in Italia e Svizzera. Fino al 1999 direttore della Biblioteca Cantonale di Lugano (e archivio Prezzolini). Opere letterarie: L’interruzione del Parsifal dopo il primo atto (romanzo, Interlinea, Novara 2002, premio Bagutta Opera Prima); Nell’isola distante (romanzo, Novara 2004); La Maschera di Edipo Re (poesie, Alla chiara fonte, Lugano 2006).


Guido Oldani «Senza il sublime»

Il Sublime non lo conosco e diffido di tutto ciò che si elevi dal suolo anche di una sola spanna. È il tonfo quello che avverto, il gomito puntuto e sleale che ti accoglie. In questa cassetta degli attrezzi che è l’universo, sento il sacro come un pugno e mi fa felice se mi contraddice.

Guido Oldani è nato nel 1947 a Melegnano (MI), dove vive. Ha pubblicato sulle principali riviste letterarie del secondo Novecento: da «Alfabeta» a «Paragone», da «Poesia» a «Il Belpaese». È del 1985 la raccolta Stilnostro (ed. CENS), che reca l'introduzione di Giovanni Raboni. Il secondo libro, Sapone (2001), è stato pubblicato dalla rivista internazionale di poesia e filosofia «Kamen», in occasione del decimo anniversario di attività editoriale. La sua plaquette La betoniera è del 2005 (LietoColle) e la sua traduzione in spagnolo (La hormigonera) gli ha valso la partecipazione al festival internazionale di poesia di Medellín, Colombia (2009). È stato curatore dell’Annuario di Poesia (Crocetti editore) ed è presente in alcune antologie, tra cui Il pensiero dominante (Garzanti 2001) e Tutto l’amore che c’è (Einaudi 2003). Del 2008 è la pubblicazione di Il cielo di lardo (ed. Mursia). È incluso nella Storia della poesia italiana 1948-2008 (Daniele Maria Pegorari, Moretti e vitali ed.). È curatore della collana di poesia “Argani” (Mursia). Dirige il festival internazionale di poesia di Cagliari. Le sue poesie sono state tradotte e pubblicate e tradotte, oltre che in spagnolo, in tedesco, inglese e svedese.


Giancarlo Pontiggia «La poesia è un gesto vitale»

Le Muse non furono altro che ninfe delle acque, delle selve e dei monti: natura che diviene canto, sovrana immersione nella favolosa e scura corrente del mondo. Poeta è chi sa mettersi in ascolto delle forze della vita, ed elaborarle in avventurosi racconti, in immagini dotate di una loro verità sensibile e animistica. Che parli di lutti o di gioie, la poesia è sempre un gesto vitale, è sentire la maestà e la sacralità di un tronco, di un cielo. Ma pretende una disciplina severa, ferrea: richiede studio, silenzio, un ordine morale del pensiero e della lingua.

Giancarlo Pontiggia ha pubblicato due raccolte poetiche (Con parole remote, Guanda 1998; Bosco del tempo, Guanda 2005) e due volumi di saggi (Contro il Romanticismo. Esercizi di resistenza e di passione, Medusa 2002; Selve letterarie, Moretti & Vitali 2006). Traduce dal francese (Sade, Céline, Mallarmé, Valéry, Supervielle, Bonnefoy) e dalle lingue classiche (Pindaro, Sallustio, Rutilio Namaziano, Disticha Catonis). Vive a Milano, dove insegna al Liceo.

David Aguzzi «Al servizio della parola e del silenzio: la poetica di David Maria Turoldo»

Riflessioni e letture dedicate alla parola intesa come verbo in senso cristiano, luogo ove risiede la manifestazione artistica e poetica del divino in Turoldo.

David Aguzzi, nato a Rimini nel 1966 ,vive a Riccione dove lavora nell’ambito delle politiche sociali, giovanili, formazione e lavoro, comunitarie. Laureato in Sociologia con specializzazione in Teorie e Tecniche della Comunicazione, ama leggere poesia, saggistica su comunicazione e relazioni sociali e tanto altro. Pubblica saggi e articoli per la rivista «Catarsi. I Teatri della Diversità». Ha pubblicato: Lo straniero di carta; L’arte del legno (artigianato locale); Il Dono di Davide. I Volontari e la rete di Solidarietà; … e’ cuchel – il Gabbiano; Per uscire dall’invisibile (ANC Edizioni).


