domenica 18 luglio 2021

Il canto dell’usignolo e dell’allodola

Sulla silloge poetica di Dante Zamperini 
Come legno d’ulivo (Edizione privata 2014)

recensione di Subhaga Gaetano Failla





Leggo con gratitudine Come legno d’ulivo di Dante Zamperini (Edizione privata 2014, con la cura di Eros Olivotto e in copertina l’illustrazione di Paolo Pavarotti) e scrivo queste righe seduto solitario a un tavolo in legno, nella melodia della brezza tra gli alberi e nel frinire delle cicale. 

Le poesie di questo libro accompagnano, come nel passo velato di un testimone, la Passione e la Resurrezione di Cristo. Sono versi che hanno il palpito del cuore, la risonanza di fiato melodico di una madre e di un discepolo, l’affanno trattenuto in gola, versi essenziali, lapidari, levigati, aguzzi come pietre e lievi come piume, sin dalla poesia iniziale: Sgradito, il tuo pregare,/ ai sommi,/ agli scribi./ Nel riunito sinedrio/ il fermo decreto./ In te,/ imminente,/ l’unione col Padre. (ne Il pregare).

   Anche quando il tono diviene altamente drammatico il poetare non perde la sua misura austera, composta, e proprio il contrasto emotivo ne enfatizza l’eleganza armonica, la compostezza musicale: Solo, lassù,/ sulla croce legnosa,/ gridasti al Padre tutta la voce.(ne La crocefissione).

Nei versi della Resurrezione la stessa misura melodica si innesta in un pathos di indicibile dolcezza: Aloe e mirra/ al sepolcro portavi./ Dinanzi alle bende/ ti chiudi nel pianto./ Deliziosa la voce/ nel pronunciare il tuo nome./ T’avvolge la luce. (ne La prima apparizione). 

I versi di Dante Zamperini mi hanno ricordato le poesie di Pasolini raccolte in L’usignolo della Chiesa Cattolica (Tutte le piaghe sono al sole/ ed Egli muore sotto gli occhi/ di tutti: perfino la madre/ sotto il petto, il ventre, i ginocchi/ guarda il Suo corpo patire.). Ma in Zamperini l’impeto drammatico ha una sua specificità, si esprime in una sorta di esplosione protetta, come se il deflagrare della tragedia fosse immerso nella vasta musica di sfere celesti, nell’ampio manto d’un fruscio di brezza tra gli alberi. 

Come legno d’ulivo ha il canto dell’usignolo e dell’allodola, in indissolubile armonia, il canto della notte e dell’alba: Al viandante il racconto/ dei giorni trascorsi./ Emmaus, una luce vicina./ Lo spezzare del pane,/ il risorto rivela. 

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