sabato 16 gennaio 2016

“Resta la luce di una ferita”: su Come legno d'ulivo di Dante Zamperini

Dante Zamperini, Come legno d'ulivo, Edizione privata Redaprint, Cavaion Veronese, 2014 
Prefazione di Eros Olivotto

nota di lettura di AR

Questo racconto in versi della Passione è estremamente asciutto: le parole sono sono come inchiodate alla pagina, ma sempre dalla testa del chiodo, emana il riflesso di una luce che cura e rivela. Ogni poesia è un scrigno di immagini costituito da un flusso nitido di sillabe sincopate, scandite, scelte: il lessico è, come accade nelle lingue semitiche, concreto, privo di fronzoli, potremmo dire quotidiano; la costruzione ritmico-sintattica tende all'implosione, al raccoglimento, eppure al tempo stesso sprigiona lampi di energia che quasi stordiscono. Pare esserci sempre, in sottofondo, il battito di un tamburo che determina la pulizia essenziale, sintetica, del dettato e ne sottolinea la profondità che di fatto smuove le nostre viscere. Consideriamo ad esempio Il giardino degli ulivi (p. 15) che qui riproduciamo integralmente:

Qui, 
ogni cosa è silenzio.

Non cela la brezza
i passi randagi.

La notte,
la fame,
la tua sete di uomo.

Solo,
braccato.

Simone ha ceduto
il sonno alle ombre,
alla luna,
che bianca rifugge
ogni tratto di cielo.

Come legno d'ulivo
ti contorce il dolore,
spezza ogni ramo.


C'è una empatia totale, nei versi qui sopra: Dante Zamperini parla da narratore, quasi da giornalista, ma è evidente quanto sia immedesimato e coinvolto nella scena che descrive. La successione di immagini-sensazioni (silenzio, brezza, passi, buio, sete, solitudine, stanchezza di Simone, correlativo oggettivo degli ulivi contorti…) ce le incide nell'anima, ci commuove con estrema sobrietà. In questo poemetto-oratorio ci vengono ovunque offerte parole di grande forza evocativa che siamo subito portati a introiettare, a meditare, a ripetere a noi stessi, a rendere visivamente concrete. Solo alcuni esempi: “un intreccio di spine. / Attende il luogo del cranio.” (La veste di porpora, p. 27); “Il cranio ridotto a spineto.” (Sulla via del Calvario, p. 31); “gridasti al Padre tutta la voce.” (La crocifissione, p. 35); “È forte, / tra i giusti il silenzio.” (Le vesti giocate, 37); “Bruni corvi / sull'anima.” (Il ladrone, p. 41); “Lacero, / tessuto di fiele. // Non ha carni, ora, il tuo corpo.” (La Madre, p. 45); “Sigilla, la pietra, / il sepolcro. // Gli occhi, / confine del pianto.” (La deposizione, p. 53); “Resta la luce / di una ferita.” (Nel sepolcro, p. 55); “Deliziosa la voce / nel pronunciare il tuo nome.” (La prima apparizione, p. 63); “Nel costato, / poni ora i tuoi palmi. // Ferma la fede.” (Si rivela a Tommaso, p. 69)

È questo un libro di vera poesia religiosa, un testo intenso e bellissimo su cui pregare, magari esercitando le tecniche di contemplazione suggerite da S. Ignazio

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