Non sono Cavafis nè Bilitis. Sono la scrivana che cerca nella pelle la parola addormentata. Non sono neanche la bambola dei biscotti che finge di sorridere per paura. Sto cercando una finestra dove appendere il mio auto ritratto con tutte le possibili definizioni dell' amore. nessuno scappa in questi tempi di sesso da dieci minuti nei bagni pubblici. le poesie d'amore degli innamorati diventano trofei. Fiorellini selvatici sul ciglio della strada. Non sono un libro raro e usato. Sin da ieri muoio in pace anche se non mi innalzano una statua e i cani ... continuano a orinare sulla mia ombra. Non ero la sua copia forse la polvere di una macchia sulla tua impronta. Non ero la sua copia nemmeno il foglio bianco di quelli e di altri. - E il mio lenzuolo? ora è la foglia dei ciclamini e degli specchi e mi chiedo, e mi chiedo: Sono davvero perduta?
A mia madre.
Mia madre veniva dal poliziotto
tra le mani di Dio
Aveva portato tra i suoi doni
la replica dei tamburi batá
e la maestà di una regina
con la vestaglia e le infradito.
È diventata una donna tra stufati e dolci.
Nessuno ha mai dubitato che fosse un angelo
ma non aveva né la zucca né le scarpette di cristallo.
Mia madre ha ricevuto solo briciole dalla vita.
la felicità volò così in alto e fu così rara
che negli anni si è abituata a vederla
solo di passaggio.
Aveva un giardino
ora un ciottolo dove non può muoversi
quattro figli.
Mia madre parla della morte
Io imploro Dio per la sua vita
le mie zie e mia madre
profumano di cipolle
sono casalinghe
che vivono con la famiglia
tra la macinatura e il fango
dalla città.
i seni delle mie cugine
puzzano di latte e pipì
di pannolini sporchi, quaderni.
Il mio corpo sa di donna
sterile
indovinello su chi morirà
tra gatti e un amante
di turno.
Come dirle che ero lì
che ho anch'io messo
le prime pietre del mondo
che ho seguito i leoni
fino a raggiungere il formicaio.
come dirle che la mia furia
è stata rotta dagli eschimesi
quando urtò contro il loro ghiaccio
la torre Eiffel in un impeto di follia.
Come dirle che non potrei essere lei?
Yuray Tolentino Hevia
traduzione a cura di Claudia Piccinno
Nessun commento:
Posta un commento