venerdì 18 luglio 2014

Vincitori del concorso Insanamente 2014

I giurati  Andrea Parma, Angelo Chiaretti, 
Caterina Camporesi, Claudio Roncarati, 
Guido Passini, Teresa Armenti
e Fara Editore
sono lieti di proclamare vincitori con inserimento nell'antologia Siamo tutti un po' matti per la

Sez. A Poesia
del concorso Insanamente 2014 i seguenti Autori
(per la Sez. B Racconto v. qui )

Cerimonia di premiazione il 3 settembre 2014 ore 21.00 a Viserba di Rimini nell'ambito della manifestazione Esportiamoci

1. Varco e altre poesie di Pietro Roversi (Oxford, UK) con medaglia del Presidente della Repubblica
 

Varco

Il via-vai dei finanzieri in grigioverde
tra Briga e Domodossola
assale di sorpresa,
maschera d'ansia il confine.
Si sbuca già stanchi del viaggio in un paesaggio franoso.


Non è per questo tratto è chiaro
che uno prende si sposta fa la fila.
La riga della vita si fa incerta.
Ci sorprende senza passo alla frontiera.





Pietro Roversi è nato nel 1968 a Novara da famiglia emiliana. Cresciuto tra Carpi e Verona, ha studiato prima per una laurea e poi un per un dottorato in Scienze Chimiche (1987-1997) all’Università Statale di Milano. Nel 1993-1994 ha prestato un anno di servizio civile presso la Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione di Sesto San Giovanni (MI). Durante il dottorato si è trasferito in Inghilterra, a Cambridge (1995-2003) e a Oxford, dove vive e lavora come biologo strutturale presso il Dipartimento di Biochimica dell’Università. È coautore di più di 70 articoli in riviste scientifiche internazionali. Nel 2010 ha pubblicato il suo primo libro di poesia, Una crisi creativa (Puntoacapo, Novi Ligure). Nel 2014 è apparso il suo secondo libro di poesia, Vamosaver (Gattomerlino Superstripes, Roma).


Giudizi

«La silloge Varco e altre poesie mi riporta alla mente Spoon River, forse per via dei titoli che portano quasi tutti nomi comuni, forse per come sono strutturate alcune poesie. I temi sono nettamente diversi, meno macabri, e con una buona dose di quotidianità se vogliamo. Immagini ben dosate e che riescono a toccare tanti temi differenti, ma pure sempre allineati tra loro.» (Guido Passini)

«Le poesie intitolate con nomi di persone sono interessanti ritratti poetici. Tra questi preferisco Isabella dove il poeta riesce a fornire immagini  precise e dettagliate: “Il mercato è deserto”, “l’asta di ferro al centro della lastra”, per passare con abilità da uno stile descrittivo ad uno riflessivo e sognante : “la fiaba della fanciulla scalza”, “L’infanzia è il solo regno che non muta”. L’ultima poesia della silloge è un piccolo gioiello: “Supervisione // Il desiderio / preso sul serio / induce la discesa / della difesa”. Per i vari psico-addetti ai lavori,che hanno fatto l’esperienza professionale della supervisione, il significato risulta esatto. Apprezzo molto il gioco di parole che consente un magistrale tocco di lieve ironia.» (Claudio Roncarati)

«Immersi in un paesaggio sospeso tra un brontolio di nuvoloni neri e strade senza uscita, giardini abbandonati e muri screpolati, si muovono vari personaggi. Sono quelli emarginati dalla società, segnati dal destino. Il poeta posa il suo sguardo su di loro, li fa uscire dall’anonimato e li fa emergere con tutte le loro caratteristiche, mettendo in evidenza le “attitudini dei matti”. Sembra quasi di leggere il versetto di Isaia “Non temere, perché ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome, tu mi appartieni”.» (Teresa Armenti)

«Il verso scorre veloce e nervoso sul filo dei ricordi, ma la gentilezza d’animo conserva quella “corrispondenza d’amorosi sensi” (Foscolo) che ci salva nella notte tempestosa. Ho finalmente capito come il ricordo (nell’eco straziante dei nomi) rende l’animo grande ed unico!» (Angelo Chiaretti)


