lunedì 11 febbraio 2008

Su Solchi e Nodi di Caterina Camporesi

recensione di Vincenzo D'Alessio (G.C.F. Guarini)
via Sala 29 - frazione S. Felice
83025 Montoro Inferiore (AV)

Sulla raccolta Solchi e Nodi di Camporesi, scrive Carla De Angelis nella sua recensione: «è un libro coraggioso, duro, ma non disperante, rivela grande umanità e comprensione per le debolezze umane alla ricerca del riscatto». La raccolta si rivolge, come in altre contemporanee, alla ricerca interiore e alla forza poetica tra «sogno e segno». Semiotica di una scrittura antica che gli esseri umani perseguono per raggiungere qualcosa che incanala la Poesia, come Arte sublime, in quei solchi ricavati sulle pareti delle caverne, sui papiri, sullo schermo di un computer: l'eternità della parola. Purtroppo l'eternità è l'accumulo di energie attualmente fuori dalla portata degli uomini. L'entropia è una delle forze magmatiche che risolve
in sé gli sforzi di tutti noi viventi. Ma il divenire poetico è il divenire quotidiano? Quanto dista il mondo dei segni dal mondo dei sogni? Quando l'Arte divina della Poesia infiammerà l'Umanità avvilita dalle sofferenze delle guerre, delle malattie, dell'ipocrisia?
Molti segni compaiono, nei versi della Camporesi, tutti introdotti dalla preposizione semplice “in”: in nidi di panico (pag. 16) - in trappole d'inganni (pag. 20) - in corsari occhi vellutati (pag. 22) - in malora improvvisa (pag. 23) e seguenti. Accorpati ai verbi volti nel modo gerundio: trasvolando reti trasparenti (pag. 17) - accasciandosi in cuori di torba (pag. 19) - gemmando diamanti in bocche spinate (pag. 21) e seguenti.
Tutto il costrutto poetico è quindi un percorso nel tempo, non cronotipo, ma oscillante. Un andirivieni, un «salescende» come scrive la stessa autrice, tra solchi e nodi del nostro divenire (pag. 14).
A chi è diretta questa raccolta? Quale raggiungimento persegue la poetica della Camporesi?
Bene ha scritto, nell'omaggio introduttivo, Massimo Sannelli: «In primo luogo, i solchi e i nodi si uniscono per il lavoro sullo spazio (…) La comunità umana si riconosce nel vincolo della necessità (…) La pagina (lo spazio) è solo provvisoria, anche per la poesia.» (pagg. 7 e 8).
Noi concludiamo considerando «i verbi di ieri» nell'accordo con «i complementi di oggi» - «in flessuosi suoni». Ricerca della necessità di non svilire la forza centripeta della vera poesia: la ricerca della classicità: «tempi sepolti risalgono» (pag. 47).
La ricerca ci affatica e sovente ci smarrisce: «tra bocca di Dio e grida di io» (pag. 23). Vale la pena consegnare ai nostri segni non solo i sogni, le paure, le ansie, ma «l'estrema discesa e ascesa» verso la vita.

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recensione di Matteo Fantuzzi su «La Voce di Romagna» dell'11-2-08

(cliccare sull'immagine per ingrandirla)



v. scheda del libro

v. anche le recensioni di Ivo Gigli, Antonietta Gnerre, Alessio Brandolini, Carla De Angelis e Maria di Girolamo Ferri

si consiglia pure la lettura del breve saggio Diventare eroi, diventare sé stessi

2 commenti:

daniela ha detto...

la tela sonora ospitera Caterina Camporesi e Matteo Fantuzzi a Brussels

grazie ad Alessandro per questo moto perpetuo che ci fa oscillare ci dirige piacevolmente nel mondo complesso ed articolato della poesia

baci da Bruxelles

Alessandro Ramberti ha detto...

È un vero piacere aiutare questo “ponte” radio per i versi e i poeti che li animano.
Grazie per la bella tela sonora che si espande da Bruxelles.