Patrizia Rigoni “Date”

Date è una sorta di poema sul tempo, in onore del tempo. Scritto praticamente da ferma. Per tornare non a ‘voler’ dire, ma a dire quello che mi viene detto. Ciò che oggi sono in grado di udire, e che non ho mai conosciuto in questo modo. Sono date vere, potrebbero essere anche altre. Tutte le date del calendario potrebbero essere Date. Se non ho avuto la forza di trasformare ogni data in Data, è perché la vita chiede sempre atti, oltre alla scrittura, chiede generosità concrete, presenza al tavolo di lavoro, alla mensa dei figli. È questa la vera difficoltà, l’ostacolo. Ma è proprio dentro questa massa di rovi, nel disordine dei loro grovigli, che voglio cercare l’offerta. Fermare l’irripetibilità sacra del tempo, fermarlo come la pianta di una città, una scultura, a volte un labirinto. Trovare l’ombra del tempo come se fosse un albero, una persona. Riuscire ad entrarci dentro come in visita ad un paese ritrovato. Dargli bussola, senso, intimità e confidenza. Ascoltare le sue parole. Dall’alba al tramonto. In una sorta di doppio binario dell’esistere, ‘dentro’ (per essere nelle cose) e contemporaneamente a lato (per poterle testimoniare).

Patrizia Rigoni, a Trieste dal 1998, ha pubblicato romanzi e poesie. È appena uscito con Fara il romanzo Avrò i tuoi occhi. Con il romanzo Come tenere l’acqua nella mano, MobyDick 2007, ha vinto il Premio speciale Trieste scritture di frontiera, e con la raccolta di poesie Distanze Astrali il Premio Internazionale di Poesia Fiur’lini in Olanda. Conduce laboratori di scrittura autobiografica e laboratori di narrazione su tutto il territorio nazionale, sia per gruppi privati o associazioni culturali sia all’interno di aziende e di istituti scolastici, come percorsi di formazione professionale per operatori. A conclusione dei laboratori ha pubblicato inoltre diversi volumi. Da alcuni di questi sono stati realizzati spettacoli teatrali e mostre. Si occupa inoltre di comunicazione e di progetti culturali per la città di Trieste.


Chiara De Luca «Lettera al tuo silenzio»

Monologo teatrale a mani sciolte con l’assenza. Dal ricordo della prigione rossa con le finestre aperte sull'assenza, sotto gli occhi verdi del cecchino del silenzio. Disperatamente in cerca del sacro nell'umano.

Chiara De Luca corre 10-12 chilometri al giorno, è nata a Ferrara nel ’75, traduce da inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese. Ha pubblicato con Fara i romanzi La collezionista (2005), La Mina (stra)vagante (2006), la silloge senza inserita ne La coda della galassia (2005), il poemetto La notte salva inserito ne Lo spirito della poesia (2008) e, con Alessandro Assiri, sui passi per non rimanere (2008). Ha pubblicato con Perdisa la pièce teatrale Duetti, e poesie in varie riviste e antologie. Sempre per Fara ha curato nel 2009 l’antologia poetica Nella borsa del viandante. Ha tradotto, tra gli altri, Marcos Ana, John Barnie, Thomas Beller, Jorge Carrera Andrade, John F. Deane, Guy Goffette, Dominique Grandmont, Thomas Kinsella, Werner Lambersy, Colette Nys-Mazure, Sabina Naef, Gray Sutherland. Si occupa di critica di poesia italiana e straniera su riviste e siti letterari. Di recente ha pubblicato la raccolta poetica La corolla del ricordo, con traduzione in inglese di Eileen Sullivan. Ha realizzato e gestisce il sito www.chiaradeluca.com, che ospita le opere di oltre 130 poeti italiani e stranieri. Ha creato le edizioni Kolibris (www.edizionikolibris.eu), dedicate alla traduzione e diffusione in Italia della migliore poesia straniera contemporanea e alla creazione di sempre nuove sinergie culturali tra le nazioni.


Nino Di Paolo «Sacro e sublime nei poeti ‘senza speranza’ del ’900 italiano»

Ungaretti, Quasimodo, Montale: la poesia del Novecento italiano presenta figure che esprimono, nella differenza di sensibilità ed anche di posizioni civili e politiche, una disperazione per le azioni degli uomini che mai trova sbocco nella consolazione di un Dio-persona  che cancelli la morte. In loro, Dio è lontano e assente: la loro è la generazione che ha visto e vissuto la decimazione della trincea e che, in seguito, è stata testimone diretta di Auschwitz e di Hiroshima. In realtà Ungaretti ha una conversione religiosa, a quarant’anni, ma le sue opere più importanti e conosciute, le poesie scritte in trincea sono specchio di una immagine di uomo fragile e sacro o, forse, sacro anche in quanto fragile. Diversi sono i percorsi umani di Montale e Quasimodo.