2. Respiri di Marco Mastromauro (Novara)

A RITROSO

Migrato fino all’incrocio
indenne tra allarmi e clacson
sul marciapiede in qualche parte di questa città
ora sta contando a ritroso
meno sette partendo da cento
perché più in là s’apre un vicolo secondario
il bacio al buio e il tepore
dove fluiva il silenzio (il suo piede aggraziato)
e nessun accadimento.
Perché così l’esperto in guarigione
l’ha interrogato l’altro ieri (o forse non ancora)
scrutando sconnessioni
escogitando profezie per il coro trepidante
lungo le gradinate i giorni in processione
fino al prossimo incepparsi del movimento
quando finalmente il canto delatore
possente s’alzerà.





Marco Mastromauro è nato a Verbania il 12.7.1957. Vive a Novara , lavora a Vercelli. Ha pubblicato poesie sulla rivista «Alla Bottega» e, dal 1995 al 1999, ha collaborato al trimestrale di cultura e arte «Contro Corrente». È autore delle raccolte di poesie: Anime confinate (Milano Libri 1992), Cuba (Ibiskos 1995), Memorie da un pianeta (Contro Corrente 1997), Eros, Trinidad e altre poesie (Oppure 2000), Fraintendimenti (ebook, Prospero editore 2013). Sue liriche sono presenti in alcune antologie.
Giudizi
 

«È una poetica dello svanire: “un vasto svanire senza fine”, esprime un tormento sommesso: “il tormento anche s’è adagiato accanto… colmo di tristezza e allegria”. L’ossimoro tristezza/allegria raggiunge un vertice assoluto nella splendida poesia Deriva: “Morendo non sentivo la tua voce / come pesciolino alla deriva / che nuotando si svigora / senza affanno / sventatamente giulivo”. In Ricordi, respiri la poesia diventa descrizione di un vagabondaggio nel mondo esterno e nel mondo interno del poeta ed esprime una condizione esistenziale di esilio “esiliato rimiri il tuo vagare”». (Claudio Roncarati)

«Il ritmo è sapiente, con una dolce velatura del senso che esalta le sonorità della parola; si intende una conoscenza letteraria mai banale, con rimandi, citazioni e memorie poetiche sotto soglia. Le emozioni sono nitide, calde, accoglienti. Acquerelli diluiti di inconscio.» (Andrea Parma)
 


Terzi classificati ex aequo

3. Ovunque un seme d’affetto di Salvatore Della Capa (Bologna)

Vivo e piango.
Cammino sui morti
con piedi di fango.
Sono anche io questo male
che ti scorre dentro




Salvatore Della Capa è nato a Napoli nel 1983. Vive e lavora in ambito sociale a Bologna, dove si è laureato in Lettere Moderne e specializzato in Linguistica. È attivo in Emilia Romagnia nell’organizzazione di reading e eventi letterari, tra cui il festival “Luoghi diVersi”. Ha pubblicato le sillogi Al cospetto dell’alba (Libroitaliano 2002) e Interno, Esterno (L’arcolaio 2008), ha curato Poesie in corso. Laboratorio di Università Aperta (Bacchilega 2008), è presente nell’antologia Pro/Testo (Fara 2009) e in altre raccolte. Suoi interventi letterari e poesie sono apparsi su riviste come «Ali», «La Mosca», «Argo» e «Atelier». È tradotto in polacco nell’antologia Z Buta (Katedra Italianistyki 2011).

Giudizio

«Forza, impotenza, colpa, pentimento, espiazione, verità e semi di affetto sparsi ovunque si snodano e si annodano lungo la traiettoria di versi limpidi, essenziali, incisivi e icastici. Il lettore non ha scampo: non può sottrarsi all’evento della sorpresa e neppure ad un profondo coinvolgimento.» (Caterina Camporesi)


3. Raggiungerti di Mariangela De Togni (Piacenza)



Potessi raggiungerti
nel tuo sole
mentre corteggio la nebbia
che nasconde le stelle.

Potessi raggiungere
la moltitudine di colori
e fragranze in questa festa
d’incontenibile luce.

È così il nostro cuore
un alveare in cui lo spirito
soffia la sua polvere
su tessuti di attesa.

