recensione di Renzo Montagnoli
pubblicata su Arteinsieme.net
Prefazione di Silvia Castellani
Fara Editore
poesia
Pagg. 80
ISBN 978 88 94903 61 4
Prezzo Euro 10,00
Un’intensa spiritualità
E tre, nel senso che tante sono le sillogi poetiche di Mariangela De Togni che ho letto e ho apprezzato: dal mistico abbandono diFrammenti di sale a l’essenza di Dio in Si può suonare un notturno su un flauto di grondaie?, per arrivare a questa Nel fiato umido dell’autunno, fresca fresca di stampa.
Poiché l’autore è una religiosa (è una suora delle Orsoline di Maria Immacolata) sarebbe stato logico attendersi una poesia eminentemente religiosa, quasi un’opera teologica, e invece Mariangela De Togni riesce a parlare di Dio attraverso le infinite meraviglie del Creato. Questa impostazione presenta due pregi, di cui il primo è essenzialmente poetico e il secondo è tale da rendere maggiormente fruibile in concetto di Onnipotente, quasi un messaggio, un’evangelizzazione in versi che raggiunge facilmente e con particolare efficacia il lettore. In ogni manifestazione della natura, da un cielo a un umile fiore c’è Dio, c’è un qualche cosa di indefinibile che presiede perfettamente a tutte le cose, al moto del mare, all’avvicendarsi del giorno con la notte, alla vita di ogni essere ed è quel mistero che non può essere svelato con metodologie scientifiche, ma solo ed esclusivamente con la fede. Bearsi della natura vuol dire così bearsi di Dio, lasciarsi andare a quell’onda lunga dell’emozione che sola può saziare il nostro spirito. Le occasioni possono essere tante, i temi altrettanti, ma lo scopo e il risultato è sempre quello, come, per esempio, in Fu il sospiro della notte (Un cupo blu di Prussia / s’adagia sui pioppi, / carichi di pensiero, / mentre rapite dal vento / le nuvole / vagano senza meta / nel silenzio dei chiostri / simili a cumuli di cirri / addensati sul mare. /…), oppure come nella brevissima Eco (Eco ma di altre maree / e di altre aurore. / E di cieli stellati diversi.). Oserei dire che la poetessa è permeata, prima ancora che di religiosità, di spiritualità, che sono due termini che potrebbero sembrare uguali, ma non lo sono, perché per il secondo non c’è necessità di insegnamento, non ci sono regole o dogmi, c’è solo un grande sentimento innato che si traduce in una crescita interiore che può completarsi con la religiosità. Le sensazioni che ritrae dall’osservazione della natura sono percorsi di spiritualità che approdano poi alla religiosità e per chi legge è più facile comprendere e credere, e questa è un’altra notevole valenza dell’ars poetica di Mariangela. Non si può restare insensibili a versi come quelli che seguono, parole sapientemente accostate che toccano quelle vette sublimi che più facilmente consentono di accostarsi a Dio: La notte vedi le stelle / più chiare dell’acqua del mare, / più bianche delle ninfee, / a tessere tele di luce / sulla finestra a bifora / della chiesa vuota. / Ricucendo ombre solitarie / nel vento d’autunno. // I ricordi sono linfa / dei nostri pensieri, /armonia di voci / nel lento solfeggiare / del sospiro. E poi ce n’è un’altra brevissima che più esplicativa di così non potrebbe essere: Ma il mare è come l’anima, / e non fa silenzio mai. / Nemmeno quando tace.
Non credo sia necessario aggiungere altro, se non l’invito a leggere questa raccolta che, forse, è la più bella di Mariangela De Togni.
Mariangela De Togni, nata a Savona, è suora delle Orsoline di Maria Immacolata (Piacenza). Insegnante, musicista, studiosa di musica antica. Membro dell’Accademia Universale “G. Marconi” di Roma, ha pubblicato le raccolte di versi: Non seppellite le mie lacrime (1989), Nostalgia (1991), Una Voce è il mio silenzio (1995), Chiostro dei nostri sospiri (1998), Profumo di cedri (1998), Un saio lungo di sospiri (2000), Flauto di canna (2004), Nel sussurro del vento(in Quaderni di Letteratura e Arte, 2005), Nel silenzio della memoria (ne Le visioni del verso, 2008), Cristalli di mare (2010), Fiori di magnolia (2011), Frammenti di sale (2013), Si può suonare un notturno su un flauto di grondaie? (2016, prima classificata al Faraexcelsior). È presente nel Dizionario della Biblioteca di Stato, in agende, antologie, blog e riviste di poesia contemporanea. Numerosi i premi e i riconoscimenti.
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