martedì 12 febbraio 2008

Su Solchi e nodi: alcune parole chiave

recensione di Maria di Girolamo Ferri

Dalla lettura delle poesie contenute nella raccolta Solchi e nodi emerge il sofferto dolore della poetessa Caterina Camporesi, un dolore gridato e singhiozzante che non riesce a trovare sfogo in un caldo pianto liberatorio, capace di riconciliarla col mondo. Una società, quella presente, con la quale Caterina è in aperto conflitto perché non ne condivide la razionalizzazione da essa effettuata di quell’energia vitale così largamente presente nell’uomo e nella natura.
C’è in lei un bisogno di calarsi nella dimensione primitiva dell’inconscio attraverso un processo di nescienza che la rimetta in comunicazione con le forze primordiali dell’ES a cui vorrebbe dare forma diversa attraverso il filtro della ragione.
Tutto questo si evince dalla logica delle sensazioni e delle emozioni che dà continuità alla sua poesia sostituendosi alla forza della parola. Il tessuto poetico fatto di immagini forti, spesso slegate tra loro, sono rese con colori decisi (bianco, nero, pennellate di rosso e di viola) e suoni aspri e gutturali, che suggeriscono il pianto.
Le parole chiave che permettono di decodificare il suo universo sono l’acqua (la vita prenatale):

acque ristagnano in gole piagate nude emozioni si contorcono gemmando diamanti in bocche spinate.

Il vento che scompiglia l’ordine delle cose:

occhi di pietra dura
dolore deposto sulla soglia


lo innalzano i venti

scompigliando


fulmini di verità
su onde raggianti di grano.


Il viaggio – la vita esiliata.

La luce, fredda e metallica, che sembra operare tagli profondi nella tela poetica del sogno per lasciare intravedere a mò di guizzo, di momentaneo bagliore, stralci di vita vissuta (pagg. 41-42).

Le albe e i tramonti, invece, sembrano evocare la volontà di rinascita dell’io nella sua continua lotta con il mistero – la cometa dell’ignoto.

La sua poesia vuole essere un affresco espressionistico su cui si accampa il grido di Munch.


(v. anche le recensioni di Fantuzzi e D'Alessio qui)

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