martedì 22 gennaio 2013

Su Senza fiato 3 – Lasciami correre

a cura di Guido Passini, FaraEditore, 2012

recensione di Vincenzo D'Alessio
 

senza saperlo nemmenoAppartengo ai giovani che hanno vissuto i sogni degli anni Sessanta, le paure dell’atomica e le speranze di superare la sofferenza mondiale. C’era una canzone, tra le tante,  che allora ben  rappresentava la nostra vita e cominciava con questi versi: “C’è un grande prato verde / dove nascono speranze / che si chiamano ragazzi./  Quello è il grande prato dell’amore.” (Un mondo d’amore)
Guido Passini ha interpretato, oggi, con lo stesso doloroso entusiasmo il canone dell’Amore nel ciclo delle pubblicazioni che recano il titolo Senza Fiato, edite dalla casa editrice Fara di Rimini. Della malattia “Fibrosi Cistica” in televisione, per radio, sui giornali, se ne parla poco: purtroppo!  Allora c’è chi, portatore di questo fardello, si è fatto carico di divulgare la realtà nella quale si muovono le migliaia di persone afflitte da questa patologia. Passini: un atleta che misura i suoi passi e sa che alla fine della corsa potrebbe non reggere allo sforzo intrapreso.

Lo hanno testimoniato in tanti lungo il tragitto intrapreso in questi anni: anche coloro che oggi sono angeli nel firmamento. C’è chi vive con la paura costante della fine della vita e chi, come dimostrano le pubblicazioni che Passini ha portato avanti, chiedono di morire vivendo i propri giorni con l’entusiasmo degli atleti: proprio questi  che di fiato ne hanno sempre troppo poco. “Un mondo d’Amore”, sì!, è il momento di esclamarlo,  soltanto l’Amore salva l’umanità dalla triste sorte alla quale è destinata alla nascita. Di tutte le testimonianze raccolte in questi anni la chiusa della composizione è stata affidata ai bambini, a quei cuccioli che tanto fanno innamorare chi li guarda, anche quando soffrono per sopravvivere.

Per me stesso ho scelto, senza fare torto a tutte le belle testimonianze raccolte in quest’ultima antologia solare, una Ninna nanna che avrei cantato ai bambini che  si addormentavano (mi ricordano le filastrocche immortali di Gianni Rodari): 

Ninna nanna, ninna bella,

col sapor di caramella,

col profumo delle viole,

con l’amore di ogni cuore…

(…)

Ninna nanna, ninna nanna,

di canditi e fior di panna,

per poter chiudere gli occhi,

e sognar fiabe e balocchi.  (pag. 114)
 
Concludo su questo foglio di carta, e vorrei tanto che fosse come un aereo di quelli che realizzavamo sui banchi di legno della scuola elementare piegando con cura le ali e poi, scaldando con il fiato la punta di questa forma aerodinamica, lo affidavamo in volo all’aria libera di un azzurro cielo di primavera: testimone del mondo d’Amore che è dei bambini che credono: “Forse con i miei trent’anni non riuscirò a vedere la fine di questo tunnel, ma voi bambini, voi ci riuscirete di sicuro! Siate folli, siate affamati ( e ricordatevi gli enzimi)” (pag. 138, P. Baingiu).


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