Luca Pizzolitto, Il silenzio necessario, Transeuropa 2017, pp. 60, € 10,00
recensione di AR
I versi che abbiamo scelto come titolo sono tratti dalla poesia Tra l'essere e il nulla (p. 24) e ci immergono nell'atmosfera esistenzialista di quest'opera dedicata a Massimiliano Bardotti e che si apre con questo esergo Montaliano: “Io sono abituato a cibarmi di nuvole e lontananza”.
La voce di Pizzolitto è onesta e umile: “con spavento di ubriaco / in me riposa il tempo” (p. 7); “Sono povero / posso darti parole che / resistono all'inverno” (Confessione, p. 18); “solo nel sogno ho trovato rifugio / nella solitudine ho pianto senza timore” (Indistinto delirio, p. 28).
Ci sono echi qoeletiani sulla transitorietà dalla condizione umana: “il vento disperde ogni traccia / e tutto, tutto va avanti lo stesso” (Solitudini, p. 8); “è il cadere del tempo nel tempo / l'attimo superficiale / che siede nella luce” (Milano, p. 24).
C'è anche una sensualità diffusa, un bisogno di avere vicino fisicamente chi si ama anche se una consapevolezza disincantata e nostalgica fa continuamente i conti con i limiti dei nostri sentimenti e sulla “follia” della passione: “Amo perché non conosco / amo perché sono folle incosciente / amo come si inciampa, / esondo nel mondo e divento / i tuoi occhi” (Avvolto in un alba di luce e rovina, p. 9); “Basterebbe una mano / a salvare il cuore dall'abisso, / la tua ombra si ritrae / al contatto con la luce” (Un viso dolce, p. 13); “L'amore si rompe / sotto un cielo di stelle, / non trovo parole” (p. 37).
La raccolta è ricca di immagini che uniscono concretezza e visionarietà, piccoli gesti si trasformano in parabole: “Con dita sottili / rubi a Dio un altro tramonto / e lo nascondi sotto il cuscino (Respiri, p. 16); “Porto in salvo il tuo nome / di fianco al letto sull'altare dei libri / custodisco il tuo nome piccola luce” (Per l'inverno che verrà, p. 30); ho indossato colori / ora dimenticati sotto la neve” (Dimenticanza, p. 33).
Troviamo in queste poesie anche un latente desiderio di un Amore assoluto, un anelare a un silenzio mistico: “Dalle rovine del silenzio / riemerge il caos / nel tremore della Grazia / i fiori appassiti del domani” (Nel pudore, p. 27); “Non domandatemi parole / ora che abito il silenzio” (Natale, p. 39). Con questi versi si chiude la prima sezione che dà il titolo al libro.
Segue la sezione “Abitiamo nella nostalgia” che si apre con questa citazione di Mariangela Gualtieri: “Noi siamo nel respiro. / Attraversiamo ancora.”
Qui Pizzolitto ritorna: “Ai pasti consumati da solo / alle partite di calcio come anestesia / (…) / ai viaggi di notte in tangenziale / con De André e i Radiohead a tutto volume / alle passeggiate in montagna col cane. // T'ho barattata, amore, con pensieri / puliti e una manciata di poesie di Montale” (p. 42). Ci dice ancora: “Io sono sempre ciò che manca. / Nessuna strada / si ricongiunge a me. / Nessuna parole / conduce alla cima / dove la luce / è nel tempo senza tempo” (Nel tempo, p. 45); “Siamo come l'acqua / dentro un bicchiere / dimenticato sul lavandino” (Nel silenzio, p. 47); “ti stringo / non tengo / riamango / qualcosa” (La misura delle cose è la speranza, p. 48); “… anche noi sapremo / leggere nel volo degli uccelli / ciò che il tempo nasconde / e la felicità divora in pochi istanti” (La vita a noi concessa, p. 52). Infine Luca si congeda da noi con questo intenso distico che ci abbraccia e si insinua proustianamente nei nostri ricordi: “Ora so dove nascono i fiori / prima che il vento ne faccia profumo” (Il silenzio necessario, p. 57).
recensione di AR
I versi che abbiamo scelto come titolo sono tratti dalla poesia Tra l'essere e il nulla (p. 24) e ci immergono nell'atmosfera esistenzialista di quest'opera dedicata a Massimiliano Bardotti e che si apre con questo esergo Montaliano: “Io sono abituato a cibarmi di nuvole e lontananza”.
