giovedì 31 maggio 2007

Pupille ardenti 1-6

Creativa 8-10 giugno


CREATIVA - Programma dell’ottavo incontro 8.9.10 Giugno 2007
www.rignano.org/Creativa%20Sito/index07.htm

“Noi pensiamo all’arte come al fluido collante della società, l’espressione viva e vibrante dei sogni e dei bisogni dell’umanità. In questo modo tutte le forme dell’arte hanno pari diritti, da quelle manuali a quelle concettuali, ognuna incaricandosi di interpretare, tradurre e stabilire i rapporti fra le persone e quelli con l’ambiente”.

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Venerdì 8 - ore 20 (in poi…)

Cen’Arte - una cena fra azioni, letture e proiezione di video d’artista, dove gli Amministratori saluteranno gli artisti presenti. La cen’Arte si terrà nella sala della casa del popolo (al centro del paese);
Allestimento della mostra di Mail Art "Né servi Né padroni";

Sabato 9 - ore 10,35

Incontro tra gli artisti e gli studenti della Scuola Media;

- ore 15

Incontro e presentazioni;
La mostra delle autoproduzioni; Riviste; Libretti; Libri d'artista; Fanzine; Video; CD..
Inizio performance, letture poetiche ed esibizioni varie, tra cui “giù il cappello per George Maciunas”

- ore 20

Cena per gli artisti

- ore 21,15

La Promende degli artisti (una uscita attraverso le vie e le piazze del paese);

Domenica 10 - ore 10,30

Incontro-dibattito sugli aspetti ed i percorsi di Creativa, l’uso dei linguaggi contemporanei, approccio e diffusione;

- ore 13

La tavolata poetica, a pranzo insieme; un convivio di cibo ed arte;

- ore 14,30

Riprendono performance, letture poetiche ed esibizioni varie fino alla chiusura alle ore 19

Durante le tre giornate, con il sostegno tecnico di G. Umiliacchi, sarà redatta e stampata CreaZine la prima fanzine di Creativa.


Artisti presenti nelle tre giornate:

Vittore Baroni - Giovanni&Renata Strada - Francesco Mandrino - Anna Boschi - Yolanda Pérez Herreras - Gianluca Umiliacchi - I Santini Del Prete - Fulgor C. Silvi - Monica Michelotti - Coba's Mario Carchini - Carla Bertola - Alberto Vitacchio - Edvino Ugolini - Gianni Broi - Piero Viti - Liliana Ugolini - Giovanna Ugolini - Bruno Capatti - Claudio Fusai - Irene Fusai - Franco Piri Focardi - Gianni Donaudi - Katia Di Stella - Leonello Rabatti - Biancamariastefania Fedi - Tito Truglia - Giampaolo Salvadori - Emanuele Gagliano - Mauro Marchiani - Carole Davitti - Laura Cristin Sheren - Giancarlo Pucci e Rossella - Gordiano Lupi - Anna Seccia - Maurizio Vitiello - Poeti D'azione - Gruppo Slan - Sandra Mazzini - Umberto Esposti - Rorica e Dobra Kamperelic – Troglodita Tribe S.p.A.f.

Libri nascosti a Traversetolo 1-3 giugno


Libri a Corte 2007
seconda edizione mostra mercato della piccola e media editoria

Si ripete, dopo il successo del primo anno, la Mostra Mercato della Piccola e Media Editoria Libri a Corte organizzata dall'Assessorato al Commercio, Agricoltura, Industria, Artigianato del Comune di Traversetolo con la collaborazione del Centro Culturale Comunale.

La Mostra si propone di raccogliere e far scoprire le realtà editoriali piccole e piccolissime che pure si sono distinte per il loro coraggio, la loro autonomia e capacità di sopravvivenza imprenditoriale, il fiuto nella scoperta di talenti e opere significative.

Oltre alle grandi casi editrici, quelle che trovano maggiore spazio nelle librerie o sono in grado di pagare somme considerevoli per la pubblicità sui vari mezzi di comunicazione esiste tutto un mondo poco noto ma altrettanto vivo ed effervescente.

Non da ultimo Libri a Corte sarà anche un’opportunità di incontro e socialità intorno alla passione comune della lettura.

Libri Nascosti resterà aperta per tre giorni consecutivi: venerdì 1, sabato 2 e domenica 3 giugno nella Sala delle Colonne del Centro Civico “La Corte Bruno Agresti”. Ogni giorno si susseguiranno incontri con nuovi autori e presentazioni di libri.

Ecco cosa prevede il programma dettagliato:

venerdì 1 giugno
ore 17,00: inaugurazione da parte delle autorità con buffet di benvenuto.

PRESENTAZIONE LIBRI E INCONTRI CON GLI AUTORI (Sala delle Colonne):
ore 18,00 - Stati di Nebbia e altri racconti (Armando Conti) - FARA EDITORE
ore 18,45 - La camera maledetta (Simone Mazza) - FARA EDITORE
ore 19,15 - I dolori del giovane Werther (Goethe - audiolibro con Luigi Maragoni) - IL NARRATORE srl

DIBATTITO (sala del Consiglio - primo piano)
ore 21,00 - EDITORIA, LA METAMORFOSI DIGITALE
Libri on-line, print-on-demand, learning objects: piccoli editori, protagonisti del nuovo modo di produrre e distribuire libri
Conversazione condotta da Mario Guaraldi


Sabato 2 giugno
PRESENTAZIONE LIBRI E INCONTRI CON GLI AUTORI (Sala delle Colonne):

ore 11,00 - Onde-Forma (Ave Appiano) - CARTMAN EDIZIONI
ore 15,00 - Una storia d’annata (Loredana Squeri) - EDITRICE ZONA
ore 16,00 - Il Palazzo della Repubblica e altri racconti (Natascia Ancarani) FARA Editore
ore 17,00 - La coda della galassia (Luca Ariano) - FARA EDITORE
ore 18,00 - €uromiti: dalla A alla Z dizionario delle eurobufale (Massimo Giacobini e Nicoletta Spina) - ed. Sassoscritto, porgetto CARREFOUR.
Durante il pomeriggio saranno presenti il Prof. Giuseppe Benelli, Presidente della Associazione "Città del Libro" di Pontremoli, e presidente del Premio Bancarella) e il vincitore del Premio Bancarellino 2007 con il libro "Le ombre di Halloween) Maurizio Giannini.

Domenica 3 giugno
PRESENTAZIONE LIBRI E INCONTRI CON GLI AUTORI (Sala delle Colonne):

ore 9,30 - Tre donne d’istanti (Lara Arvasi) - Ed. LIBERO DI SCRIVERE
ore 10,30 - Alice in Land (Alessandro Cinelli) - Ed. LIBERODISCRIVERE® EDIZIONI
ore 11,30 - Tempo di esistere (E. Rovegno - V. Gueglio) - GAMMARò Editori
ore 15,00 - Il corvo sulla neve (Piergiovani Sempio) - VIENNEPIERRE EDIZIONI
ore 16,00 - Storie di vita (Marco Bottoni) - FARA EDITORE
ore 17,00 - Il virus dell’elefante (Corrado Giamboni) - FARA EDITORE
ore 18,00 - Mal bianco (Leela Marampudi) - FARA EDITORIE

Infine, ecco le case editrici che saranno presenti alla Mostra Mercato:
Babalibri srl (Milano), Cartman Edizioni (Torino), Editrice Zona (Civitella - Val di Chiana), Edizioni Clandestine (Massa), Fara Editore (Rimini), Gammarò editori (Sestri levante), Guaraldi.it s.r.l. (Rimini), Il Narratore srl audiolibri (Zovencedo - VI), Liberodiscrivere® edizioni (Genova), Viennepierre edizioni (Milano).




Per informazioni:
Comune di Traversetolo
tel. 0521/344557 - 344523
n. verde: 800.063320
infopoint@comune.traversetolo.pr.it



Date venerdì 1 giugno 2007 17.00
Luogo Sala delle Colonne, Centro Civico "La Corte", via Fratelli Cantini 8 - Traversetolo (PR)

mercoledì 30 maggio 2007

…/faranews 90


è uscito il numero di giugno v. qui

Editoriale: “Solo facendo silenzio / capisco / le parole / giuste”

Sono versi di Andrea Parato inseriti una una sequenza poetico-filosofica di grande presa, come peraltro le sussultanti poesie e le empatiche recensioni di Paola Castagna, e la lettura di Duende che ci offre Maria Liana Celli o le spiritualmente brulicanti poesie di Stefano Cervini. E così il gustoso commento dantesco di Maria Rosa Panté e il racconto storicamente inquieto di Mattia Pari, la lettera alle monache di clausura di Bernardo M. Gianni ci aprono squarci di vita e di anima (“in quell'anticipo di eternità che è la liturgia”) che danno alle parole forza, necessità e bellezza. Un numero davvero stimolante e coinvolgente in molti sensi e direzioni. Buona lettura!