Nicola (Nino) Di Paolo, nato nel 1958, vive a Pero (MI) e lavora per la locale Biblioteca Comunale. Anima, da alcuni anni, gli "incontri con gli autori" che si tengono presso la Biblioteca stessa. Ha pubblicato, per Fara nel 2007, Anno Santo 1975. Da Milano a Roma a piedi, diario di viaggio di un adolescente e, nel 2008, Il primato della pietà, raccolta di racconti autobiografici e no, su temi attinenti le opere di misericordia.


Luigi Cannillo «Marmo e fango. Sublime e materia in poesia»

Sublime e materia non rappresentano due forze contrastanti, ma piuttosto elementi in tensione. Nella scrittura poetica si fecondano vicendevolmente fino a formare un’energia unitaria di senso e di lingua. Il confine tra queste due forze, apparentemente opposte, è una zona di sconfinamenti e contaminazioni, un campo autonomo di nuclei inscindibili, nella parola e nei testi. La sintesi della parola offre cittadinanza al rapporto fruttuoso fra immanenza e trascendenza, fra utopia linguistica e Tempo e ha alimentato esperienze poetiche diversificate ma molto significative: pensiamo, anche solo in riferimento  al ’900 e alla poesia contemporanea, a Dino Campana, Paul Celan, Sylvia Plath, P.P. Pasolini o, tra gli autori più vicini nel tempo, a Milo De Angelis. Sublime e materia sono infatti elementi essenziali della vita, dell'esperienza. La poesia, che inevitabilmente vi si accosta e ne è voce, rappresenta e crea a sua volta esperienza: come lingua del desiderio, della ricerca e della mancanza, lingua delle interrogazioni e della meditazione sul destino e la condizione umana; è componente imprescindibile di tale ricerca, di tale slancio.

Luigi Cannillo è nato e vive a Milano. È insegnante di lingua e letteratura tedesca. Ha pubblicato le raccolte di poesia Transistor (TS, Novara 1986), Volo simulato (Campanotto, Udine 1993), Sesto senso (Campanotto, Udine 1999) e Cielo Privato (Joker, 2005); le plaquettes Cieli di Roma (LietoColle, 2006) e L’ordine della madre (Amici del Libro d'Artista, 2008). Singole poesie sono state pubblicate su numerose riviste, fra cui Millepiani, Manocomete, Il segnale, La mosca di Milano, Il Monte Analogo. È presente, antologizzato come poeta o con interventi critici, in antologie e raccolte di saggi. Ha collaborato alla redazione dell’Annuario Crocetti 2000 e di Sotto la Superficie. Letture di poeti italiani contemporanei (Bocca, 2004) e ha curato con Gabriela Fantato La biblioteca delle voci. Interviste a 25 poeti italiani (Joker, 2006) e le antologie di poesia e prosa giovanile della Rassegna “M. Incerti” Battiti d’alfabeto (Ed. dell’Ambrosino, 1999) e Il Cerchio e la Conchiglia (Le Voci della Luna, 2008). Ha curato l’antologia Il corpo segreto. Corpo ed Eros nella poesia maschile (LietoColle, 2008).


Antonietta Dell’Arte «Così il deserto si ascoltò»

Lettura di versi.

Nata a Troina (Enna), Antonietta Dell’Arte vive e lavora a Milano. Fra le pubblicazioni: Filtro, Guanda, 1984; Lei, Marsilio, 2001, selezionato al premio Viareggio Repaci; Nel Bosco del Prete Rosso (versi per le Quattro stagioni di A. Vivaldi), 1996); Il tema del Padre, Passigli, 2008; la fiaba La Lumaca del Bosco Rosso, Castalia; il saggio Autoanalisi semiotica, Forlì, 1982. Fra i premi, la “benemerenza civica” (Ambrogino d’oro) del Comune di Milano (1993). La sua poesia è stata tradotta in Romania, in Francia e negli Stati Uniti. È stata inserita, tra l’altro, in Manifesto di Poesia, Ed. Rusconi, 1988; Poeti latini, Bompiani, 1993; Repertorio della poesia contemporanea, Mursia, 1970-1980; Il verso all’infinito, Marsilio, 1999.


