lunedì 24 novembre 2008

ALFABETICA 2008 - le parole che ci appartengono

Siete invitati
SABATO 6 DICEMBRE, ore 17,30
presso la BIBLIOTECA
PLANETTIANA; PALAZZO DELLA SIGNORIA di JESI
all'incontro di apertura
di
ALFABETICA 2008 - le parole che ci appartengono
incontri letterari
con i nuovi autori di lingua italiana

Alfabetica 2008 prevede 3
incontri:

Al 1° incontro, SABATO 6 dicembre, verrà presentata
l'antologia Alfabetica 2007, con
gli interventi e i brani degli
autori che hanno partecipato agli incontri dello scorso anno: Mia
Lecomte, Jarmila Ockayovà, Mihai Mircea Butcovan, Barbara Serdakowski,
Ron Kubati.

Sarà presente la scrittrice JARMILA OCKAYOVA’ (nata in
Slovacchia, vive a Reggio Emilia; ha pubblicato con Baldini&Castoldi
"Verrà la vita e avrà i tuoi occhi" (1995), "L'essenziale è invisibile
agli occhi" (1997), "Requiem per tre padri" (1998) e inoltre
"Appuntamento nel bosco" (EL 1998) e "Occhio a Pinocchio" (Cosmo
Jannone 2006).

Seguiranno altri due incontri,
venerdì 16 gennaio h. 18 alla Bibioteca la Fornace di Moie e venerdì 30
gennaio h. 18 alla Biblioteca Planettiana di Jesi,
nei quali si alterneranno gli autori di alfabetica 2008: Gabriella Ghermandi,
Gregorio Carbonero, Ali Cristina Farah e Julio Monteiro Martins

Schede sugli autori e
informazioni su Alfabetica sono disponibili
all'indirizzo: www.casaculture.it/ab/2008/p.html

altre informazioni possono essere richieste all'indirizzo: alfabetica@casaculture.it

ALFABETICA 2008 è promosso da
Comune di Jesi, assessorato alla Cultura
Comune di Maiolati Sponitini, assessorato alla Cultura
Biblioteca Planettiana di Jesi e Biblioteca La Fornace di Moie di Maiolati

da un'intervista a Jarmila Ockayovà:

" ... c'è l'umiltà nei confronti della lingua, che
per uno scrittore straniero non è solo uno strumento comunicativo o
espressivo, ma anche la conquista di una nuova dimensione, mentale e
psicologica. Conquista faticosissima; anche qui si può usare una
metafora per così dire acquatica: mentre lo scrittore che usa la
madrelingua lo fa da esploratore, slittando sulle onde del suo
oceano/immaginario - giacché tutto ciò che sta "sotto" a quelle onde lo
ha già acquisito, vissuto, da sempre - lo scrittore che adotta una
lingua nuova deve per forza farsi palombaro - calarsi nelle profondità
antropologiche e storiche della lingua, orientarsi tra anfratti
tortuosi di mille barriere coralline, ossia semantiche. E siccome la
"bombola d'ossigeno" che si porta sulle spalle è la sua cultura
d'origine, quelle immersioni diventano un'avventura affascinante ma
anche rischiosissima, in termini di identità, di possibili smarrimenti."

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