Sperando che le nostre comunicazioni siano per Lei interessanti, in ogni momento Le sarà possibile chiedere di essere cancellato dalla mailing list: basta rispondere UTILIZZANDO LO STESSO INDIRIZZO DI POSTA che volete venga cancellato, scrivendo in oggetto: CANCELLAMI.

martedì 29 maggio 2007

Su Dediche sillabiche


recensione di Alessandro Canzian in Progetto Babele
17/05/2007


Gli uomini non vedono mai i loro pensieri, / vivono solo di desideri: / inseguire dei sogni / sopportare il silenzio / perfino il dolore / uomini che non moriranno mai / uno porta ancora la croce / uno inganna / uomini a tradire / pronti a colpirti.

“I versi di Enrica Musio sorprendono per quegli squarci di verità che lo sguardo di un occhio naif, privo di snobistica sufficienza o cinico distacco, sa svelare nelle cose e nelle persone”. Così afferma la postfazione, a cura di Alessandro Ramberti, di Dediche sillabiche di Enrica Musio. Una scrittura fresca che sovente ha bisogno di un punto di partenza per trovarsi e ritrovarsi. Il libello è infatti quasi completamente composto di versi dedicati a personaggi intravisti nello schermo televisivo, amici, parenti, che divengono stimolo e fine della poesia stessa. Grandezza e limite del libro stesso che sa entrare nell’altro ma non penetra la pelle intellettuale dell’autrice.

Hanno reciso le stelle, / i miei desideri, / non ho più una mia oasi / per la mente / solo allucinanti proiettili / luci impazzite / ai bordi di strade troppe volte / usate / non riesco a togliermi / dall’anima / questa polvere di noia / ho visto il sole / ma l’ho soltanto visto / e mi resta il rammarico / di non averlo / mai vissuto. / (a Enrico Cordiner)

C’è in questo libello una chiara sensazione di sfondo, un irrisolto forse, che porta il lettore ad aspettarsi altro. Sembra d’essere davanti a versi non definitivi, spesso non prettamente poetici, ma sicuramente promettenti. Chiudendo il libro rimane in gola un’attesa come davanti a uno studente di poesia che presti per la prima volta a delle pagine il suo operato, non deludendo, ma non dando quanto certe sfumature di certo portano ad aspettarsi.

Come allodole assetate morire / in un miraggio, / o come una quaglia / che ha passato il mare / nei cespugli / non ha voglia / più di volare, / non vivere un / lamento / come un / cardellino / accecato. / (a Giovanni Paolo II)

Libro interessante, comunque, per la sua natura tutta tesa all’altro. Non ci sono cosmi interiori fini a se stessi ma tutto è proiettato verso un'altra persona rendendo questo edito un vero e proprio messaggio in bottiglia, un parlato, una voce a prescindere serena, ma che ha bisogno di dire. Un dire molto spesso appropriato, ricercato lessicalmente ma senza pesantezza, gradevole. Che va, sicuramente, riletto.

Dimmi almeno che oscura meraviglia, / ti prende di me che / non trovi bella / questa umile e sommessa giunchiglia / che già ti paragona ad una stella // dimmi che sono presente / e divina / dentro al tuo letto di piacere // dimmi di un bacio / che fugge dolcemente / a tutte le chimere / e alle smanie. / (ad Alessio Boni)

Chiara Daino selezionata al Tassoni 2007




La Merca di Chiara Daino è tra i libri della sezione Narrativa selezionati dal Premio Alessandro Tassoni (ringrazio per la sengalazione Luigi Metropoli).
La Giuria del Premio, composta da Gianni Cascone, Nadia Cavalera (Presidente), Mario Lugli, Francesco Muzzioli, Mario Lunetta (vincitore della sez. B nel 2006), ha scelto tenendo presenti soprattutto i criteri di innovazione, l’impegno civile e politico, e/o la validità potenziale per la costruzione di un “mondo più giusto e democratico” (come da Regolamento).
Complimenti a Chiara e in bocca al lupo!

Reporter per un giorno o una vita…


Sei giovane, curioso e stufo della solita comunicazione?
Potresti essere il nostro corrispondente. La tua città, il tuo mondo, il tuo spazio vitale interessano noi e non solo. Se nessuno ti offre la parola, noi ti offriamo la possibilità di dire...
Meglio, di Diregiovani!

IL REGOLAMENTO DI REPORTER PER UN GIORNO 0 PER UNA VITA

Inviateci notizie nel formato che ritenete a voi più familiare:
News - testi scritti di massimo 10 righe
Video - filmati in qualsiasi formato della durata massima di 3 minuti
Fotogallery - Cinque immagini di un evento unico.

Lo score da raggiungere è quello di 100 punti.
Ogni news pubblicata vale 2 punti.
Ogni fotogallery pubblicata vale 3 punti.
Ogni video pubblicato vale 5 punti.

La selezione del materiale è a insindacabile giudizio della redazione.

La pubblicazione del contenuto inviato sulle pagine di díregiovani.it comporta l'ottenimento dei punti.

Una classifica verrà “affissa” online su diregiovani.it permettendo a tutti i reporter di tenere sotto controllo il proprio punteggio. Al raggiungimento di 100 punti, il reporter otterrà 100 euro e una certificazione dell'attività svolta, perché alla fine, in tutto questo virtuale, noi crediamo sempre che 'carta canta".

I migliori contenuti pubblicati online su díregíovani.it, inoltre, avranno diritto a un altro riconoscimento: entreranno a far parte del circuito giornalistico dell'Agenzia di stampa Dire, in modo tale che anche i nostri lettori possano direttamente sul loro desk ricevere il lavoro prodotto, con tanto di riferimento per essere contattati direttamente.

Informiamo, inoltre, i partecipanti minorenni che la scheda di adesione per la partecipazione all’iniziativa deve essere sottoscritta da una persona maggiore di età. Allora, cosa aspetti? Scarica il file .doc, compila la scheda d'adesione, e inviaci il materiale a redazione@diregiovani.it
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Autori sommersi in «Prospettiva»


Il periodico di arte e letteratura «Prospettiva» curato da Alessandro Moscè, nel numero uscito il 26 maggio 2007 dedica la prima pagina all'incontro riccionese del 12 maggio con poeti e narratori emergenti ma anche già “emersi“ da tempo, per quanto sia sempre difficile raggiungere i lettori che appaiono a volte distratti.

“Notte scura“ in video


LA NOTTE SCURA, la poesia
di Ghonim più celebre
contro il razzismo,
è ora in video
http://www.ghonim.com/ghonim_video.htm


Il testo scritto della poesia
si trova al seguente link:
www.ghonim.it

La natura non aspetta

recensione di Michela Maggiani su Diversità apparenti pubblicata in «Leggere:tutti» del 18 aprile 2007

“… un testo incentrato su tematiche 'alte', sociali, come la disabilità, (…) incentrato sul dialogo, continuo, costante, tra l'autrice, Carla De Angelis, ed il curatore, Stefano Martello.“


venerdì 25 maggio 2007

Su Contrappunti e su Anno Santo 1975

recensione di Emilia Dente a William Stabile qui

recensione di Vincenzo D'Alessio a Nicola Di Paolo qui

La poesia del silenzio (Massimo Pasqualone)


Che cos’è la poesia?
In un’intervista apparsa pochi anni prima della sua morte, Franco Fortini disse che rispondere è come voler spiegare “che cos’è l’uomo” o “che cos’è il mondo”. Ogni definizione sarebbe mutila. Incompleta. Approssimativa.
E soprattutto che cos’è oggi la poesia?
Ha ancora senso, come ricordava Montale nel discorso tenuto all’Accademia di Svezia del 1975 in occasione dell’assegnazione del Premio Nobel, nell’epoca dell’apparire, del consumismo sfrenato, del disimpegno, della messa in crisi dei sentimenti più basilari, della rincorsa al denaro, dedicarsi ad una pratica così antitetica rispetto agli elementi appena elencati come quella dello scrivere o del leggere versi?
“In tale paesaggio di esibizionismo isterico- scriveva Montale- quale può essere il posto della più discreta delle arti, la poesia?
Permettetemi di rispondere alla prima domanda con un commiato del 1916:

Gentile
Ettore Serra
poesia
è il mondo l'umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
la limpida meraviglia
di un delirante fermento
Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso


Di fronte a questo intensissimo manifesto di poetica del silenzio bisognerebbe solo meditare, piuttosto che parlare, ma stare di fronte ad una poesia, pemettetimi l’ardire, è come stare di fronte ad un semaforo rosso:

• C’è chi si ferma perché ha paura di fare un incidente;
• C’è chi si ferma perché ha paura di una multa;
• C’è chi si ferma perché è rosso;
• C’è chi passa perché è distratto;
• C’è chi passa perché ha fretta;
• C’è chi passa perché alla fine rosso, verde, arancione sono solo colori.

