
Il libro è diviso in quattro sezioni, la prima è “Periferie” (che si apre con una citazione di Pavese in cui si parla dello «sforzo di star vivi d'ora in ora») a cui appartiene la poesia che abbiamo citato e da cui riportiamo qualche altro lacerto: «gli ultimi tre avventori inchiodati / al banco come insetti di una collezione» (“Nighthawks” Nottambuli, p. 14, ispirata a un dipinto di E. Hopper); «nel fondo dell'Africa muiono a schiere / i figli delle guerre e della fame. // Tutto è compiuto, / anche il dolore manca.» (Il Lacor Hospital di Gulu, p. 22); «Per il viaggio duemila euro a testa / in contanti, la gente tremante / raggomitolata sul ponte. // (…) // Allora soltano il rumore del mare / che d'improvviso pareva / un immenso animale che li guardava.» (E quanto nero e immenso è il mare, p. 23); «rimane sempre vivo / il bisogno di una porta aperta, / di una storia alla quale appartenere.» (Le periferie umane, p. 28). Vorrei riprodurre integralmente la poesia inziale, I girasoli, di splendida forza visiva alla van Gogh: «Solenni e fieri / nel colmo dell'estate // a inizio autunno, / a capo chino / come seni stanchi, / una schiera di soldati / annichiliti e vinti.» (p. 12).
La seconda sezione, “Partire o stare”, ha in esergo versi ungarettiani che si concludono col distico Cerco un paese / innocente, ed è dedicata appunto al girovagare, all'errare, al migrare, al decidere: «volteggia il condottiero / in ampie curve, si alza, / vira si agita la flotta, / nel fremere dell'aria / diventa geometria / memoria di un altrove» (Come rondini sospese, p. 36); «per andare altrove / non occorre andarsene lontano, / ciò che sta oltre il segno / richiede un istante di libertà, di sosta» (Otre il segno, p. 39); «le locomotive e i loro affacciarsi ansante / come di animali che / – per tornarsene alla tana – / annusino le impronte» (Le stazioni, snodi di destini, p. 40); «Adagiati sulle case degli uomini / i tetti sembrano ali aperte sopra un nido, / groppe pazienti di animali.» (I tetti del borgo antico, p. 41).
La terza sezione, “Maria, tutte”, cita in apertura alcuni versi di Pär Lagerqvist che si chiudono con questi: … ed è ancora lei / che un giorno ho amato, / tutto ciò che è stato esiste ancora. Poesie dunque dedicate all'altra metà del cielo: «è una guerra il parto / vita che esplode» (Diventare madre, p. 49); «Lasciati riempire di stupore quando / – nel primo riconoscerti – / ti dirà tacitamente: eri tu / quel buio morbido che mi sentivo attorno!» (Eri tu, p. 50); «Delle trincee delle Tofane / avevo sentito i vecchi più volte raccontare, / ma ciò che mi colpì, di quell'elmo, / fu una scritta, rigata sopra con un coltello» («Mamma, se posso torno», p. 57).
L'ultima sezione, “Se non si muore”, cita in esergo Giovanni 12,25: Se il chicco di grano / caduto in terra / non muore… si parla dunque di morte e rinascita: «A ottobre il far della sera / pare l'ora del convenire / di anime lontane.» (Tramonto di ottobre, p. 60); «Ferita e vuota / la terra nelle zolle rivoltate, / aperta all'annidarsi di sementi» (Gli alberi con le chiome spoglie, p. 63); «Nell'aria vagabonda / un'ape zelante / trasforma il sole in miele: / lei sola dà fiducia all'auspicio.» (Indolenze estive, p. 67); «Niente rinasce se non si muore.» (Se non si muore, p. 70). Questo è il verso che chiude il libro: in fondo anche il poeta deve un po' morire a sé stesso, lasciarsi percorrere dalla vita, immedesimarsi negli altri, farsi voce e portavoce, sentirsi umile parte di un creato sempre sorprendente, di un'umanità a volte cinica e crudele, altre volte amabile e accogliente. I versi di Franco Casadei creano immagini a tutto tondo che ci restano dentro, esprimono sentimenti veri e “coinvolti”, fanno pulsare il paesaggio e la natura e ci mettono dentro il vivere ricordandoci che abbiamo delle responsabilità perché dietro ogni cosa, ogni volto, ogni evento c'è La firma segreta.
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