Si può suonare un notturno
su un flauto di grondaie. 



 

Mariangela De Togni, nata a Savona, è suora Orsolina di Maria Immacolata di Piacenza. Insegnante, musicista, studiosa di musica antica, è membro dell’Accademia universale “G. Marconi” di Roma. Dal 1989 ad oggi ha pubblicato dodici raccolte di versi ottenendo premi e segnalazioni di merito in vari concorsi letterari. Le è stata dedicata la «Lettera in versi» n. 21, rivista on-line a cura di Rosa Elisa Giangoia scaricabile in bombacarta.com/le-attivita/lettera-in-versi. È presente nei siti di Maria Di Lorenzo flannery.it e inpurissimoazzurro.com ; nei blog farapoesia di Alessandro Ramberti e lastanzadinightingale di Federica Galetto che le ha dedicato anche il blog La mia contemplazione (mariangela-de.blogspot.it). Ha partecipato a varie kermesse fariane e nel 2013 ha pubblicato con Fara Frammenti di sale e alcune poesie in varie antologie fra cui le ultime: Chi scrive ha fede?, Scrittura felice e Letteratura… con i piedi.

Giudizio
«Quanta delicatezza si respira nell’intimità del dialogo amoroso che pretende risposte! Leggendo queste rime ho provato la dolcezza di essere levigato come un sasso (Ungaretti) dalle parole amorevoli che solo una ferita apparentemente guarita (ma ancora sanguinante) è capace di esprimere per salvare il mondo dalla bruttura del male!»

(Angelo Chiaretti)
 


3. L’ora tarda sorride come oggetti di Vincenzo D’Alessio (Montoro Inferiore, AV)

XXI SECOLO

Dolore nuovo
si muove dentro
simile al digiuno
della Quaresima
Sapesse almeno di che
nutrire il vuoto che l’aspetta
Nero e vero
Tempo smemorato
dove una tempesta
di vento fredda e
sterile, come donna
senza figli, è passata.




Vincenzo D’Alessio è nato a Solofra (AV) nel 1950. Vive a Montoro Inferiore (AV). Laureato in materie letterarie all’Università di Salerno, ha ideato il Premio Nazionale Biennale di Poesia “Città di Solofra”. Ha fondato il Gruppo Culturale “Francesco Guarini” e la casa editrice omonima. È cofondatore del Premio Nazionale Biennale di Poesia “Cluvium” dal 1996. Ha ricoperto la carica di Ispettore Onorario del Ministero dei Beni Culturali dal novembre 1977 al novembre 1988. La valigia del meridionale e altri viaggi (poesie 1975-2011) è uscita per Fara Editore nel 2012 ed è appena stata pubblicata come eBook da Prospero Editore.

Giudizio «Il disorientamento e l’angoscia causati dalla nostra società liquida, che sta generando una mutazione dell’animo umano, sono ben espressi in questi versi. Il poeta manifesta il suo dolore e il vuoto che avverte dentro di sé; vaga senza meta, con le scarpe di carta che perdono parole, va in cerca di un Dio per sognare un mondo nuovo e affida al vento, amico dei nuovi cieli, la follia dell’avvenire.» (Teresa Armenti)


Quarti classificati ex aequo

4. Dove siamo? di Carmine De Falco (Pomigliano d’Arco, NA)

II

affrontabile di frazione, di feudo comune
come d'individuo, feudo Onna comunque, assedio
ancora resa, planetario fuggire.
Onna non è sia fronte sia bolla o seguito
di Bolla, è esito o confluenza che tratta vantaggiosa
nei pressi d'onda. Quando Onna è luogo trauma d'umano
assume fine perigliosa, Storia
onde tratta e rispecchia alcuna balla
di nuovo come guerra, l'impotenza
dell'aiuto nostra insidia, fonte dell'ancora
pericolo possibile_ si restò, non fronteggiabile
di condiviso forfait lungo aprile
tragico:
           dar causa, 