Il semaforo è comunque rosso per tutti ma, come diceva Federico Garcia Lorca in Cancion otonal del 1918: “Si la muerte es la muerte qué será de los poetas…”
Leggere o ascoltare poesia non è una pratica scontata. Soprattutto oggi, dove tutto avviene nel frastuono. La poesia non ama il frastuono. Necessita di silenzio.
Non un silenzio qualunque, né il silenzio in generale, bensì il fare silenzio, il tacere proprio della ragione che indaga la verità e che fa silenzio di fronte alla rivelazione della Verità stessa.
Di fronte all'enigma, la ragione può tentare di uscire in diversi modi, ovvero può decidere di rimanere all'interno, ancora, in diversi modi. Può, quindi, cercare di scioglierlo razionalmente, con il rischio di semplificarlo, o decidere di riproporlo sotto altra veste, ossia di approfondirlo, complicarlo, o anche aggirarlo. Questa è la poesia.
Ebbene, la parola poetica non dà risposte, non scioglie problemi, ma è la riproposizione dell'enigma a un livello diverso.
La poesia, per dirla con Sergio Givone, è quel discorso doppio che permette all'autore di «trattenere il suo dire sull'estremo limite del silenzio».
Pensate al già citato Lorca dell’

Elegia del silenzio

Silenzio, dove porti
il tuo vetro appannato
di sorrisi, di parole
e di pianti dell'albero?
Come pulisci, silenzio,
la rugiada del canto
e le macchie sonore
che i mari lontani
lasciano sul bianco
sereno del tuo velo?
Chi chiude le tue ferite
quando sopra i campi
qualche vecchia noria
pianta il suo lento dardo
nel tuo vetro immenso?

Ecco perché il nostro tempo ha bisogno di poesia, perché - come dice Bruno Forte - essa apre all’altro, all’ascolto, al tu.” Ed ha bisogno di silenzio.
Il silenzio non consiste soltanto nel fatto che l’uomo, ad un certo punto, smette di parlare: il silenzio è qualche cosa di più di una semplice rinunzia alla parola, è qualcosa di più di un semplice stato nel quale ci si possa trasferire a proprio piacimento.
Il silenzio comincia dove la parola finisce, ma non comincia perché la parola finisce, e si manifesta in quel punto.
Il silenzio - dice Max Picard in uno stupendo libro intitolato Il mondo del silenzio - appartiene alla struttura fondamentale dell’uomo.
Pur avendo la parola supremazia sul silenzio perisce se perde il suo legame col silenzio. Parola e silenzio sono legati: la parola sa del silenzio, il silenzio sa della parola.
Ancor di più la parola poetica, come ci fa intuire ancora il nostro Montale in Le Parole.
La parola, strumento e sostanza della scrittura poetica, deve volare alto, come ci indica Mario Luzi fin dal 1985 nella riflessione tratta da Per il battesimo dei nostri frammenti:

“Vola alta, parola, cresci in profondità
Tocca nadir e zenith
Della tua significazione…”

Ed allora la poesia nasce dal silenzio e ha nostalgia del silenzio.
Questo non significa che nella poesia il silenzio valga più della parola come sottolinea Hegel affermando che la “parte più alta ed eccellente non è l’inesprimibile… ma l’opera stessa è meglio del poeta” perché ciò che resta nell’intimo non è.
La parola del poeta è allora in grado di generare essa stessa silenzio, un silenzio che oserei definire attivo.
Il grande poeta non occupa interamente l’oggetto con la sua parola, gli lascia uno spazio in cui un altro può ancora dire una parola su quell’oggetto. E quest’altro è il lettore.
Il lettore è colui che si inserisce nel silenzio del poeta, che lo fa proprio, che ripercorre il miracolo della creazione poetica.
Di lui si parla poco, troppo poco, perché se è vero che scrivere poesia è difficile, leggere poesia diventa un’attività altrettanto complessa.
L’una e l’altra, a parte qualche raro caso che sconfessa il classico carmina non dant panem, sono attività libere disinteressate.
Nella Prefazione a una riabilitazione dell’arte e dell’artista, pubblicata sul n. 25 dell’ottobre 1934 della rivista Esprit, Mounier scrive: “La vie selon l’art e selon la poésie est une des dimensions essentielles de cette activitè désintéressée…”
Lo stesso Mounier condanna a più riprese la “vanità verbosa” di molti (l’accusa era rivolta al surrealismo ed a uno dei suoi esponenti più significativi nel campo letterario, Louis Aragon, di cui ricordiamo Moto Perpetuo del 1924 e Il contadino di Parigi del 1926).
Senza scomodare l’ermeneutica contemporanea e le teorie di Betti e Pareyson, il ruolo del lettore, interprete del silenzio attivo del poeta, è più che mai significativo.
La poesia contemporanea, in molti casi, non ha più legami con il silenzio attivo e con il lettore, muove verso tutte le parole, cerca il rumore, entra in gara con il rumore del mondo esteriore.
“La poesia- è ancora Montale- si fa allora acustica e visiva. Le parole schizzano in tutte le direzioni come l’esplosione di una granata, non esiste un vero significato, ma un terremoto verbale con molti epicentri.
Oggi il silenzio è inutile, non conviene e la poesia lo sa.
Per questo Giuseppe Conte scriveva sul «Corriere della Sera» qualche tempo fa: “Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del calciomercato allora è meglio che la poesia non sia popolare.“
Nascono così i surrogati di massa della poesia come la canzone, dove spesso si urla si fa rumore.
Ancora Mario Luzi nella Parentesi del poeta come istrione conferma questo ritorno.
Ma, in conclusione, per Rainer Maria Rilke: “Cantare è altro respiro. / Un afflato di nulla. Soffio divino. Vento.”


Massimo Pasqualone, due volumi di poesia in vernacolo (Che ce ne freg’a me e Vijate a te) ed uno in lingua (Agende Postmoderne) e i saggi Il Pascoli conviviale. Tra poesia e filosofia, 1996; Dal valore alla vita. Considerazioni sull'etica di Francesco Orestano, 2000, La dimensione etico-religiosa nella poesia dialettale di Natale Cavatassi, 2000; Etica, persona e ambiente, 2001; Primo Fiocchi poeta dalla parte di Dio. La vita, il pensiero, la poesia, 2003; “Per una Pastorale delle Comunicazioni Sociali“ in G.Cocco-M. Pasqualone-D. De Simone, Verso un nuovo Areopago. Per una introduzione alle Comunicazioni Sociali, 2003. Insegna Filosofia Morale all’Università G. D’Annunzio, Etica e Storia della Filosofia all’Istituto Superiore di Scienze religiose “S. Pio X” di Chieti.
V. anche qui.

IL FILO D’ARIANNA (Gabriella Bianchi)


AREA DI SOSTA

Del viaggio preferisco le soste
anche nelle aree di parcheggio
dove i pioppi tremuli
segnano il confine tra l’autostrada
e l’antico.
Qui sopravvivo e studio
(tra odor di toast e benzina verde )
il cammino dei poeti
che vanno verso un dove
senza stancarsi.
Qui non è più città
né informe periferia,
qui si può uccidere e scappare
sotto occhi distratti,
qui il sesso è facile e veloce
dietro un autotreno
sotto gli occhi dei pioppi tremuli
e dei bambini sperduti.
Forse qui si nasconde l’oltrevita
e la sua porta.


GIUGNO

Intorno a casa
profumo di pane e tigli
sazia la mente
con flash d’infanzia,
poi il vuoto a strapiombo
dell’estate
dei fiori carnali
gualciti come un letto
dopo l’amore.
Sanno di troppo vissuto
e consumato,
sanno di anticamera d’ospedale
spettrale e fragorosa
nella confusione e disordine
della vacanza obbligata.

Io sono come la gente di Spoon River:
vivo sotto la strada
in caverne e corridoi infiniti
ai piedi delle case
alle radici degli alberi
sotto il letto dei fiumi.
La poesia mi ha tolto la vita.


***



In questa età di frontiera
dove il sentire è una nebbia rarefatta
tra pochi alberi sopravvissuti al taglio
vivo in un sottobosco
di badanti rumene
d’infermieri e crocirosse
ipermercati e cimiteri
il verso e il recto della stessa
moneta da viaggio.



LA COMMEDIA UMANA

Al mattino mi avvio al lavoro
con l’utilitaria sempre più piccola
verso l’infinito dissolto
in milioni di schegge d’auto.
La nausea accelera il respiro.
In principio era la poesia
poi venne la prosa
e infine il nodo scorsoio
della cronaca
adulterata.

Il giorno torno a casa
pensando che i morti
sono i soli padroni del mondo.
Noi siamo inutili comparse
senza voce.
I potenti contano meno di tutti
anche se dormono in ville blindate
hanno l’aereo in garage
e lo yacht alla fonda

per dimenticare l’insieme
dei corpi celesti
in cui nuotiamo
il respiro della cosmogonia
lo scandalo del dolore
le scatole cinesi delle anticamere.

