giovedì 7 luglio 2011

Romance de don Boyso (dai Cantares polulares di Federico García Lorca)

traduzione di massimo sannelli

Romance de don Boyso


Don Boyso se ne va
è una mattina fredda
nella terra dei Mori
a cercare un’amica.
ad una fonte fredda
la trova mentre lava.
“che cosa fai, o mora,
o figlia di un’ebrea?
Permetti al mio cavallo
di bere l’acqua fredda”
“mannaggia al tuo cavallo!
mannaggia al cavaliere!
ché io non sono mora,
né figlia di un’ebrea!
Io sono una cristiana
e qui son prigioniera”
“se sei una cristiana
stai nella mia dimora,
ti vestirei di seta!
ma se tu sei una mora
ti lascerei così”

e la prende sul cavallo
per sentire cosa dice,
sette leghe son passate
e non dice una parola.
Vanno per un uliveto
con le olive tutte verdi
e sui prati piange forte:
“Prati belli, vita mia,
quest’ulivo lo piantò
il mio sire, il padre mio,
e lo aiutavo io!
e mia madre la regina
stava a tessere la seta
e don Boyso mio fratello
dietro i tori se ne andava!”
“E il tuo nome come suona?”
“Io mi chiamo Bella Rosa,
mi chiamarono così:
sopra il seno appena nata
una rosa era sbocciata”
“E se i segni sono questi
tu sei proprio mia sorella!
Cara madre apri la porta
questa è una meraviglia
non ti porto più una nuora
perché questa è la tua figlia!”

1 commento:

Rafael Castellar das Neves ha detto...

Forte, carico ed intenso!

Me piace!!

Saluti brasiliani!