                           spiegazione 



Carmine De Falco, nato a Napoli nel 1980, ha pubblicato 4 raccolte di poesia, Linkami l’immagine e Loop Vernissage in Specchio Poetico (Fara 2007); Italian Day (Kolibris 2009); e nel 2012 I Resistenti, scritto a quattro mani con Luca Ariano, opera vincitrice del premio Miosotìs pubblicata per le Edizioni d’If. Poesie sparse sono state pubblicate in riviste e antologie, tra cui Vicino alle nubi sulla montagna crollata a cura di Enrico Cerquiglini e Luca Ariano (ed. Campanotto). Un’ampia selezione di testi tratti da Linkami l’immagine e Loop Vernissage, e dall’inedita Napre, si può leggere Nella borsa del viandante a cura di Chiara De Luca (Fara 2009). Il trittico Variazioni è presente nell’antologia Pro/Testo (Fara 2009). È socio fondatore dell’associazione culturale Componibile62.

Giudizio
«Il primo testo, complice un dialogo surreale, inscena la terribile esperienza della perdita di ogni punto di riferimento in chi ha subito un trauma. I successivi testi, invece, segnalano il percorso, risultato di contributi scientifici e giornalistici, atto ad abbozzare un contenitore che consideri il disorientamento dei sopravvissuti, privati del loro background.»
(Caterina Camporesi)


 

4. Oggi è un buco la casa di Rossella Renzi (Conselice, RA)

3.

Ascolta l’avanzare del mattino
viene luce tra le piccole crepe
che si aprono nel muro vicino
tra il tepore e le voci dei bambini.

Vado, verso la casa abbandonata
la porta semichiusa e dentro i colori
che nella polvere sono volati.
Vedo, l’ombra celeste dei miei cari.

Non salvarmi, se tornerò domani,
non tenermi come uccello ferito.

Rossella Renzi (foto Daniele Ferroni) vive a Conselice (Ra) dove lavora come insegnante. Sue poesie sono apparse su riviste, blog, antologie poetiche. I giorni dell’acqua è il suo primo libro, uscito nel 2009 con L’arcolaio (Forlì). Dal 2003 è redattrice di «Argo – Rivista d’esplorazione», per la quale coordina la Rubrica di poesia. Per la Edizioni Kolibris cura il blog Donne in poesia. Numerose sono le collaborazioni con riviste di critica e letteratura. In dialogo col musicista Mirco Mungari ha ideato un progetto di contaminazione tra parola e suono, che ha per titolo MOUSIKÈ TECHNE. È tra gli organizzatori del Festival di poesia itinerante Luoghi diVersi, e organizza laboratori didattici di scrittura e di arte, nelle scuole e nelle biblioteche del suo terrritorio. Si è laureata in Lettere Moderne all’Università di Bologna, con una tesi sull’ultima produzione di Eugenio Montale.

Giudizio
«Le immagini mentali trovano giusta corrispondenza sonora e di  tratto. Il verso essenziale, quasi scarno, tratteggia spirali di pensiero in forma lieve, quasi onirica. Apprezzabile l’uso leggero della catacresi senza affanni poetici.»
(Andrea Parma) 


4. Fuggi fuggi nel nulla di Michele Luongo (Pergine Valsugana, TN)

L’Ingordigia

Silenziosa l’ingordigia ci trafigge
il vuoto ci circonda.
Smarriti nell’egoismo
è fuggi fuggi nel nulla.
Cerchiamo, raccogliamo, senza cuore.

Non conosciamo nemmeno
il nostro corpo
vestito di falsità
non pulsa, non scalda.
Inganniamo anche l’istante.

Vorrei guardare il cielo
sussurrare parole
e donare carezze d’amore
ma il tempo
scorre più veloce delle certezze.

Silenziosa l’ingordigia ci trafigge.