Senza tali strumenti
sfugge il vero meccanismo:
quello delle file di formiche
che camminano con la mollica in bocca
intorno ai piedi calzati Prada
degli onnipotenti di turno

anch’essi comparse fioche
nel turbine delle galassie.
In principio era il “padre”
e non c’erano madri
anche se siamo nati tutti
da sangue di donna

Oggi poco è cambiato dai primordi.
Per portare una mollica di pane
nella tana
impiego un giorno, e poi
si ricomincia con il sole.

Gli onnipotenti del passato
hanno tombe levigate
di marmo prezioso
vegliate da simulacri
di diavoli.

Noi abbiamo tane minuscole
e disadorne
sia in vita che in morte,
ma oltre l’ultima siepe
ci ritroviamo tutti al punto
di partenza
nudi e spauriti, e in lacrime.


***


poemetto di mezza vita


Poesia, non sei
in questo fuggire la gente,
adolescente
perversa fuga
in eremi d’ombra.
Non sei, poesia,
nel fuggevole amplesso
che scanso ogni sera
come aspra malattia.

Non ho voglia di leggere alcun libro,
solo lasciare che il male segreto
mi copra
di silenzio inaudito.

Contrarsi,
grumo d’umanità
rovente,
modulare il corpo avvezzo
al gelo lieve
e persistente dei giorni.

Cessare d’essere
figlia della pioggia
che si muove tra i richiami
di poesia, sempreverdi sul foglio.
Non dissetarsi più d’acqua lustrale
e seguire la scia dei tram che danzano
sotto le ciglia di colombi grigi.
Più duro del sasso è il reale,
e perverso nella luce diurna
accende neon di follia.
Fendere il sasso con mani
di luce strappata al cielo
dovrei,
riflesso di fuochi lontani.

Il delitto è abitare un corpo
e stare altrove,
perso il filo d’Arianna
nei corridoi della fuga
battuti dal grido rauco
di uccelli marini.
Nella carne affondano i morsi ferrigni
del dubbio d’ingannare
la morte o la vita.
Itaca è introvabile,
lontana da ogni dove.

Compagno il silenzio
frantumato dei meriggi,
specchio d’acqua
rotto da un sasso blasfemo
in cerchi senza fine.
Il corpo è ostacolo a progetti
di cammino.
Atomi di noia riserva la sera,
se il dolore tace.
Sciogliere l’impotenza, limare
la morsa dell’accidia
dovrei,
Dio nascosto da ignoti
parametri,
chiuso come un idolo di pietra
nel suo tempo.

Lasciare le ceneri
di pensieri in clausura,
il letto di sconfitta,
la stanza di cose remote
vegetate
nel silenzio orgoglioso
di ricerca
scheggiato
da isole notturne di paura.

Si apre, lavacro,
il giorno,
dischiusa la porta a vetri
sul prato stillante
di pioggia cessata.
Come araba fenice
rinasco
al richiamo dell’età giovane
ferita dai sensi.

Gelo lieve del lunedì
mela intatta da sgranare:
vola via la bianca veste
tiepida di notte
aquilone sfuggito alle dita.
Consumato il rito iniziatico,
ogni gesto è scontato.

Forzare la mano
al rapace
gioco del prendersi,
guerra d’astuzia amara
che soli lascia nella pioggia
stillante dei pensieri.

Con forbice d’urla,
il gatto graffia
lo specchio meridiano
di gennaio
a cogliere l’acuto piacere
della sua breve stagione.

Lontana
in giochi di fantasie
chiare come miti
e dolci come sirene
ho consumato anni
di spirito,
letargo di carne
non vissuta
recalcitrante
al rito del mattino.

Furtiva
una gioia di vivere
custodisco nel nido
di fibre segrete.
Strappi di vento
sferzano la composta
palinodia d’esistere.

Umbro clima
introverso
severo a tratti
quale chiesa del Duecento,
il desiderio che in me sale
in te si frange,
battito smorzato
nell’autunno
che di letargo ti copre.

Perugia può solo
nutrire di pioggia.
Ci sono giorni che vorrei
invecchiare
presso un mare
affondato nella luce antica
e nel perenne via vai di gente
ignota.

Raccogliere sabbia
di clessidre spezzate
da ultrasuoni.
Cercare
nel latte della sera
letargo ai desideri
mutati in sogni
dalla notte salmastra.

Affiorano
orizzonti di bonaccia trepida,
oltre il mattino.
Cerco una strada
nelle sinusoidi del tempo,
le mani tese di desiderio
a chiuderti nel mio cerchio.
Ma tutto resta
immobile,
e che infine si compiano
le scritture.


Inerme
senza maschera
incontrarti
con le labbra
nella sera chiusa
da mura brunite.
Respirare la vita
nella sera fresca
d’acacia.
Desiderio di cogliere
della conoscenza
la melagrana matura
nell’incenso
della sera.

(altre poesie con nota biografica di Gabriella Bianchi qui)

giovedì 24 maggio 2007

Vigilia dei sensi a Macerata 6-6


Mercoledì 6 Giugno 2007
Sala degli Specchi - Biblioteca Comunale "Mozzi Borgetti" - Macerata
ore 21.30

presentazione del libro
LA VIGILIA DEI NOSTRI SENSI
di GIAMPAOLO VINCENZI

Ass. cult. "Licenze poetiche"
www.licenzepoetiche.it

mercoledì 23 maggio 2007

La Merca a Genova 29-5



«Che cosa ha da dire la tua generazione?»

Una domanda: semplice e provocatoria. E Chiara Daino risponde [a chi l’ha posta e riposta nel numero dei vuoti a perdere] allargando l’invito: a tutti.
Operare sulla Lingua è operare sulla Realtà: un cambiamento.
Cambiare nel senso di mutare, kàmbein, kàmptein: piegare – parole per descrivere piaghe. Lo scritto La Merca nasce per essere letto: culla del nuovo. Un nuovo approccio al corpo: del testo, dell'uomo. Corpi che si fanno specchi di realtà frantumate. I Disturbi del Comportamento Alimentare [D.C.A] sono una realtà tanto diffusa – quanto confusa. Tanto mediatica, quanto medica.
Messi in gioco tutti gli organi, in un testo: cosa rimane dell'autore? Lo spettro dell'italico anfibio che si muove alla luce dei delle sue visioni. L'autore ha visto, vede, fissa: il volume. Volume che è peso: in termini di chili, in termini di valori. Per vite terminate causa mancato ascolto. Mancata lettura dietro righe già poste a croce: epigrafe. Lapidi non viste, lapidi che non si vogliono vedere, comode da etichettare, difficili da comprendere.
Così come i neologismi e le contaminazioni – impiegati per tessere trama: solcare le coscienze. Un punto di vista crudo per un punto di partenza vero. Quando è grido: l'onda si muove e da Urschrei tra – passa in Tod. Si poteva arginare?

Su Contrappunti e tre poesie creole


Il parere di Carlo Santulli in Progetto Babele

Quel che l'ermetismo novecentesco ci ha dato, è stata la coscienza del peso delle parole, particolarmente necessaria e forse urgente per un popolo di gente spesso logorroica, e che getta a volte le frasi a casaccio nel discorso, senza possibilità né speranza di riciclo. Quel che invece ci ha tolto, è il gusto della provocazione verbale, dell'ironia che spiega e che rivela, che è molta parte della tradizione poetica, anche italiana: basti pensare a molti poeti del nostro ottocento, dal Giusti a Remigio Zena.
Usciti da questo secolo bello e terribile, va fatta un'opera di ricomposizione, che era già iniziata, un po' in sordina, anche in poeti apparentemente ancora legati alla nostra tradizione ermetica (penso per esempio a Giovanni Giudici e Franco Fortini). L'idea è quella di conservare, e magari offrire nuova, la serietà d'intenti alla poesia, che prima dell'ermetismo tante Arcadie e dannunzianismi rischiavano di offuscare, ma ridarle il dono di sorridere della vita, ed anche di se stessa.
In questo senso, la silloge di William Stabile può dirsi utile, se quest'aggettivo si presta ad una raccolta di poesie: non si può dire di uscire dalla lettura senza aver portato con sé una forte sensazione di compiutezza; l'autore preferisce alla sperimentazione fine a se stessa, la capacità di dire, o meglio sperimenta anche, laddove questo lo può aiutare a portare nuovi risultati, a dare nuovi sensi alla materia di cui si serve. Non sono poesie facili, quelle di Stabile, ma l'asprezza e la concettosità non è mai voluta né cercata: è il contrappunto che è la vita, come acutamente l'autore osserva. Non ci sono soluzioni semplici nella vita, o meglio ciò che è semplice è approssimato, quindi, parlando di sentimenti e di situazioni reali, ingannevole.
L'occasionalità del componimento, necessaria ed essenziale per un "poeta che vive", rimarcata più e più volte in questa silloge, con una minuta notazione del momento e del luogo di ispirazione, non impedisce che il verso sia sempre elaborato e profondamente scavato. Così, anche in componimenti polemici e dichiaratamente politici, d'impegno civile, per così dire, come "Addio capitalismo", è l'argomentazione a piegarsi alla poesia e non a soffocarla.
Mi fa piacere parlare di questa raccolta di William Stabile anche per un altro motivo: recentemente in Italia si inizia a recepire, dopo decenni di silenzio, dovuti probabilmente alla pesante eredità autarchica della dittatura, l'importanza della letteratura di frontiera, divisa tra due o più culture, e debitrice di qualcosa ad ognuna (in realtà, siamo tutti debitori di qualcosa a chissà quante culture ed esperienze diverse, a meno che non decidiamo, come capita purtroppo spesso, di ignorarlo). Contro molti pregiudizi deve scontrarsi chi lascia il proprio paese, o vive vite parallele in paesi diversi, che è il caso, non privo di fascino, di Stabile, pregiudizi che nascono dall'incomprensione, ed in fondo da quel provincialismo che certa nostra cultura poetica non riesce a togliersi di dosso. Nella nostra letteratura, non mancano esempi di poesie scritte all'estero, ma è sempre l'idea, un po' turistica, del "poeta che si sposta", e spesso ne esce fuori (mi vengono in mente certe poesie dell'ultimo Caproni) la sensazione che il riferimento geografico serva più a cambiare registro, che altro: una coloritura, in certo senso.
Invece, da quelle poesie di Stabile dove per esempio la realtà londinese è più radicata, esce una metropoli sommersa e perfettamente riconoscibile, finalmente fuori dalla nostra opaca oleografia da "rivoluzione industriale", la città di quel Jean Charles de Menezes, fatto fuori dalla polizia, soltanto perché "was looking weird" (sembrava un tipo strano: cosa che Stabile non dice, ma che mi permetto di aggiungere io). In una società dove, malgrado tutta la nostra correttezza politica (a parole), la "weirdness" è ancora un fatto squisitamente culturale (ti temo, ho paura perché sei diverso da me), aprirsi ad una conoscenza profonda delle diverse facce del mondo, che lo rendono quel che è, diviene essenziale. È essere Creolo, variare umori, melodie, fare della propria mixitude un punto di forza. Ecco, William Stabile ha il coraggio, ed anche il fiato, in termini poetici, di farci viaggiare, di scrivere grafi sulla sabbia, perché non dimentichiamo, ed ha il merito di farlo in poesia, raccontando del dolore come abito collettivo, ma senza vittimismo né rassegnazione, con un'ironia stesa qua e là sulle parole che è in fondo dignità, e comprensione. Chiudono il libro tre poesie di William Wall, poeta irlandese, di cui Stabile è competente ed appassionato traduttore: il fatto che non si avverta alcuna cesura tra le poesie e le traduzioni dimostra, se ce ne fosse bisogno, il conseguimento da parte dell'autore/traduttore di uno stile consapevole e sicuro.

martedì 22 maggio 2007

Romagna e Baudelaire 16-6


IN COLLABORAZIONE CON
Circolo culturale Giordano Pollini

CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI SAN MAURO PASCOLI


In occasione del 150° anniversario della pubblicazione (25 GIUGNO 1857)
de “Les Fleurs du mal” di Charles Baudelaire


POETI ROMAGNOLI DI OGGI E CHARLES BAUDELAIRE
(a cura di Franco Pollini, Editore Il Pontevecchio, 2007)


PRESENTAZIONE

SABATO 16 GIUGNO 2007 ore 18
SALA GRAMSCI IN SAN MAURO PASCOLI


INTRODUCONO
GIANFRANCO MIRO GORI E ROBERTO CASALINI

LETTURE DI
ANGELA BAVIERA e GABRIELE MARCHESINI




Circolo culturale Giordano Pollini - Via Renato Serra,15 San Mauro Pascoli (FC)

Sannelli traduce Dickinson


Emily Dickinson, Su un Io Colonna, 70 poesie

traduzione di Massimo Sannelli (nella foto con Chiara Daino)

Edizioni La camera verde, Roma, euro 15.
Il libro può essere chiesto all'editore, Giovanni Andrea Semerano: lacameraverde@tiscalinet.it

o telefonando al 340 5263877

lunedì 21 maggio 2007

Massimo Ferdinandi a Rimini 24-5



Incontro con Massimo Ferdinandi a Rimini

Giovedì 24 Maggio alle ore 17,45

presso l'Oratorio degli Artisti
Via dei Cavalieri, 12 - Rimini

L'UCID di Rimini propone un incontro con Massimo Ferdinandi autore del libro Una etica gestione delle risorse umane, un saggio che fa particolare riferimento ai Paesi in via di sviluppo dei quali Ferdinandi ha una conoscenza approfondita in prima persona.

Introduce il Prof. Angelo Ferro Presidente Nazionale UCID.

V. anche Figli del mondo

Poesia di Vincenzo D'Alessio

v. qui

Nuova poesia (Giampaolo Proni)

v. qui

giovedì 17 maggio 2007

Anno Santo a Pero 19-5


Un pellegrinaggio a piedi da Milano a Roma nell'Anno Santo 1975 sul quale Nicola Di Paolo ha scritto un libro avvincente:

Sabato 19 maggio alle 21 al centro Civico del Comune di Pero in via Turati 21
la presentazione del libro con gigantografie di foto scattate all'epoca.

V. il fotoracconto

Assalti al Cuore 25-27 maggio 2007


Festival di Musica e Letteratura
terza edizione

Rimini
25 26 27 maggio 2007

www.assaltialcuore.it


Assalti al Cuore #3 >> tracciato poesia >> dedicato a Elio Pagliarani
Assalti al Cuore #3 prosegue il viaggio iniziato nel 2005, un viaggio di perlustrazione accurata e appassionata alla ricerca di nuovi linguaggi e modalità espressive verso il terreno di confine tra musica e letteratura, verso una terra di frontiera fitta di sperimentazioni e contaminazioni.
Un festival non convenzionale, Assalti al Cuore pone a dialogo testi, canzoni, letture sceniche e musicate, scritture e partiture poetiche finalizzate alla performance.
Un festival che vuole produrre eventi unici, inediti e speciali, con il preciso intento di far interagire a tutti i livelli esperienze di valore nazionale con esperienze creative che nascono e germogliano nel territorio romagnolo.
Assalti al Cuore #3 propone una riflessione sull’oralità, una danza in bilico tra il senso e il suono, il binomio imprescindibile suono-parola, focalizzandosi, tra espliciti rimandi, suggestioni e sottintesi, sulla poesia contemporanea.
Assalti al Cuore #3 ha quest’anno, dunque, un tracciato segnato: l’impronta indelebile della ragazza Carla, le orme lasciate dalle ballate di Rudi. Assalti al Cuore #3 è dedicato a Elio Pagliarani.

Sullo stresso treno vince 3-6


Marco Bottoni, medico e scrittore di Castelmassa (RO) recentemente pubblicato anche in Storie di vita, ha vinto con la raccolta di racconti

Sullo stesso treno

il premio speciale per letteratura edita al Concorso Villa Morosini di Polesella (RO)

La premiazione avrà luogo il 3 Giugno
dalle ore 10 alle 13

Info: info@athesis77.it
tel. 0425 97026.

Senza un'edera di rimpianto (Vincenzo Celli)

L'ignoto ci si può presentare come inganno o, per chi vive in una prospettiva di fede, come una soglia per nuove dimensioni. Questi versi si lasciano assaporare per la loro vivida purezza, immagini e metafore scolpite con maestria classicia e tralasciando qualche verso romanticheggiante («i mei piedi scalzi / disegnano stelle / per una notte d'estate») efficacemente sobria: «la mia maschera è là / raspa contro la porta / è un cane impaziente / questo vizio di scrivere».

sono rimasto

sono rimasto
sotto i ferri dell'infanzia

fingendomi morto
per sfuggire poche ore di sonno

dimenticando accesa
la mia candela d'oceano


***

un sorriso breve

ha un sorriso breve la rivolta
poi la bocca ritorna normale
come una utero dopo un parto

il fiume non scartabella più

un treno di finestre accese
passa accoltellando gli occhi

sfianca e si sporge dal basso
chi non sarà mai nessuno



una preposizione semplice

a volte gli occhi
cercano il buio

metto le mani davanti
per respirare un pò

lasciando tutta questa luce
che corrode dentro

così non penso
e la testa non gira

certi giorni
è difficile anche esistere

ma si rimane qua
come un mercoledì
in mezzo alla settimana

una congiunzione
una preposizione semplice
un cervo in corso d'Augusto
alle otto di sera


per sempre amerò di te


per sempre
amerò di te le mani
perché in tutti questi anni
mai una una volta
le ho viste chiuse


la stanza

andiamo non andiamo
non siamo usciti

tu stiri
la sòfora mette nuove foglie
io scrivo

ho chiamato mio fratello
forse domani ci vediamo
non hanno ancora deciso

un altro pomeriggio
li fuori si secca
leggerò qualcosa
magari la posta

Iumbi e Marco
giocano alla play
calcio pro
poi un numero


la bella statuina


pesto ogni carta
di cui sono fatto

prendo il mio posto
nel presepe della sera


amava il mare

si fa piaga la crepa
nel silenzio vile
che precede ogni miracolo

tu, mangiato
dentro un corpo breve, stretto
che quasi non riconosco
mi fai un cenno

soffio un mezzo sorriso
sulla polvere posata nei tuoi occhi
recitando tre parole prive di senso

ciao come stai

poi la mia bocca
sotto il pelo dell'acqua
vede la tua chiglia ripartire
senza le astuzie di una rotta

so, perchè ora
mi chiedo dove sarò domani

divago scorciatoie verso una croce
issata sul petto del muro

è un bivacco nel buio
il coro della pioggia che riprende


come nasce una poesia

senza bisogno di sedurre silenzi
né di comporre ossa

una poesia
nasce anche così

solo guardando il coraggio
di una casa a picco sul mare


nelle quattro stagioni

ho perso
l'abitudine
al discorso
ozia
l'occhio
nel fondo del bicchiere
ripassa il coro
della tovaglia feriale
nelle quattro stagioni
colme di forze disarmate


delitti inevitabili

Si rimane spettatori
di delitti inevitabili
rincorrendosi nei letti della memoria
così come si guarda crescere i confini
le spalle larghe della sera
i propri figli fortunati

ma le mani
non tradiscono

tremano, nel vizio dell'aria


città

sarei Venezia,

palafitta consumata
che scivola giù dalla sua tana

guarderei Murano,

le sue labbra di vetro
che soffiano via dalla mia laguna

due ciocche di nuvole
tre occhi sbottonati


***

– sono le sei, è ora –

quando il mattino incauto slaccia la notte dalla faccia

tu mi svegli

sento la neve della tua voce
il caldo calmo delle tue labbra

– sono le sei, è ora –

la luce già rovina nella stanza
è una secchiata d'acqua gelata

- ti sei addormentato al computer? -



ma non ho scritto di te



spilli appuntati

nudi i nostri corpi
non sanno che amarsi per sopravvivere

spilli appuntati
segni
fogli

nude le nostre mani
non sanno che farsi largo tra la folla

sentiamo allora
tutta la paura della vita

siamo ormai canzone
di un povero vento


reading


ho fame di parole
che mi lascino timido
come di fronte all'Africa

lascio alle spalle
i cantieri accavallati
dei cancelli aperti a caso

le menopause fitte, gli angoli
e le strade lussate dalla fretta
di ogni mio dopoguerra.


non dirmi che non devo più scrivere

uccidimi
con la pietra

di me non rimane che un greppo di case
un molo di parole dissimili
il bianco crudo del pane



il ciclo vitale

fatico un poco
a sostenere questa luce
nemmeno tanto sconosciuta
mi lascio penetrare come un uscio
da una voce che mi arriva dall'ombra
"ricordati di prendere il pane"
come fosse possibile
dimenticare il cibo quotidiano
della solitudine capace


scusami

oggi, che le mie strade sono vene più chiuse
cerco di trasformarmi in un frammento
perso in quel frumento di luci
che sono i tuoi occhi
scusami,
se ti amo ancora un pò



immagini d'amore


ti amo perché non esisti,
forse, nemmeno questo amore esiste,
è un gioco, un trucco,

s'è nascosto nella mano come un sasso,
o come questo orgasmo magro
che mi conta le rughe sulla fronte,

proprio nulla, mi rimane adesso,
di tutto quello scalmanato toccarsi d'occhi,
mentre ti immagino e ti somiglio.


carosello

dopo la tazza di latte con il pane secco
vecchio di alcuni giorni e d'altre notti

aspettavo

la fine dell'asciugatura dei piatti
che poi riponevi preziosi
impilati accanto ai bicchieri
opachi come quei giorni

e venivi a sederti
sulla sedia in cucina
che non v'erano poltrone nè divani
e nemmeno l'idea d'una sala

così avvicinavo la mia sedia alla tua
e rannicchiato mi lasciavo
appogiando il capo al tuo grembo
tra gli odori del cucinato
e la musica del carosello


non ho mai visto il mare

è dunque questo il mare?

quest'inganno che non ha mai fine
questo vuoto a perdere orizzonti

cosa piangi?

te lo compro lo zucchero filato
ho solo bisogno di cancellare due virgole ai lati.



occhi bassi


è Dio, che cìgola
come una porta
aperta per bisogno,

ma sono io,
che zoppico parole
senza previo appuntamento,
occhi bassi, berretto nelle mani,
nè frastuoni di luce, nè rivoluzioni.


anche per oggi non si vola


si rimane,

guardando il buio
con tutto quel vuoto
seduto dentro agli occchi

senza un'edera di rimpianto
un tuono
la luce d'un lampo.


la poesia è un vizio


cade ancora un giorno
dal ramo d'aprile

un filo di nebbia
cuce un'asola al sole

la mia maschera è là
raspa contro la porta

è un cane impaziente
questo vizio di scrivere



la notte di San Lorenzo


folate

i pensieri salgono da sud

si impastano alle foglie

che attraversano col rosso

scaglie di parole da un vicolo

vetri lontani si infrangono

stan consumando due gatti fuori dal bar

odore di buio

sul catrame ancora caldo

i miei piedi scalzi

disegnano stelle

per una notte d'estate


(cino720)





Vincenzo Celli nasce a Rimini il 2 luglio 1960, città in cui vive. Dopo avere conseguito il diploma di maturità tecnica e dopo una breve parentesi, come dipendente, entra nel mondo del commercio,attività che svolge ancora oggi.
Nell'ottobre 2005, scopre alcuni siti di scrittura su internet ed inizia, prima, a leggere le poesie degli altri autori, poi, a cimentarsi nello scrivere le proprie.

mercoledì 16 maggio 2007

Il Bianco e il Nero a Santarcangelo 27-5-07

Incontri di lettura a Macerata 4-6



Lunedì 4 giugno, alle ore 21.30, nel suggestivo scenario della Galleria degli Antichi Forni di Macerata, si svolgerà l’ultima serata degli incontri dedicati al Laboratorio di lettura “I libri per l’isola deserta”, iniziativa inserita all’interno del contenitore “Libriamoci” del Comune di Macerata e cu-rata da Marco Di Pasquale e Manuel Caprari.
L’argomento di questo secondo ciclo di appuntamen-ti è stato il romanzo giallo, affrontato criticamente in quattro categorie principali rispettivamente prese in esame in altrettante serate di incontri. In questo ultimo appuntamento della stagione, il te-ma sarà il romanzo La promessa del premio Nobel Friedrich Dürrenmatt, celeberrimo drammatur-go e romanziere svizzero, che porterà la discussione fuori dai canoni del genere per una esplora-zione della tragicità e dell’insensatezza dell’esistenza umana. L’esito è una storia avvincente, una scommessa ed una promessa che animeranno fino alla consunzione il protagonista del libro. Si in-vita coloro che interverranno a leggere il libro ma anche solo a prendere parte in maniera attenta e partecipe alla discussione che scaturirà dall’approfondimento dei temi proposti.
Per informazioni: www.licenzepoetiche.it oppure 3495753241.

Immagimondo


Vuoi partecipare anche tu a Immagimondo 2007?
Hai qualche idea da suggerirci?

Al via la preparazione della X edizione di

IMMAGIMONDO
festival di viaggi luoghi e culture

La decima edizione di Immagimondo si svolgerà il 13 e il 14 ottobre 2007 presso il polo fieristico Lariofiere di Erba (CO)

Lo staff della manifestazione sta preparando un ricco calendario di appuntamenti:

Gli storici Tavoli dei Viaggiatori, cuore e anima della manifestazione, in cui i viaggiatori raccontano i loro viaggi.
Le associazioni di cooperazione internazionale e volontariato, per descriverci il mondo dal loro punto di vista.
Le associazioni di turismo responsabile con i loro viaggi rispettosi dell’ambiente e delle culture.
Gli enti del turismo locale per apprezzare la bellezza dei nostri territori a volte dimenticati.
Le case editrici e le librerie specializzate perché si può viaggiare anche leggendo.
Conferenze, Proiezioni e centinaia di libri nuovi nella sezione Librinviaggio.

E in più, per quest’anno, ci saranno grandi novità:

Laboratori di manualità per imparare a giocare anche con poco.
Un concorso letterario per leggere le avventure di chi ce le vuole raccontare.
E molto altro…


Per informazioni e suggerimenti
scrivi a immagimondo@lescultures.it
e visita il nostro sito www.immagimondo.it
Telefona al numero 0341/284828

Le galassie del gusto 18-5


Guida illustrata per palati artistici

Dicono che nello spazio non si trasmetta il suono, ma che dire del colore? Un percorso per gustare le molteplici sfumature delle fiabe: il rosso dei cappucci, il blu delle barbe, il verde dei piselli…

Venerdì 18 maggio, inaugura all’Osteria Le Rose di San Giovanni in Galilea una personale di Raffaella Ciacci, illustratrice per l’infanzia sammarinese. Per l’occasione lo chef del ristorante ha preparato un menu a tema.
All’Osteria Le Rose di San Giovanni in Galilea, delizioso borgo incastonato nelle colline soglianesi, gastronomia e arte si incontrano. E lo fanno nel mondo delle fiabe, con la mediazione di un’illustratrice che conosce bene le visioni dell’infanzia.
Ma questa volta l’ispirazione viene direttamente dalla cucina, dalle ricette, dai sapori ma soprattutto dai colori che si mischiano e compongono una portata. Raffella Ciacci ha infatti "impiattato" per l'occasione alcune suggestioni artistiche tratte dal mondo fiabesco, che raccontano storie di pranzi, cene e merende attraverso uno sguardo surreale, fantastico e libero dai canoni “adulti” del discorso enogastronomico.
Ne nasce una serata curiosa e golosa assieme, in cui ai piatti illustrati alle pareti faranno da contraltare quelli sul tavolo scelti dallo chef sia per l’alternanza dei sapori, ma anche attraverso un criterio cromatico. La cena della serata sarà composta da una misticanza di stagione con carciofi, un carpaccio di manzo con timo, tagliatelle al cacao, e un rotolo di vitello alle erbe aromatiche.
Il costo della serata è di 30 euro e comprende la cena e un bloc-notes con le illustrazioni di Raffaella Ciacci.
È gradita la prenotazione allo 0541 93 91 04

lunedì 14 maggio 2007

Su Interrail


recensione di Fabiano Alborghetti in Tellusfolio
(11 maggio 2007)

Fabiano Alborghetti trova Stefano Sanchini. Cercando l'oro 11. Interrail.



Muoviamo dalla Ascoli Piceno di Daniele De Angelis alla Pesaro di Stefano Sanchini.
Ancora una volta, grazie per l’ospitalità a TELLUSfolio e all'Editrice Labos che edita la rivista-annuario TELLUS diretta da Claudio Di Scalzo. Segnalo che grazie a questa rubrica, la diffusione di Tellus (sia come giornale-rivista on line che come rivista edita) raggiunge numeri ragguardevoli e che i numeri arretrati dell’edito (ristampato come da richiesta dei lettori) sono sempre disponibili al link qui di seguito e che segnalo per esteso, come richiestomi da più di un lettore: labos.valtellina.net/tellus.
(fa)



Stefano Sanchini è nato a Pesaro nel 1976.

Ha pubblicato poesie in rivista e suoi testi sono apparsi nel volume L'arcano fascino dell'amore tradito. Tributo a Dario Bellezza (Giulio Perrone editore) e all’importante Subway, poeti italiani underground a cura di Davide Rondoni (Il saggiatore).

Collaborava - prima che venisse chiusa - al quadrimestrale di poesia e realtà La Gru e proprio sul sito de La Gru si possono trovare dei testi inclusi nell’E-book Scorie contemporanee con testi poetici di Daniele De Angelis, Loris Ferri, Simone Lago, Emiliano Michelini, Davide Nota, Stefano Sanchini e Matteo Zattoni (con una lettera in prefazione di Flavio Santi e un saggio introduttivo di Gianluca Pulsoni).

Il suo primo libro di poesie è Interrail, ed è stato diffuso “clandestinamente” (e prima della versione definitiva) sul sito di letteratura www.iguanaroja.new.fr

È però l’editore Fara che si aggiudica la pubblicazione, battendo tutti gli altri editori sul tempo e l’uscita mi viene comunicata proprio mentre scrivo questo articolo!!!

È Davide Rondoni su «L’Avvenire» del 25 marzo 2007 che con un articolo intitolato aria nuova e meno ego, bene indica la linea in cui si situa la generazione dei poeti come Stefano Sanchini (che viene infatti citato insieme ad altri):

L’articolo inizia con queste parole: la giovinezza della poesia italiana mi ha sorpreso in queste voci. Sono di poeti considerabili giovani, nel campo della cosiddetta letteratura. Ma dal punto di vista della poesia hanno mille, o cento o zero anni. Non ne hanno nessuno, sono il futuro.

Bene o male sono le parole usate anche da Gianni D’Elia – in altra sede e tempo – che individua questa nuova presenza (e non è la classe dei soli nati negli anni ’70, cosi manifestamente supportata dai alcuni).

Prima di arrivare alla poesia “esposta”, offerta in lettura, Sanchini lavora, lima, spiana con una forte autocritica e una certa ritrosia. Non per nulla, l’inclusione nel volumetto Subway Poesia 2006 (distribuito in circa 300.000 copie tra Venezia, Milano e Roma) e confluito (con i precedenti del 2004 e 2005) nell’antologia citata, gli avviene – con ragione – a fronte di una selezione operata da Rondoni, Milo De Angelis e Daniele Piccini su circa un migliaio di invii.

La raccolta organica Interrail che presto vedrà luce in forma edita è la sintesi di un lavoro durato anni. Il termine Inter-rail tradotto letteralmente significa tra binari ma per Sanchini ha più di una valenza: i binari del verso, o di nascita e morte nei quali la vita è costretta. O forse è il nome del biglietto, col quale le ferrovie dello stato italiano, c'invitano al viaggio, un'offerta.

Lavorando sui due fronti, ecco prendere gioco e forma un viaggio tra luoghi, emotività, epifanie. Un tempo chi si metteva in viaggio, metteva in gioco la propria esistenza: il ritorno non era garantito, ciò che era garantito era lo spazio e il tempo. È cosi che Stefano Sanchini attesta il punto di partenza della propria osservazione/composizione. Vi trovano allora spazio città più o meno note, accavallamenti di regioni, spazi di connessione tra un luogo ed il successivo, attese. E voci: Verlaine, Marcuse, Baudelaire cosi come dialoghi rubati da passeggeri, passanti, ipotesi di presenza o attestazioni. Voci che sovrappongono ai luoghi e ne sono parte, che evocano o distanziano. E luoghi che non sarebbero eguali senza le presenze. Una andata e ritorno continua di rêverie che si compone non per singole poesie ma con la costruzione di un unico, vasto poema.


Dalla sezione Città

Metropolitane


… e poi verso la luce si sale
e già prima di essere fuori
lo senti quel grande boato
che è il nostro vagare…

… forse le hanno costruite per questo
le metropolitane, per ricordarci
il momento iniziale, quando
dall'utero della madre si parte…

… o forse per ricordarci
che non siamo mai partiti,
e c'è solo chi scende e chi sale…


Porto di Pesaro

Vecchi pescherecci semiaffondati,
un piccolo pontile stretto
neanche dritto
sorretto da travi arrugginite,
un mare nascosto da un muro di 2 metri.
Un viale alberato di barche a vela
e più in giù, il cantiere,
una petroliera in costruzione…

spesso ci siamo domandati
quale di queste sarebbe stata
la nostra vita
davanti a noi un'oleosa acqua
in plastici detriti,
forse ventri di cefali all'aria.
Fortunatamente quella sera,
non dovevamo tuffarci.


Periferia

Siringhe, immondizia
feti nelle pattumiere
bidoni di corpi
nel gracchiare dei corvi.

Fetidi odori
smossi dal vento
carcasse di gatti
a mangiarci, i topi,

scritte naziste
sui muri spaccati
un silenzio mortale
tra i palazzi bruciati

vestiti strappati
da una violenza carnale,
preservativi bucati
assorbenti di donne malate

porte aperte
per chi ha coraggio
d'entrare, briciole
sul davanzale

di un pane
avvelenato, per piccioni
affamati,
e in un perduto giardino

tra serpi e piante abbattute,
cresce un fiore
presto verrà tagliato
lì vicino, stramazzato

è un barbone
che dorme per sempre
su copertoni d'auto rubate.

Di tutto ciò la grande paura
è incontrare un altro uomo,
un uomo vivo.


dalla sezione Isole

Moka

A volte, ovunque tu sia
bussano i ricordi alla tua porta
e tu, non li lasci esitare lì, sulla soglia

come degli ospiti li inviti a entrare,
prendete assieme un caffè
in aroma passato

e ogni volta sembra ci provino il gusto
a farti assaggiare l'amaro
di tutte le volte che ti sei sbagliato

così vai nel fondo della tazzina
a cercare qualcosa che lo possa addolcire,
ma ti perdi nel nero della bevanda

che non sai tornare, ti innervosisci
e se è notte non riesci a dormire,
il dottore dice che la colpa è

della caffeina, un alcaloide
che il sistema nervoso inquina
e del cuore accentua il rumore...



