martedì 29 aprile 2008

LA MERLA (poemetto di Adeodato Piazza Nicolai)



(foto di Luigina Bigon)

1.
Cosa ti ha spinto a coniugare
filo per filo quel nido nel
ficus sul nostro balcone
ritornata per due primavere,
sette fragili uova di merlo
meticolosamente covate per
garantire il loro futuro. Ora
ci manchi e siamo quasi alla
fine di aprile. Verrai ancora?
Volevo costruire il mio nido
come te, nascosto tra foglie
protetto dai muri di casa
mostrare ai figli come volare
dove sostare e dormire
tranquilli sotto le ali distese.
Sicuramente non sono
riuscito, troppi problemi
preoccupazioni senza
risposte finali. Seguo ogni
giorno i loro sorvoli e
sorpassi, le loro soste
i loro amori, le loro paure.

2.
Merla, sei ritornata
in ritardo questa mattina.
Credevo avessi dimenticato
il tuo nido: ti sei intromessa
tra i rami del ficus e
resti ferma a covare.
Di tanto in tanto il tuo
compagno ti porta un verme
e tu tranquilla continui a covare.
Ti osservo dalla finestra,
non sembra vero che sei ritornata.
La spinta è forte, conquista
barriere, scavalca confini. Era
solo un falso allarme, sei ritornata.

3.
Incerta, non ti convince
la nostra presenza. Covi
per pochi secondi e voli via.
Stai preparando altrove
un nido più sicuro? Sei
titubante come la pioggia.
Esco di rado sul balcone
per non depistarti ma forse
non importa. Non è facile
la scelta: usare il vecchio
nido o farne uno nuovo.
Come darti una mano per
assecondare il tuo piano?
Mi preoccupo per niente,
farai come ti preme un tuo
sentimento che non conosco
ma seguo, se tu mi guidi.

4.
La merla chiama e io rispondo.
Di certo non canta per me
ma come non ascoltarla
se adesso tutta la primavera
sembra suonare? Il campanile
rintocca il mezzogiorno,
qualcuno rientra per un piatto
di spaghetti, altri mangiano
il tramezzino. La merla
sfama i suoi piccoli. Sto sul
balcone in contemplazione.
Sembra passata la stagione
delle nebbie anche se il cielo
fa le sue nuvole e gira
un’aria pungente. Eppure
la mente sembra più calma
più cristallina e si avvicina
a qualche barlume di felicità.
I fiori ballano un valzer sul
davanzale. Passeri picchiano
nelle pozzanghere.

5.
Il nido vuoto, è colpa nostra
oppure ti sei stancata dei nostri
sguardi invadenti/inquisitivi?
Ci hai tollerato per due stagioni
di farti sanguinare la pazienza
ma la tua assenza riafferma
la nostra speranza. Non voglio
perderti, freccia d’amore, sussurro
d’ala che allieta questo balcone
e nella gabbia i pappagalli sono
irrequieti, notano la tua mancanza
pegno di liberta? Nel cortile
passeggia un gattone reduce di
persecuzioni e di battaglie. Passeri
gridano nella pineta, lottano con
prepotenza. La nostra sapienza
è sempre più schiva, arranca
la riva dell’ignoranza in questa
stanza trafitta dal sole.

6.
I tuoi solfeggi graffiano il cuore,
merla nascosta lontana tra i rami
del pino. Vorrei sentirti vicina
distesa sul nido ma non ti muovi
dal nascondiglio segreto. Spargo
briciole di pane sul davanzale
sono mangiate soltanto dal sole.
Sapessi il perché della tua reticenza
forse potrei cancellarla. Canti
e ricanti la tua sinfonia che ascolto
con occhi socchiusi, abbagliati
da troppa luce e la tua voce
scandaglia note che ancora
non so decodificare.

7.
In autunno come sempre
sposteremo il ficus nel salotto
con il nido fisso tra i rami.
Non resisterebbe all’inverno e
nella stanza le foglie pian piano
sfoltiscono, cadono: ma la
gran parte non vuole morire,
sembrano quasi sognare.
Nei primi giorni di primavera
ritorna in terrazza, assorbe
più luce. Poi si fa viva di nuovo
la merla.

8.
Continua il tuo fischio primaverile
non condannarmi solo ai rumori
di questa città vicino al Brenta.
I baby merli sono cresciuti, hanno
lasciato la piccola casa, le nostre
stanze sono più vuote. L’estate
già toglie il respiro, forse vi trovo
in montagna e i vostri sorvoli
asseconderanno i nostri passi nei
boschi, là dove il muschio assopisce
le nostre storture. Vorrei seguire
le vostre avventure, aspetterò
la nuova covata.

9.
Tutta bagnata dopo il temporale
sembri un pinguino appollaiato
sull’angolo della grondaia. Giri
la testa a destra e a manca come
l’ago di una bilancia un poco
impazzita. L’alba è strapiena
di note e rumori. Nel sottofondo
ronza un camion dei rifiuti. Non
ti avvicini al tuo nido forse perché
sto sul balcone a fumare.
I vasi traboccano d’acqua
caduta durante la notte e l’aria
gronda umidità, ma forse il sole
trapanerà questo tappeto di grigio.