Michele Luongo è nato a Prata Principato Ultra (AV) nel 1959, ha trascorso la sua infanzia a Montefredane prima di trasferirsi, adolescente, in Toscana. È stato maresciallo dei Carabinieri in Trentino. La sua poesia deriva, forse, dalla sofferenza della sua fanciullezza. L’incontro, nel maggio del 1989, a Solfora, con Vincenzo D’Alessio, poeta e scrittore, “accende la fiammella”, che aveva nel suo cuore, con il quale riesce poi a pubblicare i suoi testi. La sua poesia è spesso denuncia sociale con particolare riferimento alla sua Irpinia. Ha ideato le riviste Via Cialdini www.viacialdini.it e Bluarte www.bluarte.it

Giudizio
Sono versi che partono dal cuore e raggiungono il cuore del lettore, facendo vibrare le sue corde con un’intensità tale da annullare le distanze e battere all’unisono. Prendiamo coscienza del nostro chiuderci a riccio, facendo prevalere il nostro orgoglio, prigionieri dell’egoismo, della cura della nostra immagine, della nostra corsa verso il nulla, privi dei valori di una volta. Eppure, basterebbe uno sguardo al cielo per risollevarci e donare carezze d’amore.
(Teresa Armenti)


 

4. I nomi coinvolti di Davide Valecchi (Dicomano, FI)

Si apre una raccolta di elementi,
la sedimentazione non è certa:
attraversando una soglia di fibre
resta sul fondo un tono innaturale.

Una stagione di polvere e luce
in piedi per un soffio, per un sibilo:
il bianco aumenta la ripetizione,
un punto dentro al mare di riverbero.

Tutto è stato diviso con un taglio:
un lavoro di impronte sulla pietra
riflesso da una scheggia di calcite.

Il giorno cade, il nome si spegne,
l'aria contiene un luogo di radici
senza generazione, come un vuoto.

Il primo segno della tua vecchiaia:
un pomeriggio immobile, arancione,
un sigillo tentato, quasi innocuo,
salendo verso una definizione
d’identità minore.


Nato nel 1974 a Firenze, Davide Valecchi dal 2003 è chitarrista del gruppo gothic/wave Video Diva. Con lo pseudonimo di aal (almost automatic landscapes), a partire dal 2001, ha intrapreso un percorso di ricerca sonora in campo elettro-acustico, concreto, elettronico e ambient, toccando anche territori drone e industrial. Su bandcamp sono disponibili alcuni titoli della sua discografia in download gratuito. Dal 2013 collabora con il vocalist e musicista Luigi Maria Mennella. L’esordio ufficiale del duo è avvenuto nel gennaio 2014. Il nome del progetto è poi definitivamente diventato H2R. Ha pubblicato la prima raccolta di poesie Magari in un’ora del pomeriggio solo nel 2011, vincendo il concorso Faraexcelsior. Altre poesie sono presenti in Scrivere per il futuro ai tempi delle nuvole informatiche (Fara 2012), Di là dal bosco (Le Voci Della Luna 2012), Chi scrive ha fede? (Fara 2013), Labyrinthi 3 (Liminamentis 2013), Generazioni ai margini (deComporre 2014). Ha frequentato anche la fantascienza, scrivendo nel 2010 il romanzo L’archivista con Paolo Frusca, finalista al Premio Urania Mondadori. Realizza eventi legati alla poesia, alla musica, alla letteratura…

Giudizio
«I nomi coinvolti è un testo che considero un poemetto. La bravura dell’autore sta nel mantenere l’attenzione alta grazie a una scrittura piacevole e veloce da scandire. È scritto tutto lì… leggermente celato da immagini intrise di sagacia, di velata malinconia. L’autore riesce a mostrare un mondo in cui pochi possono e sanno entrare con la dovuta delicatezza. A mio avviso un’ottima prova.»
(Guido Passini)

4. La soluzione è scritta a rovescio di Marco Statzu (Gonnosfanadiga, VS)



IL MISTERO DELLA LINFA

Avete mai visto il rosso
delle viti in autunno
inoltrato
quando il sole
basso e breve
le scalda
fino a spogliarle?
Così,
nude,
ricominciano
la loro lenta ascesa
verso la vita nuova
della primavera e dell’estate,
per dare nuovo colore 

e nuovo profumo
alla campagna.
È il mistero della linfa
che si concentra nel cuore,
di una vita che pare morire
ogni volta ai primi freddi,
per rinascere dall’intimo.