Roberto Cogo «Poesia e alfabeto naturale: lettura da Io cane»

Su Io cane (L’arcolaio, 2009) Fabio Franzin scrive: “quando tutto sarà buio silenzio ricordarsi soltanto / di questo spazio verde di sogno e di suono / nella lingua pacata dei tronchi /con la pazienza dei rami e delle foglie. La lingua di Cogo è, proprio come dice il verso succitato, pacata e precisa, contemplativa; una lingua precisa, da scienziato, quando scrive e descrive le specie, sia animali che vegetali, pacata e contemplativa quando le fa correre, volare o stormire nel foglio; (…) quando Cogo è cane, e lo è col muso accucciato per terra, chi legge ha le orecchie schiacciate, sente la polvere; quando è uccello, vola con lui, con lui nuota nella scia dei pesci e avverte il lieve peso dell’uccello posato, se è ramo; è anche un osservatore attento e innamorato (non trovo altro termine per definirlo), se nel tronco malato del faggio, come bestemmia al mondo di cui sopra, sa scorgervi una mappa di stelle e di pianeti, straziante tentativo di riagganciare le altissime entità che possono ancora consolarci, e salvarci.”

Roberto Cogo è nato a Schio (Vicenza) nel 1963. Si è laureato in Lingue e letterature anglo-americane all’Università Cà Foscari di Venezia con una tesi sulla letteratura di viaggio (Jack Kerouac e W. Least Heat-Moon). Ha pubblicato Möbius e altre poesie, Editoria Universitaria, Venezia, 1994; In estremo stupore, Edizioni del Leone, Venezia, 2002 (finalista al Premio di Poesia Lorenzo Montano 2003); Nel movimento, Edizioni del Leone, Venezia, 2004 (segnalato al Premio Montano 2005); Di acque / di terre, Edizioni Joker, Novi Ligure, 2006; le sequenze poetiche Ancora nel luogo neutro e Il cielo dentro la montagna nell’antologia Dall’Adige all’Isonzo. Poeti a Nord-Est (Fara, 2008). Ha tradotto dall’inglese numerose opere di autori classici e contemporanei.


Salvatore Ritrovato «Poesia e preghiera»
Lettura e commento di alcuni versi. A volte la poesia nasce da una preghiera, e la preghiera diventa poesia. Ma quando e come la poesia cerca la preghiera? Una scelta di testi di autori del Novecento e non; riflessioni intorno al valore, e al bisogno, di guardare oltre le cose.

Salvatore Ritrovato (1967), ha pubblicato tre raccolte di versi: Quanta vita (1997), Via della pesa (2003), Come chi non torna (2008). Di recente ha curato l’antologia Dentro il paesaggio. Poeti e natura (Archinto, Milano, 2006). Di prossima pubblicazione, la raccolta di saggi e interventi La differenza della poesia. Insegna Letteratura Italiana all’Università di Urbino, dove vive.


Alfonsina Zanatta «Sguardo sull’oltre»

La poesia è sguardo sull’Oltre, disseppellirsi di mistero e di trascendenza, affondo nell’essenza della vita. L’intuizione di un altro mondo spesso coincide con la sete di senso, con la tensione esistenziale ad un approdo di luce e di significato autentico. Quasi un affare di coscienza, un insopprimibile bisogno etico. Al tempo stesso, o in un varco solo apparentemente successivo, la poesia diviene sguardo sull’Altro, su Colui che mi trascende e che si offre nella gratuità più libera alla mia attesa. Il confine con la contemplazione, con l’esperienza mistica, si assottiglia. D’altra parte i tentativi  per dire Dio, la sua Vita, la sua relazione con me non possono che stare nei dintorni della parola poetica. Parola, sì, e silenzio. Silenzio. Silenzio come grembo, come respiro. La poesia intesse relazioni con l’Oltre, con l’Altro. Non ripiegamento, ma dialogo. Non isolamento, ma partecipazione ad uno scambio vitale di Amore.

Alfonsina Zanatta ha curato, per un’antologia della Paravia, le sezioni dedicate alla poesia, con affondi sulla produzione del Novecento e su quella contemporanea. “Ospita” esperienze liriche nell’ambito di un programma radiofonico (in una radio ascoltata nel Piemonte orientale). Scrive, organizza e cura la regia di proposte poetico-spirituali per la Fraternità della Trasfigurazione, a cui appartiene. Vive e opera a Vercelli.


