venerdì 13 ottobre 2023

IT'S FRIDAY!: sette poesie inedite di Francesca Innocenzi

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 
 
 
 
It's friday è una rubrica a cura di Annalisa Ciampalini

 

della casa dei primi anni

un ricordo di vetri rotti nelle stanze

sentore di ghiaccio triturato

non per la cura di un male, ma inciampo liquefatto

fino alla porta del salotto chiusa a chiave.

E la figura in chiaroscuro del padre

che dice alle spalle – non guardare –

alla bimba che corre nei vuoti contorni

cade e lo chiama

e ai piedi della scala demarca il suo passaggio

lungo la linea di un perimetro invisibile.

*

 

il profilo di lei che alza il capo appena

e guarda il sole in alto

più in alto del pino

e sibila – è bello –

senza più forze né respiro

tanto che il corpo si adombra

in posa d’abbandono

e si stende al suolo incompiuto.

*

 

Il garbo della notte

cade sulle note della radio accesa.

Nelle ore di buio persiste il rumore

frammisto ai mugolii del sonno

per non sentire urla

per non sentire conati di spasmo

a due passi dalla porta della stanza.

*

 

La bimba gioca sulla porta di casa.

Non si allontana.

Dentro, un’abitudine di pose misurate –

la frutta nel vassoio al centrotavola

le pentole lasciate su un ripiano ad asciugare.

Fuori, tramestii di motori, versi di animali

voci da fiera.

La bimba resta sulla soglia

gioca un gioco che chiamano campana –

un piede dentro, un piede fuori

l’area della mattonella.

*

 

Nell’acquaio gocciolante di fiori

sciacquavo le stoviglie quella sera

nell’istante della tua dipartita.

Al getto del rubinetto tendevo

il braccio, mentre un’altra mano, di sopra

ti stringeva il polso – e tu, non vista

di là della finestra ti scioglievi

in una venatura d’aria.

*

 

Liberarti dai graffi di terra

che ti porti addosso, quando ti giri

e nulla posso se non stringere a te lo sguardo.

Convincermi che è un demone bugiardo

la paura, che tanto più chiama

quando una fede si affaccia incrollata.

Quando

per far entrare luce dal balcone

ti sporgi un poco e tiri

su un punto malcucito di sutura.

*

 

Piove così leggero

che ti svuoti a guardare attraverso.

Il peso dei nomi delle cose

lascia un solco di detriti siderali

memorie intraviste nell’opale degli specchi

mentre baccanti infuriano

sui coperchi di scatole di pietra

e il pantano raccoglie una propaggine

di te che ti fai buio

e ti rannicchi nella tana.

 

Francesca Innocenzi è nata a Jesi (Ancona). Laureata in lettere classiche, è dottoressa di ricerca in poesia e cultura greca e latina di età tardoantica.

Ha pubblicato la raccolta di prose liriche Il viaggio dello scorpione (Il Filo 2005); la raccolta di racconti Un applauso per l’attore (Manni 2007); le sillogi poetiche Giocosamente il nulla (Edizioni Progetto Cultura 2007), Cerimonia del commiato (Edizioni Progetto Cultura 2012), Non chiedere parola (Edizioni Progetto Cultura 2019), Canto del vuoto cavo (Transeuropa 2021); la plaquette Formulario per la presenza (Edizioni Progetto Cultura, Quaderni di poesia Le gemme, 2022); il saggio Il daimon in Giamblico e la demonologia greco-romana (Eum 2011); i romanzi brevi Sole di stagione (Prospettiva 2018) e Diario di una stalker mancata (Edizioni Progetto Cultura 2022). Nel 2023 è uscita in Romania la plaquette bilingue Halou de toamnǎ/ Alone d’autunno per Edizioni Cosmopoli di Bacǎu.

Per Edizioni Progetto Cultura ha diretto una collana di poeti esordienti, «La scatola delle parole», tra il 2007 e il 2012, e curato alcune pubblicazioni antologiche, tra cui Versi dal silenzio. La poesia dei Rom (2007); L’identità sommersa. Antologia di poeti Rom (2010); Il rifugio dell’aria. Poeti delle Marche (2010). È redattrice del trimestrale di poesia «Il Mangiaparole», della rivista online «Poesia del nostro tempo» e collabora con vari blog letterari con recensioni e articoli sulla poesia greco-romana e contemporanea. Ha ideato e dirige il Premio di poesia Paesaggio interiore ed è direttrice artistica dell’omonimo Festival.

 

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