Marco Statzu è parroco del Sacro Cuore in Gonnosfanadiga, docente di Antropologia Teologica nella Facoltà Teologica della Sardegna, Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Ales-Terralba. Ha pubblicato con Fara nel 2010 la raccolta di poesie Tra disastri e desideri. Blog: maioba.blogspot.it

Giudizio
Questa brevissima silloge ha un solo limite: quattro poesie sono davvero poche e purtroppo lasciano il desiderio insoddisfatto di leggerne altre, di conoscere meglio questo folgorante autore che riesce, fatto raro nella poesia italiana contemporanea, a trasmettere una laica speranza vitalizzante. I componimenti sono potenti intuizioni poetiche, trasmettono al lettore una sensazione di improvvisa illuminazione. La parola poetica è carica di senso  vi scorre una potente linfa vitale e risulta terapeutica.
(Claudio Roncarati)

 

Quinti classificati ex aequo

5. Delirio di una pazza  di Claudia Piccinno (Castel Maggiore, BO)


Il delirio di una pazza

Nel delirio di una pazza
stupide coincidenze
si vestirono di diffidenza
rimbalzando sul muro
degli ascolti negati,
per non scalfire le altrui
contraddizioni.
Mille volte pazza fui chiamata.
Mille volte pazza fui trattata.
Scomoda la pazzia di chi palesa
un dubbio,
o di chi esplicita di non fidarsi.
Sia lampada ai miei passi
la tua parola
perché il miraggio dell’oasi
ben altra arsura mi lasciò.



Claudia Piccinno e nata nel 1970. Laureata in Lingue e letterature straniere, è insegnante di ruolo nella scuola primaria. Ha pubblicato La sfinge e il pierrot (Aletti 2011), “Potando l’euforbia” in Transiti Diversi (Rupe Mutevole 2012), Il soffitto, cortometraggi d’altrove (La Lettera Scarlatta 2013). Suoi versi in varie antologie.

Giudizio
«Poesia scomoda, irriverente, provocatoria, con note melodiche aspre e ruvide. La prassi letteraria sembra beneficiare di memorie di poeti maledetti, recuperati nella versione ridotta di un sussulto. Ottimo esempio di anelito poetico senza troppi tecnicismi letterari.»
(Andrea Parma)

 

5. Lost in Google di Alberto Mori (Crema, CR)


Lost in Google –  Ep.2 

 
L’aggregatore dei blog decompone lentamente

Deframmenta ed incrina accessi

Vedi restano pixel sparsi

sul fondo del linguaggio basic

Afasia multitasked senza stimoli

davanti al netscape abbiancato

e nessun taxi server in vista

per uscire dalla connessione

Proxy… No exit…

È vero

Il tablet apparecchia le icone app definitive sul desktop

Ci siamo però ancora io e te Net…

con la prossima mutazione dei bytes troveremo una soluzione

per ora guarda lo streaming del mio volto

Video chatta quello che mi vuoi dire…




Alberto Mori, poeta performer e artista, sperimenta una personale attività di ricerca nella poesia, utilizzando di volta in volta altre forme d’arte e di comunicazione: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video ed alla fotografia. La produzione video e performativa è consultabile on-line sulla pagina YouTube e Vimeo dell’autore e nell’archivio multimediale dell’Associazione Careof / Organization for Contemporary Art di Milano. Collabora inoltre, con molti fra i più noti poeti contemporanei, italiani e stranieri, per la realizzazione di letture pubbliche, manifestazioni ed eventi dedicati alla poesia. Negli ultimi anni più volte finalista del premio di poesia “Lorenzo Montano” della rivista «Anterem» di Verona. Dal 1986 ha all’attivo numerose pubblicazioni. Nel 2001 Iperpoesie (Save AS Editorial) e nel 2006 Utópos (Peccata Minuta) sono stati tradotti in Spagna. Con Fara ha pubblicato: Raccolta (2008), Fashion (2009), Objects (2010), Financial (2011), Piano (2012), Esecuzioni (2013) e Meteo Tempi (2014).

Giudizio
«Il testo è stato scelto per l’efficace rappresentazione della presenza e dell’utilizzo di una comunicazione che coinvolge l’universo online, conquista del nostro tempo. Dislocato lungo tre momenti, valendosi per lo più  di vocaboli inglesi, catapulta il lettore in una dimensione di dinamismo disperante e convulso, dove perdersi è ipotizzabile.»
(Caterina Camporesi)

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