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Naturalmente alla base della pratica poetica di Mori vi è la tradizione dello sperimentalismo; e in effetti l’autore si diverte a incastonare sulla pagina parole tratte dal gergo finanziario e a vedere cosa succede. Tuttavia la poesia di Mori non si esaurisce nella vocazione sperimentale, perchè non si limita ad effettuare un percorso,ma giunge ad una meta, ad un risultato. Ad esempio la pratica dell’impersonalità che accompagna l’intera raccolta è una conquista definitiva per tutta la poesia contemporanea, continua si il modulo della “riduzione dell’io” teorizzata dai Novissimi negli anni ’60, ma lo realizza in una maniera nuova e costruttiva, che la neoavanguardia italiana non conosceva. Piuttosto sarà interessante vedere come il poeta svilupperà questa sua intuizione nelle prossime raccolte. E si tratterà anche di vedere come e se Mori potrà, dal mondo in fondo arido che la sua poesia giunge a delineare mediante il nuovo linguaggio sperimentato, assurgere a dimensioni più positive e propositive, dimensioni sublimi che l’arte dello scrivere poesie ha in passato toccato, ma che nelle ultime generazioni sembra trascurato, e, a dire la verità, anche considerato obsoleto,non più praticabile.
Tuttavia rimane notevole il risultato raggiunto da questa raccolta,che sembra voler far cambiare corso alla poesia contemporanea: “La consultazione del Financial Manager /avviene nel cortile bancario / convocato dal minutaggio di decompressione / previsto dalle trattative // La simultaneità distribuita a random / delle chiamate cellulari / crea stop motion / nelle traiettorie di deambulazione // Le teste alterne asincrone / piegano un poco verso il mento / oppure arretrano le nuche / per concludere poi la chiamata / riportando il display davanti agli occhi”. Oppure nei risvolti umoristici molti neologismi e tante trovate linguistiche, come, uno fra i tanti,lo “shoppingare incauto”. L’ironia in questa raccolta è in realtà un elemento accessorio,invece il suo significato precipuo sta nell’offrire alla poesia una nuova possibilità di espressione e significato, e, in ultima istanza,la possibilità di incidere ancora sugli orizzonti semantici di una società e di un epoca caratterizzati da linguaggi sempre più complessi ed articolati, ipertestuali e accelerati, che sembrano, ma non è così, lasciare gli strumenti poetici drammaticamente indietro. Ecco, Mori ha trovato il modo di permettere alla poesia di continuare a dire la sua, e nel suo modo, che è quello del linguaggio della parole.
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