venerdì 31 ottobre 2008

Poesie d'Autunno (Antonietta Gnerre)


È sempre bello leggere i versi di Antonietta Gnerre: hanno ritmo, offrono immagini nuove, parlano di sentimenti veri, riecheggiano una tradizione rinnovata, depurata e sobria, intrisa di una spiritualità che li fa davvero arrivare ad ogni lettore con parole concrete ed essenziali di sapore biblico: «Ammalata di lieto fine / mi nascondo in baratri di nafta / col metallo del tuo nome al collo».


1.

Respirare è il solo modo di guardare
tra queste schiume di polmoni paralleli
il tuo cuore seducente e misterioso.

Eppure il tuo amore è maturo nelle vigne
nel confine penetrato di questo ottobre
che mi diverte col girotondo della penna.

Tutto in amore sembra illogico e astrale

e per vederti ancora tra la gente devo morire
sotto i sogni di queste ombre di latifoglie.



2.

Nel cerchio dello stupore pungo
la mia vergogna con la rabbia
che increspa l’amore locomotore

di illusioni cifrate.
Ammalata di lieto fine
mi nascondo in baratri di nafta
col metallo del tuo nome al collo



3.

sezionata come cavia
ripercorro l’emisfero
delle tue parole

sussurrate

da un carico di luce
che io chiamo
poesia


4.

hanno il pelo lucido
le tue emozioni

si elevano
senza fare rumore

poi avanzano
discendono
scompaiono

nell’imbuto
appena un po’
più grande
del tuo amore



5.

sui rami polverosi
incarno il tuo nome
foglia della mia vita

folgorante grandezza
di luce impagliata
nel cortile
dell’universo

flusso

eterno nella calotta
dei mie desideri
sussurrati dal vento
che strappa l’oscurità
dalle ali di una farfalla


6.

moriremo
con le nostre ossa
di luna

in bicchieri di rifiuti
dove ci faranno compagnia

le tombe blu dell’eterno

tombe pronte ad ammirare
il viaggio dei nostri semi
in gabbie di vetro senza calendari



7.

ritornerò
da te

ricca di astri
da questo luogo
illuminato
di sbadigli e ferite

ritornerò
con la dolcezza
di una chioma d’albero

come fuoco vellutato
per ogni tuo respiro
che sussurra dalla terra
il mio nome di donna



8.

Mario

Io non resterò lontana dalla tua aria
ti imboccherò con coperte di calda lana
orlata di delizie azzurre e coralli rossi

Ti vestirò con abiti puliti sulla canoa dei sogni
e con pagine scritte e assottigliate dai minuti
conteremo dal tuo diario le stelle più belle

Tu vedrai fiorire ogni giorno il mio amore
dove l’architettura dei pioppi osserva per rinnovarsi
questo Sud dove riposano i minuti.



9.

(Amo immaginare)

Pronostico l’immaginazione
mentre pulisco un tegamino
o scrivo una poesia

come un osso divorato
da questo tempo rapido
frullato da un afa
mi pugnalo i Jeans
con le parole
che copio dal fango.



10.


Dormiremo senza alba
con le radici aperte
in ordine alfabetico
senza chiedere più nulla
ai nostri pensieri.

I treni riposeranno
per sempre come vasi
senza fiori

nel triangolo
di carta di queste case
che chiamiamo ancora paese.


1 commento:

Alessandro Ramberti ha detto...

respiro ancora chiaro della Poesia inanellata di " divinità" sposa della terra "antica". vincenzo d'alessio