La voce di Pizzolitto è onesta e umile: “con spavento di ubriaco / in me riposa il tempo” (p. 7); “Sono povero / posso darti parole che / resistono all'inverno” (Confessione, p. 18); “solo nel sogno ho trovato rifugio / nella solitudine ho pianto senza timore” (Indistinto delirio, p. 28).
Ci sono echi qoeletiani sulla transitorietà dalla condizione umana: “il vento disperde ogni traccia / e tutto, tutto va avanti lo stesso” (Solitudini, p. 8); “è il cadere del tempo nel tempo / l'attimo superficiale / che siede nella luce” (Milano, p. 24).
C'è anche una sensualità diffusa, un bisogno di avere vicino fisicamente chi si ama anche se una consapevolezza disincantata e nostalgica fa continuamente i conti con i limiti dei nostri sentimenti e sulla “follia” della passione: “Amo perché non conosco / amo perché sono folle incosciente / amo come si inciampa, / esondo nel mondo e divento / i tuoi occhi” (Avvolto in un alba di luce e rovina, p. 9); “Basterebbe una mano / a salvare il cuore dall'abisso, / la tua ombra si ritrae / al contatto con la luce” (Un viso dolce, p. 13); “L'amore si rompe / sotto un cielo di stelle, / non trovo parole” (p. 37).
La raccolta è ricca di immagini che uniscono concretezza e visionarietà, piccoli gesti si trasformano in parabole: “Con dita sottili / rubi a Dio un altro tramonto / e lo nascondi sotto il cuscino (Respiri, p. 16); “Porto in salvo il tuo nome / di fianco al letto sull'altare dei libri / custodisco il tuo nome piccola luce” (Per l'inverno che verrà, p. 30); ho indossato colori / ora dimenticati sotto la neve” (Dimenticanza, p. 33).
Troviamo in queste poesie anche un latente desiderio di un Amore assoluto, un anelare a un silenzio mistico: “Dalle rovine del silenzio / riemerge il caos / nel tremore della Grazia / i fiori appassiti del domani” (Nel pudore, p. 27); “Non domandatemi parole / ora che abito il silenzio” (Natale, p. 39). Con questi versi si chiude la prima sezione che dà il titolo al libro.
Segue la sezione “Abitiamo nella nostalgia” che si apre con questa citazione di Mariangela Gualtieri: “Noi siamo nel respiro. / Attraversiamo ancora.”
Qui Pizzolitto ritorna: “Ai pasti consumati da solo / alle partite di calcio come anestesia / (…) / ai viaggi di notte in tangenziale / con De André e i Radiohead a tutto volume / alle passeggiate in montagna col cane. // T'ho barattata, amore, con pensieri / puliti e una manciata di poesie di Montale” (p. 42). Ci dice ancora: “Io sono sempre ciò che manca. / Nessuna strada / si ricongiunge a me. / Nessuna parole / conduce alla cima / dove la luce / è nel tempo senza tempo” (Nel tempo, p. 45); “Siamo come l'acqua / dentro un bicchiere / dimenticato sul lavandino” (Nel silenzio, p. 47); “ti stringo / non tengo / riamango / qualcosa” (La misura delle cose è la speranza, p. 48); “… anche noi sapremo / leggere nel volo degli uccelli / ciò che il tempo nasconde / e la felicità divora in pochi istanti” (La vita a noi concessa, p. 52). Infine Luca si congeda da noi con questo intenso distico che ci abbraccia e si insinua proustianamente nei nostri ricordi: “Ora so dove nascono i fiori / prima che il vento ne faccia profumo” (Il silenzio necessario, p. 57).
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