Alessandro Moscè «È possibile poter parlare con Dio?»

L’esperienza di Giorgio Saviane, scrittore filosofico-religioso, che in quarant'anni di produzione narrativa ha sempre cercato il senso di assoluto e di sacro, attraverso le parole dei suoi libri.

Alessandro Moscè è nato ad Ancona nel 1969 e vive a Fabriano. Ha pubblicato l’antologia di poeti italiani contemporanei Lirici e visionari (Ancona, il lavoro editoriale, 2003); i libri di saggi critici Luoghi del Novecento (Marsilio, Venezia 2004) e Tra due secoli (Neftasia, Pesaro 2007); l’antologia di poeti italiani del secondo Novecento, tradotta negli Stati Uniti, The new italian poetry (Gradiva, New York 2006, seconda edizione 2008). Ha dato alle stampe le raccolte poetiche L’odore dei vicoli (I Quaderni del Battello Ebbro, Porretta Terme 2004) e Stanze all’aperto (Moretti & Vitali, Bergamo 2008). È tradotto in inglese e in spagnolo. Si occupa di critica letteraria e di filologia su varie riviste e giornali (“Il Corriere Adriatico”, “Il Tempo”, “Pelagos”). Ha ideato e dirige il periodico di letteratura “Prospettiva”, ed è caporedattore della pagina della cultura del settimanale “L’Azione”. Ha ideato e dirige il Premio Nazionale di Narrativa e Poesia “Città di Fabriano”.



Lorenzo Mari «Nel gorgo del cielo. Umberto Bellintani a colloquio con il divino»

Un omaggio al poeta mantovano Umberto Bellintani nel decennale della sua scomparsa. Ripercorrere l’incontro del poeta con il divino non traccia soltanto un percorso mistico eterodosso, ma apre nuovi spiragli critici sull’approccio al Mondo di una parola che non si è mai limitata – nonostante le apparenze superficiali – al perimetro della realtà quotidiana.

Lorenzo Mari (Mantova, 1984) vive e studia a Bologna. Ha pubblicato la raccolta di poesia Minuta di silenzio (L’Arcolaio, 2009) ed è presente nelle antologie Pro/Testo (Fara Editore, 2009) e Nella borsa del viandante (Fara Editore, 2009). Collabora con la rivista militante «Tabard».



Roberto Mussapi «La poesia affonda nel sacro perché ne nasce»

La tragedia greca dell’età classica è una delle massime espressioni poetiche di ogni tempo, e deriva da un rito: la tragedia nasce come preghiera. Il sacro non è quindi un possibile argomento della poesia ma una realtà inscinbibile dalla poesia stessa, pur se da questa distinta. Una ricognizione su poesia e sacro è dunque uno dei nodi del pensiero, poietico e teorico.

Roberto Mussapi, nato nel 1952, vive a Milano. Poeta e drammaturgo, è anche autore di saggi e di traduzioni da autori classici e contemporanei, oltre che di un’opera narrativa, Tusitala, il narratore (Ponte alle Grazie, 2007). Tra i più recenti volumi ricordiamo Il testimone (teatro, Jaca Book, 2007) e La stoffa dell’ombra e delle cose (poesia, Mondadori, 2007), Volare (varia, Feltrinelli, 2008). È autore e conduttore di programmi radiofonici.


Cinzia Demi «Il tratto che ci unisce»

La poesia, l’amore, la fede ci uniscono in qualche modo anche al sublime, oltre che gli uni con gli altri: non è forse sublime scrivere qualcosa in cui gli altri si possono riconoscere? Non c’è del sacro nella poesia sessa, specie se contiene, si ispira e nasce dal contatto, come dice E. Pound nella poesia Hystrion, con le anime dei grandi? Credo che se i pensieri poetici riescono a contenere una visione sul mondo e a descriverla, o raccontarla, e a trasmetterla al lettore, si faccia presto a raggiungere vette elevate di sentimenti e passioni da condividere. Sì, certo, da condividere: sono per la poesia che avvicina la gente, che sta in mezzo alla gente e proprio da questo trova la sua forza. Il poeta deve essere uno di noi, non deve stare sul piedistallo, altrimenti non serve a nessuno. Il sublime è riuscire a leggere un testo in mezzo a una piazzetta, a un'osteria, a un angolo di via e farsi capire da chi è lì, in quel momento, se pure per caso. E dai bambini, dai ragazzi che si affacciano alla vita e hanno bisogno di essere avvicinati dalla poesia e non di vederla come qualcosa di irraggiungibile.