Trebbiantico
(ex ospedale per tisici)

Alti cancelli arrugginiti.
Al di là l'eden smarrito
il tempio della speranza che fu
di quegli avi rimane solo il nome
su frammenti di registri bruciati.
Noi temerari entriamo
sulle incolte piante spinose
si nascondono i gatti randagi,
quale malefico essere si nasconde
nei sotterranei del malandato
edificio abbandonato? ma noi
temerari, entriamo sulle porte
abbattute, sulle serrande sfondate,
noi entriamo sui muri anneriti,
“perdete ogni speranza voi ch'entrate”
Sarebbe bastata un'ombra non nostra
a farci morire, noi temerari
che addirittura cercavamo quello
che non volevamo vedere,
dal fondo chissà, quale mostro
dell'ultimo film veduto insieme
potevamo incontrare, e nelle stanze
più assolate già vedevamo gli ultimi
latitanti del Corriere della Sera.


dalla sezione Cieli

Francoforte

Il divertimento si inventa, non si paga
oggi questo è l'impegno, indaga,
nell'ex-sistere il canto esce fuori
dal sistema, così tu sei l'uno, l'individuo

non il numero la statistica, l'arte
è l'inutile economico che serve
alla rendita del pensiero, siero
a quiz a premi, a calcio mercato,

la mente è il plus valore, non mento,
ed il vissuto di cui padrone è l'essere
non è un gran capitale, in quanto passato
non è dimostrabile, non vale,

se lo rievochi il fatto lo trasformi
e nessuno se ne accorge, nemmeno tu
che sei l'autore, ma ciò dimostra
che nell'attuale mondo delle finzioni,

il reale è quello che ci portiamo
dentro, il presente
solo quello che si scrive
poiché l'unico che resta.


dalla sezione Terre

All'ex-Jugoslavia

Voglio vivere come gli uomini
di questo treno a vapore
che tarda, ore e ore sotto il sole
lasciandoti sudare e mischiare
il tuo odore, con quello degli altri
passeggeri stanchi ma mai inquieti
vanno a baciare i padri o i figli
al di là del confine, che altri
da fuori, hanno tracciato per loro.
Perché dicono che qui, la terra è guerra.
Eppure, oggi la verità è un'altra,
e se il treno si ferma o si guasta
in questa verde vallata, loro scendono
sorridenti a sgranchirsi le gambe,
e a raccogliere tra i rovi, le more...


dalla sezione Dialoghi rubati

Il matto

Lo dissero pazzo per avere sparato
ad una vecchia signora piegata su un gatto,
lei faceva la sua opera buona
per mettersi l'anima in pace
gliela mise lui, credendosi cacciatore
che spara alla preda, il torto di lei
era aver la pelliccia ed essere fiera.


Un cardiologo

Il cuore è un muscolo affaticato che soffre
ogni uomo a suo modo, cerca di alleviarne
il dolore, così faceva il ragazzo quasi per gioco
sporcandosi le vene sotto il ponte, il pescatore
li chiamava il branco, ora dei pochi che restano
nessuno si incontra, tutti hanno perso qualcosa
nel fondo del fiume, ma l'acqua è torbida
e tutti cercano un dio, e trovano sempre un padre…

Il cuore è un muscolo involontario.
Dicono che camminò nella strada bianca tra le valli
dicono che c'erano solo i cani ad annusare
le sue intenzioni, quando con la polvere tornò
alla polvere. Fu un contadino a trovarlo bagnato
di rugiada la mattina presto, vennero in tanti
e tanti furono i pettegolezzi, perché la gente
si dimentica presto del dolore degli altri,

il cuore è solo un muscolo pieno di sangue…

Fotoracconto kermesse riccionese



Il 12 maggio 2007 dalle ore 13 alle ore 20
nel gazebo di Villa Mussolini a Riccione

ha avuto luogo un incontro con poeti, narratori e critici. Vedi la pagina in «Prospettiva». Al link che segue un fotoracconto



(le foto qui sopra sono di Giampaolo e Corrado Giamboni)

PB 17 aprile maggio 2007


È uscito il numero 17 di

PROGETTO BABELE
APRILE MAGGIO 2007


Fot. di Luigi Scuderi (clicca per allargare)



Sessantaquattro pagine
di storie, articoli,
saggi e recensioni.

8 racconti, 7 articoli
27 recensioni,
7 poesie
4 interviste


In questo numero:

Le interviste di Progetto Babele
Giovanni Buzi
Marco Mancassola
Pietro Pancamo
Davide Rondoni

RISCOPERTE:
Brunella Gasparini
a cura di Gianna Messori e Carlo Santulli

ARTICOLI:
Machen, Calvino, M.R.James, Ibsen, Walcott e Bret E. Ellis

RACCONTI DI:
Carlo Santulli, Giuliano Giachino, Giovanni Buzi, Giovanni Manea, Luigi Maffezzoli, Gianni Caspani, Giampaolo Giampaoli.

TRADUCENDO TRADUCENDO
Gli Arcieri di Arthur Machen
(trad. di Marco R. Capelli)
Cuori smarriti di Montague Rhode James (trad.Tina Mennella)

… e molto altro!

> scarica la rivista

venerdì 11 maggio 2007

Tuffi letterari a Riccione 12-5

Il programma in dettaglio qui

Pensieri Viandanti a Berceto 15-17 giugno


ANTROPOLOGIA ED ESTETICA DEL CAMMINARE
SEMINARIO RESIDENZIALE

Berceto (Parma) 15-17 giugno 2007

Animali che camminano, gli uomini hanno fatto esperienza del mondo da viandanti. E nel camminare, quale azione che ha plasmato lo spazio umano, ha preso forma anche il pensiero. Sospesa tra urgenza vitale e apertura alla nudità del mondo, la pratica del camminare unisce così le generazioni. Ma camminando l’uomo si lascia anche
meravigliare dall’inattesa bellezza delle cose e costruisce l’esperienza estetica del paesaggio, contemplando l’utopia di un tempo liberato dagli affanni. Snodandosi attraverso lezioni e camminate filosofiche, il seminario “Pensieri viandanti” si propone così di indagare gli aspetti antropologici, esistenziali ed estetici del camminare e quindi di ripercorrere storicamente alcuni momenti in cui la promenade è stata al centro della filosofia, della letteratura e dell’arte.

ISCRIZIONI E BORSE DI STUDIO

Posti disponibili: 60
Iscrizione gratuita e obbligatoria entro giovedì
31 maggio 2007: seminario@passoparola.it

La Provincia di Parma mette a disposizione 30 borse di studio (comprendenti le spese di vitto e alloggio a Berceto) per studiosi e studenti che intendano partecipare al seminario. Per fare richiesta, occorre inviare entro il 31 maggio
2007 una domanda motivata di partecipazione al seguente indirizzo

seminario@passoparola.it

specificando dati anagrafici, indirizzo, recapito telefonico, corso di laurea (e/o dottorato ecc.). Il programma del seminario, corredato delle biografie degli studiosi e degli abstract degli interventi è disponibile sul sito:

www.passoparola.it

PROGRAMMA

VENERDI 15 POMERIGGIO BERCETO

14.15 Italo Testa, (Università di Parma) Introduzione
14.30 Francesco Careri (Università Roma Tre), Il
camminare come pratica estetica*
14.30 Francesco Tomatis (Università di Salerno), Camminare e pensare

17.30 INAUGURAZIONE di PassoParola- PASSO DELLA CISA
David Le Breton, Il cammino e la marcia

SABATO 16 MATTINO BERCETO

10.00 Rita Messori (Università di Parma), La
passeggiata estetica di Robert Walser
11.00 David Le Breton (Università di Strasburgo),
La marcia come resistenza e apertura al mondo

SABATO 16 POMERIGGIO BERCETO

14.00 Vanja Strukelj (Università di Parma), Promenade tra natura e artificio
15.00 Annibale Salsa (Università di Genova –
Pres. Gen.le CAI), Ex-currere, ex-sistere,
via-andare: l’escursionismo come
opzione esistenziale e come pratica culturale
16.00 Tavola rotonda conclusiva coordinata da Italo Testa

DOMENICA 17 MATTINO CASSIO

10.00 Duccio Demetrio (Università
Milano-Bicocca), Il silenzio viandante. Un
laboratorio itinerante di scrittura. Meditazioni
mediterranee tra le colline e gli antichi sentieri dei pellegrini*
Posti disponibili 35
Precisare nell’iscrizione al seminario la partecipazione a questo incontro

*conferenza-camminata