venerdì 12 maggio 2023

L’«Implicita missione» poetica di Claudia Piccinno

recensione di Giuseppe Vetromile (Circolo Letterario Anastasiano) pubblicata su Transiti poetici



Ecco una nuova “missione” poetica di Claudia Piccinno, autrice di grande talento, prolifica, ma soprattutto grandissima conoscitrice della materia poetica nazionale e internazionale, avendo contatti continui con le realtà letterarie di altri Paesi, convegni, traduzioni e varie altre interessanti attività che riguardano questo ambito. Parliamo del suo recente libro di poesie Implicita missione, uscito agli inizi di quest’anno per i tipi di Fara Editore. Strano titolo, ma se vogliamo, davvero indovinato, perché nulla più di una poesia può essere una “missione”: anche in questo caso, il missionario-poeta tenta di portare la sua voce alle genti, non già per convertirle ai propri credi, bensì per aprire loro nuovi orizzonti, offrire la possibilità di provare altre emozioni, o ancora emozioni autentiche, dal momento che in questa fase della nostra storia, così falsa e decadente sotto tanti punti di vista, l’umanità si è forse disabituata all’incanto e alla purezza, alle vibrazioni della natura circostante. Implicita missione è un po’ tutto questo, laddove per implicito si sottintenderebbe la ovvietà, la naturalezza di un’operazione del tutto gratuita e affettuosa, nei confronti del lettore-fratello, in una società, appunto, dove nulla è dato per scontato, e anche l’offerta della poesia viene spesso fraintesa se non accolta con sospetto o persino con un completo disinteresse. Con Implicita missione Claudia Piccinno tocca vari aspetti del dire poetico, offrendo al lettore una gamma piuttosto esaustiva della sua potenzialità e modalità espressiva. Il libro infatti è suddiviso in quattro sezioni: “Poesie varie”, “Haiku”, “Tautogrammi” e “Dediche”; le quattro parti però, pur differenziandosi per la modalità strutturale, appunto, si integrano vicendevolmente evidenziando la tematica complessiva di tutta la raccolta, e cioè l’attenzione dell’autrice nei confronti della natura e dei sentimenti, con osservazioni anche minime delle cose e dei valori, nella quotidianità.
In particolare Claudia Piccinno, in questa raccolta, mostra di possedere tecniche di scrittura poetica davvero elevate, se si pensa, ad esempio, agli haiku, ma soprattutto ai testi della sezione “Tautogrammi”, dove riesce, con rara efficacia, a costruire versi che utilizzano sempre la stessa lettera, fornendo comunque un senso e un significato complessivo sorprendente.
La poesia è indagine e raccolta di messaggi provenienti dalla realtà che ci circonda, anche da quella nostra interiore, però le varie modalità espressive, le tecniche di scrittura, gli stili, le forme, sono prerogativa di quei letterati e poeti che conoscono molto bene la materia e da anni la frequentano. Claudia Piccinno è sicuramente tra questi.


L’ossessione delle radici


Visioni del sud

nella nodosa corteccia

degli ulivi

frammenti di luce

in comode rate

a colmare gli abbracci inevasi.

Un libro, un taccuino, un caffè

fan da cornice

a quest’elioterapia del ritorno.

Non c’è scadenza, né vuoto a rendere

in quest’ossessione delle radici.


(continua su Transitipoetici)

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