Cinza Demi, nata a Piombino (LI), lavora e vive a Bologna. Fa parte del Gruppo Poetico “Laboratorio di Parole” (ne cura le relazioni esterne ed è redattrice della rivista bimestrale «Parole»). Organizza scambi culturali e gemellaggi in varie località d'Italia e cura la regia di eventi di poesia e arte varia. Nel 2007 ha pubblicato il libro Incontriamoci all'Inferno, parodia di fatti e personaggi della Divina Commedia (ed. Pendragon) con il quale contribuisce alla conoscenza del Poema dantesco nelle scuole, in conferenze e drammatizzazioni in varie realtà istituzionali d’Italia. Ha collaborato con il Centro di Poesia Contemporanea, con il Dipartimento delle Discipline Storiche dell’Università di Bologna, con l’Università Primo Levi sempre di Bologna e con varie associazioni e istituzioni sul territorio nazionale. Nel febbraio 2009 ha pubblicato il libro di poesie Il tratto che ci unisce (ed. Prova d’Autore) con prefazione di Davide Rondoni. Della poesia dice che fa parte della sua vita, soprattutto in forma d'ascolto.


Angela Passarello «Il sacro, il sublime nel mondo animale»

Della vita degli animali mi ha sempre incuriosito la misteriosità. Sebbene il sacrificio, il dolore, la morte accomunino uomini e animali, nella sfera cosmica essi rimangono privi di coscienza, sottomessi, confinati in luoghi specifici. Nel suo “dire poetico” Rilke ci presenta nelle Elegie Duinesi l’animale in costrutti mitopoietici. Gli animali indagati da R. Steiner e dalla filosofia buddhista assumono un significato cosmico legato alla rinascita e alla reincarnazione. Nel Diluvio universale il Signore dice a Noè: “D’ogni animale mondo prendine con te sette paia…”

Angela Passarello è nata ad Agrigento.Vive e lavora a Milano. È cofondatrice della rivista «Monte Analogo» di cui è redattrice. Ha pubblicato la raccolta di racconti Asina Pazza (Greco@Greco), la raccolta di poesie La Carne dell’Angelo (ed. Joker) le prose poetiche Ananta delle Voci Bianche (ed. I Quaderni di correnti). È presente nell’antologia Poeti per Milano (Viennepierre ed.).


Gabriela Fantato «L’evoluzione del sublime»

Dopo Baudelaire non è più possibile quell'idea di sublime (alto): poesia come lingua e voce del corpo, della vita che in sé è sacra; la poesia del ’900 dice il dolore, il senso del limite, la gioia e la fragilità del vivere; nuova idea di sublime come  voce di ciò che è intrecciato alla vita, alla materia e al corpo; la sacralità è appartenenza alle leggi dell'universo.

Gabriela Fantato, poetessa, critica, saggista. Suoi testi, anche in traduzione inglese, francese, spagnola e araba, compaiono su riviste e antologia italiane e straniere. Raccolte poetiche: Fugando (Book editore, 1996); Enigma (DIALOGOlibri, 2000); Moltitudine, in Settimo Quaderno di Poesia Italiana, a cura di F. Buffoni (Marcos y Marcos, 2001); Northern Geography, traduzione di E. Di Pasquale (Gradiva Publications, 2002); Il tempo dovuto, poesie 1996-2005 (editoria&spettacolo, 2005); Codice terrestre, pref. di Milo De Angelis (La Vita Felice, 2008). Ha curato con Luigi Cannillo il libro di interviste La Biblioteca delle voci. Interviste a 25 poeti italiani (Joker edizioni, 2006)e ha collaborato a varie dizioni di Almanacco di poesia, edito da Crocetti, a cura di G. Oldani. Dirige la rivista di poesia, arte e filosofia: “La Mosca di Milano”e la collana di poesia, saggi e traduzioni “sguardi” (La Vita Felice, Milano). Ha vinto: Premio M. Cumani Quasimodo (edito, 1997); Premio Gozzano (2003, inedito); Premio Montale Europa (2004, inedito) e Premio Tortona (edito, 2008).

Dibattito con il pubblico e interventi flash
Mariangela De Togni, Luigi Metropoli, Natascia Ancarani, Alessandro Rivali…



L’universo sotto le parole
 
 

Nessun commento: