All'impalpabilità in essenza
delle prime, si contrappone spesso la meccanicità artificiale degli
altri. Così anche nella vita, qualcosa sublima mentre qualcos’altro,
invece, fa scratch e graffia sulla Dj Mixer Consolle
dell’esistenza. Entrambi gli aspetti, compongono l’andare
de Il potere dei giocattoli di
Riccardo Raimondo.
Qualcosa rallenta intrattenuto e
qualcos'altro accelera avvicinandosi, tracciando versi sul
composito diagramma esistenziale, sempre ben fibrillante, dove il
compito dell’autore è quello di «Portare
questa luce fraterna / oltre la notte. Navigare fino all'alba».
Nell'attraversamento, fra le
procedure della realtà in dissesto, le subway di un senso
sotterraneo, musiche che dai solarium abbronzanti dei Beauty Center
evocano già le spiagge marine, il poeta trova viandanza :scrive di
ciò che vede e sente.
«Il
cameriere fece calare/ i tendoni sulla terrazza/e fu subito ombra a
Rabat» – azione
visiva con notazione in presa diretta.
«Sii
come il bimbo / che vaga per la campagna / nella speranza di scoprire
/ un nuovo colore di lucertola»
– traslazione
di un desiderio che sente l’energia di conservare lo stupore
vivente della bellezza ricercata.
Il potere dei giocattoli si
amplia via via nella lettura con una riflessione sempre più
articolata nelle figure poetiche, sorrette anche da inserti di
citazioni prese da altri poeti, e sempre funzionali a integrare il
sentimento sotteso, il quale prosegue con moti oscillatori e
ondulatori la sua sismica esistenziale. Fra oblio e memoria. Caos ed
ordine provvisori.
Poi, in maniera quasi ineluttabile,
subentra come marea il flusso dell’abbandono lirico.
Il friabile grumo d’infinto
allora si liquefa. L’amore prende forma e sembra guarire questo
viaggio.
Il potere dei giocattoli ha il
suo senso originario nell’aver percepito il peso e la gravità
artificiale del mondo e tentato il passaggio della poesia. In questa
tensione protratta per tutto il componimento, anche nella misure
continuamente variate dei versi, il poeta offre
la sua Terra Santa. Mentre Alda
Merini ha tenuto fede al suo inferno e ha condiviso con tutti gli
esseri la sua magnifica ossessione di vita e poesia, Riccardo
Raimondo fugge, svola, va ad abbracciare e a chiedere a chi ama
l’energia per un viaggio ulteriore.
Sarà dolce salpare nuovamente dal
porto d’umanità restituita in poesia.
Alberto Mori
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Riccardo Raimondo, classe '87. Poeta, narratore, critico. Studia Lettere Moderne. Da dicembre 2011 è accademico corrispondente presso l'Accademia degli Incolti (Roma, accainco.it). La sua prima raccolta di versi è "Lo Sfasciacarrozze"(A&B 2009). La sua seconda raccolta è "Il potere dei giocattoli" (Sentieri Meridiani 2012, a cura di Daniele Maria Pegorari, prefazione di Sebastiano Aglieco, copertina di Elisa Anfuso). Ha lavorato con diversi artisti a spettacoli e istallazioni, cercando un continuo dialogo fra la poesia e arti di tradizioni diversissime (la musica acustica ed elettronica, la video-arte, i fumetti, le sculture animate, le marionette, il teatro-poesia, la fotografia), sperimentando sempre nuove strategie della creazione. Collabora con diverse riviste e webzine nell'ambito della critica d'arte, letteraria e di costume. Per maggiori info: www.riccardoraimondo.com
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