sabato 13 maggio 2023

"Plaja întotdeauna pe stânga" ("La spiaggia sempre a sinistra") di Luca Ariano. Traduzione in rumeno di Eliza Macadan. Editura Cosmopoli, 2023.

 


Dal treno la spiaggia/ sempre a sinistra

 

‘La spiaggia sassosa’ è l’approdo delle parole come luogo di senso, significato, del poema di Luca Ariano. Parole come voci fluite dalla memoria, dalla coscienza, in continuo rimando al tema fondante: la preservazione futura della Terra, e dell’umanità: “L’Autunno porta nuovi malanni/già vecchi nelle mutazioni,/in uomini frettolosi di dimenticare,/in corsa verso l’estinzione.

Con la forza interiore dell’imperativo categorico, il poeta lombardo compie il gesto antico del cancellare sulla sabbia la linea di confine tra il mare e l’approdo, tra ieri e oggi, tra passato e presente, per coinvolgere empaticamente il lettore nel mare della memoria che fluttua atmosfere familiari, giovanili, sociali; che, poi, amalgama senza soluzione di continuità al nostro vivere, indifferente e dissolutore: “la grandine improvvisa/ colpirà frutti come palle di cannoni,/una guerra persa tra oceani di plastica,/reti in fondali a soffocare pesci.”

Nei versi di Luca Ariano, quasi sentenze lapidarie, i ricordi affettivi suscitano adesione, commozione: “Il vostro aperitivo un lungo bacio/davanti al cancello al sapore/di erbaluce, nel vento afoso/che smuove il suo azzurro/mentre pensi al mese che verrà:/vi portò il figlio maschio/e la morte in un giorno troppo caldo.” Ad essi il poeta parmense affianca il respiro vitale che sostiene la fronte arata da rughe di uomini e donne che hanno attraversato gli eventi italiani dall’ultima Guerra mondiale: “ripensi al funerale di BerlinguerQuei gesti ancora un valore:/si ricordavano delle bombe,/fame, alluvione, cortei,/vana festa l’Otto settembre./Dove sono andati con la Fiat 850?”. Poi posa lo sguardo della memoria sui sassi “ancora lì da ere geologiche?/Per quanto tempo?” E ancora medita: “Questa notte il Monte Conero/porterà brezza di sonno:/la sognerai come un destino scritto/prima che un giorno tutto torni/Mediterraneo sommergendo città./Ma davvero siete gli ultimi/ad aver visto quelle stagioni?”. Interrogativi senza risposte, in sospensione silenziosa. Contraltari granitici, barriere, per l’ininterrotto vociare invasivo dei social.  

Il crescendo versificatorio si potenzia nell’alternanza di riflessioni, azioni quotidiane, ricordi, paesaggi: “Salirai sul treno per Lodi/e pensi al profumo di Pannerone,/a reminiscenze di lezioni/sul Barbarossa, battaglie in borghi/rasi al suolo da guerre./ Anche oggi abbattono le case/all’arrivo dell’Inverno tra gelo/di macerie e viveri saccheggiati./Anche Tito Tazio fu re per un po’/ma del suo corpo fecero scempio/e nessuno mai ritrovò la sua tomba.

Un senso tragico pervade le scene del poema. Si addensa nelle lacerazioni inferte alla Terra da una società paradigmatica, accecata dall’illusione d’essere sterilizzata dal processo della Storia che, implacabile, parla con la voce del poeta parmense: “Il grande fiume sarà un ricordo di vecchi”. Eppure, nel voltare l’ultima pagina di La spiaggia sempre a sinistra, il respiro non si annulla nello scoramento. Anzi, accresce e si accalora in un ritmo rinvigorito dall’incalzare epico dell’arte poetica di Luca Ariano, che invita, con il suo isolato coraggio tenacemente ancorato alla memoria dei singoli e storica, a custodire eroicamente la Poesia come modello di resistenza morale e filtro di catarsi esistenziale nell’espandersi dei “Caroselli nelle strade di popoli del mare/con riti rimasti in un altro secolo.”

                                                                                          Francesca Ribacchi

 

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