ESILIO DEL MONDO
Nel quartiere vecchio delle settimane,
nel chiuso dei tamburi, frantumi
di clessidra girano su rocchetti
d’ansia, alternanza fra noia e paura.
Ho esaminato una ad una le fessure
degli stipiti, la luce che filtra
da sotto la porta, ho spiato
la tromba dal buco della serratura
Gli intonaci beige visti dall’interno
dettano il manuale delle esclusioni.
Mi sento in pari, per una volta,
con l’esilio del mondo.
Prigioniero in casa del narratore
Osservo
lo specchio sulla parete a fronte
riflette
una finestra aperta sull’assedio
della luce che scende dalla magnolia
a cascata
solo un chiodo nel muro lo trattiene
dall’essere un mucchio di cocci.
( Nel caso chi pagherà per essi ).
EXILIO DEL MUNDO
En
el viejo barrio de las semanas,
en
el recinto de los tambores, añicos
de
clepsidra giran en carretes
de
ansia, alternancia entre aburrimiento y miedo.
Examiné
una a una las grietas
de
las jambas, la luz que se filtra
por
debajo de la puerta, espié
la
trompeta del ojo de la cerradura
Los
enlucidos beige vistos desde el interior
dictan
el manual de las exclusiones.
Me
siento igual, por una vez,
con
el exilio del mundo.
Prisionero
en la casa del narrador
Observo
el
espejo en la pared de enfrente
refleja
una
ventana abierta sobre el asedio
de
la luz que desciende de la magnolia
en
cascada
solo
un clavo en la pared lo retiene
de
ser un montón de fragmentos.
(En
caso de quien los pagará).
IL DISCORSO CON LA STRADA
Chilometrico è il discorso
fra il ciclista e strada,
mescola di lemmi e bitume,
porta in giro un telaio giallo
che rileva distanze e consonanze.
( Ricordate, il paragone non è di
valore,
la vanga del padre che scava la torba
e lo stesso gesto con la penna del
figlio. )
Un lento rotolio di raggi,
sassi smossi, pedalate contro la
salita,
fra i borghi assenti, fra questi
castagni
matti, per non restare fermo,
sordo e muto, nell’attesa.
EL DISCURSO CON LA CARRETERA
El discurso es kilométrico
entre el ciclista y la carretera,
mezcla de lemas y betún,
lleva de viaje un marco amarillo
que detecta distancias y consonancias.
(Recuérdate, la comparación no tiene valor,
la azada del padre que cava la turba
y el mismo gesto con la pluma del hijo.)
Un lento rodar de rayos,
piedras sueltas, pedaleos contra la pendiente,
entre los pueblos ausentes, entre estos castaños
locos, para no quedarse quieto,
sordo y mudo, esperando.
NEL BUIO DEL CORTILE
Torna dall’officina, i capelli
corvini raccolti in una casta coda,
le unghie macchiate di morchia,
per cenare con la madre.
Abbraccia la sorellina, la solleva,
la fa volare di sorrisi, aspetta
il buio. Scende in garage.
- l’antro del trasformista –
Quando esce a bordo dell’auto
la telecamera di sorveglianza
sorprende
una chioma bionda, le labbra rosse.
Esce dal cancello, prende una strada
che il condomino del quarto piano,
interno C, non condivide.
EN LA OSCURIDAD DEL PATIO
Regresa de la oficina, los cabellos
negros recogidos en una casta cola,
las uñas manchadas de lodo,
para cenar con la madre.
Abraza a la hermanita, la levanta,
la hace volar con sonrisas, espera
la oscuridad. Baja al garaje.
- el antro del transformista -
Cuando sale del auto
la tele cámara de vigilancia
sorprende
una cabellera rubia, los labios rojos.
Sale por el portón, toma un camino
que el condominio del cuarto piso,
interno C, no comparte.
CLINICA PER IL DISAGIO ALIMENTARE
È atterrata proprio in fronte
al salumiere, sull’altra riva del mare
della solitudine, the other side
del benessere, una navicella
( una clinica ) intonacata verde
acido, forse a esorcizzare
l’immagine di un conato vomitato.
Dall’universo dell’anoressia
leggere, malgrado la gravità,
posano il piede sulla superficie
anime trasparenti oltre la siepe,
pelli adolescenti raggrinzite
foderano catene malferme d’ossa
sull’orlo del disfacimento,
che neppure il quartiere
trita rifiuti riesce a deglutire.
Daniele Beghè è nato a Parma, dove vive da 58 anni. Laureato in Economia e Commercio, dopo alcuni anni di lavoro presso un‘impresa privata, svolge dal 1994 la professione di Dottore commercialista, svolgendo la propria attività prevalentemente nell’ambito della formazione in campo economico e giuridico. Pur essendo da sempre appassionato lettore di poesia, ha cominciato a scrivere solo nel 2007.
Nel 2016 pubblica la sua
opera prima dal titolo “Galateo dell’abbandono” in esito alla vittoria del
premio per inediti Tapirulan, organizzato dall’omonima associazione culturale
di Cremona. Nel 2017 con “Galateo dell’abbandono” ha vinto il “Premio Speciale
del Presidente della Giuria” al concorso INTERFERENZE presso il festival
BOLOGNA IN LETTERE.
Nel 2018 è risultato
vincitore del concorso per inediti Luciano Serra organizzato a Reggio Emilia da
Consulta edizioni con conseguente pubblicazione della raccolta intitolata
“Quindici quadri di quartiere ed altri versi”. Sempre nel 2018 con “Quindici
quadri di quartiere ed altri versi” ha vinto il Premio speciale della Giuria al
premio Raffaele Crovi e con la medesima raccolta ho conseguito una menzione
d’onore al XXXII° premio Montano. Nel 2019 risulta con “Boomerang” fra i
vincitori nella categoria per brevi sillogi inedite al premio editoriale
organizzato da Arcipelago Itaca, con conseguente pubblicazione nel “Quarto
repertorio di poesia italiana contemporanea”, uscito per il medesimo editore
nel 2019.
Nel marzo del 2021 ha
pubblicato per Arcipelago Itaca la raccolta “Rosette (quartiere cosmico)”
Alcune poesie tratte da
“Galateo dell'abbandono” sono state tradotte in francese dalla poeta Maryline
Bertoncini e sono state pubblicate sulla rivista “Recours au Poème - revue de
poésie “. La breve silloge “Boomerang” tradotta in francese da Marilyne
Bertoncini è stata pubblicata nella rivista cartacea edita in Francia “Phoenix”.
CLÍNICA DE ENFERMEDADES ALIMENTARIAS
Aterrizó justo en frente
del charcutero, al otro lado del mar
de la soledad, the other side
del bienestar, una barquichuela
(una clínica) enlucida de verde
ácido, tal vez para exorcizar
la imagen de una arcada vomitada.
Del universo de la anorexia,
leer, a pesar de la gravedad,
ponen el pie en la superficie
almas transparentes más allá del seto,
pieles adolescentes arrugadas
cubren cadenas temblorosas de huesos
al borde de la decadencia,
que incluso el barrio
tritura desperdicios puede tragar.
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