domenica 28 settembre 2008

Su Come chi non torna di Salvatore Ritrovato

Raffaelli Editore, 2008
nota di lettura di AR

La citazione di Pavlos Màtesis in esergo pare stendere un velo di pervasivo pirronismo su questa silloge in cui la nostalgia innescata dai sogni e dai ricordi si deposita in versi di ritmo vario in cui le assonanze e le allitterazioni giocano un ruolo importante: spesso i versi sono anche piuttosto lunghi, quasi abbisognassero di spazio per dare trama e immagini a un “racconto” costellato di visioni illuminanti di sapore qoheletiano o zen: «Meglio una luce di traverso / appesa sullo scoglio, / meglio il trabucco che lievita sul mare» (p. 17); «Appena chiudo gli occhi / da qualche parte cantano i galli.» (p. 20); «Laggiù corrono puledri senza morso / e asfodeli portano un ciuffo aspro / che sembra un dono della terra / a primavera, ma d’inverno un osso.» (p. 22); «Usciamo dalle campane / rannicchiati nel vento. / E intorno deserto.» (p. 25); «Sale l’eco dei trattori, polverosa / dai campi dove scattano corvi / e ogni estate tornano più pochi.»; «Solo un’afa scollina tra i castagni.» (p. 38)… Più che lo scetticismo di Pirrone, questa raccolta declina forse la speranza cristiana in un un più laico (che non significa areligioso) stupore intriso di domande che cullano il mistero: «Galleggia verso la riva opposta come un tronco / lasciato inerte alle correnti questo corpo / (…) / E dalle colline di cobalto alluminio ferme / in un celeste nulla che bacia i templi i pilastri / il vapore acido di un incendio notturno / della città tra stillanti raffiche di sogni, / alza lo sguardo nel decadente piano dell’universo / alle stelle che spariscono per milioni d’anni / al loro silenzio, alle correnti di materia in quel punto / in cui declina care ombre ogni muro.» (p. 43); «Indossiamo il mondo eppure è un velo a termine quest’abito.» (p. 45); «nessuno credererà che io sia morto.» (p. 54).
In questo libro l'autore ci porge un paesaggio “ritrovato”, un passato ricompreso e quasi rivissuto (anche negli occhi e nelle parole degli antenati), una meditazione elegiaca ricca di echi e sfaccettature.

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