©2008 Adeodato Piazza Nicolai

altre poesie dello stesso autore qui



(foto di Luigina Bigon)

Adeodato Piazza Nicolai è nato a Vigo di Cadore, provincia di Belluno, nel 1944 ed emigrato negli Stati Uniti vicino a Chicago nel 1959, è docente, poeta, saggista e traduttore. Laureato in Lettere dal Wabash College nel 1969, ha ricevuto il Master of Arts dall’Università di Chicago. Dopo 30 anni presso la ditta siderurgica Inland Steel Company di Chicago, si è pensionato nel 1996. Ha pubblicato poesie, traduzioni e saggi in riviste italiane e americane. Autore di tre libri di poesia: La visita di Rebecca (1979), I due volti di Janus (poesie e traduzioni, 1980), e La doppia finzione (Insula editore, 1988; Introduzione di Rebecca West); Glauco Cambon ha presentato una selezione di poesie del Piazza Nicolai, scritte in dialetto “Ladino” del Cadore, sulla rivista culturale «Forum italicum», apparsa nell’Autunno del 1987. Traduttore dal dialetto del Friuli e della Venezia Giulia di una selezione di nove poeti (tra i quali Pier Paolo Pasolini e Biagio Marin) inclusi nell’antologia Dialect Poetry of Northern & Central Italy, Legas editore, 2001. Alcune sue poesie ladine sono apparse nell’edizione trilingue dell’antologia Via terra (An Anthology of Contemporary Italian Dialect Poetry, Legas editore, 2000 – curatori: Achille Serrao, Luigi Bonaffini e Justin Vitiello). Dall’italiano all’inglese ha tradotto poesie di Giulia Niccolai, Donatella Bisutti, Silvio Ramat, Emanuel di Pasquale, Fabio Franzin, Luciano Troisio e Luciano Zannier, mentre dall’anglo-americano all’italiano ha tradotto alcune poesie di Erica Jong e di Adrienne Rich; sta preparando una selezione lirica dei poeti afroamericane Gwendolyn Brooks, Nikki Giovanni, June Jordan, Rita Dove, Maya Angelou, Elizabeth Alexander, Wanda Coleman, Marilyn Nelson, Alice Walker e Margaret Walker, per la quale ha ricevuto nel 2004 una “Sonia Raiziss Giop Foundation Grant in Translating” sponsorizzata dalla NIAF (“The National Italian American Foundation”). Nel 2005 ha ottenuto un’altra Grant per tradurre un ciclo di poesie di W.S. Merwin. Ha insegnato lingua italiana e letteratura moderna all’università di Purdue Calumet, nello Stato dell’Indiana, USA. Nel 2000 è uscita la raccolta di poesie Diario ladin (Grafica Sanvitese) tradotte in italiano e inglese, con il patrocinio della Union Ladina del Cadore de Medo. Ha tradotto in inglese il poemetto di Luigina Bigon, Cercando O, accompagnato da un saggio critico (Panda editore, 2001), il volume di poesie Saccade di Cesare Ruffato (Optical Fibrillations, Quaderni dell’Istituto Italiano di Cultura, Edimburgo, 2001), Sequenza friulana di Marilla Battilana (Friulian Sequence, Panda Edizioni, 2004), Il nudo è il tuo abito talare di Arnold de Vos (Nakedness Is Your Priestly Robe, di prossima pubblicazione), la raccolta di poesie di Mia Lecomte, Autobiografie non vissute (Unlived Autobiographies, Piero Manni Editore, 2004), di Manuela Bellodi Albicocche per i miei ospiti (Apricots for My Guests, LietoColle, 2006) e di Luigi Ballerini, “Le macchine inadempienti di Lawrence Fane” (“The Unyelding Machines of Lawrence Fane”, Edizioni Mazzotta, 2006). Nel 2005 alcune sue poesie sono apparse nell’antologia La coda della galassia, Fara Editore. Recentemente ha tradotto poesie di Renzo Cremona, Gianpiero Giuliucci, Jorge Monteiro Martins e Mihai Mircea Butcovan. Tuttora vive in Italia, dove si occupa di traduzioni, di conferenze, di “workshops” sul ladino del Centro Cadore; fa parte del Comitato Scientifico dell’Istituto Culturale delle Comunità dei Ladini Storici delle Dolomiti Bellunesi; ha insegnato come “Full Lecturer” d’inglese all’Istituto Linguistico “Cadore” di Auronzo e regolarmente partecipa a letture/presentazioni di poesia. È associate editor della rivista internazionale Journal of Italian Translation, Brooklyn College, New York, dove sono apparse sue traduzioni di poeti italiani e dialettali, come pure nella rivista letteraria Metamorphoses (vol. 14, Issues 1-2, Spring and Fall 2006, Smith College, Amherst / Northampton, Massachusetts). Varie sue traduzioni di poeti dialettali italiani si trovano sul sito internet statunitense userhome.brooklyn.cuny.edu/bonaffini/DP/index.html diretto da Luigi Bonaffini. Altre poesie sono apparse nel blog farapoesia. Inserito anche nel sito www.literary.it di Giampiero Tonon. Per l’Istituto Ladino de la Dolomites nel 2006 ha pubblicato “Storia della letteratura delle Dolomiti bellunesi” e nel 2008 uscirà “La letteratura delle Dolomiti bellunesi”. Nel 2008 con Lieto Colle apparirà il volume di traduzioni Nove poetesse afroamericane. Nel 2009 usciranno due volumi di poesie: Apocalisse e altre stagioni e Quatro ane de poesia.

E-mail: apnicolai@hotmail.com [Revised 22 April 2008]

1 commento:

Alessandro Ramberti ha detto...

Caro Adeodato,
ti ringrazio del tuo "poemetto", dolce e delicato. Quante belle imagini e soprattutto quante acute riflessioni! È un raggio di primavera che illumina il nostro quotidiano fatto spesso di cose ripetute e banali.
Grazie ancora.
Un abbraccio .
Gioachino Bratti.