RaffaelliEditore – Rimini 2011
di Caterina Felici
Nel libro, da parte della poetessa, che è psicoterapeuta, c'è la ricerca di sé, di verità, c'è la consapevolezza che l'io è nomade, errante, che la propria identità non è statica, ma dinamica, che la realtà è fluida dentro giochi d'ombra di buio, di luce, che essa sa coagularsi in verità e sfuggire alla profonda conoscenza. L'autrice si rende conto che le crepe e il mistero possono parlare più chiaramente a volte delle aperture che fanno scorgere oltre e delle presunte evidenze. Si avvertono nell'autrice il senso di solitudine, a volte di smarrimento, la coscienza dell'esistenza del dolore, dei faticosi percorsi del vivere, ma emergono anche di lei le speranze, la certezza di potere rinascere, da interiori morti; sa essere vincente in lei l'amore per la vita. I versi rivelano suggestive metafore, concisione, ritmo, hanno vasti discorsi dei silenzi. Il libro ha una veste editoriale elegante.
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